26.

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26 gennaio, almeria, caravana.

Due braccia mi strinsero la vita con forza e sorrisi percependo il profumo inconfondibile di Zulema, amavo svegliarmi così ogni mattina con lei al mio fianco, mi sentivo a casa.
Con le dita incominciai ad accarezzarle l'avambraccio e percepii le sue labbra baciarmi lentamente il collo facendomi sorridere come un'idiota.
"Sei sveglia?" mormorai assonnata e la sentii ridere stringendomi ancora di più.
"No questo è solo un sogno, in realtà io non sono Zulema." borbottò contro la mia pelle e sbuffai voltandomi nella sua direzione guardandola male.
Mi accarezzò i capelli spostandomi una ciocca ribelle dal viso e sorrisi posando lo sguardo sulle sue labbra mordendo automaticamente le mie.
"Ti senti sola?" mi domandò dopo alcuni secondi e inarcai un sopracciglio confusa.
"Non più, perché questa domanda?" le risposi sistemandomi meglio sotto le coperte e sorrisi notando la sua espressione sconcertata.
"Non lo so, tutti ci sentiamo un po' soli a volte anche se siamo circondati da tantissime persone." disse mettendosi a pancia in su e guardando il soffitto, chiusi gli occhi e ascoltai attentamente le sue parole perché erano rare le volte in cui si apriva così tanto a me, svelandomi i suoi pensieri più profondi e i suoi dubbi.
"Ma non puoi sentirti sola se stai con qualcuno, che vorresti dire?" sussurrai appoggiandomi su un gomito seria.
"Le persone parlano veramente tanto, ma tu hai mai provato ad ascoltare la voce che hai dentro?" disse con un sorriso sulle labbra voltandosi nella mia direzione ed era incredibilmente bella.
"Non capisco." mormorai confusa non capendo dove volesse arrivare.
"Se vuoi far sentire la tua voce per davvero dovresti essere in mezzo ad altre persone, contrastando la loro." disse toccandosi i capelli nervosamente.
"Sei mai stata ascoltata per davvero?" le domandai afferrandole il viso ma scosse la testa con un sorriso triste.
"So di non essere una colonna molto stabile ma quando hai bisogno puoi appoggiarti, Zulema." dissi decisa dopo alcuni minuti di silenzio senza smettere di guardarla per un secondo.
"Forse rischi di cadere, ma proverò a reggerti okay? E sopratutto non pensare di non essere ascoltata perché io lo faccio volentieri." aggiunsi un attimo dopo con gli occhi lucidi.
"Non devi." disse alzandosi ma non riuscii ad afferrarla in tempo per un polso.
"Perché no?" mormorai raggiungendola e la vidi incredibilmente tesa.
"Non affezionarti a me, te l'ho già detto." mormorò dandomi le spalle ma scossi la testa abbracciandola da dietro.
"Troppo tardi, lo sai." dissi afferrandola per la vita decisa e baciandola con tutta la forza che avevo in corpo.
"Smettila di farti del male, smettila di disintegrarti con le tue stessi mani ma sopratutto scappa dalle tue mura e vivi anche per le piccole cose. Io sono qui Zulema, non me ne sono mai andata nonostante hai deciso di farlo tu al posto mio, basta aggrapparsi al dolore e al passato." dissi contro le sue labbra appoggiando la fronte sulla sua con le lacrime che mi rigavano il viso.
Il mio scorpione non parlò e nei suoi occhi c'era letteralmente il vuoto, si stava spegnendo per una cosa che non sapevo nemmeno io, dal principio.
Quanto tempo doveva passare prima che si accorgesse che aveva bisogno di essere amata?
Quante lacrime doveva ancora versare?
Non erano forse abbastanza tutte quelle che erano scivolate sulle sue guance?
"Puoi prenderti cura di te per favore?" le domandai con rabbia ma si tolse dalla mia presa forte sbuffando divertita.
"Non arrabbiarti, non ne vale la pena per una come me." sbottò uscendo fuori accendendosi una sigaretta e sussultai.
"Se mi arrabbio è perché ci tengo, se non fosse stato così avrei dato spazio al menefreghismo mandando tutto a farsi fottere." sussurrai abbassandomi alla sua altezza per guardarla meglio negli occhi ma mi evitò un'altra volta.
Odiavo da morire vederla in questo stato, non riusciva ad esprimersi a parole quindi riuscivo a vedere tutte le sue emozioni tramite gli occhi, che ora erano più cupi del solito.
"Dovresti iniziare a farlo." sussurrò facendo uscire lentamente il fumo dalle labbra ma scossi la testa afferrandola per il mento e sollevandole il viso.
"Che cazzo mi stai nascondendo?" mormorai a denti stretti con una paura disumana, mai provata prima.
Ed è in quel momento che il suo sguardo scattò su il mio e rialzò in un attimo le sue barriere, provocandomi miliardi di brividi.
"Non ti sto nascondendo nulla." disse decisa serrando la mascella e afferrandomi il collo con forza togliendomi il fiato, mi spinse verso di lei e il suo profumo mi colpii in pieno, come al solito.
Cercò le mie labbra per zittirmi e mi abbandonai completamente a lei nel mentre che intrecciavamo le nostre lingue, portandomi nell'altro mondo.
Zulema aveva avuto il bisogno di perdersi per ritrovarsi e l'ammiravo per come era riuscita a correre il rischio di non ritrovare se stessa pur di ritrovarla un'altra volta.
Aveva rischiato mettendo in gioco il suo cuore ma non si era mai concessa la libertà di essere veramente felice.

