8.

1.8K 115 54
                                    

Un rumore assordante di pentole mi fece sobbalzare e aprii gli occhi di scatto mettendomi seduta.
Mi strofinai il viso cercando di svegliarmi del tutto e sorrisi divertita vedendo Zulema muoversi abilmente nella cucina.
"Fottuto mestolo." borbottò alzando gli occhi al cielo e decisi di alzarmi per vedere cosa stesse facendo di così tanto interessante.
"Pancake?" dissi inarcando un sopracciglio confusa e sobbalzò non appena mi vide.
"Mhm, sì." rispose il mio scorpione visibilmente nervosa e notai che li aveva bruciati quasi tutti.
Scoppiai a ridere e aprii il frigorifero afferrando una bottiglia di acqua fresca e la vidi puntarmi la forchetta contro.
"Smettila di prendermi in giro." disse sbuffando e risi ancora di più vedendo il suo viso corrucciato in una smorfia adorabile.
"Non sapevo che sapessi cucinare così bene!" esclamai sedendomi nel tavolo e squadrandola attentamente.
"Volevo preparare qualcosa per ringraziarti." disse grattandosi la nuca nervosa e inarcai un sopracciglio confusa.
"Per cosa?" domandai bevendo un'altro sorso d'acqua.
"Per avermi ospitata." sussurrò seria serrando la mascella visibilmente a disagio, la guardai dritta negli occhi e vedevo che lottava con tutte le sue forze per mantenere il suo solito orgoglio, tempo fa c'ero riuscita ad abbattere alcune sue barriere ma non dovevo arrendermi proprio ora.
La verità era che molte volte non riuscivo a capirmi nemmeno io, dicevo di voler essere felice ma poi pensavo solo a cose che mi rendevano tristi.
"Non preoccuparti davvero, piuttosto che programmi hai per oggi?" le domandai con curiosità e la vidi sussultare.
"Tornare a casa." disse distogliendo lo sguardo dal mio e sospirai sentendo la paura sovrastarmi completamente.
"Magari poi ritorni da me con il doppio dei lividi?" dissi alzandomi furiosa dal tavolo e andando davanti a lei.
"Non sono obbligata a darti spiegazioni." mi sussurrò allontanandosi verso di me ma l'afferrai subito per un polso bloccandola.
"Sono preoccupata per te." dissi guardandola dritta negli occhi, volevo confessarle tutto ciò che mi passava per la testa con i giusti limiti, ormai con lei ero letteralmente un libro aperto e anche se avessi mentito, i miei occhi parlavano al mio posto.
"Non devi, bionda." disse scuotendo la testa e di conseguenza mi avvicinai di più a lei affondando il viso sul suo collo.
" invece, perché mi importa." sussurrai incominciando a lasciarle dei piccoli baci inalando il suo profumo meraviglioso.
"Ti ricordo che sei fidanzata." disse ad un certo punto ridendo e scossi la testa stringendola ancora di più, sembrava che fossimo in un sogno.
"Perché devi sempre rovinare tutto?" esclamai spintonandola amichevolmente e distogliendo lo sguardo dal suo, Zulema rise e mi incantai guardandola con una voglia incredibile di baciarla e di stringerla a me.
"Ho fame e non posso mangiare quello che hai cucinato tu." dissi ridendo indicando i pancake.
"Nessuno apprezza le mie doti in cucina, assurdo!" esclamò Zulema scuotendo la testa e fingendosi offesa.
"Andiamo al supermercato." le proposi sorridendo e la vidi inarcare un sopracciglio incerta.
"Mhm." disse seria e mi avvicinai facendole gli occhi dolci sporgendo leggermente il labbro.
"Dai, non fare la stronza." sussurrai dolcemente e dopo l'ennesimo tentativo alzò gli occhi al cielo.
"D'accordo, bionda." disse sbuffando ma notai l'ombra di un piccolo sorriso sul suo volto.

