9.

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25 ottobre, almeria.

"Mi dispiace signorina, ma la sua richiesta non è stata accettata." dissi furiosa leggendo ad alta voce l'ennesima email.
Sbuffai appoggiandomi nel bancone e cercando l'ennesimo lavoro, volevo cambiare aria e sapevo di meritarmi di meglio.
Avevo una rabbia dentro di me che mi stava facendo male, mi trascinava nel buio più totale senza farmi risalire in superficie.
Era come se avessi una corda attorno al collo che stringeva e mi mollava all'ultimo secondo, solo quando stavo per esalare l'ultimo respiro o per versare l'ultima lacrima.
"Non arrenderti." disse Octavia accarezzandomi la spalla nuda e andando a sistemare i vari tavoli, il locale stava per essere aperto e già c'erano tante persone fuori.
"Se hai bisogno di aiuto, non esitare a chiedere." disse Bellamy sorridendomi maliziosamente ma gli feci il dito medio incominciando a bere l'ennesimo drink e guardando la miriade di persone inoltrarsi dentro al locale.
"Vacci piano con quello." disse Octavia ridendo e feci spallucce incominciando a servire ai vari clienti, continuavo a dare la possibilità su possibilità a chi non le meritava da tempo ormai.
Certe volte pensavo che ero masochista e se provavo a riflettere a mente fredda potevo trovare un'altra motivazione che non doveva sfociare in una scusante: ero talmente ingenua da perdonare e non mi rendevo conto che perdonando a tutti facevo del male solo a me stessa.
Era come se fossi in una giostra con mille curve, alti e bassi, due o tre giri della morte, ecco come mi immaginavo.
Ne valeva veramente la pena salire e godersi il viaggio?
Ma stavo diventando forte dopo ogni crollo emotivo, andavo avanti come avevo sempre fatto, nonostante avessi sputato sangue mille volte.
"Hey, bellissima." disse Lexa sorridendomi e le lasciai un bacio sulle labbra nel mentre che le sue mani si posarono sui miei fianchi.
"Tutto bene?" disse alzando la voce a causa della musica e annuii accarezzandole la guancia.
Mi lasciò un altro bacio e andò a ballare lasciandomi sola, scossi la testa e sobbalzai trovando il mio scorpione che mi fissava con uno sguardo di fuoco.
Serrai la mascella e la vidi avvicinarsi per poi lasciarmi delle banconote vicino alla mia mano, la guardai confusa e la squadrai per bene, era bellissima come al solito e non le staccavo gli occhi di dosso.
Dopo quello scontro non l'avevo più rivista e mi mancava da morire, ma forse era meglio così.
Zulema era un uragano travolgente, era la sua natura che la rendeva unica, inimitabile e favolosa, era una donna da prendere al volo perché non capitava ogni giorno di trovare una persona del suo stesso calibro.
Restava unica come un fiore nel deserto, tra le crepe nel cemento.
"Non capisco." dissi toccandomi i capelli nervosamente e serrando la mascella.
"Te l'ho detto che ti avrei reso i soldi." disse facendo spallucce guardandomi attentamente nel mentre che beveva l'ennesimo drink.
"Non voglio niente da te, lasciami." sbottai acida dandole le spalle dirigendomi in bagno, avevo bisogno di respirare e di calmare tutte le miriade di emozioni che stavo provando.
La mia schiena andò a sbattere contro il muro e sussultai ritrovandomela ad un centimetro dal mio viso.
"Ti stavo parlando, se non te ne fossi accorta." disse chiudendo la porta con un calcio e posandomi contro di essa con tutta la facilità di questo mondo.
"Non mi devi toccare." sibilai a denti stretti nel mentre che sorrideva divertita, il suo profumo mi inebriò la mentre e gemetti leggermente sentendo le sue labbra appoggiarsi sul mio collo.
Zulema era paura, forza, amore, passione, pianto, risata, calore, equilibro e squilibrio.
Era un casino che mi faceva bene al cuore e ogni volta mi sconvolgeva tutto quanto.
"Pensi che non l'abbia notato?" sussurrò sensualmente mordendomi piano la mascella e cercai in tutti i modi di rimanere lucida.
"Pensi che non me ne renda conto di come ti faccio sentire?" aggiunse guardandomi dritta negli occhi e misi la testa di lato lasciandole più spazio nel mentre che divorava ogni centimetro della mia pelle, mi stava provocando e le lasciai fare qualsiasi cosa, come se fosse la cosa più giusta del mondo.
La sua mano salì lungo la mia coscia nuda e l'afferrò mettendola attorno al suo fianco spingendo il bacino contro il mio nel mentre che le sue labbra mordevano il mio lobo facendomi sussultare.
"Io ti terrorizzo, Zulema." dissi sorridendo ma la mia gola venne afferrata con forza facendomi mancare il fiato.
