Una giornata in famiglia

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Liebe abbaiava in continuazione, sentimmo delle voci e una mano che mi accarezzò dolcemente i capelli.
"Buongiorno dormiglioni" sussurrò una voce che riconobbi essere di mia madre.
Aprii lentamente gli occhi mentre John e George si stiracchiarono nel letto.
Mamma e Gregg portarono delle brioche ancora calde, dopo esserci svegliati completamente li salutammo e ci sedemmo tutti a tavola.
"Com'è in ordine la casa, mi aspettavo di trovare un casino" disse mia madre guardandosi intorno.
"Dovremmo andar via più spesso" sussurrò Gregg ridendo.
"Come sono stati questi giorni?" chiese John.
"Abbiamo sentito molto la vostra mancanza, il posto era bellissimo, io e Bethany siamo state anche a cavallo, abbiamo fatto una passeggiata su un immenso prato pieno di fiori" rispose mia madre.
La guardai sorridendo.
"Qui tutto apposto?" chiese Gregg.
Annuimmo tutti e tre contemporaneamente.
"Mh...che ne dite di uscire un po'?" chiese mia madre.
"Adesso?" chiese George.
"Si, poi quando torniamo sistemeremo le nostre cose. Dai andate a cambiarvi che staremo fuori tutta la giornata" rispose mia madre.
Io, John e George ci guardammo confusi ma poi salimmo a prepararci.
Indossai un jeans nero, un crop top viola e le nere. Non mi truccai molto, in realtà misi solo un po' di mascara, sistemai i capelli e scesi al piano di sotto.
Usammo la macchina di Gregg, andammo in un parco che non avevo mai visto e nemmeno George e John.
L'ingresso era gratuito ma avevamo un braccialetto, che poteva essere messo e tolto solo da chi era all'entrata o all'uscita del parco, segnava il tempo a disposizione per stare all'interno del parco, il braccialetto vibrava quando era il momento di uscire e se non si rispettava questa cosa, il personale veniva a recuperare le persona poiché sapeva benissimo dove si trovasse dato che i braccialetti erano collegati a dei computer nella sala di controllo.
All'interno del parco c'erano tantissimi giochi gratuiti, non si vinceva niente, erano lì per puro divertimento e soprattutto c'erano giochi per qualsiasi fascia d'età, piccoli, adolescenti, adulti e anziani. C'era anche un piccolo spazio dove si raccontavano le favole ai più piccoli con l'aggiunta di effetti sonori.
George fece il gioco dell'arrampicata, consisteva nell'arrampicarsi in poco tempo su una corda legata ad un palo e prendere la bandiera in alto.
Il tempo a disposizione all'interno del parco era di quattro ore, molte persone si dirigevano direttamente all'aria dei giochi, altri invece andavano per fare sport poiché c'era anche un'aria riservata appunto con i vari attrezzi, altre venivano semplicemente per delle passeggiate.
Era vietato buttare oggetti per terra, c'erano telecamere ovunque, chi lo faceva doveva pagare una multa salata, era vietato lasciare i bisogni dei cagnolini lì, c'erano delle arie apposite per buttar via il tutto.
Era un posto pulito, si respirava una bella aria, le persone non fumavano poiché era vietato. All'ingresso c'era un cartello con su scritto:
"Se tieni a questo posto, devi lasciarlo respirare, fallo anche con i tuoi polmoni! Non sporcare. Ti divertirai così tanto qui dentro che non ti ricorderai nemmeno del pacchetto di sigarette che hai in borsa o in tasca. Libera la mante!
Benvenuto/a nel Parque Natural!"

