7.

1.9K 128 35
                                    

almeria, due settimane dopo.

Ero stanca, stanca di chi continuamente diceva di esserci e puntualmente non c'era, di chi prometteva senza mantenere e a parole sembrava che voleva darmi il mondo.
Erano solo un mucchio di stronzate sentite e risentite, sempre la solita storia in cui a rimetterci ero solo ed esclusivamente io.
Mi ero promessa di imparare e avevo iniziato a impegnarmi per evitare di credere alle solite parole, ricordando quanto le dimostrazioni erano necessarie per me.
"Poi me ne sono andata." dissi facendo spallucce nel mentre che finivo di raccontare tutto alle mie amiche.
"Sono passate due settimane e tu hai deciso di raccontarcelo solo ora? Sei incredibile cazzo." disse Carlota scuotendo la testa ridendo, avevo deciso di non proferire parola riguardo a Zulema per dimenticarmi la faccenda subito, la mia ferita si era nuovamente aperta e doveva rimarginarsi come si deve.
"E con Lexa?" chiese Marga sorridendomi e feci spallucce.
"Stiamo ancora insieme, oggi ci dobbiamo vedere. Le acque tra di noi si sono leggermente calmate." dissi finendo di mangiare ma notai che le altre mi guardavano attentamente.
"Che c'è?" dissi alzando gli occhi al cielo sbuffando, a causa dei loro sguardi autoritari.
"Perché non la lasci? Maca si vede che non sei interessata, è Zulema che vuoi." disse Marga sorridendomi e sospirai scuotendo la testa.
"Veramente è lei che non mi vuole." le sussurrai guardandola dritta negli occhi ma Lidia mi interruppe mettendosi in mezzo.
"A me non sembra, quando ti ha vista con Lexa al locale non ti staccava gli occhi di dosso e voleva ucciderla con lo sguardo.
Smettila di negare ancora." disse seria e decisi di arrendermi dandole la ragione.
Avevo visto il suo sguardo omicida nei confronti della mia ragazza e mi aveva fatto tremare il cuore, da quando stavo con lei mi ero sempre sentita sua in qualsiasi occasione e me l'aveva dimostrato mettendomi al sicuro.
"Lascerò Lexa quando ne avrò l'occasione, devo mettermi a posto le idee." dissi appoggiando i gomiti sul tavolo massaggiandomi le tempie.
"L'umanità ha da sempre barattato un po' di felicità per un po' di sicurezza, ora che l'hai quasi trovata tienitela stretta." mi sussurrò la mia migliore amica stringendomi il braccio con forza, annuii e lentamente finii il mio pasto continuando a parlare di ciò che era successo.
"Però è una bellissima donna." disse ad un certo punto Carlota e Oscar alzò gli occhi al cielo guardandola male.
"Lo so." sussurrai pensandola mordendomi il labbro, mi mancava terribilmente tanto e speravo con tutto il cuore di rivederla anche perché avevo un brutto presentimento.
Zulema aveva quella bellezza che ti lasciava senza fiato ogni volta che posavi gli occhi su di lei, era intrigante e allo stesso tempo magnetica.
Aveva quello sguardo che ti faceva venire i brividi in mezzo secondo, mi sentivo incredibilmente desiderata e voluta in tutti i sensi non appena mi guardava.
"Non avere paura." disse Marga sorridendomi e feci spallucce sentendo gli occhi bruciare a causa di tutte le miriade di emozioni che stavo provando.

