75.

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Zulema mi richiamò urlando ma lo schiaffo era stato talmente forte che vedevo addirittura tutto sfuocato.
Non capivo assolutamente cosa stesse succedendo, ci eravamo distratte un attimo e questo era il risultato.
Il ragazzo davanti a me mi afferrò per le spalle e mi puntò una pistola nella tempia, ero letteralmente spaventata.
"Lasciami stronzo." dissi senza fiato nel mentre che cercavo di togliermi dalla sua presa ma era forte il doppio di me, sul suo braccio notai un tatuaggio particolare, un teschio messicano.
Ramala, cazzo.
Sgranai gli occhi e mi venne il panico, ci avevano ritrovate ed eravamo in pericolo.
Un'altra fottuta volta.
"Giuro che se non la lasci ti faccio il
culo, figlio di puttana." sbottò Zulema avvicinandosi ma le arrivò un pugno dritto in pancia, facendola accasciare a terra.
"No!" urlai con le lacrime che mi rigavano il viso e la paura riaffiorò su di me, sembrava di rivivere dei flashback.
Il mio scorpione incominciò a tossire e mi paralizzai sul posto non appena vidi Ramala avvicinarsi a noi con un sorriso del cazzo stampato sulle labbra.
Ma da dove ne era uscito? Non capivo.
"Ma guarda un po' qui, finalmente vi ho ritrovate dopo tantissimo tempo." disse ridendo leggermente e accendendosi il suo solito sigaro, si avvicinò a Zulema e le diede uno schiaffo fortissimo sul viso, quest'ultima gli sputò addosso e gliene diede un'altro.
Ringhiai dal nervoso serrando la mascella e il mio scorpione venne scaraventata in una macchina a caso, immobilizzata.
"Che cazzo vuoi?" mormorai guardando l'uomo davanti a me che non aveva smesso per un attimo di guardarci con odio e disprezzo.
Era ovvio che questo momento sarebbe arrivato molto presto, era inevitabile.
"Katy è morta per colpa vostra." disse con un tono di voce malinconico e triste.
"È morta perché aveva un padre di merda, ovvero tu." sputai velenosa e un calcio mi arrivò dritto nelle costole, respirai a fatica e trattenni le lacrime, mi accasciai a terra ma venni subito risollevata per guardare la scena.
"Tu lurida troia, devi stare zitta." disse Ramala arrabbiandosi e alzai lo sguardo guardandolo malissimo.
"Se tu provi solamente a toccarla.." iniziò Zulema furiosa come non mai ma non poteva muoversi dato che era bloccata, eravamo in sei.
"Tu cosa Zahir? Non so come diavolo hai fatto a sopravvivere in quel deserto, sei stata graziata dalla bionda qui presente e da Dio. Sennò di te, restava solamente la polvere ed eri un cadavere sottoterra." disse avvicinandosi a lei ma Zulema sostenne il suo sguardo eccome, mettendolo in soggezione subito.
Nessuno riusciva a sostenere il suo sguardo glaciale e di fuoco.
"La bionda, è la donna che amo." disse seria e mi vennero le lacrime agli occhi dalla paura, anche per il suo tono di voce.
"Che storiella del cazzo, wow." disse Ramala scoppiando a ridere e lo fulminai con lo sguardo, seria in viso.
"Mai quanto la tua, guarda che fallito del cazzo sei, hai ordinato di sparare ai tuoi uomini ad una donna inerme. Senza pietà, come fai a guardarti allo specchio ogni mattina senza renderti conto dell'uomo di merda che sei?" sbottai ad una certa e Ramala diede subito l'ordine di picchiarmi, il ragazzo dietro di me mi spinse contro l'auto facendomi sbattere la testa e uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia, sfregiandomi leggermente sullo zigomo.
Zulema riprese a dimenarsi e un'altro uomo la tenne ferma inchiodandola ancora di più contro il cruscotto.
Alcune lacrime mi rigarono il viso dai colpi ricevuti e serrai la mascella con tutta la forza che avevo in corpo.
"Me la pagherete cara, avete fatto irruzione in casa mia e mia figlia è morta, per colpa vostra!" urlò l'uomo camminando nervosamente e guardai velocemente Zulema seria in viso.
"Vuoi ucciderci? Non risolverai le cose così anzi, cadrai ancora più in basso." dissi fregandomene altamente delle conseguenze, non avevo più paura di niente se non di perdere la mia famiglia.
La mia vera famiglia.
"Non ho bisogno di ascoltare le tue lezioni di vita, Macarena Ferreiro." disse Ramala serio ma scossi la testa.
