4.

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Zulema era davanti a me in carne ed ossa e strabuzzai gli occhi sbattendo un'infinità di volte le palpebre, non riuscivo a realizzare e sentii le gambe cedermi dalla sorpresa.
Non era nei miei pensieri, nei miei incubi o nei miei scatti d'ira, era incredibilmente bella e mi mancò il fiato davanti a tutto questo ben di Dio che avevo davanti, i capelli erano più lunghi e le arrivavano alla spalla e aveva perso tanto peso.
Il suo viso magro le faceva risaltare ancora di più il tatuaggio sotto all'occhio e come al solito era truccata perfettamente, i suoi occhi penetranti mi lacerarono l'anima in due e improvvisamente le gambe incominciarono a tremare nel mentre che il cuore mi usciva dal petto.
Non ci potevo credere che davanti a me avevo la donna che mi aveva fottuto completamente il cervello e alla quale avevo confessato i miei sentimenti.
Notai che anche il suo sguardo fu abbastanza sorpreso nel vedermi però la sua espressione rimase neutrale, mostrandomi per l'ennesima volta il suo dannatissimo orgoglioso.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal viso che mi aveva sempre tormentata, avevo sperato di rivederla e non avevo rimosso del tutto il desiderio che avevo nei suoi confronti, ma ora lei era qui, e mi ero scordata di quanto la sua presenza mi agitasse.
Riuscii a risvegliarmi dal mio stato di trance e distolsi a fatica lo sguardo dal suo per poter richiamare la mia amica.
"Octavia puoi un attimo sostituirmi? Ho bisogno di aria." mormorai ad un centimetro dal suo viso e notai Lidia e Carlota a bocca aperta nel mentre che avevano visto tutta la scena.
"Ci pensiamo io e Bellamy, non preoccuparti." disse dandomi una pacca sulla spalla e senza pensarci due volte uscii dal locale con le lacrime che mi rigavano il viso, sentivo il suo sguardo bruciare nella mia schiena e mi mancò il fiato.
"Cazzo." sussurrai facendo dei respiri profondi e camminando nervosamente toccandomi i capelli, mi stava venendo un attacco di panico e stavo incredibilmente male, chiusi gli occhi cercando di calmarmi e sospirai incredula.
Ad un certo punto sentii una presenza davanti a me e non appena aprii gli occhi mi ritrovai Zulema, il mio sguardo era su tutto il suo corpo ed era vestita benissimo.
Indossava una felpa larga con dei pantaloni stretti e degli anfibi alti che la facevano diventare ancora più alta, rendendo le sue gambe magre ancora più slanciate.
"Ciao, bionda." disse con il suo solito sorriso sulle labbra e una lacrima mi rigò il viso solo a sentire la sua voce profonda, ecco che tutte le mie barriere crollarono in un'attimo.
"Zulema per favore, vattene." mormorai serrando la mascella riprendendomi un minimo.
"Sei diventata ancora più bella." disse seria e leccandosi piano le labbra, squadrandomi ripetutamente dalla testa ai piedi.
Ecco quella dannatissima sensazione di essere desiderata fino a farmi mancare il fiato, solo da lei, non mi era capitato con nessun'altra in tutti questi anni, aveva riacceso una piccola scintilla dentro di me.
"Smettila." dissi guardandola male e scuotendo la testa terrorizzata da tutto questo.
"Perché? Ho detto la verità." disse facendo la sua solita smorfia con le labbra e tremai per quanto mi era mancata vederla.
Incominciò ad avanzare verso di me e ad ogni passo che faceva io indietreggiavo bruscamente spaventata fino a sbattere contro il muro, mi aveva intrappolata senza fare minimamente niente e il mio sguardo si posò sulle sue labbra che volevo tanto baciare.
"Devi andartene." sussurrai non appena si avvicinò ulteriormente e per poco non scoppiai a piangere sentendo il suo profumo meraviglioso da vicino, la voglia di abbracciarla e stringerla a me era molto alta.
"Non possiamo nemmeno parlare?" mi domandò ridendo mostrandomi i suoi denti bianchissimi e perfetti.
"Non voglio niente da te." sbottai furiosa spingendola e allontanandomi, in realtà la mia testa era piena di domande e volevo sapere cosa era successo negli ultimi tre anni, Zulema afferrò il mio polso e una scarica di brividi mi colpii in pieno facendomi tremare.
"Ne sei sicura, bionda?" mi domandò seria, i suoi occhi mi scrutavano con attenzione e nella sua bocca si formò un sorriso compiaciuto.
La mia reazione le era piaciuta e sapeva che non mi era indifferente, aveva lasciato un vuoto profondo dentro di me e sapeva che non l'avevo mai dimenticata.
Volevo delle spiegazioni e credevo di meritarmele dopo ciò che era successo dato che rispondevo da sola alle mie domande, volevo che lei se ne andasse ma allo stesso tempo volevo stringerla tra le mie braccia.
Mi faceva stare male vederla qui come se non fosse successo niente, come se fosse sempre stata qui.
Riuscii a staccarmi dalla sua presa e distolsi lo sguardo dal suo ma la sua mano si appoggiò sulla mia spalla e mi abbassò la camicia sfiorando la mia pelle nuda, come se avesse la necessità di toccarmi da parecchio tempo.
A quel contatto chiusi gli occhi mordendomi le labbra ma scossi la testa subito dopo sentendo i brividi in tutto il mio corpo.
Non volevo sentirla né tantomeno vederla, era troppo per me e non dovevo crollare nuovamente a causa sua, mi aveva portato solo dolore.
In tutti questi anni avevo sempre immaginato un sacco di scenari di notte dove lei ritornava da me chiedendomi scusa e io le dicevo che era tutto apposto.
Volevo riaverla nella mia vita, stringerla forte per non farla scappare nuovamente e baciarla fino a consumarmi le labbra.
La colpa era solo mia perché le avevo lasciato fare tutto, si era presentata qui e non avevo avuto nemmeno la forza di distogliere lo sguardo dal suo.
Mi aveva messo a disagio e mi aveva innervosito, la sua presenza mi aveva scioccato ed era proprio quello che voleva lei.
"Non puoi presentarti a lavoro e fare come cazzo vuoi, devi allontanarti!" urlai mettendo le mani sulle sue spalle e spingendola, non doveva più avere il controllo su di me.
Era come se avesse rotto migliaia di finestre nello stesso momento ed era ciò che era successo con il mio cuore.
I pezzi di vetro cadevano, assordanti, impedendo a qualsiasi altro suono di arrivare al mio udito, come se il mio corpo ad un tratto smettesse di funzionare.
Il suo sguardo gelido mi fece sussultare e non sentivo più il sangue scorrermi nelle vene, il mio cuore batteva all'impazzata e il respiro era sempre più irregolare.
Ero immobile, indifesa, confusa, scomparsa nel tempo senza realizzare quanto effettivamente questa era tutta la realtà.
"Non devi dirmi tu cosa devo fare." disse serrando la mascella e riavvicinandosi facendomi indietreggiare molto velocemente.
"Zulema." ringhiai mettendo il viso di lato per non guardarla e la sentii ridere davanti alla mia reazione, mise le mani ai lati della mia testa per non farmi scappare e un calore nel basso ventre mi fece serrare la gambe in un attimo.
La sua vicinanza mi fece venire le lacrime agli occhi e avevo paura di muovermi, di spezzarmi qualche osso perché mi sentivo incredibilmente fragile, non mi ero mai sentita così persa e disorientata.
La rabbia prese il sopravvento e il cuore prese a battermi più velocemente, scontrandosi con la tristezza fino a farmi mancare il fiato.
Ma la rabbia che provavo era più potente e ritrovai un minimo di lucidità per spingerla un'altra volta.
"Che sta succedendo?" esclamò Lidia a pochi metri da noi e tirai un sospiro di sollievo nel vederla insieme a Carlota e Marga.
"Niente, Zulema se ne stava andando." dissi asciugandomi le lacrime velocemente e le mie amiche sgranarono gli occhi guardando la donna al mio fianco.
"Zulema Zahir?" mormorò Lidia con la mano davanti alla bocca e sussultai non appena il mio scorpione si avvicinò mettendosi davanti a lei.
"Sono io, piacere di conoscerti." disse con un sorriso strafottente sulle labbra porgendole la mano, Lidia gliela strinse leggermente sconvolta nell'averla così vicina.
Sbuffai per l'assurda situazione che si era creata e non smettevo per un attimo di guardarla, volevo prenderla per mano e portarla via con me.
Carlota fece per aprire bocca ma ad un certo punto Lexa mi richiamò e sussultai sentendo una certa tensione crearsi nell'aria.
Che diavolo ci faceva qui?
"Hey, ti stavo cercando dentro ma Octavia mi ha detto di venire qui fuori. Stai bene?" disse mettendo le mani sui miei fianchi lasciandomi un bacio sulle labbra cogliendomi di sorpresa.
Le sorrisi nervosamente e sentii lo sguardo di Zulema bruciare e scavarmi la pelle, mi sentivo un'idiota e volevo sotterrarmi.
Lexa si accorse del mio scorpione e le sorrise nel mentre che metteva una mano attorno alla mia vita, come per voler marcare il territorio.
Zulema guardò ogni suo movimento facendo un sorriso divertito e non avevo il coraggio di guardarla negli occhi, notai che non aveva neanche ricambiato il suo sorriso perché aveva lo sguardo puntato su di me.
"Okay molto bello tutto questo, che ne dite di andare dentro?" disse Carlota sorridendo in panico e annuii nel mentre che la mia ragazza mi prendeva per mano e mi portava dentro trascinandomi con lei.
"Mi sei mancata." mi sussurrò nel mentre che riandavo dietro al bancone e preparavo il drink per Zulema, glielo passai e non appena le mie dita sfiorarono le sue sussultai per la sorpresa.
"Anche tu." mormorai mentendo spudoratamente sorridendole a stento, non avevo pensato nemmeno a mezzo secondo a lei perché la mia mente era concentrata su un altro.
E il mio mondo era Zulema.
Sentii improvvisamente caldo e mi tolsi la camicia scoprendo il mio corpo e lanciandola nello sgabello dietro di me.
Il mio scorpione non staccava gli occhi da me nel mentre che beveva il suo drink squadrandomi ripetutamente leccandosi le labbra con attenzione e desiderio.
"A che ora finisci?" mi chiese Lexa tirandomi verso di lei e dandomi dei leggeri baci sul collo, a quel punto Zulema si alzò sbattendo il bicchiere nel bancone andandosene.
"Non lo so." le risposi non staccando gli occhi dalla donna che mi aveva sconvolto la vita un'altra volta, le mie amiche mi guardavano comprensive e sospirai rendendomi conto di essere finita nuovamente nel mio periodo buio.

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