3.

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1 months later, almeria.

Un mese passò velocemente e avevo deciso di continuare il mio rapporto con Lexa, ci stavamo frequentando sempre di più e con lei stavo bene anche se c'era sempre qualcosa che non andava all'interno della nostra relazione.
"Io credo di amarti." disse ad un certo punto nel mentre che eravamo rilassate nel divano di casa sua, mi paralizzai sul posto e il mio corpo era una statua, non mi aspettavo un'affermazione del genere e lentamente mi staccai dalla sua presa guardandola interrogativa.
"So che probabilmente è presto per dirtelo, ma io sono innamorata di te già da diverso tempo e volevo che lo sapessi." disse girandosi verso di me sorridendomi ma ero letteralmente sconvolta, anche perché erano sentimenti abbastanza importanti.
Lexa mi ricordava incredibilmente Riccia e scossi la testa alzandomi dal divano infilando il capotto.
"Non so cosa dire, scusami." mormorai serrando la mascella e feci spallucce scrivendo un messaggio veloce per avvisare le altre.
"Hey Maca non fa niente, io ci tenevo a dirtelo perché mi sembrava giusto così, non hai mai seguito il tuo istinto?" mi domandò sorridendomi e pensai subito a quando avevo baciato Zulema senza un minimo di esitazione.
A quando ero andata a letto insieme a lei, rendendo quella notte indimenticabile e perfetta.
Io e lei, nessun altro.
Per non parlare di tutte quelle volte che avevo cercato di ucciderla senza esitare.
Ecco cosa era per me l'stinto, prendere delle decisioni senza avere rimpianti perché era giusto così.
"Sì, ma questo per me è troppo." dissi avvicinandomi ad un centimetro dal suo viso e lasciandole un bacio sulle labbra che venne ricambiato subito.
La ragazza davanti a me annuì e mi sorrise rassicurandomi e lasciandomi a sua volta un'altro bacio teneramente come al solito.
"Vado." sussurrai sconvolta e senza pensarci due volte uscii a gambe levate da quella casa.

