13.

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almeria, caravana.

Non desideriamo cose facili.
Desideriamo cose grandi, cose ambiziose, fuori portata.
Esprimiamo desideri perché abbiamo bisogno di aiuto, abbiamo paura e sappiamo di chiedere troppo, però continuiamo ad esprimere desideri perché, qualche volta, si avverano.
"Maca, come va l'insonnia?" disse la psicologa facendomi sobbalzare riportandomi alla realtà, la guardai attentamente e strabuzzai gli occhi.
"Ehm bene, ho fatto tutto quello che mi ha consigliato. Ho imparato a meditare e faccio tantissimo sport, ho ripreso già da diverso tempo pugilato e mi alleno ogni giorno." mormorai facendo spallucce e serrando la mascella.
"E ha funzionato?" mi domandò facendomi un sorriso preoccupato, già da diversi anni sapeva della mia situazione e mi aveva completamente obbligata a frequentare tutti gli incontri nonostante non volessi.
", adesso dormo un paio di ore al giorno." mormorai seria ma sapevo che il merito era di Zulema e del contatto con il suo corpo contro il mio, era sempre stata lei la causa dei miei incubi e riaverla con me mi aveva rassenerato completamente.
"Devi incominciare a prendere le medicine, non puoi continuare ad andare avanti così." disse la donna davanti a me seria ma scossi subito la testa agitandomi nel posto.
"No te l'ho già detto, non voglio prenderle. Non voglio diventare uno zombie, è una merda e voglio rimanere lucida, è come un-" dissi con lo sguardo perso nel vuoto ma una voce mi fece sobbalzare interrompendo il mio discorso.
"Come un tremore." disse una donna al mio fianco e girai la testa di scatto verso di lei, si chiamava Laura se non sbaglio e frequentava gli incontri già da un po'.
"Un tremore da dentro, come se ti fossi bevuta cinquanta redbul è così? Questo è il problema con l'adrenalina, il corpo ti chiede pericolo, non glielo dai e lui ti fotte. Non ti lascia dormire, non ti lascia riposare e fare una vita normale. Mi è successo di ritorno dall'Afganistan, dicono che sia una cosa comune tra i soldati. Fortunatamente anche il mio compagno l'aveva vissuto ed è l'unico che riesce a capirmi e a calmarmi." disse sorridendo e pensai a Zulema, a quando mi aveva stretta tra le sue braccia calmandomi raccontandomi di Fatima dopo l'ennesimo incubo, se non ci fosse stata lei probabilmente sarei messa peggio di così e la mia amica Laura aveva perfettamente ragione.
Il mio corpo richiedeva pericolo in ogni istante e l'unica che riusciva a colmare ogni vuoto era solo il mio scorpione.
"Laura giusto?" le domandai facendole un cenno e annuì senza staccare gli occhi dai miei.
"Sì, ma gli amici mi chiamano Flaca." mi mormorò sorridendomi e ricambiai trovandomi subito a mio agio con lei.
Eravamo tutti quanti vittime di noi stessi, per quanto ci sforzavamo di cambiare e di adattarci, di essere quello che ci aspettavamo.
Ma alla fine vinceva sempre la nostra parte più autentica, la più animale.
Io non avevo bisogno che un sogno mi dicesse chi ero realmente, sapevo già chi ero da tantissimo tempo.

