Mi svegliai in un capannone, le lamiere facevano da muro e per terra non c'era il pavimento, l'asfalto era ruvido e sporco di terra.
"Sei sveglia?" chiese una voce famigliare.
Mi voltai di scatto.
"Charlotte" sussurrai trattenendo le lacrime.
Mi avvicinai con l'intento di abbracciarla ma solo il quel momento capii che a legare le mie mani erano catene e non delle semplici corde.
"Sono così felice di vederti" disse sorridendo con le lacrime agli occhi.
"Chi ti ha portata qui?" chiesi.
"Non lo so, ero con mia zia in città, un uomo mi ha detto che suo figlio si stava sentendo male e aveva bisogno di qualcuno che gli stesse vicino mentre lui sarebbe andato a cercare sua moglie, mi ha indicato una stradina e io ci sono andata di corsa, qualcuno mi ha coperto gli occhi e mi ha trascinato via" rispose "tu?" chiese.
Le spiegai cosa fosse successo e anche l'incontro con sua zia, cercò di avvicinarsi ma non riusciva a muoversi.
La porta arrugginita si aprì con fatica, entrarono due uomini con il viso coperto.
"Finalmente, la bella addormentata si è svegliata, hai dormito parecchio sai?" chiese uno dei due guardandomi "per colpa tua salterete la merenda" aggiunse.
L'altro rise per poi avvicinarsi "salterete anche la cena" aggiunse ridendo.
"Datele qualcosa da mangiare, se non si sentirà bene sarà colpa vostra" dissi.
"Riuscirai a stare senza mangiare oggi vero? Almeno per dare il benvenuto alla tua amica" disse uno dei due spostando una ciocca a Char.
"È in attesa idiota. Deve mangiare" urlai furiosa.
I due si guardarono come se non lo sapessero, poi uno dei due rise.
"Ti ha chiamato idiota" sussurrò.
L'altro gli diede una spinta e fece segno di seguirlo.
"Non mangerò se non ti daranno da mangiare" disse.
"Charlotte, sei incinta, devi mangiare per lui/lei" risposi.
"È una bambina" sussurrò.
"Davvero?" chiesi.
"Si, l'ho saputo pochi giorni fa" rispose con gli occhi lucidi.
"Bene, allora, siamo tre ragazze qui. Dobbiamo essere forti per lei che non può difendersi, la prima cosa da fare è mangiare, poi bisogna riposare" dissi cercando di tranquillizzarla "io sono qui, ti hanno fatto qualcosa fino ad ora?" chiesi.
"No, sono rimasta quasi sempre da sola, hanno preso la mia borsa, il mio telefono, tutto" rispose.
"Ok e cosa fai per passare il tempo?" chiesi.
"Parlo con la mia piccola, fantastico sulle prime cose da comprare, le tutine, la culla, quando sono tesa le canto una canzone per farla stare tranquilla" rispose.
"Sarai un'ottima madre" sussurrai sorridendo.
"Lo spero" rispose "mi dispiace per ciò che ti è successo riguardo Kevin" aggiunse.
Mi confessò di non sentirsi molto bene e io cercai di parlare d'altro, tornarono i due uomini con un vassoio e uno dei due imboccò Char.
"Vi consiglio di riposare, domani sarà una lunga giornata" disse l'uomo per poi darci le spalle.
"Ti prego, dalle qualcosa da mangiare" disse Char.
"Charlotte" sussurrai mentre i due uomini risero e andarono via.Restammo da sole, di nuovo. La rassicurai poiché si fece mille paranoie, si incolpò per aver mangiato, per essere uscita quel giorno e iniziò ad agitarsi.
"Ascoltami, usciremo al più presto" dissi.
"Come? Come usciremo? Ci hanno coperto il viso quando ci hanno portate qui per non farci vedere la strada, hanno i nostri oggetti, non possiamo avvisare nessuno. Io capisco cosa stai cercando di fare, vuoi tranquillizzarmi ma dobbiamo essere realiste Lili. Non conosciamo questa gente, non sappiamo cosa vogliono e il punto non è sapere quando usciremo da qui ma è se, usciremo da qui" rispose.
"Char cosa stai dicendo? Certo che usciremo. Noteranno la nostra assenza e sono sicura che correranno a cercarci, soprattutto Max" dissi facendo un sorriso forzato.
"E come? Come ci cercheranno?" chiese.
"Un modo lo troveranno sicuramente" risposi.
Cercai di tranquillizzarla mentre io nascondevano un'ansia che mi divorava perché ciò che aveva detto Char era vero, noi non conoscevamo quei due uomini e non sapevamo perché eravamo lì.
Parlammo un sacco di Max poi Char mi chiese come stessero andando le cose con Cole e io le dissi la verità sulla nostra situazione.
I due uomini ritornarono e portarono con loro un altro signore, robusto, la sua faccia era coperta ma riuscii ad intravedere una barba, non disse una parola e prese posto accanto alla porta.
"Lui vi farà compagnia e se tu che sei incita, hai bisogno di bere o mangiare qualcosa, lui sarà qui" disse uno dei due uomini porgendo una busta al signore "lì dentro c'è una bottiglia d'acqua e delle patatine" aggiunse per poi uscire.
Parlammo di cose nostre e quell'uomo era sempre lì a fissarci senza aprir bocca, era molto inquietante.
"Ho sonno ma non riesco a rilassarmi" disse Char.
"Ti racconto una storia che potresti raccontare alla bambina quando nascerà" risposi.
Iniziai ad inventarla al momento, non arrivai nemmeno alla fine poiché Char si addormentò subito.
Cercai di chiudere gli occhi ma mi sentii osservata e questo mi faceva agitare.
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Scrivimi quando arrivi a casa!
FanfictionUna famiglia si trasferisce in città con l'intento di dimenticare il passato e iniziare una nuova vita ma sarà molto difficile ripartire. Iniziano a crearsi nuovi gruppi, nuove amicizie. I ragazzi del paese riusciranno a superare gli ostacoli che l...