"Non è vero." disse contro la mia pelle prendendomi in braccio facendomi urlare dalla sorpresa, mi adagiò sopra al lavandino nel mentre che le mie gambe circondavano la sua vita stretta, mi alzò il vestito e inarcai la schiena gemendo affondando il tacco nella sua gamba, facendola sussultare dal dolore.
"Anche tu mi terrorizzi." sussurrai appoggiando la fronte sulla sua, volevo baciarla e stringerla a me con tutta la mia forza e confessarle ogni cosa.
Zulema scosse la testa e riprese a baciarmi il collo più lentamente facendomi venire i brividi.
I miei occhi si incupirono nel guardare la figura della donna davanti a me che, piuttosto che ammettere che qualcosa era cambiato tra noi, preferiva vivere negarlo.
"Lei ti fa sentire così?" mormorò afferrandomi il viso con decisione e giocherellando con i miei slip abbassandoli e rialzandoli, ormai sapeva come farmi uscire fuori di testa.
Non le avrei mai dato la ragione e sorrisi tirandole il viso verso al mio scoccandole un bacio sulla guancia.
"Il suo tocco non è paragonabile con il mio, lo sento da come reagisci." disse dopo un po' mordendomi un lembo di pelle e succhiando nello stesso punto.
Appoggiai la testa contro lo specchio e mi morsicai il labbro con una voglia disumana di sentirla dentro di me.
"Non sono tua." ringhiai sentendo la sua mano nel mio interno coscia e con cautela sfiorò il mio punto sensibile.
"Sì invece, sei mia cazzo." sussurrò con rabbia facendomi gemere e l'allontanai dal mio corpo scosso dai brividi, scesi dal lavandino e con cautela mi abbassai il vestito sentendo le guance andarmi a fuoco, con un calore nel basso ventre sovrastarmi completamente.
"Smettila di rovinarmi la vita." sussurrai con le lacrime che mi rigavano il viso e sospirai cercando di trovare il controllo.
"Smettila di farti del male da sola." disse Zulema serrando la mascella furiosa e non appena fece per sfiorarmi il viso la spinsi lontana da me.
"Bionda." disse perdendo la pazienza e scossi la testa andandomene ma il mio scorpione afferrò saldamente il mio polso fermandomi un'altra volta.
"Ti prego, lasciami andare." sussurrai girando il viso di lato per non guardarla e sentii il cuore spezzarsi in due nel mentre che mi afferrava per i fianchi.
"Sei spenta bionda, ti manca terribilmente tanto quel fuoco che avevi dentro di te. Sono l'unica che può restituirti qualsiasi scintilla." disse ad un soffio dal mio viso e la voglia di baciarla era molto alta, aveva terribilmente ragione e sapevo che la sua presenza nella mia vita avrebbe colmato ogni mio punto vuoto, mi mancava sentirmi così e avevo bisogno di staccare e di cambiare mondo.
"Devo mettermi a posto le idee." mormorai sospirando e senza neanche darle il tempo di rispondermi uscii fuori con lei al mio fianco, avevo il cuore a mille e se non ci fossimo fermate probabile sarebbe successa una catastrofe in quel bagno.
"I soldi potresti prenderteli." borbottò alzando gli occhi al cielo e la guardai male nel mentre che prendevo una bottiglia di vodka, mi appoggiai nel bancone e cercai con lo sguardo Lexa ma non la vidi e inarcai un sopracciglio confusa sentendo lo sguardo pungente del mio scorpione su di me.
"Maca, comunque mi sono dimenticata di dirti che concludo io il turno dato che ieri l'hai fatto tu. Puoi andare a casa quando vuoi." disse Octavia posando lo sguardo su Zulema sorridendole e facendomi imbestialire dalla gelosia ma quest'ultima non si accorse nemmeno della sua presenza perché aveva lo sguardo fisso su di me e sul mio corpo, sorrisi soddisfatta e annuii alla mia amica.
"Chi stai cercando, bionda?" disse Zulema sorridendomi e con un dito sfiorò il mio braccio provocandomi brividi in tutta la mia colonna vertebrale.
"La mia ragazza." sbottai acida e la vidi alzare gli occhi al cielo e serrare la mascella, per poi bersi tutto d'un fiato il liquido all'interno del suo bicchiere.
"Ah sì, giusto." ringhiò guardandomi male e sorrisi leccandomi le labbra davanti alla sua gelosia.
"Gelosa, Zahir?" la provocai avvicinandomi ad un soffio dal suo viso e la vidi sussultare davanti al mio sguardo pieno di desiderio nei suoi confronti.
"Nemmeno un po', Ferreiro." disse mordendosi il labbro posando gli occhi sulla mia scollatura esposta, le alzai il mento con le dita ma le parole mi morirono in gola e sgranai gli occhi guardando alle sue spalle.
