55.

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Dopo alcune ore scattai in piedi e Amelia camminò verso di me, era stremata.
Saray mi strinse il braccio nel mentre che raggiungevo la mia amica in lacrime, non mi ero mai sentita così.
"È andato tutto bene, ho rimosso ogni centimetro di quel bastardo." disse ridendo leggermente ma la strinsi a me scoppiando a piangere, Saray si girò di spalle singhiozzando mentre abbracciavo Amelia come se fosse l'unica cosa che potesse farmi rimanere lucida, mi ero tolta un peso enorme dal petto.
Amelia mi strinse con tutta la forza che aveva in corpo e mi accarezzerò i capelli sussurrandomi alcune frasi rassicuranti.
"È tutto finito, Macarena calmati." disse con le lacrime agli occhi ma scossi la testa sfogando tutta l'ansia e la preoccupazione che avevo accumulato.
"Mantengo sempre le promesse." mormorò staccandosi dall'abbraccio e le sorrisi percependo le sue dita delicate asciugarmi le lacrime, le afferrai le mani e gliele baciai delicatamente per poi voltarmi verso Saray facendole un sorriso che venne ricambiato.
"Quando posso vederla?" le domandai in ansia e guardandomi attorno.
"Ha bisogno di tanto riposo e sopratutto si deve svegliare, io spero domani dato che l'intervento è andato perfettamente." disse facendo spallucce regalandomi un'altro dei suoi sorrisi meravigliosi e annuii sospirando.
"Allora ci vediamo domani e grazie per tutto quanto, sono in debito con te per tutta la vita." dissi guardandola dritta negli occhi ma Amelia scosse la testa.
"Beh, allora per saldare questo debito ti ordino di amarla per davvero." disse ridendo leggermente e il mio cuore prese a battermi più velocemente.
"Sarà fatto." mormorai facendole l'occhiolino e uscendo fuori mentre Saray mi raggiungeva.

