6 marzo, almeria.
Scoppiai a ridere dopo l'ennesima battuta di Carlota e Lidia mi diede il cinque sorridendo nel mentre che Zulema appoggiava la testa sulla mia spalla.
"Hai dei gusti di merda, Lidia." disse il mio scorpione prendendola in giro e mi voltai nella sua direzione incantata.
"Io sono per le cose salutari al contrario tuo." disse la mia migliore amica fiera nel mentre che finiva di mangiare la sua insalata.
"Mi dispiace ma io rimango fedele al mio hamburger con le patatine." disse Zulema con un sorriso fiero in volto, Marga scoppiò a ridere e ci guardò mentre la donna al mio fianco mi baciava dolcemente sulle labbra.
"Ecco a lei il suo caffè." disse una voce conosciuta alle mie spalle e mi paralizzai sul posto ritrovandomi Lexa, non era cambiata di una virgola e notai che non mi aveva riconosciuta subito.
Mi voltai e Zulema serrò la mascella guardandola decisamente male nel mentre che la mia ex ragazza mi metteva la tazzina davanti tremando leggermente.
"Ciao." azzardò nervosa sfiorandomi la mano e alzai lo sguardo su di lei.
"Sì, arrivederci." sbottò Zulema alzandosi di scatto e la bloccai afferrandole il viso tra le mani guardandola dolcemente.
"Non sto parlando con te." disse Lexa infuriandosi e sentii il mio scorpione sbuffare rumorosamente staccandosi dalla mia presa e avvicinandosi a lei.
"Io sì invece, quindi evita di ronzarle attorno come se fossi un cane." disse puntandole un dito contro ma sgranò gli occhi sorpresa mettendosi una mano sul petto.
"Ah no che sbadata, ma tu lo sei!" aggiunse fingendo un tono sorpreso e scossi la testa pensando a quanto era idiota, Lexa scattò verso di lei ma le afferrai saldamente il polso spingendola, mi sembrava di essere ritornata ai vecchi tempi in carcere e mi sentii bene.
"Se tu osi solamente sfiorarla ti uccido con le mie stesse mani." sbottai facendola indietreggiare impaurita e non appena si avvicinò per baciarmi Zulema le diede uno schiaffo con tutta la forza che aveva in corpo.
"Cazzo!" esclamò Marga allontanandoci nel mentre che Lexa si riavvicinava a lei.
"Che vuoi?" sbottai perdendo la pazienza andando ad un soffio dal suo viso, arrabbiata come non mai.
"Vorrei parlare in privato con te." disse indicandomi il retro del locale ma scossi la testa mentre Zulema mi stringeva a sé.
"Non ho niente da dirti, quindi puoi continuare benissimo a fare il tuo lavoro." dissi facendo spallucce e la sua mano mi afferrò il braccio con forza facendomi subito gemere dal dolore, a quel punto Zulema mi spinse lontana da lei mettendosi davanti al mio corpo con uno sguardo di fuoco.
"Non hai capito molte cose a quanto vedo, non vuole parlare con te quindi evita di insistere e levati." disse quest'ultima nel mentre che mi toccavo il braccio dolorante, si stava gonfiando, Lidia se ne accorse e mi guardò preoccupata facendomi sedere, la sua presa era forte e mi aveva fatto male.
"Chi cazzo saresti?" disse Lexa furiosa e Zulema scoppiò a ridere.
"La persona che sicuramente non l'ha tradita come hai fatto tu." sbottò acida e si allontanò dal suo corpo indietreggiando con la mascella contratta.
"Ah nel caso te ne fossi dimenticata, lei è mia e non la condivido con nessuno mettitelo in testa." aggiunse facendola arrabbiare e Lexa se ne andò via veloce.
"Stai bene?" disse il mio scorpione raggiungendomi e mi guardai attorno nel mentre che alcune persone ci guardavano stranite e impaurite.
Una lacrima mi rigò il viso e Carlota mi porse gentilmente del ghiaccio per evitare che si gonfiasse ulteriormente il braccio, Zulema lo afferrò ringraziandola e mi alzò leggermente la manica della felpa con la mascella contratta.
"Sto bene." sussurrai spostandole una ciocca ribelle dal viso ma non mi ascoltò avvicinandosi ulteriormente al mio corpo lasciandomi un lieve bacio sopra al mio livido, ci appoggiò il ghiaccio e sussultai sia per il freddo ma anche per il dolore.
