22.

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Román mi abbracciò forte non appena mi vide e alcune lacrime mi rigarono il viso dalla felicità, non ci vedevamo da parecchio tempo e la sua presenza mi era mancata notevolmente.
"Vieni." disse facendomi strada e annuii posando alcuni regali sotto l'albero di Natale in salotto, mi guardai attorno e la casa era bellissima come al solito, io e mio fratello ci eravamo visti parecchie volte da quando ero uscita dal carcere.
"Zia Maca!" urlò una vocina stridula alle mie spalle e mi voltai abbracciando mia nipote.
"Ciao piccolina, mi sei mancata." mormorai stringendola forte a me accarezzandole i capelli, era cresciuta tantissimo e aveva appena compiuto otto anni, Román aveva davvero ricominciato da zero.
"Guarda cosa mi ha portato Babbo Natale." disse prendendomi per mano e facendomi vedere alcuni giochi nuovi.
"Ciao Raquel." mormorai salutando la moglie di Román che mi abbracciò calorosamente.
"Dai zia Maca!" urlò la bambina strattonandomi e mi dovetti staccare per abbassarmi alla sua altezza.
"Wow, ma è la casa delle principesse Disney?" sussurrai entusiasta ma la bambina al mio fianco mi guardò male.
"No! È la casa di Barbie e Ken." disse infastidendosi e mi finsi sorpresa.
Come avevo fatto a non notarlo?
"Macarena ti piace la Fabada?" disse Raquel raggiungendomi e annuii alzandomi per sedermi nel divano in soggiorno.
"Ah non preoccuparti tesoro, lei mangia tutto." disse Román dandomi una pacca sulla spalla e lo guardai male.
"Stai ancora lavorando in quel locale?" disse un attimo dopo Raquel nel mentre che l'aiutavo ad apparecchiare.
"No." mormorai legandomi i capelli sedendomi a tavola incrociando poi le gambe.
"Come mai?" disse mio fratello inarcando un sopracciglio e afferrai il bicchiere bevendo un po' di vino pensando a cosa dire.
"Avevo bisogno di una pausa." mormorai dopo un po' facendo spallucce e ringraziando Raquel che mi porse il piatto.
"Da cosa esattamente?" disse Román confuso e sentii subito la tensione e l'ansia crescere nelle mie vene.
Non volevo raccontargli di Zulema, sarebbe successo un casino a dir poco grande e non avevo la forza mentale per affrontarlo.
"Da alcune cose." sbottai innervosendomi e fortunatamente Raquel venne in mio soccorso cambiando argomento.
Continuammo a mangiare in tranquillità parlando di varie tematiche ma notavo le occhiate che mi riservava mio fratello.
"Perché sei scomparsa negli ultimi mesi? Ho provato a chiamarti tantissime volte ma c'era sempre la segreteria inserita." disse quest'ultimo non appena finii di mangiare il dolce e persi la pazienza.
"Perché non riuscivo a respirare più, ho sempre desiderato la libertà quando ero all'interno del carcere. Ma viverla appieno è un'altra cosa." dissi serrando la mascella guardandolo dritto negli occhi.
"Quella donna ti ha rovinato la vita." sbottò riferendosi a Zulema ma scossi la testa arrabbiandomi il doppio.
"Non nominarla, non sai un cazzo." dissi alzando la voce e Raquel prese mia nipote in braccio portandola in camera per lasciarci la giusta privacy.
"Cosa mi stai nascondendo, Macarena? Non dirmi che sei ancora in contatto con lei!" urlò sbattendo un pugno sul tavolo e sobbalzai dalla paura.
"Non sono obbligata a darti delle spiegazioni, ma anche se fosse?" urlai a mia volta alzandomi furiosa.
"Stai scherzando spero, ti devo forse ricordare di come ha rovinato la nostra famiglia? Ha ucciso mia figlia!" esclamò alzandosi camminando nervosamente, mi vennero le lacrime agli occhi, aveva ragione ma non potevo scappare ancora dai miei sentimenti.
"Non sai cosa è successo in carcere, il nostro rapporto è cambiato." sussurrai avvicinandomi e mettendogli una mano sulla spalla.
"State insieme?" disse incredulo e sussultai non avendo il coraggio di rispondergli, rimasi in silenzio mentre alcune lacrime mi rigavano il viso e mantenni lo sguardo fisso su lui.
Senza fiatare.
"No, dimmi che non è vero." sussurrò guardandomi sconvolto sedendosi nel divano prendendosi la testa tra le mani.
"Mi dispiace." dissi singhiozzando disperatamente e sciogliendomi i capelli.
"Ti dispiace? Non ti permetterò di rovinare anche questa famiglia per colpa sua." sbottò alzandosi di scatto e facendomi indietreggiare dalla paura.
"Non è come pensi tu, Zulema non è stata un'avventura e neanche una vendetta!" urlai con tutto il fiato che avevo in corpo e percepii le vene del collo pulsarmi dalla rabbia.
"Mi sono innamorata di lei." aggiunsi abbassando la voce e asciugandomi le lacrime sentendo le gambe tremarmi.
"Non sai niente dell'amore Macarena, finirai per spezzarti in due come è già successo, a causa sua." disse alzando lo sguardo su di me serio, scossi la testa e mi avviccinai con cautela posandogli una mano sulla spalla ma si scansò guardandomi incredulo.
"Non essere mai stati innamorati vuol dire cercare continuamente qualcosa a vuoto, senza mai trovarla. E rimanere immobile mentre il mondo ti gira attorno, e sorridere solo se c'è un motivo. Sto sorridendo solo grazie a lei e non puoi strapparmela via." mormorai piangendo il doppio e il suo sguardo si addolcì un minimo, era la prima volta che lo dicevo a qualcuno dopo tanto tempo e mi sentivo incredibilmente bene, ma avevo questa maledetta incapacità di scappare via come se niente fosse.
Finivo sempre per inciampare nei luoghi dove avevo lasciato il cuore.
"Ho sentito abbastanza." disse sospirando e guardandomi dritto negli occhi, non smisi per un attimo di piangere e mi avvicinai a lui abbracciandolo forte stringendolo a me.
"Sei una delle poche persone che mi è rimasta, non allontanarmi dalla tua vita, non farmi questo." mormorai seria.
"Vattene, ho bisogno di metabolizzare questa cosa prima che decida di fare scelte della quale potrei pentirmi." disse furioso e annuii afferrando le mie cose uscendo da quella casa senza voltarmi indietro.

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