"Sei arrabbiato è vero, ciò che provi dentro di te non riesci a controllarlo già da molto tempo. Ti senti solo e vuoto non è così? Ma hai pensato per un secondo che la colpa è tua? Perché magari in tutti questi anni hai messo la tua felicità al primo posto e non quella di Katy. E Monica? Sei talmente egoista che hai ucciso la tua figliastra, quindi non solo hai perso tua figlia ma le hai anche tolto le persone più importanti della sua intera vita, non sai come sono andate realmente le cose." iniziai guardandolo dritto negli occhi e sentii Zulema sussultare per ciò che stavo dicendo, volevo colpirlo davvero.
Con le parole.
Nel profondo.
Nella sua anima.
"Lei e Diego si amavano da morire e so cosa significa avere paura di perdere la persona che si ama. Tu lo stavi per fare, strappando dalle mie braccia Zulema e fidati che sarei morta insieme a lei in quel deserto. Non hai idea di come mi sono sentita per un attimo ad immaginare la mia vita senza di lei, mentre l'elicottero prendeva quota e lei era l'unico puntino nero in quel deserto senza vita e cazzo ci siamo odiate, fatte del male a vicenda per tantissimi anni ma non sai cosa significa lottare per qualcuno fino a stare male cazzo." continuai riuscendo a staccarmi dalla presa del ragazzo dietro di me e avanzai verso l'uomo, aveva lo sguardo letteralmente perso nel vuoto.
Stava metabolizzando per bene le mie parole e con la coda dell'occhio guardai Zulema che serrò la mascella seria.
Capendo subito le mie intenzioni.
Arrivai davanti a lui e non smisi per un attimo di guardarlo, volevo distrarlo in modo tale da afferrare la pistola che aveva nella sua cintura, se lo avessi fatto probabilmente saremmo riuscite a scappare un'altra volta.
Come Bonnie e Clyde.
Come due complici.
"Non potrai più riaverla indietro ma quello che ti consiglierei di fare è di accettarlo per davvero. Lo so che il dolore ti sta consumando dato che era la tua unica figlia, ma purtroppo non si può ritornare più indietro quindi rassegnati e basta." dissi abbassando la voce e non appena l'uomo fece per ribattere afferrai la pistola e gliela puntai contro cogliendolo di sorpresa, se pensava di farla franca un'altra volta si sbagliava di grosso.
Questa volta eravamo insieme per davvero, incredibilmente forti e unite.
"Maca!" urlò Zulema dando un calcio al ragazzo dietro di lei e venne al mio fianco riuscendo a prendere anche lei la pistola.
"Giuro che se ordini ai tuoi uomini di fare un solo passo, ti faccio saltare in aria il cervello cazzo!" urlai facendo un cenno a Zulema che subito afferrò il telefono, sapendo chi chiamare.
"Ti credi potente con una pistola in mano? Sei solo una lurida troia e hanno fatto bene a violentarti." disse un messicano ridendo ma non ci pensai due volte e gli sparai dritto sulla spalla.
Volevo vendicarmi per davvero.
Per tante notti avevo sognato di sparargli uno ad uno, togliendomi ogni soddisfazione possibile nel vedere i loro corpi privi di vita, togliendoli dal mondo di merda in cui vivevano.
"Tu devi essere il coglione della famiglia giusto? Mi ricordo di te. Sei il primo che ha sparato Zulema in quel deserto del cazzo, idiota!" urlai furiosa come non mai nel mentre che sentii alcune macchine della polizia in lontananza, Zulema non appena sentì le mie parole andò verso il ragazzo e gli diede un calcio dritto nelle palle, facendolo urlare dal dolore.
"Ti avrei dovuto uccidere subito." disse Ramala cercando di afferrare la pistola ma lo sparai dritto nella mano.
Avevo una mira impeccabile.
Grazie al mio scorpione.
"Stronza." disse accasciandosi in terra con la mano insanguinante e sorrisi soddisfatta nel mentre che gli altri due ragazzi corsero via impauriti ma vennero bloccati subito dalla polizia.
Il marito di Flaca scese dall'auto puntandogli la pistola contro e subito lasciai cadere la mia in terra, le mie mani stavano tremando dalla pura adrenalina.
"State bene?" ci domandò preoccupato raggiungendoci e scoppiai a piangere perché finalmente questa storia era conclusa nel vero senso della parola.
"Occupatevene voi, la porto a casa." disse il mio scorpione mentre mi riaccompagnava in macchina e nel mentre che mi infilavo la cintura la vidi stringere la mano di alcune persone.
Cercai di controllare i miei singhiozzi ma era impossibile, avevo rimosso cosa significasse avere paura di perdere qualcuno di così essenziale, importante.
Mi strinsi i capelli e urlai con tutta la forza che avevo in corpo, facendo spaventare per la prima volta Zulema che lentamente si sedette nel posto del guidatore.
"Amore." disse con le lacrime agli occhi e mi abbracciò delicatamente, mi fiondai tra le sue braccia e piansi fino a quando gli occhi non mi bruciarono.