Avevamo appena concluso un'altra rapina importante e chiusi gli occhi togliendomi i tacchi nel mentre che Zulema sfrecciava ad alta velocità nelle strade illuminate di Madrid.
Appoggiai la testa sul sedile e sospirai sentendo la sua mano depositarsi nella mia coscia nuda e stringerla.
"Stanca bionda?" disse tenendo lo sguardo fisso sulla strada e annuii facendole un piccolo sorriso non appena voltò la testa nella mia direzione.
Non avevamo più parlato dopo la discussione e il mio umore era nettamente peggiorato, a stento ci guardavamo in faccia.
Incrociai le gambe spostando la coscia dalla sua presa e la sentii innervosirsi, misi la testa di lato guardando il paesaggio scorrere e la sera inoltrarsi.
Ad un certo punto Zulema frenò bruscamente e sussultai mettendomi la mano sul petto girandomi sconvolta.
"Che cazzo di problemi hai?" sbottai senza fiato e con il cuore in gola.
"Smettila." disse la donna al mio fianco spegnendo l'auto e la guardai confusa.
"Di fare cosa?" urlai in preda ad una crisi di rabbia e Zulema se ne accorse.
"Di stare in silenzio, non mi parli da ore, non mi tocchi e sopratutto riesco a percepire che non stai bene." sbottò dando un colpo al volante e notai le vene del suo collo pulsare.
Non le risposi e mi toccai il viso nervosamente stringendomi i capelli con forza e serrai la mascella guardandola con attenzione e sopratutto con rabbia.
"Zulema non farmi questo." sussurrai tremando sotto al suo sguardo gelido e non appena notai che non mi rispose decisi di continuare il discorso.
"Non voglio perdere questo con te, non cacciarmi fuori dalla tua vita un'altra volta, non te lo permetto." mormorai con le lacrime che mi rigavano il viso e il mio scorpione scoppiò a ridere.
"Sei pazza." disse scuotendo la testa e inarcai un sopracciglio confusa.
"Tutte le volte che mi chiami pazza, lo divento ancora di più che ne dici?" le domandai sorridendole leggermente.
"Dico che dovresti smetterla di cercare un qualcosa che non potrai mai avere." disse distogliendo lo sguardo dal mio ma le afferrai il viso con forza stringendo la sua mascella.
"Tutti ti vogliono e chissà come sarebbe amarti nel vero senso della parola, chi sei veramente Zulema?" dissi guardandola dritta negli occhi con un velo di curiosità e il suo sguardo si posò sulle mie labbra.
"Non ho ancora conosciuto come si deve la vera me, non dovresti conoscerla nemmeno tu." disse guardandomi con attenzione ma scossi la testa aumentando di più la presa.
"Il tuo cuore era di vetro bionda ed io l'ho lasciato cadere frantumandolo in mille pezzi, vuoi questo? Dimmelo." aggiunse afferrando la mia gola con forza e la guardai con rabbia e con desiderio.
"Voglio tutto di te, puoi rompermi anche un'infinità di volte ma sei l'unica persona che riesce a ricostruire tutto quello che c'è di rotto dentro di me." sbottai sospirando e con le lacrime agli occhi impaurita.
"Sai che i miei più grandi amori di tutti i tempi sono finiti?" disse staccandomi dalla sua presa ma non mi allontanai.
Scossi la testa e la inchiodai contro il sedile mettendomi sopra al suo corpo nel mentre che le sue labbra si depositavano nel mio collo esposto mordendolo con forza e con rabbia, ma la sua rabbia contro se stessa era la più grande.
"Zulema sei la mia droga, come quelle che sono uno sballo in diminuzione e che ti portano all'altro mondo con un soffio, io ti voglio qui lo capisci?" sussurrai afferrando la sua mano e mettendola sopra al mio cuore che batteva all'impazzata, solo per lei.
"Sono arrabbiata perché mi fai sentire allo stesso modo e mi odio per questo, non voglio più provare nulla del genere." disse afferrandomi per la nuca e baciandomi facendomi sentire tutto il suo stato d'animo, sovrastandomi con il suo tocco forte e deciso.
"Sei tutto quello che voglio e non ti lascerò mai andare, figlia di puttana." mormorai baciandola un'altra volta nel mentre che le nostre lingue lottavano per avere il controllo e glielo concessi.
Mi avevano sempre detto di non precipitarmi nelle cose ma con lei non ragionavo perché eravamo legate nel vero senso della parola.
Zulema mi faceva venire voglia di nascondermi dal resto del mondo e poi farmi uscire allo scoperto come se niente fosse, come se fosse naturale farlo.

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