Camminai frettolosamente e feci un lungo respiro profondo prima di bussare alla sua porta in ansia, la vidi seduta nel letto leggendo e sembrava una bambina piccola e indifesa con i suoi soliti vestiti addosso.
"Si può?" mormorai entrando ma scosse la testa senza guardarmi, non le diedi ascolto ed entrai comunque guardandomi attorno.
"Vedo che ti hanno dato la camera grande, wow." dissi cercando di rompere il ghiaccio ma non ottenni neanche la minima attenzione da parte sua, quindi avanzai sfiorando un cactus.
"È vera?" le domandai innocentemente ma ancora una volta non mi rispose girando la pagina del giornale che stava leggendo.
"Perché ci hai portate in questo hotel?" dissi senza staccare lo sguardo dal suo corpo e non appena sentii la sua voce sussultai dalla sorpresa, non credevo che mi rispondesse.
"Perché mi piacciono i film Wester." mormorò tenendo ancora lo sguardo basso e notai che erano le quattro del pomeriggio, il tempo stava scorrendo.
"È molto bello." le risposi dolcemente ma evitò la mia affermazione ancora.
"E poi perché domani verrà un'elicottero che ci porterà in Marocco ma già lo sai. Venivo qui quando litigavo con te e conosco la proprietaria da anni, è una donna strana e mi fa schifo, o meglio pena." disse alzando la testa guardando un punto a caso seria.
"E quando mai ti ha fatto pena qualcuno Zulema?" dissi mantenendo un tono di voce calmo.
"Ha un figlio che è morto e ora che ha ottant'anni non fa altro che chiedersi chi accudirà l'altro figlio quando lei non ci sarà." rispose riferendosi a Cepo dato che aveva alcuni problemi e soffriva di epilessia.
Serrai la mascella e mi incamminai avvicinandomi al bordo del letto, volevo parlare e capire quale fosse il problema.
"Perché non vuoi dividere i diamanti?" dissi incuriosita e la voglia di afferrarla per la gola era molto alta.
"Li divideremo domani quando saremo in Marocco, semplice." disse continuando a sfogliare il giornale ma scossi la testa toccandomi il viso.
"Io in Marocco non ci vengo, voglio la mia parte e non voglio più stare qui." sbottai furiosa e dopo alcuni secondi Zulema si bloccò abbassando lo sguardo ma lo rialzò subito dopo guardandomi dritta negli occhi, era sorpresa dalla mia frase ma non lo diede a vedere ovviamente.
Ci guardammo per un tempo interminabile e i suoi occhi stavano esprimendo tutto quello che non riusciva a dirmi, il suo orgoglio era incredibile.
"Vattene." disse fredda riabbassando lo sguardo ma non mi arresi.
"Dove sono i diamanti? Zulema te lo sto chiedendo con le buone, il piano non era questo e lo sai anche tu." dissi attirando la sua attenzione e mi guardò chiudendo il giornale alzandosi dal letto ad un soffio dal mio viso, il mio sguardo si posò sulle sue labbra ed era bella da togliermi il fiato, ma non volevo cedere.
"Altrimenti?" mormorò sfidandomi incurvando le labbra e il suo sguardo era incredibilmente glaciale, feci per risponderle ma un rumore di macchina mi fece sobbalzare e mi affacciai fuori notando che il marito di Flaca era arrivato.
"Bionda, che cazzo hai fatto?" urlò Zulema afferrandomi per un polso ma le diedi uno schiaffo facendola gemere.
"Ora tu ti fai da parte, per favore." dissi raggiungendo l'uomo che sospirò di sollievo non appena mi vide e lo incitai a seguirmi nel mentre che gli facevo strada.
Zulema era furiosa e tornò dentro riservandomi un'occhiata di fuoco ma aprii la porta velocemente e Flaca scoppiò a piangere vedendo suo marito.
"Amore mio, cosa è successo?" disse lui tra le lacrime e la mia amica gli raccontò tutto, senza tralasciare niente.
"Deve andare assolutamente in ospedale perché ha perso molto sangue, però fortunatamente sono riuscita ad estrarre il proiettile." risposi aiutando Flaca ad alzarsi e l'uomo davanti a me mi abbracciò con forza tra le lacrime, sussultai sorpresa e ricambiai l'abbraccio pensando che il padre di mio figlio si trovava proprio in questo hotel.
"Hai salvato mia moglie, io non so davvero come ringraziarti." disse staccandosi dall'abbraccio e feci spallucce imbarazzata, era mia amica e non ero così codarda da non fare niente.
"Dovete andarvene, ora." dissi decisa nel mentre che aiutavo Flaca ad alzarsi, li aiutai e non appena salirono in macchina Zulema venne verso di noi con una pistola tra le mani e si mise davanti alla macchina facendo segno di spegnerla.
"Zulema." ringhiai guardandola attentamente ma non appena il marito di Flaca fece per afferrare la pistola il mio scorpione gliela puntò attentamente avanzando verso di loro e sporgendosi all'interno dell'auto guardando il bambino.
"Ha solamente quattro anni Zulema ti prego, è mio figlio." sussurrò la mia amica terrorizzata perché sapeva di cosa era capace la mia regina araba, sapeva che ormai non gliene fregava di niente e di nessuno.
"Questo non è un'asilo nido." disse quest'ultima avvicinandosi al bambino e gli fece l'occhiolino sorridendogli, afferrò una piccola sacca dalla tasca e gliela porse, era la sua parte di diamanti.
"Buona fortuna, abbine cura." mormorò serrando la mascella e sospirai di sollievo non appena gli lasciò andare via.
"Ti ringrazio." disse Flaca facendole un sorriso e Zulema ricambiò nel mentre che andavo verso di loro e lasciavo un bacio sulla guancia di Flaca amichevolmente.
"Vai." sussurrai staccandomi e sfrecciarono ad alta velocità lasciandoci sole, la donna alle mie spalle sbuffò e le afferrai saldamente il polso.
"Sono felice che tu li abbia lasciati andare, dico davvero." dissi facendola voltare nella mia direzione ma uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia facendomi gemere dal dolore.
"Dovevi farti i cazzi tuoi bionda!" urlò dandomene un'altro e alcune lacrime mi rigarono il viso facendomi tremare.
"Tutti meritano una seconda possibilità Zulema come tu d'altronde, non risolvi niente staccandoti da me quando l'unica cosa che dovresti fare è starmi accanto." sbottai guardandola distrutta e serrò la mascella sospirando nel mentre che un venticello fresco si sollevava tra di noi provocandomi dei brividi assurdi.
Fece per ribattere ma Goya ci raggiunse infuriata come non mai.
"Hai bucato tutte le ruote delle macchine, e se vogliamo scappare come facciamo?" le urlò spingendomi da un lato mettendosi ad un soffio dal suo viso, Zulema la guardò apatica.
"Potete usare le biciclette no?" rispose quest'ultima come se la risposta fosse ovvia.
"Come faccio a portare la sposa sulla bicicletta? È qui in hotel con la nostra speranza di sopravvivere." rispose Goya guardandola male e il mio scorpione fece un cenno con la testa.
"Molto bene, sai qual'è la speranza di vita di una zanzara? Una settimana." rispose afferrando un coltello e puntandoglielo alla gola ma Goya non si mosse di un millimetro.
"Non hai più alcuna autorità, perché non ci dividiamo i diamanti e ce ne andiamo subito da qui? Eh?" domandò la mia amica arrabbiandosi e aveva ragione, che stavamo aspettando?
"Perché li ho ingoiati." rispose Zulema appoggiando la fronte contro Goya ma quest'ultima si allontanò arrabbiandosi.
"Brutta troia!" urlò andandosene via e sospirai pesantemente serrando la mascella andando nuovamente davanti a lei.
"Che cazzo ti mangi i diamanti, ma sei fuori di testa?" urlai ad un centimetro dal suo viso ma mi diede una spallata tornando dentro alla sua stanza con il suo solito passo sicuro.
Scoppiai a piangere e chiusi la porta a chiave sfogando tutta la mia frustrazione esausta priva di ogni forze, mi addormentai dopo alcuni minuti e recuperai tutte le ore di sonno perse.
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euphoria
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) • SEQUEL ➝ AMNESIA. "Ho voglia di abbracciarti, di quelli abbracci lunghi in cui le labbra restano mute e i cuori, così vicini, si sussurrano l'amore. Abbracciate, io e te, col tempo immobile e la vita sospesa. Istanti infiniti di s...