20.

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almeria, nochebuena, 24/12.

we keep this love in a photograph
we made these memories for ourselves
where our eyes are never closing
hearts are never broken
and time's forever frozen still.
and if you hurt me
that's okay baby, only words bleed
inside these pages you just hold me
and i won't ever let you go
wait for me to come home.

Mi svegliai ancora assonnata e la prima cosa che feci fu di andare in bagno e di lavarmi lentamente, rilassandomi sotto al getto dell'acqua bollente.
Oggi era la vigilia di Natale e non vedevo l'ora di trascorrere ogni istante insieme a Zulema.
Una volta asciugata mi vestii indossando la sua felpa e mi lavai i denti energicamente sistemandomi i capelli rendendoli mossi.
"Buongiorno, donna che sussurrava alle caramelle." disse il mio scorpione non appena mi vide e scossi la testa afferrando una tazza.
Le sue mani si posarono sulla mia vita e mi morsicai il labbro mentre salivano sempre più in alto fino a depositarsi nei miei seni che strinse con forza facendomi sussultare.
"Zulema." mormorai senza fiato mentre si allontanava divertita ma la guardai male nascondendo un sorriso bevendo il caffè.
"Che vuoi fare oggi?" le domandai guardandola attentamente e mi fece un cenno verso il divano, lo seguii con lo sguardo e notai una pila di dvd della Disney posizionati con cura sopra di esso.
"E questi quando li hai presi?" dissi confusa ma felice dopotutto.
"Ieri, quando tu stavi guardando quella renna spastica posizionata lì." borbottò indicandola e la guardai sconvolta.
"Non ti azzardare ad insultarla!" esclamai facendola ridere e mi avvicinai sensualmente davanti a lei, la vidi sgranare gli occhi e sogghignai divertita abbassandomi e posizionando le mani sulle sue cosce.
"Stiamo davvero discutendo per una renna?" disse Zulema incredula ma si morsicò il labbro cercando di regolarizzarsi.
"Può darsi." mormorai facendo spallucce ma sussultai ritrovandomi sopra al tavolo.
"Non provocarmi." disse il mio scorpione mordendomi il labbro con forza e tirandolo con decisione facendomi mugugnare dal dolore.
"Lurida figlia di puttana." sbottai spingendola leggermente e sorrise lasciandomi un bacio sulle labbra, passammo tutto il pomeriggio a guardare i film e ogni tanto Zulema faceva alcune battute facendomi ridere imitando i personaggi e cantando le varie canzoni.