"Porca troia!" esclamai colpendo il volante nel mentre che guidavo, ero in ritardo a lavoro e guidavo come una pazza, premendo l'acceleratore con forza cambiando marcia.
"Ho un piano." disse Carlota al telefono nel mentre che superavo l'ennesima macchina.
"Non è il momento, Carlota." disse Marga ridendo leggermente e la mia amica borbottò arrabbiandosi, era una cosa talmente sconvolgente che mi venne un mal di testa atroce, non ci conoscevamo nemmeno da tantissimo tempo e già era sicura di amarmi?
Assurdo.
"Cazzo ha detto che mi ama, ma che ho fatto di male?" urlai dando un'altro colpo, erano le 9 di sera e accelerai un'altro po' arrivando quasi a destinazione.
Le parole di Lexa mi avevano spiazzato e mi pentii ad essermi aperta a lei, ero terrorizzata da tutto ciò che mi aveva confessato e non sapevo cosa fare.
Non volevo avere fretta di niente, mi sentivo soffocare e volevo tanto sparire.
"Maca, devi stare calma! Ora vai a lavoro e cerca di rilassarti, se vuoi dopo passiamo un attimo a salutarti, va bene?" disse Lidia con il suo solito tono rassicurante e annuii staccando la chiamata ed entrando dentro al locale.
"Hey John, perdonami!" esclamai entrando non appena vidi il mio capo e mi sorrise dicendomi che andava tutto bene.
"Oggi probabilmente ci sarà il pienone, ti voglio una figa stratosferica!" disse sorridendomi e scoppiai a ridere nel mentre che mi dirigevo nel nostro bagno privato, John era come un secondo padre per me e con lui potevo parlare di qualsiasi cosa.
Non aveva mai provato malizia nei miei confronti anzi, mi aveva subito messo a mio agio nel lavoro e la sua compagnia era piacevole.
"Hey Octavia!" esclamai alla mia collega nel mentre che mi toglievo la felpa indossando dei jeans neri a vita alta stretti e un top bianco sopra, con una scollatura abbastanza evidente.
"Ciao bella, tutto ok?" disse lei sorridendomi e ricambiai il sorriso incominciando a parlarle di varie cose, aggiornandola sul serio.
"Quindi, quella ragazza che viene spesso qui sta con te?" disse lei maliziosamente e annuii finendo di mettermi il mascara rendendo le mie ciglia ancora più lunghe, applicai anche un po' di rossetto e sorrisi davanti allo specchio.
"Stiamo insieme da 2 mesi." risposi facendo spallucce afferrando una camicia indossandola.
"Bella scelta però! Approvata!" disse lei dandomi una pacca sulla spalla e sorridendomi, scossi la testa divertita e mi spruzzai un po' di profumo per poi uscire fuori e andando dietro al bancone prontissima ad iniziare il turno.
Erano le 2 di notte e il locale si stava riempendo a dismisura, c'erano veramente tante persone e non smettevamo per un secondo di prepare drink, servendoli senza fermarci mai.
"Prova questo!" esclamò Octavia facendomi assaggiare una bevanda strana e feci una faccia stranita nel mentre che lo buttavo giù tutto d'un fiato, mi fece provare un pochino di sollievo.
"Che roba è?" urlai vicino al suo viso per farmi sentire a causa della musica alta e guardai la miriade di persone che ballavano e che si strusciavano tra di loro.
"Cointreau." disse riempiendomene un altro bicchiere e lo bevvi senza esitare, mi ci voleva proprio e sentii subito l'alcool scorrere impetuoso nel mio sangue, trasmettendomi calore.
Mi leccai le labbra e incominciai a riordinare le varie bottiglie di alcolici nelle mensole, muovendo i fianchi a ritmo della musica e vedevo che molte persone non staccavano gli occhi dal mio corpo davvero molto esposto.
Octavia rise guardandomi e scossi la testa divertita nel mentre che un ragazzo si avvicinò a me, avevo già capito le sue intenzioni.
"Hey, ma quanto siamo belle qui." disse sorridendomi e gli versai da bere ciò che mi aveva chiesto.
"Peccato che sono impegnata." risposi con un sorriso sulle labbra allontanandomi ma non si arrese afferrandomi per un polso e tirandomi verso di lui, facendomi quasi sbattere.
"Beh, per una volta potresti fare un'eccezione e venire con me." disse guardandomi maliziosamente e scossi la testa, il suo tocco mi irritava e sentivo già la tensione aumentare.
Mi era capitato tantissime volte che alcune persone ci provassero con me, ma ovviamente rifiutavo in qualsiasi occasione.
"Lascia perdere." dissi guardandolo male e staccandomi dalla sua presa, il ragazzo alzò le mani in segna di resa e sorrise chiedendomi un'altro drink.
"Che bel caratterino, mi piacciono le ragazze come te." disse appoggiandosi sul bancone e sporgendosi di più verso di me ma l'allontanai bruscamente perdendo la pazienza.
"Questa ragazza potrebbe spaccarti la faccia se continui a rompere i coglioni!" esclamai afferrandolo per il colletto e spingendolo furiosa, le sue intenzioni non mi piacevano e grazie al carcere non avevo paura di affrontare un uomo anzi, ero terrorizzata da me stessa perché la mia corazza era estremamente grande.
"Whoa d'accordo!" disse lui bevendo l'ultimo sorso e andandosene lasciandomi da sola.
Lo seguii con lo sguardo e alzai gli occhi al cielo infastidita, intanto le persone erano aumentate notevolmente e la musica era ancora più alta.
Serrai la mascella furiosa e mi girai afferrando altri bicchieri e scambiando due parole con Octavia, mi toccai i capelli nervosamente e sospirai sentendo la stanchezza sovrastarmi.
Ad un certo punto una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare e sgranai gli occhi sconvolta riconoscendola subito.
Sussultai mettendomi una mano sul petto nel mentre che una scarica di brividi colpii in pieno il mio corpo, percepii il mio respiro diventare subito irregolare e avevo il terrore di voltarmi.
Era la voce che mi aveva sempre spaventata e allo stesso tempo fatto provare emozioni indescrivibili, confessandomi un'infinità di cose che avevo custodito segretamente con tutto l'amore del mondo, tenendole strette a me non lasciandole scappare.

"Hey bionda, una vodka liscia grazie."

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