"Vedo che la tua ragazza è molto occupata." sussurrò il mio scorpione sogghignando ad un centimetro dalle mie labbra guardando nel mio stesso punto, serrai la mascella furiosa e la vidi avvinghiata a Clarke nel mentre che si baciavano e si strusciavano tra di loro.
Lexa mi vide e sgranò gli occhi sentendo il mio sguardo su di loro e senza pensarci due volte uscii fuori dal locale con Zulema dietro di me.
"Maca posso spiegarti!" esclamò Lexa inseguendomi ma mi bloccai puntandole un dito contro.
"Non mi devi spiegare un cazzo!" urlai furiosa, sentendomi tradita e amareggiata.
"È stato un'incidente." disse accarezzandomi il viso ma la spintonai schifata.
"Incidente? Vi stavate baciando davanti a me!" esclamai alzando la voce in preda ad un attacco di rabbia.
"Beh, potresti anche domandarti il perché! Almeno Clarke accontenta ogni mio desiderio facendomi godere, mentre tu non lo fai da settimane!" disse urlando a sua volta e scoppiai a ridere istericamente.
"Beh se posso permettermi, evidentemente non hai saputo apprezzare le qualità della bionda e quello che può fare." intervenne ad un certo punto Zulema alle mie spalle e sussultai per il tono di voce con cui l'aveva detto.
"E tu che ne sai?" disse Lexa avvicinandosi a lei e Zulema non si mosse di un millimetro sorridendole.
"Oh lo so molto bene ragazzina, ho perso il conto ormai di quante volte ha urlato il mio di nome." disse guardandomi dritta negli occhi e sentii le gambe cedermi nel mentre che vari flashback colpivano la mia mente.
Lexa fece per colpirla ma Zulema la schivò e le diede uno schiaffo sul viso, corsi verso di lei allontanandola e la strinsi a me furiosa.
"Smettila." dissi guardandola dritta negli occhi nel mentre che si allontanava sbuffando.
"Maca ti prego, parliamone." disse Lexa raggiungendomi ma Zulema la guardò talmente male che dovette arretrare impaurita.
"Abbiamo definitivamente chiuso, non voglio più vederti." dissi dirigendomi come una furia dentro al locale per prendere le mie cose.
"Bionda." disse Zulema raggiungendomi ma la scansai infilandomi il capotto e uscendo fuori nel mentre che le lacrime mi rigavano il viso.
"Fottute chiavi!" esclamai con la voce rotta dal pianto nel mentre che tremavo dal freddo avvicinandomi alla macchina senza trovarle all'interno della mia borsa, mi sentii abbracciare da dietro nel mentre che Zulema mi spingeva contro di essa.
Fortunatamente riassunsi il mio autocontrollo e decisi di voltarmi nella sua direzione asciugandomi le lacrime nel mentre che il suo sguardo si incatenava con il mio, Zulema si avvicinò cautamente e posò un bacio sull'angolo della mia bocca possessivamente e facendomi tremare.
"È una cogliona, dico davvero." disse guardandosi attorno e sorridendomi.
"Perché le hai detto quelle cose?" le domandai mettendole le mani sui fianchi spingendola verso di me.
"Mi andava." mormorò facendo spallucce infilandosi le mani nelle tasche dei jeans, annuii priva di forze e chiusi gli occhi sentendo le lacrime scorrermi lungo le guance.
"Ti porto a casa, ho la macchina qui vicino." sussurrò il mio scorpione facendomi un cenno e la seguii, forse era meglio se mi accompagnava lei dato che avevo una rabbia in corpo disumana e volevo evitare incidenti.
"L'hai rubata?" chiesi entrando ma Zulema scosse la testa accendendo subito il riscaldamento e mettendo in moto.
"No, l'ho comprata bionda." disse fiera e mi guardai attorno notando delle valigie e scatoloni nei sedili posteriori.
"Vivi in macchina?" le domandai a bocca aperta ma non mi rispose con lo sguardo fisso sulla strada, appoggiai la mano sulla sua e notai che sussultò al mio tocco, se solo avesse parlato di più avrei potuto aiutarla per davvero.
"Me ne sono andata da quel posto e mi sento più al sicuro stando qui, a volte." mi rispose stringendo il volante con forza e notai la sua mascella contratta.
A volte.
"Beh per oggi potresti stare da me." le sussurrai impaurita ma allo stesso tempo speravo che potesse accettare, Zulema non mi rispose e non appena arrivò a destinazione spense la macchina e guardò davanti a sé.
Guardai il suo profilo perfetto e sospirai percependo le sue barriere innalzarsi davanti alle mie, non volevo insistere.
"Grazie per il passaggio." le sussurrai dolcemente ma non appena feci per aprire lo sportello la sua voce mi bloccò facendomi venire i brividi, i suoi occhi brillavano al chiaro di luna e mi incantai guardandola piena di desiderio e di speranza.

"Va bene bionda, resto."

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