La sera si inoltrò notevolmente e già da diverse ore mi trovavo seduta nella poltrona fumando tranquillamente.
Guardai le stelle e feci uscire il fumo dalle labbra guardandomi attorno sorridendo per le nostre decorazioni.
Zulema era dentro e la sentii uscire, notai che aveva un pacco tra le mani ed era visibilmente nervosa, me lo consegnò con le labbra serrate e boccheggiai leggermente.
Sembrava una bambina piccola che aveva paura di sbagliare anche la minima cosa, per poco non piansi.
La guardai sconvolta e sul mio volto spuntò un piccolo sorriso, non l'avevo mai vista fare questo genere di cose.
"Zulema che fa un regalo?" mormorai divertita alzandomi e togliendomi la coperta da sopra alle gambe.
"Mhm." disse allungando ancora di più il braccio e la guardai sorridendo.
"Cos'è una bomba? Le budella di un parente?" domandai ironica ma il suo volto era ancora molto teso.
"Aprilo cazzo." disse serrando la mascella e l'afferrai scartandolo con un sorriso sulle labbra, la guardai velocemente e accennò un sorriso non staccando gli occhi da me, osservando ogni mio movimento.
Tolsi la carta e sorrisi tenendo tra le mani una macchina fotografica per fare le polaroid, aprii la confezione sentendo il suo sguardo penetrante addosso.
Non sapevo che dire ed ero emozionata nel sapere che aveva deciso di farmi un regalo per il nostro primo Natale insieme, risi leggermente afferrando la macchina fotografica e mi voltai guardandola senza smettere di sorridere.
"Beh, ti andrebbe di fare una foto?" le domandai con un pizzico di paura nella voce e la vidi sospirare.
", per ricordarci come eravamo giovani, come eravamo sexy e che eravamo libere. E che soltanto in parte, insieme ci siamo sentite meno sole." disse seria senza staccare gli occhi dai miei e sorrisi.
"Allora dai, facciamoci la foto." mormorai facendo spallucce mettendomi al suo fianco, era la nostra prima foto insieme ed eravamo entrambe visibilmente agitate, Zulema non era abituata a questo genere di cose.
"Schiaccia il pulsante, forza." dissi sorridendo mentre la sua mano si depositava vicino alla mia, sfiorando le nostre dita.
"Schiaccio? Ora?" mi domandò in ansia e annuii mentre le circondavo le spalle e la stringevo a me, feci un sorriso e mi avvicinai ancora di più sfiorando il suo viso e di conseguenza Zulema scattò.
La foto uscii subito dalla macchina fotografica e la guardai mentre i fuochi d'artificio scoppiavano nel cielo.
Era scoccata la mezzanotte.
"Buon Natale, bionda." mormorò il mio scorpione senza smettere di sorridere e mi avvicinai con cautela lasciandole un lieve bacio sulle labbra che venne ricambiato subito.
Era come se in quel momento così intimo tutte le nostre barriere si erano innalzate scontrandosi tra di loro.
Sventolai la foto aspettando che si formasse l'immagine e l'appoggiai nel tavolino davanti a me nel mentre che il mio scorpione afferrò una bottiglia di vodka.
"Anche se quasi tutte le relazioni finiscono male, di sicuro non dimenticheremo i bei momenti passati insieme, no?" disse sorridendomi e annuii avvicinando il bicchiere e pensando a cosa dire.
"Alle relazioni che non finiscono mai." dissi brindando bevendo tutto d'un fiato il liquido all'interno, Zulema mi sorrise e bevve dei lunghi sorsi dalla sua bottiglia, la guardai incantata e il mio sguardo si posò sui movimenti che faceva la sua gola mentre mandava giù un po' di alcool.
"Whoa, e ora musica." disse accendendo le casse e mi sedetti accendendomi un'altra sigaretta nel mentre che la guardavo ballare.
Era incredibilmente bella e mi sorrise muovendosi a ritmo della musica, la tensione era quasi del tutto svanita e sorrisi afferrando la nostra foto.
"Hey, potete darmi una mano?" disse ad un certo punto un ragazzo camminando verso di noi e sobbalzai serrando la mascella, inarcai un sopracciglio confusa e mi meravigliai nel trovare qualcuno qui.
Solitamente questo posto era deserto e non veniva mai nessuno tranne le mie amiche, guardai con più attenzione il ragazzo ed era letteralmente uno sconosciuto per me, non l'avevo mai visto.
"Stavo andando ad una festa e mi si è spenta la macchina a cinquanta metri da qui, non riparte e sono a piedi." disse visibilmente nervoso e mi alzai mettendomi davanti a lui, il suo atteggiamento non prometteva nulla di buono e mi irritai subito.
"Se hai bucato o hai problemi alla batteria possiamo aiutarti." mormorai seria avvicinandomi ancora di più e incominciò a farfugliare gesticolando, Zulema intanto mi raggiunse e sgranò gli occhi nel vedermi parlare con lui, fece per dirmi una cosa ma due uomini la circondarono bloccandola.
Il panico si impossessò di me e uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia facendomi cadere a terra.
"Tranquilla." mi sussurrò il ragazzo mettendosi sopra di me incominciando a baciarmi il collo, puzzava di alcool e mi venne subito la nausea.
"Idiota!" urlò Zulema ad un certo punto dando un calcio ad uno di loro e mi arrabbiai cercando di rimanere lucida.
"Ti ammazzo puttana, credevi veramente di esserti liberata di noi?" disse uno e sgranai gli occhi ricordandomi ciò che mi aveva raccontato mesi fa e del brutto giro in cui era finita.
Venne spinta contro la roulotte da un uomo abbastanza alto e possente, cercai di muovermi ma il ragazzo sopra di me non me lo permetteva.
"Non ti azzardare a toccarmi stronzo." la sentii dire furiosa ma uno schiaffo le arrivò diritto in faccia.