Sbuffai dopo l'ennesima litigata con Lexa e la guardai male appoggiandomi nel ripiano della cucina.
"Ecco vedi? Non te ne frega!" disse ad un centimetro dal mio viso e l'afferrai per i polsi spingendola dal mio corpo.
"Mi sono stancata." dissi serrando la mascella guardandola male, stavamo litigando da due ore e fuori stava incominciando ad inoltrarsi la sera, rendendo il clima snervante.
"Devi capire che io ti amo!" urlò sbattendo il pugno contro al tavolo e mi fece infuriare ancora di più, feci per urlarle contro ma bussarono alla porta e inarcai un sopracciglio confusa non capendo chi potesse essere dato che non aspettavo nessuno.
Lexa sbuffò e si toccò il viso nervosamente furiosa nel mentre che andavo ad aprire.
"Zulema?" sussurrai sconvolta trovandomela davanti, sentii la mia ragazza alle mie spalle e la guardò male.
"Oh fantastico, che cazzo vuoi?" disse quest'ultima guardandola male mettendo un braccio attorno alla mia vita, Zulema guardò la scena serrando la mascella furiosa e tremai sotto al suo sguardo gelido, voleva ucciderla all'istante e si vedeva.
"Da te niente, voglio la bionda." disse seria senza smettere di guardarla dritta negli occhi, mettendola subito in soggezione.
Feci un piccolo sorriso non appena mi chiamò con il solito nomignolo e tremai posando lo sguardo sul suo.
"È la mia ragazza e non sembra che voglia parlarti." disse avanzando verso di lei ma scattai mettendomi subito in mezzo, sapendo già cosa poteva succedere.
"Lexa per favore, vai a casa." dissi sorridendole amorevolmente e scosse la testa furiosa afferrandomi il viso tra le mani.
"Vuoi davvero rimanere qui con lei?" sbottò acida e non appena fece per baciarmi mi scansai un'altra volta dalla sua presa.
"Vai." sussurrai fredda e la vidi sussultare davanti al mio tono di voce.
"Non ci posso credere." disse scuotendo la testa incredula andandosene ed entrando in macchina per poi partire, tenni lo sguardo fisso su di lei e non appena si tolse dalla mia vista guardai il mio scorpione e la vidi tesa.
"Perché sei qui?" dissi avanzando verso di lei e notai che aveva alcuni segni sul viso.
Inarcai un sopracciglio e sussultai guardando la sua felpa strappata in alcuni punti, il mio sesto senso non sbagliava mai.
"Diciamo che ho avuto dei problemi e non sapevo da chi andare." disse toccandosi i capelli nervosamente e sorrisi scuotendo la testa.
"Vieni." dissi facendole strada e mi seguì senza esitare, chiusi la porta alle mie spalle e notai il suo sguardo vagare studiando ogni piccolo particolare, mi trasmetteva tranquillità averla in casa.
Mi appoggiai al tavolo e la guardai nel mentre che afferrava una foto da una mensola e la guardava con attenzione, era un collage dove ritraeva me insieme alle mie migliori amiche e notai che con l'indice toccò la mia immagine.
"Che è successo?" sussurrai andando verso di lei e sfiorandole la spalla, la sentii gemere dal dolore non appena il mio corpo andò a contatto con il suo.
"Ho litigato con alcune persone." disse appoggiando la foto al suo posto e si voltò seria facendo spallucce.
"Ti hanno fatto del male a quanto vedo." dissi sfiorandole il taglio che aveva sul labbro inferiore e chiuse gli occhi afferrando la mia mano lasciando un piccolo bacio sul palmo.
Ero ancora arrabbiata per lo scontro avvenuto settimane fa ma volevo starle accanto e cercare di capire quale fosse il problema.
"Non vuoi parlarne, vero?" le domandai incerta e annuì serrando la mascella.
"Va bene, tranquilla. Fai come se fossi a casa tua, davvero." sussurrai allontanandomi e afferrando il pc mettendomi sul letto nel mentre che controllavo le varie email.
Intanto Zulema entrò in bagno e sentii scorrere l'acqua della doccia, avevo il terrore che potesse essersi messa in guai seri, avevo una nuova consapevolezza in più e volevo proteggerla da qualsiasi male.
Il telefono squillò facendomi spaventare e lo afferrai subito rispondendo a Lidia.
"Hey, che si dice?" dissi sorridendo mettendomi a pancia in su guardando il soffitto.
"Ho visto Lexa piangere perché ero al bar poco fa con Francisco, tutto bene?" disse leggermente preoccupata e decisi di raccontarle tutto quanto.
"Quindi mi stai dicendo che Zulema è lì con te?" disse urlando e allontanai il telefono per evitare danni all'udito, nel mentre la porta si aprì e rimasi a bocca aperta guardando il mio scorpione con solo l'asciugamano addosso, era bella da togliermi fiato e non aveva un filo di trucco.
"Maca, ci sei?" disse la mia migliore amica alzando la voce in ansia e fortunatamente mi riportò alla realtà.
"Cazzo Lidia, non urlare! Ci sento." dissi mettendomi seduta senza staccare gli occhi dalla donna davanti a me, sul suo viso spuntò un sorriso divertito e scosse la testa mordendosi il labbro.
A quella vista sentii un calore nel basso ventre sovrastarmi completamente e cercai in tutti i modi di regolare il mio battito cardiaco accelerato.
"Bionda, hai qualcosa da darmi? Penso che domani dovrò andare a comprarmi dei nuovi vestiti." disse tirandosi i capelli all'indietro nervosa.
"Sì, prendi tutto quello che vuoi dal mio armadio, sta per scoppiare talmente è pieno di roba." dissi ridendo leggermente continuando a parlare, Zulema annuì e ne approfittai per squadrare le sue gambe lunghe e magre, era perfetta e scossi la testa felice.
"Ma è nuda?" disse Lidia ad un tratto facendomi sobbalzare dalla sorpresa.
"Giuro che appena ti vedo ti ammazzo." le sussurrai sentendo le guance andare a fuoco e Zulema inarcò un sopracciglio guardandomi confusa e rientrò in bagno per cambiarsi.