Dopo esserci preparate afferrai la borsa e mi infilai gli occhiali da sole entrando in macchina.
"Non mi fai guidare?" disse Zulema sbuffando appoggiando gli anfibi sul cruscotto ma la guardai male e li tolse subito ridendo.
"Scordatelo." dissi mettendo in moto e dirigendomi a destinazione, durante il viaggio non parlammo e ogni tanto mi voltavo verso di lei e guardavo il suo profilo meraviglioso nel mentre che osservava il paesaggio scorrerle davanti.
"Allora, che hai fatto quando sei uscita dal carcere? Ovviamente dopo aver preso quel pullman schifoso." le domandai dopo un po' cercando di rompere il ghiaccio, volevo sapere ogni momento della sua vita, la mia curiosità era alle stelle e speravo che mi parlasse.
"Niente di che, te l'ho già detto." disse facendo spallucce guardandomi velocemente infastidita, alzai gli occhi al cielo e parcheggiai davanti al supermercato per poi uscire.
"Posso almeno prendere il carrello?" disse il mio scorpione venendo al mio fianco e le diedi il consenso sorridendo.
Insieme ci recammo dentro e mi immersi nelle varie corsie prendendo tutto ciò che mi serviva.
Zulema era dietro di me e sentivo il suo sguardo addosso lacerarmi la schiena, ma non ebbi il coraggio di voltarmi.
"Oddio bionda!" esclamò facendomi sobbalzare e la guardai male mettendomi una mano sul petto.
"Che succede?" dissi guardandomi attorno e la vidi con un pacco di cereali in mano.
Scoppiai a ridere e notai tutte le altre persone guardarci stranite, sembravamo una coppia sposata.
"Sono i miei preferiti, possiamo prenderli? Ti rendo i soldi dopo ovviamente visto che non ho niente con me ora." disse con occhi sognanti e sorrisi come un'idiota dandole subito il consenso.
"Devi litigare anche questa volta con il direttore?" le domandai divertita ricordandomi quella sua confessione avvenuta in carcere, nel mentre che mi stringeva forte tra le sue braccia.
"Non ci credo che te lo ricordi." disse scuotendo la testa divertita, la guardai attentamente in viso e volevo tanto dirle che quando si trattava di lei potevo ricordarmi anche la cosa più insignificante, rendendola unica nel suo piccolo.
Scossi la testa scacciando quel pensiero e le feci un sorriso rassicurante facendola subito rilassare.
"Prendine quanti ne vuoi." dissi facendo spallucce indicando i suoi cereali, volevo baciarla e stringerla forte a me ogni volta che sorrideva.
Mi piaceva questo suo lato nascosto e speravo di vedere tutte le altre sfumature del suo carattere.
"Beh, grazie." disse nervosa riassumendo il suo solito atteggiamento menefreghista e sospirai rendendomi conto quanto c'era tantissima strada da fare con lei.
"Pronto?" dissi afferrando il telefono che stava suonando interrottamente da dieci minuti.
"Ciao tesoro!" esclamò Carlota facendomi sorridere e Zulema mi guardò confusa con un pizzico di gelosia in viso.
"Che fai?" dissi dirigendomi alla cassa per pagare mettendo le varie cose nelle buste nel mentre che il mio scorpione mi aiutava.
"Siamo a fare colazione tutte insieme, ci raggiungi?" disse felice e annuii nel mentre che mi dirigevo fuori.
"Certo, sono con Zulema e ho appena finito di fare la spesa." dissi aprendo il cofano e non appena feci per mettere le buste la donna al mio fianco mi bloccò.
"Faccio io, bionda." disse con il suo solito sorrisetto stronzo sulle labbra e annuii entrando in macchina.
"Davvero? Allora vi aspettiamo qui." disse Carlota chiudendo la chiamata e sospirai incredula, intanto Zulema mi raggiunse e mi guardò interrogativa.
"Vuoi venire a fare colazione insieme alle altre?" le domandai in ansia, avevo paura che potesse rifiutare.
"Forse è meglio di no." disse seria serrando la mascella guardando fuori dal finestrino.
"Almeno le conosci, non ci mettiamo molto." dissi cercando di convincerla e la vidi sbuffare guardandomi seria.
"Eh va bene, ma poi me ne vado." disse scuotendo la testa nervosa, sapevo che non era facile per lei mostrarsi in questo stato, ma cosa la spingeva a scappare da me ogni volta?
Decisi di non proferire parola e misi in moto dirigendomi al nostro punto di incontro e non appena scesi dalla macchina notai le altre salutarmi.
"Buongiorno." dissi sedendomi guardando Zulema visibilmente nervosa fissando le altre.
"Ciao, io sono Carlota piacere." disse la mia amica porgendole la mano e Zulema la strinse sorridendo appena.
"Finalmente ti conosciamo! La bionda qui presente ci ha fatto una testa così parlandoci di te." disse Marga ridendo ma sgranò gli occhi mettendosi le mani davanti alla bocca.
"Ah, davvero?" mormorò Zulema divertita e guardandomi intensamente ma alzai gli occhi al cielo ordinando il caffè.
"." disse Carlota ridendo e sentii le guance andarmi a fuoco dall'imbarazzo.
"Io sono Lidia comunque, ma tanto ci siamo già presentate tempo fa." disse la mia migliore amica porgendole la mano che venne stretta all'istante, Zulema la guardò attentamente e Lidia sostenne il suo sguardo eccome, accennandole un mezzo sorriso.
Le fece capire dai suoi occhi che sapeva tutto della mia vita e sopratutto quanto male mi aveva causato.
"Macarena?" disse una voce alle mie spalle e mi voltai trovandomi Lexa, il suo sguardo si posò sulla donna al mio fianco e si incupì.
"Ora capisco perché non mi rispondevi al telefono, eri con questa stronza!" disse arrabbiata e la sua amica Clarke venne in suo soccorso mettendole una mano sul fianco tirandola verso di lei.
"Fossi in te modererei il linguaggio." disse Zulema alzandosi e serrando la mascella mettendosi vicino a me.
"Non devi dirmi tu cosa devo fare con la mia ragazza." disse Lexa puntandole un dito contro e scossi la testa seria.
"Nemmeno tu devi dirmi cosa fare, quindi parlo comunque." rispose Zulema rispondendo a tono e Lexa scattò avvicinandosi ad un soffio dal suo viso.
"Lei non è tua." ringhiò furiosa e alzai gli occhi al cielo facendo una smorfia infastidita.
Zulema la guardò attentamente e vidi l'ombra di un sorriso divertito sul suo volto, serrò la mascella e fece arretrare Lexa con un solo sguardo.
"Lei è mia da ancor prima che tu nascessi." disse facendomi sussultare e con cautela l'afferrai per un braccio facendola risedere con forza, non volevo che finisse nei guai.
Lexa fece per colpirla ma Zulema scoppiò a ridere scuotendo la testa e guardandola male.
"Lasciala perdere." disse Clarke trascinandola dentro e mi sentii male in quel momento, volevo sprofondare nel buio più totale e non riemergere più.
"Wow." disse Carlota guardandoci a bocca aperta e notai Zulema bere il caffè con tutta la tranquillità di questo mondo, fregandosene.
Il viaggio fu abbastanza silenzioso ed ero persa letteralmente nei miei pensieri, non smettevo un'attimo di riflettere a ciò che era successo.