"Lo sappiamo che sei stata tu ad ucciderlo e non la passerai liscia." disse l'uomo posando le labbra sulle sue e sgranai gli occhi.
Mi sentii male in quel momento e la prima cosa che mi venne in mentre di fare fu di dare un calcio al ragazzo sopra di me e di spaccargli la testa con una pietra abbastanza grande.
Non si mosse nemmeno di un millimetro e me lo tolsi da dosso schifata, mi alzai sistemandomi i pantaloni e guardai il mio scorpione.
"La pagherai cara, brutta stronza." sentii dire con rabbia e velocemente afferrai la pistola posizionata dietro alla poltrona, mi guardai attorno e notai che erano rimasti solo in due.
Se c'era una cosa che avevo imparato stando con Zulema era di non avere paura di affrontare le cose, anche se era la più insignificante.
Non dovevo mai tirarmi indietro e come lei mi aveva difeso un'infinità di volte dovevo farlo anche io.
Ricaricai la pistola con una rabbia disumana addosso e schiacciai il grilletto sparando ad entrambi gli uomini senza pietà.
Non era la prima volta che uccidevo una persona ma non avevo nessun tipo di rimpianto, l'avrei rifatto altre mille volte.
Zulema si alzò stordita e notai un po' di sangue sul suo viso, mi precipitai verso di lei e la guardai con la mascella contratta.
"Stai bene?" dissi ingoiando il grosso groppo che avevo in gola e annuì guardando i cadaveri.
"Dobbiamo sistemare questo macello subito!" esclamai decisa e l'aiutai a depositarli nel cofano, avevo tantissima adrenalina in corpo e in poco tempo fummo in un luogo sperduto circondato da tanti alberi.
"Passami la pala, subito." dissi scavando come una furia e Zulema mi guardava sconvolta ma non ci pensai e continuai a fare quello che stavo facendo.
"Bionda, calmati." disse afferrandomi per un braccio ma mi scansai dalla sua presa.
"Non mi toccare, aiutami cazzo!" urlai scavando una buca enorme con tutta la forza che avevo.
"Non credevo che potessero sapere dove abitavo, dico sul serio." disse trasportando i cadaveri e li fece rotolare nella buca con forza.
"Non importa." sbottai ancora incredula da tutta questa situazione.
"Okay, basta così." mormorò finendo di cancellare qualsiasi traccia e mi sedetti senza fiato, percependo tutta la mia rabbia scorrere nelle vene.
"Potevi sparare in aria e sarebbero scappati ma no, boom boom boom." aggiunse posizionando le cose in macchina e serrai la mascella tesa.
"Brava Maca, hai superato tutti i tuoi limiti, tutti quanti." aggiunse incredula e alzai lo sguardo su di lei.
"Non sono un'assassina!" esclamai innervosendomi.
"E questo come lo chiami? Uno sfogo?" disse infuriandosi e a quel punto persi la pazienza.
"Ma che volevi che facessi? Eh? Ho fatto quello che dovevo." sbottai furiosa prendendomi il viso tra la mani, Zulema si sedette al mio fianco stremata e sentii il suo sguardo addosso.
"Stai bene?" mi domandò con calma dopo alcuni minuti e riuscii a percepire tutto il freddo attraversarmi il corpo.
" sto bene, è questo il problema." mormorai guardandola dritta negli occhi e feci spallucce.
"Ma dai." disse il mio scorpione scuotendo la testa ma guardai un punto davanti a me cercando di calmarmi.
"Benvenuta all'inferno, sei nella parte che fa più paura e dove accadono le cose più brutte e le cose belle." aggiunse dopo alcuni secondi riposando lo sguardo su di me e mi voltai guardandola attentamente.
"Non ho paura di niente se ci sei tu con me." mormorai posando lo sguardo sulle sue labbra e la baciai mentre alcune lacrime rigavano il mio viso, avevo avuto una paura tremenda nel vederla in difficoltà con quegli uomini, volevo difenderla da ogni male possibile e se le fosse successo qualcosa di brutto non me lo sarei mai perdonata.
Ci stavamo provando davvero, ad essere più forti di prima e di non guardare il passato, tutte le nostre situazioni successe nel nostro rapporto spezzavano qualcosa dentro di noi ma dopo diventava ancora più grande, più forte e più solido.
"Sono qui." sussurrò Zulema contro la mia bocca e sospirai abbracciandola molto forte.
"L'avrei rifatto altre mille volte se ne avessi avuto l'occasione, quello che ho capito stando con te è che ho sempre permesso al passato di influire in modo negativo sul mio futuro, non voglio che accada più." le spiegai accarezzandole la guancia stringendola ulteriormente riferendomi a ciò che era successo poco fa.
"Sei tu il mio presente e mi voglio concentrare solo su di te." aggiunsi alzandole il viso e notai i suoi occhi illuminarsi a causa delle mie parole, Zulema appoggiò le labbra sulle mie ed era come se volesse rappresentare tutte le fatiche che avevamo fatto per arrivare fino a qui, con lei.
"Non ho mai sentito di appartenere a nessun posto, ma tu mi fai sentire come se ci fosse un posto per me." disse seria guardandomi dritta negli occhi e una lacrima mi rigò il viso ma venne subito asciugata dalle sue labbra.
Mi nascosi nell'incavo del suo collo e inspirai il suo profumo che mi fece calmare all'istante e la strinsi al mio corpo.
"Andiamo a casa, bionda." disse alzandosi porgendomi la mano che venne stretta subito dalla mia, mi sedetti sul posto del passeggero dato che non avevo nemmeno la forza necessaria per guidare, il mio scorpione mise in moto e non lasciò la mia mano fino a quando non tornammo a casa.

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