Una volta tornata dalla riunione entrai in casa e venni sommersa da scatoloni e valigie, Zulema stava scegliendo la sua roba e la guardai incantata.
"Potevi chiamarmi e ti avrei aiutata più che volentieri." dissi appoggiando la borsa e togliendomi il capotto notando il suo nervoso.
"Sono da due ore che sto cercando di sistemare tutto quanto, non credevo di avere così tanta roba con me." disse sedendosi nel letto e ne approfittai per andare vicino a lei e abbracciarla stringendola a me.
"Rilassati, ti aiuto io." mormorai vicino al suo orecchio e le lasciai dolcemente un bacio sulla guancia.
"Solamente perché ora viviamo insieme non significa che puoi baciarmi quando vuoi." disse divertita e le tolsi una ciocca ribelle dal viso.
"Faccio quello che voglio, e se decido di baciarti lo faccio senza esitare." sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra e la vidi sorridere maliziosamente.
"Allora perché non lo fai?" mormorò infilando la mano sotto alla mia felpa per accarezzare la mia schiena e notai che mi provocò come al solito miliardi di brividi.
"Non decidi tu per me." dissi imitando la sua voce facendole un sorriso a trentadue denti staccandomi dal suo corpo per osservare la montagna di roba sul divano.
"Bionda, io non parlo così!" ringhiò Zulema dietro di me offesa ma la scansai aprendo il mio armadio e guardandolo con attenzione nel mentre che le sue mani si posavano sulla mia vita stretta spingendomi contro di lei.
"Come osi rifiutarmi in questo modo?" sussurrò ridendo piano baciandomi il collo.
"Non ti sto rifiutando." dissi mordendomi il labbro per poi spingerla lontana da me, se avessimo continuato non avremo mai concluso nulla, con un colpo secco spostai tutti i miei vestiti e liberai un po' di spazio anche per lei.
"Ecco a te, se non ci dovesse stare tutto lì più in basso ci sono altri due cassetti liberi." dissi sorridendole aiutandola a posizionare ogni suo vestito, scoppiai a ridere perché notai che aveva praticamente felpe larghissime e dello stesso colore: nero.
"Io voglio quella felpa!" esclamai afferrandola e Zulema scoppiò a ridere piegando le sue maglie a maniche corte.
"Bionda, non puoi rubarmi tutto l'armadio ne abbiamo già parlato." disse seria ma con un piccolo sorriso in volto.
"Ma a me piace il tuo stile e non ho felpe così, dai solo una." dissi andando verso di lei spingendola verso di me ma il mio scorpione scosse la testa divertita e sporsi il labbro facendo gli occhi dolci.
"Ho detto di no. E poi non è colpa mia se tu indossi sempre quei vestiti, sembra che Barbie si sia impossessata di te." disse seria ma circondai il suo collo con le braccia ridendo e la strinsi a me nel mentre che incominciavo a lasciarle dei piccoli baci sulla guancia scendendo verso il collo.
"Una." sussurrai accoccolandomi ancora di più a lei e la sentii sbuffare incredula.
"Fanculo bionda, va bene." disse arrendendosi dopo un po' e sgranai gli occhi felice afferrandola subito incominciando a sbottonarmi la camicia sotto al suo sguardo carico di desiderio.
"Che stai facendo?" disse a bocca aperta nel mentre che rimanevo in intimo davanti a lei e la vidi leccarsi le labbra.
"Non sto facendo nulla." mormorai facendo spallucce con uno sguardo innocente e la vidi chiudere gli occhi serrando la mascella.
Volevo provocarla ma sopratutto volevo sentirmi incredibilmente desiderata da lei, sapevo che mi voleva ma come al solito era troppo orgogliosa per ammetterlo.
Afferrai la sua felpa e la indossai notando che mi arrivava sopra al ginocchio ed era grandissima, l'annusai inspirando il suo profumo meraviglioso e chiusi gli occhi rilassandomi.
"È mia ora." risposi felice sotto al suo sguardo sorpreso e mi avvicinai scoccandole un bacio sulla guancia ma la sua mano afferrò la mia gola non troppo forte per bloccarmi.
"Tu sei mia." disse facendomi un sorriso strafottente che ricambiai senza esitare.
Con una semplice frase mi aveva provocato delle emozioni incredibili, facendomi sentire speciale anche per delle piccole cose.
Mi toccai il viso sorridendo e l'abbracciai accoccolandomi nell'incavo del suo collo, mi strinse a sé per un tempo interminabile e mi sentii bene tra le sue braccia, come al solito.
"Posso prenderne un'altra?" sussurrai sfregando le labbra sul suo collo ma scoppiò a ridere accarezzandomi i capelli.
"Vedremo." disse afferrandomi il viso tra le mani e mi vennero i brividi non appena incatenai i miei occhi ai suoi.
Stavamo iniziando a condividere le nostre cose e non desideravo altro se non conoscere ogni aspetto della sua vita e del suo carattere estremamente difficile e complicato.
Ma le cose semplici non mi sono mai piaciute e Zulema non era una di quelle.

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