"Vado a pagare il conto." disse Lidia un attimo dopo e sgranai gli occhi alzandomi per fermarla ma non feci in tempo a replicare che era già dentro.
"Io la uccido." borbottò Zulema scuotendo la testa incredula e sorrisi afferrandole dolcemente il viso per poterla baciare e farla tranquillizzare."Non so se mi irrita più lei o la renna che hai deciso di lasciare sopra al comodino." disse la donna mio fianco nel mentre che tornavamo a casa e alzai gli occhi al cielo guardandola male.
"Non potrai mai separarci." mormorai puntandole un dito contro e distogliendo lo sguardo dal suo nel mentre che rideva.
"Peccato che quando scopiamo ci guarda come se volesse aggiungersi pure lei." disse un attimo dopo scoppiando a ridere e la guardai sconvolta mentre parcheggiava.
"Tu sei esaurita, ma chi me lo ha fatto fare?" dissi arrossendo ed entrando in casa ma mi ritrovai sopra al tavolo con Zulema che mi baciava il collo facendomi gemere infilandosi tra le mie gambe.
"È vero, guardala." disse dopo alcuni minuti e spostai lo sguardo su di essa sopra al mio comodino.
"Cristo, Zulema." sbuffai nel mentre che la donna davanti a me trovava ogni pretesto per prendermi in giro.
"Ci sta parlando, non la senti? Dice che vuole preparare la cena." sussurrò il mio scorpione impaurita e scoppiai a ridere mentre si girava ripetutamente per guardarla e con cautela mi afferrò il braccio per visionarlo.
"Ti è passato?" sussurrò sfiorandolo e la guardai attentamente notando quanto fosse arrabbiata e preoccupata.
"Sto bene, davvero." dissi notando che il gonfiore era svanito però Lexa mi aveva lasciato il segno e si notava.
"Non voglio che ti succeda niente." ammise alzando lo sguardo sul mio e mi emozionai un minimo dato che non mi aveva mai confessato una cosa del genere.
"Non mi accadrà niente se ci sei tu con me, ne abbiamo già parlato." mormorai accennandole un sorriso, Zulema era una cosa proibita che volevo intensamente ma avevo una paura tremenda di afferrarla per davvero.
Probabilmente se fossi andata a fuoco mi sarei dissolta in cenere tra le sue mani, come ogni mio dolore d'altronde.
"Lo so, bionda." disse facendo spallucce e rimasi in silenzio fissandola negli occhi con attenzione, aveva l'inferno dentro anche se sembrava calma.
Con l'indice le sfiorai lentamente il labbro inferiore e continuai il mio percorso nella guancia mentre mi guardava senza staccare gli occhi dal mio volto.
"Tutto è cambiato da quando sei arrivata tu." sussurrò piano e sobbalzai dalla paura nel sentirla parlarmi così.
"In positivo spero." dissi facendo spallucce mentre afferrava la mia vita spingendomi poi nel bordo del tavolo.
"Credo di sì, non lo so nemmeno io." ammise appoggiando la fronte sulla mia e tremai percependo il suo fiato caldo nelle labbra, c'era una certa tensione nell'aria e avevo il terrore di scoprire cosa la stava disturbando così tanto.
"Cosa non sai?" dissi con la voce tremolante e le sue mani accarezzarono i miei fianchi da sotto alla felpa, serrai la mascella e andai in panico per ciò che mi stava per dire.
"Ormai non sono più sicura di niente." disse staccandosi per potermi guardare dritta negli occhi e boccheggiai leggermente.
"A cosa ti stai riferendo?" sussurrai confusa sentendo le lacrime agli occhi e notai il cuore accelerare notevolmente.
La verità era che aveva sempre avuto paura di affezionarsi a me, di innamorarsi, la metteva in ansia il solo pensiero che la sua felicità potesse dipendere da qualcuno di importante.
Zulema non aveva mai avuto paura di niente, la spaventava essere felice e lasciarsi completamente andare da quello che aveva rinchiuso in una cassaforte da tutta la vita, gettando le chiavi nel posto più sperduto del mondo.
Il suo cuore."Mi riferisco alla mia esistenza."
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euphoria
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL ➝ AMNESIA. "Ho voglia di abbracciarti, di quelli abbracci lunghi in cui le labbra restano mute e i cuori, così vicini, si sussurrano l'amore. Abbracciate, io e te, col tempo immobile e la vita sospesa. Istanti infiniti di s...