Aria di crisi.

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In azienda tirava una bella aria, eravamo tutti contenti di aver finito il locale, il sito web, le pagine sui social. Era tutto pronto.
Prima di andare nel mio ufficio chiesi in giro del signor Alvaro, lo vidi camminare verso di me sorridendo e rimase ancora di più felice dopo aver saputo la notizia.
"Ottimo lavoro, non vedo l'ora di sapere cose ne pensano i clienti dopo aver finalmente visto il locale aperto, immagina la gioia" disse.
"Inizieremo al più presto, i ragazzi sono andati proprio ora lì" risposi "sarà stupendo" aggiunsi sorridendo.
"Confido in voi e ripeto, per qualsiasi cosa non esitate a venire da me" disse con entusiasmo.
Ci fu una breve conversazione dopodiché salii in ufficio, feci un po' di pulizia nel computer e nello studio, notai delle cartelline e decisi di dividere i vari profili dei dipendenti ognuno in una cartellina diversa.
Barbara bussò per poi aprire la porta e comunicarmi di andare in sala riunioni.
La seguii e all'interno trovai anche Mila e Mad.
Prendemmo posto e restammo tutte in silenzio finché Barbara si decise a parlare.
"Io e Dylan abbiamo litigato, non vuole parlarmi, abbiamo avuto una discussione, entrambi abbiamo detto cose che non dovevamo dire, abbiamo esagerato e Dylan mi...mi ha lasciata" disse per poi schiarirsi la voce.
"Cosa? Perché?" chiese Mad.
"È molto teso, soprattutto da quando è andato via Cole, è molto stressato" rispose guardando in alto per trattenere le lacrime.
"Penso riguardi la nonna, lui non ti ha detto nulla?" chiesi.
"Lo penso anch'io ma ciò che mi fa male è che Dylan è sempre stato dolce con me, quando mi ha urlato contro in quel modo mi sono sentita crollare. Non lo riconoscevo. Io sono sempre stata al suo fianco, stiamo insieme da tantissimo tempo. Mi ha detto che non gli devo stare addosso e che non ha bisogno di me" rispose, cadde una lacrima, scivolò sul viso così velocemente che Barbara non fece in tempo ad asciugarla.
Ci alzammo tutte e tre per abbracciarla.
"Sicuramente non lo pensa davvero" disse Mila accarezzandole il viso "sai, mio cugino ha un gemello e quando i due sono allontani e uno sta male l'altro lo percepisce, magari sta succedendo lo stesso a loro, in più c'è anche questa situazione in famiglia e lui sta perdendo il controllo, è da solo senza suo fratello" aggiunse.
Tranquillizzammo Barbara e lei ci disse di voler tornare a casa e di restare un po' da sola.
Mila l'accompagnò giù, Mad tornò nel suo ufficio mentre io andai da Dylan.
Entrai e chiusi la porta.
"Ti fermò subito, se sei qui per parlare di Barbara evita" disse senza nemmeno guardarmi.
"Non se lo merita Dylan" risposi cercando il tuo sguardo.
"Lili, io ti voglio bene ma non voglio litigare anche con te perciò ti prego di andar via" disse.
"Vi descrivono tanto diversi ma alla fine tu e Cole siete uguali" dissi per poi andar via e sbattere la porta.
"Mi scusi" disse una donna salendo le scale.
Le andai incontro e si avvicinò anche Noah.
"Al piano di sotto ci sono dei pasticcini, festeggiamo il compleanno di un dipendente che lavora qui da molto, se vi uniste a voi ci farebbe piacere è anche un modo per conoscerci, siamo al piano di sotto" disse sorridendo.
"Certo, avvisiamo gli altri" rispose subito Noah.
Quando la donna andò via, Noah mi guardò capendo che non volevo scendere.
"Dai vieni" disse insistendo.
"Vado a casa" risposi.
"Si può sapere perché stai così?" chiese.
"Sono molto stanca" risposi.
"Certo.." sussurrò "se non scendi ti porto con la forza, ti prendo in braccio" aggiunse.
"Perché ci tieni tanto?" chiesi curiosa.
"Perché non voglio vedervi così, non mi piace, inizialmente speravo che il nostro gruppo non si immischiasse con il vostro ma ora che non esistono due gruppo ma uno solo, mi piace la complicità, l'essere uniti, non voglio vedervi litigare e starci male" rispose guardandomi.
"Non ti riconosco" dissi mentre lui rise "comunque anche Barbara è andata via" aggiunsi.