Uscimmo da lì che più o meno era orario di pranzo, ci fermammo in un pub a pochi passi da parco e dopo aver mangiato dei panini e tante altre cose sfiziose facemmo una passeggiata sul lungomare prima della nostra città dove c'era una piazza molto più grande e ogni tanto si potevano tenevano degli spettacoli.
Quel giorno c'erano dei giocolieri che coinvolgevano anche i passanti, attirarono tantissime persone, molti si avvicinarono incuriositi anche da lontano.
Tornammo a casa nel pomeriggio, lessi nel gruppo il messaggio di Barbara dove diceva di incontrarci il giorno dopo, di mattina, tutti in piazza poiché il signor Alvaro Nugnez aveva fissato l'appuntamento per quel giorno, ci avrebbe mandato un autista a prenderci.
Mentre mia madre e Gregg salirono sopra per sistemare le loro cose noi restammo giù, John e George erano alle prese con l'xbox mentre io stavo per dirigermi verso la cucina quando qualcuno bussò alla porta.
"Ciao, sono passata da Derek e ho visto il cancello aperto per questo non ho suonato" disse Stella per poi salutarmi con un bacio a destra e a sinistra.
La feci entrare e mi disse che aveva intenzione di andare a trovare Freddie.
"Einar mi ha anche portato i soldi" sussurrò.
"Vengo con te, che ne dici di andare domani pomeriggio?" chiesi a bassa voce.
Lei annuì, cambiammo subito argomento appena sentimmo dei passi.
"Stella? Che ci fai tu qui?" chiese mia madre incredula.
"Passavo da queste parti e ho pensato di approfittarne per salutare Lili" rispose sorridendo.
"Ma davvero?" chiese ironicamente mia madre guardandomi.
"Io e Stella abbiamo chiarito per quanto riguarda il nostro passato" risposi.
Mia madre alzò le mani e con un'espressione confusa buttò delle bottiglie vuote nella spazzatura per poi andar via.
Stella restò per un po', mi disse che quella sera doveva uscire con Derek e che sarebbero andati a mangiare fuori e lei era felice di stare da sola con lui.
"Passerà a prendermi più parti ma credo sia ora di tornare a casa, almeno mi preparo con calma" disse Stella alzandosi, si avvicinò per salutare i ragazzi e soltanto il quel momento mio fratello la vide.
La guardò stranito e subito spostò lo sguardo su di me.
"Ciao a tutti" disse Stella mandando un bacio con la mano.
"Ciao Stella" rispose John senza togliere lo sguardo dallo schermo.
George si limitò a salutarla agitando la mano.
Accompagnai Stella all'uscita e ne approfittai per chiudere il cancello, tornai a casa e salii in camera mia.
Feci una videochiamata con le ragazze che durò fino a quando mia madre mi chiamò per cenare.
"Sono buonissimi" disse George con la bocca piena.
Mia madre per cena preparò delle palline, all'interno c'era il riso, alcune avevano formaggio filante e salsa, altre erano bianche con il pepe. A tavola c'erano anche dei cerchi di pasta sfoglia contenenti prosciutto e mozzarella, in un vassoio c'erano dei tramezzini e per finire vari dolci che aveva comprato Gregg.

Aiutai mia madre a sparecchiare mentre Gregg giocava con i ragazzi, mamma mi fece tante domande sul mio rapporto con Stella nonostante cercassi sempre di tranquillizzarla.
"Adesso basta, a dormire" disse Gregg spegnendo lo schermo.
"Noo" risposero John e Gregg contemporaneamente con un'espressione triste, sembravano dei bambini.
"Dai ragazzi, è tardi! Tutti a dormire" disse mai madre accarezzando i capelli a John e George.
"Comunque questa giornata è stata davvero molto bella" dissi sorridendo.
"Concordo, non si è mai troppo grandi per uscire con i genitori" rispose John.
"Dovremmo farlo più spesso" aggiunse George salutando tutti.
Facemmo lo stesso anche io e John, dopodiché salimmo tutti al piano superiore e ci dividemmo nelle nostre camere.
Mi infilai subito nel letto e vidi un film che durò un'ora e un paio di minuti, prima di andare a dormire presi il cellulare per leggere un po' di messaggi, quello più in alto era di Cole così aprii la chat per rispondere.

Dovetti rileggere due volte il messaggio per capire di cosa stesse parlando, scesi al piano di sotto in punta di piedi e guardai tramite la telecamera che avevamo accanto alla porta, Cole era fuori così cliccai il pulsante per aprire il cancello e...

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Dovetti rileggere due volte il messaggio per capire di cosa stesse parlando, scesi al piano di sotto in punta di piedi e guardai tramite la telecamera che avevamo accanto alla porta, Cole era fuori così cliccai il pulsante per aprire il cancello e pian piano aprii anche la porta.
Lo guardai incredula mentre chiuse lentamente il cancello e la porta, mi diede un bacio a stampo e salimmo silenziosamente le scale.
Chiusi a chiave la porta della mia cameretta e Cole si tolse le scarpe.
"Sei impazzito?" chiesi sussurrando.
Si era attrezzato bene, aveva con sé una piccola busta e da lì cacciò un pigiama.
"Queste cose le lascerò da te, li metterai da qualche parte così ogni volta che verrò non dovrò portarmele sempre dietro" sussurrò mettendosi il pigiama.
"Ma sei venuto in moto?" chiesi curiosa.
"A piedi" rispose mettendosi nel letto.
Sgranai gli occhi "hai attraversato il parcheggio, dove non c'è manco un palo della luce acceso, a quest'ora?" chiesi incredula.
Mi riferivo ad un parcheggio che era frequentato da brutta gente, creavano spesso risse tra di loro.
Cole annuì prendendomi per il braccio facendomi cadere sul letto.
"Non farlo mai più, se uno di loro ti.."
"Tranquilla, mi mancavi e non volevo aspettare domani, ieri ero davvero molto stanco e ho dormito fino a tardi senza neanche accorgermene, oggi John mi ha detto che eravate fuori. Nessuno mi avrebbe fatto del male, qui ci conosciamo tutti, basta solo farsi i fatti propri, senza guardarli male anzi, senza giudicarli, puntare il dito in loro presenza" sussurrò senza neanche farmi finire la frase.
Mi misi sotto le coperte e lo abbracciai, iniziò a piovere e io amavo ancora di più quel momento.
Cole mi accarezzò dolcemente il capelli, mi lasciò una scia sul collo per poi spostare le sue labbra dolcemente sulle mie.
Tra le sue braccia non riuscivo a sentire nemmeno il freddo che prima era presente in quella stanza.
Passammo la notte insieme, abbracciati e innamorati sempre di più.

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