L'indomani mattina mi svegliai abbastanza presto e salutai Lidia uscendo di casa, ormai vivevo praticamente da lei ma volevo assolutamente tornare nella mia roulotte.
Con Zulema al mio fianco.
"Bionda, sono qui!" urlò Saray alzando il braccio per salutarmi e la raggiunsi nel mentre che ordinavo un caffè, eravamo all'ospedale e speravo con tutto il cuore che Amelia mi chiamasse per comunicarmi il risveglio di Zulema, volevo vederla.
"Ciao, scusa il ritardo." dissi togliendomi gli occhiali da sole sorridendo alla mia gitana.
"Sono arrivata anche io da poco, stavo accompagnando Estrella a scuola." disse Saray sorridendo nominando sua figlia.
Il cameriere venne a porgermi il caffè e lo ringraziai con un sorriso sulle labbra continuando a parlare con Saray.
"Ma tu da quando lo sapevi del tumore?" le domandai incuriosita, volevo sapere tutta quanta la verità.
"Già da quando eravamo in carcere bionda, ma ovviamente Zulema non ha voluto ascoltare i miei consigli." disse facendo spallucce e sgranai gli occhi, quindi lo aveva da molti anni e non si era azzardata minimamente a confessarmelo.
Amelia mi aveva raccontato che questo tumore causava cambi improvvisi di umore e sopratutto della personalità.
E se lei avesse fatto tutte quelle scelte azzardate e pericolose a causa del tumore che aveva in testa? Tutto avrebbe avuto un senso, doveva essere per forza così.
"Avrebbe dovuto farsi aiutare fin da subito, non capisco perché sia così tanto orgogliosa, Saray io la amo." dissi serrando la mascella e la mia amica annuí sospirando.
"Bionda io lo so, te lo si legge in faccia e anche quando eravamo in carcere si vedeva tantissimo che la vostra non era una semplice amicizia ma un qualcosa di più forte, di vivo. Zulema è bravissima a mascherare ciò che prova, ma talvolta non riesce." disse bevendo il suo caffè lentamente e la guardai con più attenzione.
Zulema era l'orgoglio fatto in persona, preferiva essere torturata piuttosto che abbassare tutte quelle barriere che si trovava davanti, che le facevano da scudo e che le trasmettevano forza in qualsiasi occasione, da tutta la vita.
"Penso che se fosse morta il mio cuore si sarebbe spezzato in mille pezzi per l'ennesima volta." dissi toccandomi il viso nervosamente e sentendo l'ansia aumentare.
Doveva svegliarsi, doveva ritornare da me e non lasciarmi andare mai più.
"Quello che hai fatto è stato incredibile, l'hai trascinata via da quel deserto rischiando addirittura che anche tu venissi sparata e ricordiamoci pure che sei incinta. Quindi non solo hai messo a rischio la tua vita ma anche quella di tuo figlio." disse Saray afferrandomi la mano e stringendomela con forza, aveva ragione.
"Ed è proprio vero che quando stai per perdere una persona che ami nella tua mente si instaurano tutti i ricordi passati insieme, io li ho visti passare davanti a me nel mentre che ero in quell'elicottero. Ed è lì che ho realizzato che non potevo lasciarla morire, dovevo salvarle la vita come lei ha fatto con me quindi , ho preferito rischiare." mormorai asciugandomi velocemente una lacrima e Saray annuí compassionevole.
"Sei forte Maca, lo sei diventata dopo ogni crollo emotivo, sei andata sempre avanti e hai sputato sangue nonostante tutti i pianti e le delusioni. Io credo in te, sempre." disse con le lacrime che le rigavano il viso.
"E poi, hai riportato indietro la mia migliore amica, mia sorella, una delle persone più importanti della mia vita. Non smetterò mai di ringraziarti." aggiunse sorridendomi e annuii riprendendomi un attimo finendo di bere il mio caffè realizzando quanto effettivamente Zulema mi mancasse.
"Che dici andiamo dentro?" mi propose la mia amica e annuii incominciando ad incamminarmi all'interno dell'ospedale.
Tutti gli infermieri e medici correvano da una parte all'altra e per quanto potesse essere bello rivedere Amelia questo posto mi metteva comunque angoscia e ansia.
Svoltai a sinistra arrivando finalmente a destinazione e mi bloccai di scatto nel vedere Zulema addormentata, era stata intubata per poter respirare meglio e la testa era fasciata.
Il suo corpo sembrava ancora più esile e magro, ma almeno era viva.
"Eccoti, ti stavo giusto per chiamare! Potete entrare a turno, fate piano." disse Amelia salutandomi velocemente e l'abbracciai forte stringendola a me.
"Posso entrare prima io?" sussurrai in ansia e non appena Amelia mi diede il consenso entrai dentro e mi inginocchiai afferrando subito la mano di Zulema.
Scoppiai a piangere singhiozzando disperatamente e il rumore della macchina che regolava i battiti del suo cuore riempiva il silenzio della stanza.
"Hey, amore mio." sussurrai baciandole la mano con la voce letteralmente distrutta dal pianto e dalla disperazione.
"So che puoi sentirmi perché in quelli stupidi programmi televisivi di solito è così ma ti chiedo con tutto il cuore di svegliarti perché mi manchi. Mi manchi fino a stare male e mi sento morire perché voglio risentire la tua voce, vedere i tuoi occhi e percepire le tue mani toccare ogni centimetro della mia pelle. Te lo giuro su Dio, ti faccio cucinare quelli stupidi pancake che non sai fare quante volte vuoi, voglio guardare nuovamente la tua saga preferita e preparare i cupcake insieme a te. Nasconderò pure quella renna che odi, ma sopratutto voglio che diventi madre del feto che sto portando in grembo perché io ti amo e vorrei potertelo dire un'infinità di volte guardandoti negli occhi." sussurrai piangendo il doppio appoggiando il viso nel materasso stringendole la gamba come se potessi trasmetterle tutta la forza del mondo tramite il mio tocco.
"Non ho mai amato nessun altro in tutta la mia vita e non voglio perderti. Te lo giuro Zulema, sei tutto ciò di cui ho bisogno quindi svegliati ti prego, ritorna da me perché mi manchi." sibiliai sottovoce senza guardarla e chiusi gli occhi non staccando la mano dalla sua, ogni tanto le lasciavo dei piccoli baci.
Non so per quanto tempo rimasi in quella posizione ma le ginocchia mi facevano male da morire ed ero più senza fiato in corpo.
Sussultai dalla sorpresa non appena percepii la mano di Zulema stringere la mia e alzai la testa di scatto sconvolta.
"Zulema sono qui, mi senti?" mormorai sconvolta e chiamai subito Amelia, il mio scorpione aprí gli occhi e scoppiai a piangere mettendomi le mani davanti alla bocca sconvolta.
"Maca devi spostarti un attimo." disse la mia amica entrando infilandosi i guanti e annuii mettendomi di lato con Saray al mio fianco.
Amelia le tolse delicatamente il tubo che le permetteva di respirare e glielo sfilò piano dalla gola senza farle male, Zulema incominciò a tossire e riprese a respirare a pieni polmoni, riprendendosi del tutto.
"Segui il mio dito e stringimi le mani." disse Amelia puntandole una luce negli occhi e la mia regina araba seguì ogni suo movimento e rispose anche ad una serie di domande.
"Bene vedo che le attività cerebrali funzionano bene, inoltre qui ho l'ultima tac del post intervento ed è tutto ok." disse Amelia voltandosi nella mia direzione e lentamente mi avvicinai guardando Zulema innamorata come non mai e con un sorriso sulle labbra.
Aveva superato l'intervento, stava bene.
Era viva.
I suoi occhi neri mi scrutavano con attenzione e in un primo momento mi sorrise ma poi inarcò un sopracciglio confusa, staccando la mano dalla mia.
Il sorriso che avevo sulle labbra scomparii e il mio cuore si ruppe in mille pezzi non appena sentii la sua voce distruggermi l'anima per l'ennesima volta.

"E tu chi sei?"

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