5.

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Un'altra settimana passò velocemente e non avevo smesso per un secondo di pensare all'incontro con Zulema, mi era mancata terribilmente e volevo rivederla ma non sapevo che fine aveva fatto, non l'avevo più rivista da nessuna parte.
Con Lexa le cose procedevano bene ma sembrava che dovessi stare con lei solamente perché avevo il terrore di stare male per il mio scorpione.
"Ti vedo più rilassata, ti senti meglio?" disse Lidia sorridendomi nel mentre che pranzavamo dato che avevamo entrambe il giorno libero.
"Sto bene, diciamo." dissi finendo la mia insalata guardando le varie persone che ridevano e scherzavano tra di loro.
"Non ti vedo convinta." rispose la mia migliore amica bevendo un sorso d'acqua e feci spallucce, era da un po' di tempo che non passavamo un momento insieme e mi mancava parlare con lei.
"Non sono mai convinta di niente in realtà, sto sbagliando tutto quanto da quando sono qui." mormorai smettendo di mangiare e toccandomi il viso nervosamente.
"Stai pensando a lei?" chiese Lidia sorridendomi amorevolmente e annuì nel mentre che alcune lacrime mi rigavano il viso, ma non dovevo piangere.
"La penso sempre e rivederla mi ha sconvolto la vita, un'altra volta." sussurrai scuotendo la testa appoggiando i gomiti nel tavolo.
"È normale Maca, purtroppo sei innamorata di lei ma ora devi pensare bene a cosa fare perché stai con un'altra persona. Non puoi giocare con i sentimenti, vuoi Lexa?" mi domandò seria e scossi la testa facendo spallucce, era inutile mentire.
Tutte le volte che eravamo andate a letto
insieme non avevo provato nessuna emozione, niente di niente.
"Ho sempre voluto Zulema ma sono stanca di stare male, basta sofferenza e basta lottare, non voglio illudermi per l'ennesima volta. In carcere sono successe troppe cose che mi hanno cambiato e sono diventata questa persona per merito suo, non riesco a perdonarla per tutto il male che mi ha fatto." dissi facendo spallucce sorridendo istericamente, Lidia sospirò e si porse per afferrarmi la mano osservandomi.
"Il perdono è una cosa potentissima Macarena, non solo fa stare meglio l'altra persona, ma guarisce anche te. Devi riuscire e perdonarla, solo quel poco ti fa capire cosa ti manca e cosa vuoi veramente, non è sbagliato perché tu hai bisogno di farlo. Non deve piacerti, non devi armarla per forza però perdonala ok?
E sopratutto perdona te stessa per averla odiata così tanto, lascia perdere ciò che è successo perché non ne vale la pena." disse Lidia sorridendomi con le lacrime agli occhi e mi alzai abbracciandola stringendola forte a me, se non avessi avuto lei nella mia vita probabilmente non ce l'avrai fatta.
"Ti voglio bene, ricordatelo sempre." dissi contro i suoi capelli e stringendola di più.
"Anche io, tesoro." disse ridendo leggermente accarezzandomi la schiena.