"Facciamo così, tu riunisci tutti e scendete sotto, io vado a prendere Barbara, se riesco a portarla qui resti anche tu, altrimenti sei libera di fare ciò che vuoi" disse alzando le mani.
"D'accordo" risposi convinta che non ci sarebbe riuscito.
"Vado" disse scendendo velocemente le scale.
Era diventato irriconoscibile.
Avvisai gli altri e scendemmo tutti insieme, al piano di sotto erano molto gentili, si presentarono e ci accolsero con un sorriso stampato sul volto e noi restammo stupiti.
Presi un pasticcino e feci il giro dell'azienda, notai una scala che portava al piano di sotto e mi chiesi cosa ci fosse.
"Sei curiosa di sapere dove porta questa scala?" chiese un ragazzo sorridendo.
Annuii continuando a fissare giù.
Mi disse di seguirlo e lo feci, era una sala relax enorme, mi guardai intorno e rimasi incantata vidi al muro tantissimi quadri, erano foto dei dipendenti al lavoro, dei successi dell'azienda, in uno enorme c'era scritto la storia partendo dalla fondazione.
"Tutto questo è bellissimo" sussurrai sedendomi su una poltrona che con il telecomando si alzava ed abbassava.
"Potete venire anche voi qui, è per tutti" rispose.
"Siete gentili con noi" dissi sorridendo.
"Ci lega la passione per questo lavoro e la condivisione è una cosa bella" rispose "comunque piacere, io sono Mark" aggiunse porgendo la mano.
"Lili" risposi stringendola delicatamente.
"Allora? Come vi trovate nell'azienda?" chiese.
"Ci siamo subito messi a lavoro e per il momento sta andando bene" risposi.
"Quindi non hai visto il terrazzo?" chiese stupito.
"No, non l'ho visto" risposi sorridendo.
Squillò il mio cellulare ed Noah che mi stava cercando.
"Devo raggiungere gli altri" dissi.
"Si certo, tranquilla" rispose sorridendo.
Salimmo al piano di sopra e lo salutai con la mano per poi cercare Noah.
"Visto?" chiese indicando Barbara seduta a parlare con Mila.
Mi avvicinai per poi sedermi accanto, poco dopo arrivò Mad sorridendo.
"Ragazze! Non ci crederete! Ho parlato con un ragazzo molto simpatico e figo e indovinate un po'?" era in attesa di una risposta ma noi non sapevamo cosa dire "si chiama John" disse ridendo.
Aveva una risata così contagiosa che fece ridere anche Barbara.
"Avete assaggiato quei dolcetti rotondi ripieni? Sono buonissimi" disse Charles avvicinandosi con John.
"Io li ho assaggiati e non mi piacciono" rispose Mad sorridendo.
"Sei felice? Che succede?" chiese Charles.
Mad ci guardò per poi ridere di nuovo.
Un ragazzo si avvicinò per poi salutarla poiché aveva finito il suo turno, Mad lo guardò andar via per poi voltarsi verso di noi ignorando i ragazzi.
"Chi è?" chiese John.
"Si chiama come te" rispose ridendo "abbiamo scambiato due chiacchiere prima, è così adorabile, mi ha anche chiesto di andare a prendere un caffè qualche volta" aggiunse guardando noi.
"Vi ci vedo insieme" disse Mila.
"Già, anch'io" rispose Mad ridendo.
John guardò Charles e io e Barbara subito notammo quei scambi di sguardi.
"D'accordo, adesso torno nel mio ufficio che ho delle cose da finire" disse Mad.
"E io torno a casa" disse Barbara assicurandosi che non ci fosse Noah da quelle parti.
"Esco anch'io" risposi.
Uscimmo senza farci notare, aspettammo alla fermata ma una signora ci disse che l'autobus era già passato.
Facemmo il tragitto a piedi e Barbara arrivò per prima, lungo la strada camminai con le cuffie nelle orecchie finché la musica si abbassò, sentii il suono di una notifica e rimasi sorpresa nel vedere chi fosse. 
Era il numero di Charlotte.
C'era scritto di andare da sola poiché non voleva vedere nessun altro e di non dire niente a nessuno perché non voleva avere pressioni.
Mi mandò la posizione e io la seguii, arrivai in un punto dove pensai di essermi persa, mi guardai intorno e avanti a me vidi un vico stretto, camminai pensando che dopo quello sarei finalmente arrivata a destinazione ma improvvisamente sentii un rumore dietro di me, non feci in tempo a girarmi che qualcuno mi coprì il viso e non vidi nulla.
Urlai con tutta la forza che avevo, una mano mi tappò la bocca e sentii una portiera chiudersi.

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