"Dai Maca, cerca di non morire! Ti voglio bene." esclamò la mia migliore amica chiudendo la chiamata senza darmi il tempo di replicare.
"Maledetta." sussurrai sbuffando non appena ricontrollai le varie email, avevo mandato tante richieste di lavoro ma nessuno mi aveva dato conferma.
"Chi è Lidia?" chiese Zulema raggiungendomi e sorrisi vedendola con una mia felpa larga addosso e i miei pantaloni della tuta, era bellissima e stava da Dio.
"La mia migliore amica." dissi facendole un cenno e la invitai a sedersi affianco a me, mi accontentò mantenendo una distanza di sicurezza e alzai gli occhi al cielo.
"Da quanto vi conoscete?" mi chiese guardandomi attentamente e gattonai verso di lei avvicinandomi ad un centimetro dal suo viso, l'odore del mio bagno schiuma mi colpii in pieno e mi rilassai solamente a sentirlo, sapevo quanto era difficile per lei questa situazione e sopratutto chiedere aiuto.
"Da tanto tempo." sussurrai spostandole i capelli da un lato e notai un livido nella sua clavicola desta.
"Bionda." disse alzandosi ma la bloccai tenendola stretta a me, volevo verificare i suoi lividi.
"Fai silenzio." dissi furiosa scoprendone altri sopra al suo seno sinistro, mi vennero le lacrime agli occhi e lei lo notò.
"Sto bene." sussurrò sfiorandomi il braccio con cautela e senza pensarci due volte l'abbracciai notando subito il suo corpo irrigidirsi come una statua.
"Scusa." dissi non appena la sentii gemere dal dolore ma le sue mani afferrarono la mia vita per non farmi scappare.
"Ti odio." dissi contro i suoi capelli lisci inalando il suo profumo meraviglioso, Zulema era qui con me non era più nei miei sogni, era tra le mie braccia e la stavo stringendo fino a rompermi le ossa.
"Non è vero." disse ridendo leggermente e sbuffai accarezzandole la schiena.
"Lo so." mormorai rilassandomi completamente stringendola ancora di più a me, avevo ripreso a respirare e il macigno che portavo al petto si era disintegrato non appena i nostri corpi furono a contatto, fondendosi in una cosa sola.
Mi ero sempre chiesta se erano i miei desideri ad essere futili o se era la mia personalità a non essere abbastanza.
Cos'era il limite?
Quando si raggiungeva?
Con lei non ne avevo mai avuti ed era giusto così, perché il controllo non mi era mai piaciuto.
"Voglio sapere tutto." sussurrai appoggiando la fronte sulla sua ad un centimetro dalle sue labbra.
"Non voglio immischiarti nei miei problemi." disse chiudendo gli occhi accarezzandomi il viso, molto piano.
"Li abbiamo sempre risolti insieme." le sussurrai sfiorando il suo naso con il mio e volevo tanto riassaggiare quelle labbra meravigliose e morderle con forza.
C'erano cose che assimilavo, metabolizzavo e immagazzinavo nell'istante in cui succedevano, altre che per via della loro grandezza, diversità o importanza, decidevo di lasciarle scivolare dentro di me a piccole dosi nel tempo.
In tutti questi anni avevo pensato che ogni cosa facesse schifo, ma quando pensavo a lei tutto sembrava dissolversi.
Ma ne valeva veramente la pena amare se poi bisognava soffrire?
Perché tutte quelle delusioni, errori, ferite e lacrime?
"Lascia perdere." disse Zulema sospirando girando il viso di lato, mi vennero le lacrime agli occhi e decisi di mantenere lo sguardo fisso sul suo.
Annuii senza insistere, doveva prendersi il tempo necessario e glielo lasciai staccandomi dalla sua presa forte.
"Posso metterti una pomata sopra a quei lividi? Così guariscono più in fretta." dissi afferrandola dalla cassetta del pronto soccorso e la vidi serrare la mascella.
"Faccio io, hai già fatto abbastanza." disse seria e feci una smorfia infastidita non volendo replicare, probabilmente se avessi detto qualcosa avremmo incominciato a litigare e non avevo voglia di perderla un'altra volta.
La vidi abbassarsi i pantaloni della tuta scoprendo il fianco e notai altri lividi, spalancai la bocca dallo stupore e per non farmi vedere da lei decisi di uscire fuori a prendere una boccata d'aria.
Ormai era notte fonda e mi sedetti nella poltrona guardando il cielo stellato e tranquillizzando del tutto il mio battito cardiaco.
Dovevo riabituarmi alla sua presenza, erano anni che non la vedevo e il fatto di averla in casa mi destabilizzava letteralmente.
Accesi una sigaretta e subito mi rilassai facendo uscire il fumo dalle labbra e guardando il lago davanti a me, era illuminato dal riflesso della luna e sorrisi trovando finalmente un po' di pace.
"Ma tu non dovresti andare a lavoro?" disse Zulema appoggiandosi sullo stipite della porta e sorrisi scuotendo la testa.
"No." mormorai guardandola sedersi al mio fianco prendendo dalle mie labbra la sigaretta per poi fare due tiri.
"Perché?" disse innocentemente finendo di fumare, ero sconvolta da quel gesto così sensuale e inaspettato.
"Ho avvisato John prima e ho chiesto il giorno libero." sussurrai alzandomi e involontariamente appoggiai la mano sulla sua coscia facendola sussultare.
"Vuoi stare con me, bionda?" disse divertita seguendomi dentro con il suo passo sicuro.
"No, non mi piaci così tanto quindi non illuderti." sussurrai afferrando la pentola per cucinare qualcosa e la sentii sbuffare.
"Ammettilo." disse dietro di me sfiorandomi i fianchi e mi voltai nella sua direzione scuotendo la testa.
"Fanculo bionda!" esclamò scoppiando a ridere sedendosi nel tavolo giocherellando con il mio telefono, la guardai incantata e notai che era molto più rilassata rispetto a prima, sentendosi più a suo agio stando con me.