Dopo aver avuto un turno devastante a lavoro balzai in macchina e accesi un po' il riscaldamento realizzando quanto effettivamente il freddo stava diventando più pungente.
John mi aveva appena dato lo stipendio e depositai subito i soldi dentro la borsa, custodendoli segretamente e partendo per tornare a casa.
Madrid era incredibilmente bella di notte e mi incantai osservando le varie luci e i locali ancora aperti, svoltai a destra e imboccai la strada che portava a casa e non appena arrivai a destinazione spensi la macchina e scesi afferrando la borsa per cercare le chiavi.
"Bionda." disse una voce facendomi sobbalzare e sussultai mettendomi una mano sul petto e guardando Zulema seduta nella mia poltrona posizionata fuori.
"Ma sei impazzita? Sono le due di notte cazzo!" esclamai afferrando le chiavi e avvicinandomi verso di lei, menomale che vivevo circondata da una buona parte di montagna e non poteva sentirmi nessuno.
Mi piaceva la tranquillità e sopratutto amavo sentirmi libera senza pregiudizi da parte delle altre persone.
"Voglio parlare con te." disse il mio scorpione alzandosi e sistemandosi i pantaloni, era bellissima e scossi la testa scacciando quel pensiero.
Chiusi gli occhi non appena mi guardò e sembrava che il terreno stesse per risucchiarmi facendomi sprofondare, riuscivo a percepire tutti i muri abbattersi e sgretolarsi nelle mie mani.
"Innanzitutto, come diavolo hai fatto a sapere dove abito?" dissi furiosa e appoggiando la borsa nella poltrona.
"Ho le mie conoscenze." disse facendo spallucce e avvicinandosi ulteriormente, il suo atteggiamento mi fece innervosire e serrai la mascella distogliendo lo sguardo dal suo.
La sua mano afferrò il mio viso saldamente per poterla guardare meglio negli occhi e mi ci persi per quanto fossero profondi e magnetici, non avevano perso la loro potenza.
"Zulema." sussurrai chiudendo gli occhi e abbandonandomi alla sua presa, la sua mano era congelata e creava un certo contrasto con la mia guancia calda.
Mi era mancato tantissimo il suo tocco ma l'allontanai scuotendo la testa arrabbiandomi, con il cuore in gola.
"Smettila di respingermi ogni volta." disse guardandomi incredula e le puntai un dito contro.
"Peccato che tu avevi promesso di restare e mi hai voltato le spalle." dissi guardandola male e a quella affermazione la vidi incupirsi e scuotere la testa furiosa.
"Sono passati tre anni bionda, vuoi davvero rinfacciarmi tutto quanto adesso?" disse divertita e la voglia di darle uno schiaffo era molto alta.
"Per te sono tutte cazzate vero? È sempre stato così per qualsiasi cosa!" urlai dandole una spallata dirigendomi verso la porta per entrare dentro ma non appena l'aprii Zulema la richiuse forte sbattendomi contro essa.
"Non ho finito di parlare, chiudi quella cazzo di bocca e ascoltami, non sono venuta qui per niente." disse tenendo lo sguardo fisso sul mio e mi provocò una scarica di brividi in tutto il corpo.
"Sai di cosa me ne faccio delle tue stronzate?" le urlai furiosa ma uno schiaffo arrivò dritto sulla mia guancia facendomi girare il viso di lato.
"Bionda." ringhiò Zulema intrappolandomi ancora di più contro la porta e mi mancò il fiato sia per il colpo e per averla ad un centimetro dal mio viso.
"Allontanati, non ti voglio cazzo." dissi con il cuore che mi martellava nel petto ma Zulema sembrava non ascoltarmi.
"Hai qualcosa di mio, lo rivoglio indietro." disse sbuffando e staccandosi dal mio corpo.
"Non so di cosa tu stia parlando." sussurrai inarcando un sopracciglio confusa e dopo un secondo realizzai a cosa si stesse riferendo.
Voleva le lettere ed era venuta a riprendersele.
"Vaffanculo Zulema, cazzo." dissi aprendo la porta ed entrando in casa, speravo che mi seguisse ma rimase fuori tenendo lo sguardo fisso su di me ignorando la mia affermazione.
Aprii il cassetto del mio comodino e afferrai la busta ancora intatta per poi uscire e dargliela senza nemmeno guardarla in faccia.
"Almeno io ho mantenuto la promessa, al contrario tuo." sussurrai incrociando le braccia al petto serrando la mascella furiosa.
"Non sei cambiata di una virgola." disse scuotendo la testa incredula e a quella affermazione scoppiai a ridere avvicinandomi ulteriormente al suo corpo.
"Nemmeno tu a quanto vedo, sei sempre la solita stronza." dissi posando lo sguardo sulle sue labbra guardando i suoi occhi così profondi, mi sorrise in modo strafottente e la voglia di baciarla era molto alta, ma non dovevo cedere davanti alle sue provocazioni.
Il suo viso era teso e riuscivo a vederla chiaramente nonostante ci fosse buio ma i lampioni illuminavano gran parte della sua faccia.
"Ci vediamo, bionda." mi sussurrò avvicinandosi sfiorando con le labbra il punto dove mi aveva colpita e sussultai per averla così vicina, sembrava che avesse fatto quel gesto per scusarsi e per avermi colpita senza esitare, il suo profumo mi calmò all'istante e mi era mancato terribilmente sentirlo.
"Te ne stai andando nuovamente." dissi debolmente con gli occhi lucidi.
"Non ho mai detto che sarei rimasta." mormorò Zulema sorridendomi sparendo nella penombra, lasciandomi sola con tutti i miei incubi e ansie.

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