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15:00 p.m, almeria.

Il suono del telefono mi fece sobbalzare e lo afferrai goffamente svegliandomi del tutto, erano le tre del pomeriggio e avevo dormito per un'ora.
"Pronto?" dissi con la voce impastata dal sonno e mettendomi seduta, i miei capelli erano scompigliati e li sistemai automaticamente.
"Ciao Macarena, sono Lexa." disse una voce esile e sgranai gli occhi alzandomi del tutto.
"Oh, ciao Lexa! Quella del bar giusto?" mormorai andando in cucina per bere un sorso d'acqua, non pensavo che mi chiamasse quasi subito ma era stata di parola, almeno.
"Sì sono proprio io, ti andrebbe di uscire questa sera?" mi domandò nervosa e istintivamente sorrisi per il suo tono di voce un pochino agitato, non ero più abituata.
"D'accordo, vengo a prenderti io?" le domandai appoggiandomi nel bancone e mordendomi il labbro inferiore piano.
"Va benissimo, ti aspetto al bar alle 8." disse cercando di trattenere un gridolino di felicità e riattaccai sospirando.
Mi stavo rimettendo in carreggiata dopo tanto tempo e la mia paura non era di starci male, ma di far soffrire le altre persone che mi stavano accanto.
Dopo tutti quegli anni al di fuori dal carcere avevo imparato ad avere un pizzico di consapevolezza in più, non volevo più avere paura di qualsiasi situazione, anche con la più insignificante.
Ma come si poteva andare avanti quando una persona ti aveva spezzato il cuore in due?
Mi ero lasciata andare senza pensarci due volte, abbandonandomi ad ogni sfumatura che Zulema aveva, non staccandomi per nessuna ragione al mondo.
Erano passati tre anni e la voglia di riaverla tra le mie braccia era molto alta, non avevo smesso di pensare a lei, era la mia parte mancante ma nessun pezzo dentro di me poteva essere riunito se io stessa ero disintegrata.
Però cosa dovevo fare d'altronde?
Andare avanti e stringere i denti, continuare a ricostruire quella corazza che lei stessa aveva buttato giù senza nemmeno sfiorarla.

"Dovresti metterti quel vestito lì!" esclamò Carlota rovistando nel mio armadio e lanciandomi addosso alcuni vestiti provocanti.
"No, i jeans neri ci stanno meglio con quel maglione." disse Lidia squadrandomi ripetutamente e fare un cenno di approvazione.
Carlota si girò sconvolta e la guardò male, scoppiai a ridere per le loro facce e lentamente mi sdraiai nel letto.
"Io tecnicamente non vi ho chiamate." mormorai sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
"Ma siccome ci vuoi tanto bene, ti aiuteremo con questa uscita e devi essere perfetta!" esclamò Marga battendo le mani in aria felice riprendendo a fare ciò che stava facendo, sbuffai divertita girandomi su un fianco e notai la miriade di vestiti che si erano accumulati nel divano.
"Credo che indosserò i jeans e quel maglione lì, non è un appuntamento in fin dei conti." sussurrai alzandomi, avevo ancora l'accappatoio addosso e i capelli umidi.
"No, il vestito!" urlò Carlota infuriandosi ma per poco non svenne non appena afferrai quello che avevo scelto e mi rifugiai in bagno.
"Apri!" urlò furiosa ma chiusi la porta a chiave e risi scuotendo la testa divertita ma dopo un po' la mia amica si arrese e non appena uscii fuori rimase a bocca aperta squadrandomi.
"Sì, al diavolo il vestito." disse Lidia sorridendomi, dando poi una piccola gomitata alla donna al suo fianco, scherzosamente.
"Decisamente." sussurrò Carlota emozionandosi e mettendosi le mani davanti alla bocca, scoppiai a ridere non appena le vidi e mi guardai allo specchio, i jeans fasciavano le mie gambe magre e lunghe, rendendole ancora più slanciate e il maglione che indossavo valorizzava ancora di più i miei capelli biondi.
"Sei bellissima." disse Marga sorridendomi e anche le altre annuirono non staccando per un attimo gli occhi dai miei.
"Ok ora dobbiamo truccarti!" esclamò Carlota afferrando alcuni trucchi depositati in bagno e si avvicinò applicandomi un'ombretto scuro che esaltava ancora di più i miei occhi.
"Eye-liner? Che ne pensi?" disse guardando Lidia ma quest'ultima scosse la testa.
Sorrisi divertita guardandole ed erano buffe nel mentre che decidevano cosa mi stava meglio.
"Ok, il mascara glielo metto io perché sennò tu le cavi un'occhio." disse Lidia puntando un dito contro Carlota e risi non appena la mia amica mise il broncio.
Lidia applicò con molta cautela il mascara sulle mie ciglia e le rese ancora più lunghe e perfette, evidenziando il verde dei miei occhi.
"Il resto posso farglielo io? Giuro che non le cavo nessun occhio." disse Carlota infastidita e avvicinandosi ulteriormente al mio viso, intanto Marga mi aveva asciugato i capelli e stava usando la piastra per rendermeli mossi.
"Vai tranquilla." le sussurrai nel mentre che finiva di truccarmi, dopo una decina di minuti finirono e sorrisero per il risultato, mi alzai e andai davanti allo specchio e rimasi a bocca aperta.
"Sei splendida." sussurrò Lidia mettendomi il capotto nelle spalle e le sorrisi notando quanto effettivamente stessi bene.
"Vado." mormorai leggermente in ansia, sapevo già che non avrei avuto chissà quali aspettative con Lexa, però volevo provarci.

