Vuoi far sentire la tua voce?
Usa la tua voce.
Vuoi più cambiamenti?
Apporta più cambiamenti.
Hai bisogno di più amore?
Dai più amore.
Ottieni quello che dai.Avevo perso il mio tempo.
Mi sentivo come se fossi fuori di testa.
Sentivo che la mia vita non era mia.
E la mia vita non aveva importanza.
Sapevo che stavo male in profondità ma non potevo mostrarlo perché la donna davanti a me stava male il triplo, non aveva mai avuto un posto da definire suo, mai.
Non aveva mai avuto una casa.
"Dove sei stata?" le domandai una volta che rientrò in casa e si chiuse in bagno.
Silenzio.
Dicevano che ogni vita era preziosa, ma nessuno si preoccupava della sua tranne me.
Qualcosa si era rotto tra noi due, il mio cuore forse? La mia anima insieme a lei?
Probabile, ne ero sicura.
Zulema era come se fosse il serpente del mondo che mordeva la sua stessa coda, era quello che riguardava l'indomabile.
Il suo orgoglio come al solito aveva innalzato davanti a sé muraglie infinite, non voleva mostrarsi debole ma più il tempo scorreva, più c'erano poche possibilità che lei venisse salvata.
Forse stavo accettando il fatto che presto non l'avrei rivista mai più.
"Dovresti dormire." sbottò raggiungendomi e scrutai con attenzione il suo viso nonostante ci fosse buio, era tesa come al solito, glaciale.
"Ti stavo aspettando." sussurrai accoccolandomi sotto alle coperte ma scosse la testa ridendo leggermente.
"Non devi più farlo ormai, lo sai bene." mormorò senza nemmeno voltarsi nella mia direzione e provai ad avvicinarmi.
"Zulema." dissi appoggiando la testa sopra al suo petto ma la sua mano mi spinse lontana, non voleva più avere nessun contatto fisico.
"Ti ho detto che non mi devi toccare." ringhiò innervosendosi e serrai la mascella dandole le spalle, lo spazio era ristretto e la sentii sospirare nel mentre che alcune lacrime rigavano il mio viso.
Chiusi gli occhi e lentamente mi addormentai distrutta, come ogni notte.
Solitamente le sue braccia mi cingevano la vita con forza, beandomi della sua presenza ma già da un mese non era più così e mi mancava terribilmente.
Non mi stringeva più come un tempo, non mi sentivo più sua e nemmeno io la sentivo più mia.
Mi stavo adattando ad una nuova situazione che presto mi avrebbe uccisa.Aprii gli occhi lentamente e come sempre il mio scorpione non era al mio fianco, la vidi muoversi abilmente in cucina e uscii fuori sbattendo la porta con forza.
Scossi la testa e con cautela mi alzai dal letto rabbrividendo al freddo di Gennaio.
Camminai dirigendomi in bagno e dopo essermi fatta una lunga doccia raggiunsi Zulema con una tazza di caffè tra le mani.
La vidi maneggiare una pistola con serietà e sparò ad alcune bottiglie in lontananza colpendole tutte quante.
"Ho pensato al prossimo colpo." disse senza neanche voltarsi e non appena arrivai al suo fianco le porsi gentilmente la tazza che venne afferrata al volo.
"D'accordo." mormorai guardandola attentamente e il mio sguardo ricadde sulle sue labbra, era da troppo tempo che non le baciavo e avevo la necessità di assaporarle per poter respirare di nuovo.
Zulema scosse la testa e lentamente bevve il suo caffè appoggiando la pistola e mi sedetti nel divano scrutandola con attenzione, si vedeva che la malattia stava prendendo il possesso del suo corpo ma ai miei occhi era sempre bella.
"Posso dirti una cosa?" le domandai nel mentre che mi raggiungeva ovviamente mantenendo una distanza di sicurezza, mi innervosiva questa cosa.
"Se devi fare i tuoi soliti discorsi buonisti del cazzo puoi evitare." sbottò serrando la mascella e le afferrai il polso con forza facendola gemere dal dolore.
"Vaffanculo, ascoltami." mormorai nel mentre che mi guardava male e alzai gli occhi al cielo ingoiando il groppo che avevo in gola.