"È tutto finito, abbiamo vinto noi." sussurrò accarezzandomi i capelli e annuii finalmente sollevata di aver chiuso un capitolo così importante per noi.
Uno dei più dolorosi.

Zulema mi passò delicatamente la spugna nelle spalle e chiusi gli occhi esausta da tutto ciò che era successo.
Rosa dormiva profondamente e non appena andai a prenderla da Saray la strinsi a me con tutta la forza che avevo, non volevo più lasciarla.
Le labbra di Zulema si posarono nella mia schiena nuda e una scarica di brividi mi colpii in pieno non appena mi abbracciò da dietro, eravamo nella vasca da bagno già da un po' e non avevamo ancora parlato.
Stavamo sfogando il nostro dolore così, con un bagno caldo in modo tale da cancellare qualsiasi dolore fisico.
"Piccola." sussurrò richiamandomi appoggiando la testa sulla mia spalla e strinse la mia vita da dietro con le sue cosce, facendomi sentire la sua presenza eccome e sapeva che avevo bisogno di lei come non mai prima d'ora.
"Mhm?" mugugnai senza forze e delicatamente mi fece sdraiare nel suo petto, accarezzandomi la mano piano.
"Sono qui, sono viva." la sentii dire debolmente e scoppiai a piangere un'altra volta staccandomi subito dal suo corpo afferrandomi il volto tra le mani.
"Okay, sfogati però guardami dritta negli occhi perché non sei sola." disse facendomi girare nella sua direzione e mi tolse le mani dal viso, il taglio sullo zigomo mi fece male e sussultai per il dolore guardandola subito.
"Ho avuto paura di perderti anche questa volta, ho avuto terribilmente tanta paura Zulema." incominciai calmandomi un minimo e subito le sue labbra si posarono sulle mie, baciandomi appassionatamente per zittirmi.
"Sono qui Macarena, sono qui cazzo." disse a denti stretti appoggiando la fronte sulla mia e feci un lungo respiro profondo.
"Io senza di te non vivo, non riesco a vedere la mia vita senza la tua esistenza unita con la mia." mormorai guardandola dritta negli occhi e una lacrima le rigò il viso, sul suo tatuaggio.
"La stessa cosa vale per me e so benissimo cosa provi perché quando ti ho tirata fuori dalla lavatri-" disse seria ma si bloccò di scatto incominciando a singhiozzare disperatamente anche lei.
"No Zulema, ti prego." dissi sorpresa abbracciandola e riempiendola ancora di più di schiuma, ma non me ne importò.
Continuai a piangere contro il suo collo e subito la sua mano strinse la mia nuca, abbracciandomi con tutta la forza che aveva in corpo.
"Smettila di consumare tutte queste lacrime per me, basta amore." dissi seria ma scosse la testa facendosi scappare l'ennesimo singhiozzo.
"Sono tutte le mie lacrime dolorose ed io ho deciso di dartele tutte quante, come ogni briciola del mio cuore." disse calmandosi un minimo e sorrisi baciandola sulle labbra.
"Tu hai detto tempo fa che la paura è uno dei sentimenti più inutili del mondo quindi non dovresti averne." dissi asciugandole le lacrime e rise leggermente riprendendosi un attimo.
" ma ti ricordo che in quel momento non mi ero resa conto di amarti." disse facendo spallucce e invitandomi ad uscire dalla vasca per poi svuotarla in mezzo secondo, ormai l'acqua era fredda.
Afferrò degli asciugamani al volo e non appena ci coprimmo sfregò le mie braccia con le sue mani per riscaldarmi, sorrisi per il gesto e mi alzai in punta di piedi per lasciarle un piccolo bacio sulle labbra, facendola rilassare subito.
"Non capisco dove vuoi arrivare." le sussurrai toccando con l'indice le sue clavicole sporgenti e delicatamente mi alzò il mento per guardarmi.
"Ti amo Macarena Ferreiro e la paura non è inutile se ami tanto qualcuno." mormorò appoggiando la fronte sulla mia e non dissi una parola perché questo discorso era talmente profondo da togliermi tutte le parole di bocca.
"È finita per davvero." dissi dopo alcuni minuti e la donna davanti a me annuì baciandomi un'altra volta con amore.
", e tu sei pronta?" disse regalandomi uno dei suoi sorrisi meravigliosi.
"Pronta per cosa?" le domandai incoscientemente e il mio scorpione scoppiò a ridere, rimasi a guardarla incantata e si morsicò il labbro forte.
"A passare il resto della tua vita insieme a me." disse ritornando seria e i suoi occhi si incastrarono subito con i miei, rimasi sorpresa dalla sua affermazione e mi avvicinai piano ad un centimetro dal suo viso, con il cuore che mi batteva all'impazzata nel petto.

"Io sono nata pronta."

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