Non appena arrivai davanti al solito bar parcheggiai la macchina e sorrisi andando davanti a lei, attirando la sua attenzione.
"Hey." mormorai non appena mi vide e spalancò la bocca squadrando ogni centimetro del mio corpo senza farsi problemi.
"Ciao, sei bellissima." disse Lexa dandomi un lieve bacio sulla guancia e ricambiai facendole cenno di camminare.
Si mise al mio fianco e sfiorò leggermente la mia mano con la sua, non provai assolutamente niente ma decisi di lasciar stare.
Volevo ritrovare un attimo di spensieratezza e godermi questa uscita, senza pensare a niente.
"Dove mi porti?" disse sorridendomi e notai quanto effettivamente fosse una bella ragazza.
"Vedrai." le sussurrai leccandomi il labbro e a quella vista la vidi sussultare.
Entrammo in un locale dove le persone stavano ballando e la trascinai con me sedendomi nelle poltroncine situate al lato della sala.
"Jasper, portaci il solito." esclamai al barista per farmi sentire dalla musica e annuí incominciando a preparare il tutto.
Mi girai verso la ragazza al mio fianco e notai che non aveva smesso per un secondo di guardarmi, non so perché ma il suo sguardo non mi trasmetteva nessuna emozione.
Non mi faceva sentire desiderata ne tantomeno amata.
"Allora, parlami un po' di te." mormorai fissandola dritta negli occhi, la vidi sbuffare e nel mentre si avvicinò ad un soffio dalle mie labbra nel mentre che tutti gli altri ballavano.
"Dobbiamo per forza parlare?" disse guardandomi maliziosamente e scossi la testa posando le labbra sulle sue baciandola con decisione.
Sussultai non appena il mio corpo non ebbe nessuna reazione ma scacciai quel pensiero intrecciando la lingua con la sua e accarezzandole la guancia.
"Aspettavo da tanto questo momento." sussurrò baciandomi ripetutamente le labbra ma subito dopo mi scansai afferrando il mio bicchiere, bevvi l liquido all'interno tutto d'un fiato e la gola mi bruciò dopo mezzo secondo facendomi stare decisamente meglio.
"È la prima volta che vieni qui dentro?" le domandai vicino al suo viso e scosse la testa guardandosi attorno.
"Ci sono venuta altre volte, di solito vengo qui il fine settimana." mormorò sorridendomi e annuii facendole altre domande e scoprendo cose su di lei, giusto per conoscerla.
"Quindi ti sei trasferita qui l'anno scorso? Non lo sapevo." dissi incrociando le gambe e guardandola con più attenzione.
"Sì, non sono in buoni rapporti con la mia famiglia e ho deciso di trasferirmi." disse facendo spallucce e finendo il suo drink, ne ordinai subito un'altro senza staccare gli occhi dai suoi.
"Tu invece? Sei in buoni rapporti con la tua famiglia?" mi domandò curiosa e serrai la mascella nel mentre che vari flashback colpirono la mia mente.
"Sì, sono in buoni rapporti." mormorai accennando un sorriso non del tutto vero e continuammo a parlare nel mentre che Zulema sovrastava la mia mente.
Di nuovo.

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