"Lei è mia da ancor prima che tu nascessi."

Non sapevo cosa fare e la presenza di Zulema non mi aiutava minimamente.
"Quella Lexa non mi piace." disse ad un certo punto, la sua voce mi fece sussultare e prestai più attenzione alla guida.
"Penso che la cosa sia reciproca." sbottai stringendo ancora di più la presa sul volante.
Sentii il suo sguardo addosso e serrai ancora di più la mascella, non capivo cosa volesse dimostrarmi dicendo quella frase.
"Solo tu puoi fidanzarti con persone del genere comunque." disse scuotendo la testa incredula.
"Decido io chi scoparmi, non tu." sbottai acida fermandomi davanti ad un semaforo rosso senza voltarmi nella sua direzione.
Zulema sbuffò infastidita e senza dire una parola aprì lo sportello scendendo dalla macchina, lasciandomi senza fiato.
"Che cazzo fai?" urlai abbassando il finestrino ma non mi ascoltò e continuò a camminare ignorandomi, sospirai innervosendomi e parcheggiai davanti a lei uscendo velocemente dalla macchina chiudendo lo sportello forte.
La inseguii e fortunatamente riuscii a bloccarla in tempo e la feci voltare nella mia direzione.
"Lasciami, vai dalla tua ragazza." disse furiosa guardandomi male ma strinsi il suo braccio con forza.
"Perché devi fare sempre la stronza?" urlai furiosa con le lacrime che mi rigavano il viso ma si allontanò un'altra volta da me.
"Fai ciò che vuoi, non mi interessa." disse facendo spallucce sorridendomi, la nostra corda che ci legava si stava sciogliendo e più cercavo di tirarla più si spezzava.
Più voleva avere il controllo su di me più io combattevo per non darglielo, fino ad arrivare ad limite.
" che ti interessa, sennò non mi avresti cercata." dissi avvicinandomi ad un centimetro dal suo viso facendola sobbalzare per la troppa vicinanza.
"Vattene." sussurrò chiudendo gli occhi e scossi la testa furiosa.
"Tu non puoi dirmi queste cose e di sicuro non devo nemmeno chiederti scusa, per aver riparato tutto ciò che hai distrutto nella mia vita!" esclamai puntandole un dito contro girandomi andando via, aprii il cofano e le lanciai le sue cose, non volevo avere niente che riguardasse lei.

euphoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora