18.

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Ad ogni passo fatto ne corrisponde uno in parallelo, questo è ciò che io chiamo destino.
Come se ci fossero mille strade aperte ogni giorno e in base alla direzione dei tuoi passi ne prendi una, due o anche tutte e mille.

Un profumo inconfondibile mi fece svegliare e lentamente aprii gli occhi sbattendo le palpebre un paio di volte, mi voltai e Zulema era girata dandomi le spalle.
Dopo la litigata di ieri notte non ci eravamo più parlate nonostante le avessi confessato tutte quelle cose, mi andava di dirgliele ma avevo notato fin da subito che l'avevano destabilizzata parecchio.
Mi avvicinai al suo corpo caldo e l'abbracciai da dietro nel mentre che si irrigidiva, chissà da quanto era sveglia.
Cercai la sua mano e gliela strinsi accoccolandomi ancora di più mentre si girava per guardarmi.
"Hey." mormorai sorridendole appena ma chiuse gli occhi abbracciando il cuscino ed evitandomi, mi innervosii parecchio e mi avvicinai afferrandole il volto tra le mani baciandola dolcemente ma non ricambiò.
"La smetti?" sbottai acida facendola sbuffare e mi diede le spalle un'altra volta, non capivo quale fosse il problema e decisi di alzarmi e di filare dritta in bagno per lavarmi.
Una volta finito di vestirmi e di truccarmi la trovai seduta nel tavolo mentre beveva il caffè guardando la tv, mi squadrò dalla testa ai piedi e inarcò un sopracciglio confusa.
"Dove vai?" disse serrando la mascella ma la evitai come aveva fatto lei stessa nei miei confronti pochi minuti fa, mi sistemai meglio il capotto e decisi di fare una passeggiata nei dintorni per schiarirmi le idee, notai che Zulema non mi aveva seguita e la ringraziai mentalmente per questo.
Intanto chiamai Lidia e avevo la necessità di raccontarle tutto quanto, non smisi nemmeno per mezzo secondo di parlare.
"Stai facendo la cosa giusta." disse con un tono abbastanza serio che mi fece sorridere.
"Io sento che la sto allontanando e basta." mormorai tristemente nel mentre che guardavo la distesa di alberi attorno a me, respirai l'aria fresca a pieni polmoni e ripresi a vivere per davvero.
"Maca, tu la conosci bene." disse la mia migliore amica facendomi sospirare e mi fermai davanti al lago sedendomi su un masso abbastanza grande incrociando le gambe.
"Zulema in questo momento è una delle persone più importanti della mia vita ma non ho mai visto nessuno con così tanta paura di lasciarsi andare agli altri. Un abbraccio, un bacio, una carezza o anche solo una stretta di mano la mettono in difficoltà. Le ci è voluta davvero una gran fatica per aprirsi con me e ancora oggi non mi racconta tutto e non si lascia andare veramente. Non l'ho mai vista versare una lacrima ma è come se stesse sempre piangendo dentro dato che ce l'ha tatuata sotto all'occhio." dissi toccandomi il viso nervosamente sentendo una morsa allo stomaco sempre più grande.
"Zero rimpianti ricordi?" disse Lidia seria e sospirai annuendo.
"Zero rimpianti." dissi decisa alzandomi e mi sistemai i pantaloni chiudendo la chiamata.

Ritornai a casa ma di Zulema non c'era nemmeno l'ombra e sospirai salendo velocemente in macchina pensando a dove poteva essere andata.
Ad un tratto mi si illuminarono gli occhi e partii subito a destinazione senza smettere per un secondo di pensarla.
Scesi dalla macchina e mi incamminai con passo sicuro vedendola in lontananza mentre fissava una lapide con lo sguardo perso nel vuoto, mi avvicinai e non appena i miei occhi si posarono sulla foto di Fatima sussultai dallo stupore.
Zulema ovviamente percepì la mia presenza ma non disse una parola e rimasi al mio posto senza nemmeno toccarla.
"Lo sapevo che era bellissima come te." sussurrai mordendomi il labbro guardando la foto della ragazza davanti a me, aveva i suoi stessi capelli e il colore dei suoi occhi, inutile negare che era la fotocopia di Zulema.
"Già." disse il mio scorpione facendo spallucce e infilandosi il cappuccio per poi andarsene ma non appena arrivò davanti alla macchina la bloccai afferrandole il viso tra le mie mani.
I suoi occhi truccati alla perfezione si incatenarono con i miei e con cautela mi avvicinai posando le labbra sulle sue baciandola con forza, le sue mani afferrarono la mia vita e me la strinse possessivamente mentre le altre persone ci guardavano senza smettere di staccare gli occhi da noi.
Zulema si staccò dalle mie labbra notando le loro occhiatacce e le guardò infuriandosi.
"Che c'è?" urlò infuriandosi e la presi per mano entrando in macchina mettendo subito in moto per dirigermi a casa, non volevo che prendesse ulteriore nervoso, doveva essere una tortura per lei venire qui ogni volta.
"Vaffanculo, non ti danno nemmeno un pezzo di terra per farti mangiare dai vermi.
Ti mettono in un muro di pietra, come se fosse un cazzo di magazzino. Come un cazzo di deposito di Ikea, merda!" urlò sbattendo le mani sul cruscotto facendomi sussultare dalla paura ma non dissi nulla continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada.
"E vaffanculo pure a quei fiori di merda che ci sono." aggiunse serrando la mascella, riuscivo a percepire tutto il suo dolore non appena vide la lapide di sua figlia e mi vennero le lacrime agli occhi perché avrei voluto sapere tutto fin dal principio per aiutarla a superare questo dolore ma era riuscita a nascondermi tutto quanto.
"Zulema, rilassati." dissi cercando la sua mano e stringendola forte, cambiai marcia accelerando senza staccare la mano dalla sua.
Una volta tornate a casa il mio scorpione scese dalla macchina portandosi una sigaretta sulle labbra e si sedette senza degnarmi di uno sguardo.
Entrai dentro e mi appoggiai sul tavolo stringendo i bordi cercando di placare il mio battito cardiaco accelerato e dopo alcuni minuti ci riuscii, mi sentivo incredibilmente inutile e volevo tanto prendere un po' del suo dolore per fonderlo con il mio.
Ad un certo punto mi sentii abbracciare da dietro e Zulema appoggiò la testa sulla mia spalla.
"Scusami." disse piano sfregando le labbra sul mio collo lasciandomi una scia di baci.
"Non farlo." mormorai girandomi verso di lei e abbracciandola forte inspirando il suo profumo.
"Perché?" mi domandò inarcando un sopracciglio confusa e le feci un sorriso facendola subito rilassare.
"Perché puoi parlarmi di tutto, lo sai." dissi facendo spallucce ritornando a cucinare ma Zulema non mi lasciò e mi strinse nuovamente a sé abbracciandomi.
"Se va a fuoco la cucina do la colpa a te, figlia di puttana." mormorai gemendo leggermente nel mentre che mi baciava il collo con decisione.
"Okay, bionda." disse infilando le mani sotto al mio maglione accarezzandomi il seno destro per poi stringerlo facendomi gemere.
"Non provocarmi come hai fatto giorni fa, ti ricordo." sussurrai staccandola da me divertita mentre mi sedevo per mangiare.
"Sei noiosa, bionda." disse divertita incominciando a mangiare e la guardai incantata con un sorriso sulle labbra.
Aveva ancora il volto molto teso e notavo che non smetteva di muovere la gamba talmente era nervosa.
"Tu sei stronza invece." mormorai infastidita facendola ridere e scossi la testa sollevata vedendola riassumere il suo solito atteggiamento.
Finii di mangiare e guardai il mio scorpione lavare i piatti, sorrisi avvicinandomi a lei cingendole la vita con le braccia stringendola.
"Ammettilo che non sai stare lontana da me." disse ridendo leggermente.
"Lo ammetto." sussurrai abbassandole la felpa per baciare la sua spalla nuda e notai i brividi formarsi sulla sua pelle.
Gliela morsicai e decisi di provocarla come aveva fatto lei, facendomi dannare.
La girai verso di me e la spinsi contro il bancone della cucina cercando subito le sue labbra mordendole, Zulema gemette leggermente e camminò senza interrompere il nostro bacio facendomi indietreggiare, mi spinse sul letto togliendomi la felpa e sussultai.
Mi morsicò la mascella ma scoppiai a ridere ricordando ciò che era successo in cimitero.
"Che problemi hai?" la sentii dire contro al mio collo continuando a baciarlo scendendo verso il basso ma non riuscii a placare le mie risate, la donna sopra di me mi guardò inarcando un sopracciglio confusa ed era ancora più bella vederla dal basso.
"Perché stai ridendo?" sussurrò avvicinandosi e i suoi capelli lisci mi solleticarono il viso facendomi ridere il
doppio, riuscii a calmarmi e notai che non smetteva di fissarmi con un sorriso sulle labbra.
"Scusami ma, sto pensando alla faccia sconvolta di quelle signore quando le hai aggredite all'uscita del cimitero." dissi divertita e il mio scorpione scoppiò a ridere toccandosi il viso e contagiò anche a me.
"Ma le hai viste? Mi stavano guardando male." disse sdraiandosi al mio fianco e mi accoccolai a lei intrecciando le nostre gambe.
"È perché mi stavi baciando." sussurrai divertita e si girò di scatto verso di me.
"Io ti bacio quando voglio, che si fottano quelle vecchie decrepite." disse sbuffando e mi avvicinai a lei per lasciarle un bacio veloce sulle labbra facendola sorridere e la guardai incantata come un'ebete.
Credevo di essere riuscita a superarla ma mi sbagliavo di grosso, mi stavo chiaramente innamorando di lei per l'ennesima volta.

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