"E allora parla cazzo!" sbottò massaggiandosi il polso dolorante e appoggiai la tazza nel tavolino davanti a me, guardandola dritta negli occhi.
"Vorrei che sfogassi tutta la rabbia che vuoi perché ne hai tanta e si vede. Nessuno ha il diritto di impedirtelo, e se vuoi spaccare qualcosa o la faccia a qualcuno fallo Dio santo, spacca tutto come si deve perché te lo meriti." incominciai sentendo subito le lacrime rigarmi il viso e il suo sguardo si incupì all'istante guardandomi con orgoglio.
"E se per caso dovessi sentire tutta questa ira e sentirti in colpa per il fatto di essere così arrabbiata tanto da non riuscire a parlarmi, io voglio che tu sappia, che va bene. Che ho capito. Capisco senza aver bisogno che tu lo dica, senza che lo dica a parole intesi? Pensa a ciò che vuoi." conclusi asciugandomi velocemente una lacrima, la donna davanti a me scosse la testa mordendosi il labbro e la voglia di baciarla era tanto alta.
"La risposta è che non è quello che penso, perché la mia mente mi contradice cento volte al giorno. Cede a bugie confortanti, mentre conosce le dolorose verità che rendono necessarie quelle bugie e la mia mente mi punisce per il fatto che credo a entrambe le cose. Non riesco a pensare a quello che voglio e anche se dovessi spaccare il mondo per placare la mia ira non concluderei nulla, basta così." sbottò cogliendomi di sorpresa per quelle parole e chiusi gli occhi cercando di assimilarle.
Si alzò dal posto afferrando nuovamente la pistola e non appena la raggiunsi un conato di vomito mi colpii in pieno e corsi dentro aprendo la porta di scatto.
Il panico mi invase e vomitai l'anima per alcuni minuti nel mentre che chiudevo la porta del bagno con un colpo secco.
"No, merda." sussurrai tirando lo sciacquone lavandomi poi il viso con l'acqua gelida per riprendermi un attimo.
"Bionda?" mi chiamò Zulema ma chiusi la porta a chiave facendo dei respiri profondi, non doveva scoprire niente.
"Sto bene, non preoccuparti." dissi tossendo leggermente con la gola in fiamme e non appena la sentii allontanarsi afferrai il test di gravidanza da dentro al cassetto, nascosto con cura.
Già da diversi giorni mi sentivo strana e avevo deciso di acquistarlo per togliermi ogni dubbio esistenziale.
Avevo promesso a me stessa che se fossi rimasta incinta l'avrei tenuto perché ritenevo i bambini la cosa più sacra del mondo, non avevano nessuna colpa.
Nel mentre che aspettavo il risultato mi morsicai il labbro e mi tirai i capelli nervosamente, ne avevo fatto due per sicurezza perché a volte davano il risultato sbagliato e volevo essere sicura se in tal caso fosse risultato positivo.
Pensai a quando Zulema mi aveva fatto abortire di sua spontanea volontà e il dolore che portavo dentro era ancora una ferita aperta, non l'avevo superato del tutto e quando ci pensavo mi maledicevo.
Avrei potuto bloccarla quel giorno o evitare di finire tra le sue braccia come mio solito, ma purtroppo era andata così.
"Quanto cazzo ci mette questa cosa?" sbottai arrabbiandomi e non appena afferrai il test mi cadde subito tra le mani.
Spalancai la bocca incredula e uno stupido sorriso si fece spazio tra il mio volto, ma infondo ero tanto terrorizzata.
Positivo.
Entrambi i test erano positivi e se lo avessi tenuto sarei diventata mamma.
Uscii dal bagno buttando i test nascondendoli il più possibile ma notai che il mio scorpione non era in casa, la sua macchina non c'era e sospirai facendo finalmente uscire le lacrime dai miei occhi, ero tanto emozionata.
"Merda." sbottai afferrando il telefono e chiamando subito Lidia.Con che coraggio l'avrei detto a Zulema?
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euphoria
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL ➝ AMNESIA. "Ho voglia di abbracciarti, di quelli abbracci lunghi in cui le labbra restano mute e i cuori, così vicini, si sussurrano l'amore. Abbracciate, io e te, col tempo immobile e la vita sospesa. Istanti infiniti di s...