"Ma sei sicura che dopo non mi viene un'intossicazione alimentare?" disse Zulema asciugando i bicchieri nel mentre che li finivo di lavare.
"È già la terza volta che me lo chiedi, ho fatto un corso di cucina tre mesi fa." dissi alzando gli occhi al cielo e la vidi sogghignare prendendomi in giro.
"In tal caso mi paghi le spese mediche." disse facendo spallucce ridendo, mi voltai nella sua direzione fissandole le labbra leccando automaticamente le mie.
Mi erano mancati questi momenti insieme a lei e volevo godermi ogni istante.
"Bene bionda, io vado." disse dopo un po' afferrando le sue scarpe ma scossi la testa prendendola per un braccio.
"No idiota, rimani con me." dissi senza nemmeno pensarci, quella frase mi era uscita così spontanea e sussultai incredula.
Zulema mi guardava seria e sicuramente stava valutando la mia proposta, arricciò le labbra e distolse lo sguardo dal mio.
"Solo per oggi." mormorai accennandole un sorriso e la vidi sospirare toccandosi il viso.
"Va bene." disse facendo spallucce riappoggiando i suoi anfibi a terra, sorrisi vittoriosa e mi sentii bene e al sicuro sapendo di avere lei al mio fianco, non avevo nessun rimpianto ad averglielo proposto.
"Perfetto, io penso che andrò a dormire." sussurrai sbadigliando leggermente andando verso il letto esausta, era quasi mezzanotte e la stanchezza stava incominciando a farsi sentire.
"Io dormo sul divano." disse Zulema afferrando la mia coperta e la guardai scuotendo la testa.
"Te lo sconsiglio, a meno che tu non voglia avere dei dolori alla schiena per settimane." dissi ridendo spogliandomi e rimanendo in intimo davanti a lei, il suo sguardo vagò in tutto il mio corpo e la vidi serrare la mascella e mordersi il labbro guardandomi con desiderio.
Lexa non mi aveva mai guardata così intensamente.
"Dovrei dormire con te?" disse sbuffando divertita e annuii infilandomi la mia camicia da notte.
"Come se non fosse già successo." le sussurrai mettendomi sotto le coperte e sussultai accorgendomi un attimo dopo di quello che avevo detto.
"Non hai tutti i torti." borbottò Zulema raggiungendomi mettendosi al mio fianco, avevo paura di toccarla ma i nostri corpi erano comunque vicini perché il mio letto non era grandissimo.
Mi rilassai sentendo il suo profumo e sorrisi spegnendo la luce guardando la donna al mio fianco, i miei occhi si posarono su ogni suo particolare e non appena percepì il mio sguardo si voltò verso di me mettendosi su un fianco.
Tremai non appena i miei occhi si incatenarono ai suoi e non smisi per un secondo di guardarli, realizzando quanto effettivamente avevo bisogno di lei nella mia vita.

"Mi sei mancata, figlia di puttana."

euphoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora