"Finalmente sorridi"

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Passarono un paio di settimane e nonostante stessimo con gli occhi ben aperti, nessuno di noi tre aveva capito chi fosse quel ragazzo misterioso. Cole continuava a lanciarmi occhiatacce quando mi vedeva, voci di corridoio dicevano che si stata frequentando con Madelaine.

Durante l'ora di matematica, Charles ebbe una discussione con il suo compagno di banco, Kevin, arrivarono addirittura alle mani.
Il professore lì divise per poi chiamarli entrambi agli angoli della cattedra.
"Stavo svolgendo l'esercizio e dato che ho notato che il mio risultato finale non era uguale al suo, gli ho chiesto dove avevo sbagliato, lui mi ha risposto in modo aggressivo dicendo che non sono intelligente, gli ho chiesto perché era così aggressivo con me e vuole sapere perché ce l'ha con me? Perché la sua ragazza continua a scrivermi nonostante io non le risponda" disse Charles con tono calmo.
"È così?" chiese il professore guardando Kevin.
"H-ho perso il controllo, m-mi scusi" rispose Kevin.
Il professore spostò Charles facendolo sedere vicino a Mila mentre mise Noah vicino a Kevin.
Potevate immaginare come si sentiva Mila.
"Prova ad essere meno sfigato, forse così la tua ragazza avrà occhi solo per te" sussurrò Charles.

Kevin fece tesoro di ciò che disse Charles, non si presentò a scuola per due giorno, al suo ritorno era irriconoscibile. Il ragazzo con i capelli ricci a cespuglio, gli occhiali e le camice a quadretti era scomparso, dalla porta entrò un nuovo Kevin con i capelli rasati ai lati, senza occhiali, camicia bianca e jeans neri stracciato.
Si sedette al suo posto, aveva tutti gli occhi puntati addosso.
"Wow vedo che hai seguito il mio consiglio, come ti vede adesso la tua ragazza?" chiese Charles.
"Ex ragazza" rispose sorridendo.
Tutti bisbigliavano, sentii lo sguardo di Cole addosso ma cercai di evitarlo.
"Cole passami il bianchetto" disse John mentre ricopiava i suoi appunti.
Cole mi diede il bianchetto così da farlo a John.
Incrociai il suo sguardo e sentii una sensazione strana.

In aula entrò una collaboratrice scolastica, si guardò intorno per poi posare lo sguardo su di me.
"Signorina Reinhart può seguirmi gentilmente?" chiese sorridendo.
Uscimmo dalla classe ed entrammo in ascensore, indicò lo studio di mia madre per poi andar via.
Bussai ed entrai. Mia madre era agitata, mise le sue cose nella borsa mentre terminava una telefonata.
"Lili vuoi restare a scuola o vuoi venire con me? Io devo scappare, a tua zia si sono rotte le acque e devo accompagnarla in ospedale" disse per poi bere un bicchier d'acqua.
"Tranquilla, resto qui, torno con Mila" risposi.
Uscimmo entrambe dallo studio, io ritornai in aula, il professore ancora non c'era.
"Tutt'ok?" sussurrò Mila.
Annuii mentre tornai al mio posto.

In aula entrò il professor Andrew Mitchell e la preside.
"Buongiorno ragazzi, la professoressa Turner ha dei problemi di salute e in questi giorni il professore e altri colleghi si divideremo le ore che avreste dovuto fare con lei" disse.
"Siamo così dispiaciuti per la nostra professore ma se vuole tirarci su di morale potremmo andare il palestra, con i suoi muscoli ci renderebbe tutti felici" disse Madelaine.
Cole non sembrava infastidito, tutti risero anche il professore fece una piccola risata.
"Per quanto riguarda la palestra...prima di andar via, vi aspetto tutti fuori, all'aperto, ci sarà una comunicazione che vi riguarda" disse guardando tutti "buona lezione" aggiunse per poi andar via.
Il professore ci consegnò dei fogli con delle domande da fare al proprio compagno di banco.
"Faccio io le domande?" chiese John dando uno sguardo al foglio.
"No, le faccio io. Che cos'è per te lo sport?" chiesi prendendo una penna per appuntare le sue risposte.
John sembrava diverso da quei tre, oltre al fatto che non si comportava come loro, era l'unico che praticava surf mentre Charles era nella squadra di rugby e Noah facevano parte della squadra di football.
Rispose alle domande in modo naturale, senza vantarsi.
"Tu non sorridi mai?" chiese guardandomi.
"Cosa?" chiesi, avevo capito la domanda.
"Non ti ho mai vista sorridere, dovresti farlo" sussurrò.
"Certo che sorrido ma non quando vedo voi quattro" sussurrai guardandolo.
"Noah mi ha raccontato ciò che è successo, Cole ci è andato giù pesante ma non è un cattivo ragazzo" sussurrò guardandomi negli occhi "non prenderla sul personale, sono scherzi che fa a tutti" aggiunse.
"Perché lo difendi?" chiesi guardandolo.
"Lo difendo perché lo conosco da quando avevamo quattro anni, lui mi ha aiutato molto, soprattutto con i bulli che mi perseguitavano alle elementari. È grazie a lui se adesso non ho più paura di nessuno, per me è un fratello e lo sono anche gli altri due anche se ogni tanto sono delle teste di cazzo" rispose.
"Ogni tanto?" chiesi sussurrando.
Fece una piccola risata, dopo un po' il professore passò tra i banchi per ritirare i fogli.
"Li leggerò attentamente e li conserverò nel mio studio, se volete sapere cosa ne pensò a riguardo vi aspetto da domani  nel mio ufficio in palestra" disse il professore sorridendo.
Dopo l'ora di religione e di storia che sembravano non passare mai, finalmente la campanella suonò. La classe si sfollò ma improvvisamente Kevin si alzò e chiuse la porta.
"Adesso non mi prendi più in giro Charles?" chiese Kevin rimboccandosi le maniche.
Cole, John e Noah lo circondarono.
Kevin aveva molta rabbia dentro, soprattutto per Charles. Si sentiva migliore dopo il suo cambiamento, la gente iniziava a fargli i complimenti e a lui piaceva questa cosa.
"Cosa vuoi Kevin? Forse non hai capito che la tua presenza per me è indifferente" rispose Charles cercando di avvicinarsi alla porta. Kevin lo spinse, Charles fece finta di nulla ma poi Kevin lo provocò e gli diede un pugno in faccia, Shou e altri due ragazzi, che erano rimasti in classe, cercarono di mantenere Cole, John e Noah.
"Ma che cazzo ti dice il cervello?" urlò Mila spingendo Kevin così da allontanarlo da Charles.
"Togliti dal cazzo Camila" disse Kevin aumentando il passo verso Charles.
Allungai il piede e gli feci lo sgambetto, cadde sbattendo il mento sul pavimento.
"Solo perché il tuo aspetto adesso è decente, non ti rende invincibile, resta con i piedi per terra" disse Mila.
"Voi non avete passato la merda che ho passato io" disse Kevin alzandosi "non potete capire come ci si sente" aggiunse.
"Ognuno ha i propri problemi, anche a me stanno sul cazzo molte persone ma cosa risolvo alzando le mani? Dall'altra parte ci sarà sicuramente una reazione e la cosa andare avanti così" rispose Cas.
Kavin si tolse la maglia mostrando delle cicatrici "ogni cicatrice ha una storia diversa. Non dimenticherò mai i calci che ho dovuto subire restando in silenzio" disse rimettendosi la maglia e avvicinandosi "come non dimenticherò mai la botta sul mento avuto da una nuova" aggiunse guardandomi con odio, voleva farmi del male ma non ne aveva il coraggio, era evidente.
"Sono Lili...e se il mio nome non ti è ancora entrato in testa è ora attivare il cervello. Comunque fattelo dire, trovo davvero ridicolo il tuo comportamento, non sei cambiato perché lo volevi sul serio altrimenti lo avresti fatto già un bel po' di tempo fa. Tu non vuoi che la gente ti apprezzi, tu vuoi che lui..." dissi indicando Charles "noti che c'è qualcuno in questo mondo che ti ferma per farti i complimenti e questa cosa è davvero triste, spero che tu non sia così stupido da non capire che i complimenti sono dovuti al tuo "cambiamento", io sarò pure nuova ma prima di oggi non ho notato nessuno che ti fermasse per dirti come stavi bene quel giorno, o sbaglio?" conclusi.
La porta si aprì improvvisamente.
"Ragazzi ma che state combinando? La preside sta aspettando voi per il discorso, filate subito fuori" disse la prof.
Prima di uscire Kevin sputò sulle scarpe di Charles. I ragazzi strinsero la mano a Shou per averli fermati, Charles ci ringraziò per aver preso le sue parti.
Arrivammo in palestra e dopo un paio di minuti la preside iniziò il suo discorso, la comunicazione riguardava le classe che stavano per terminare l'ultimo anno al liceo. Ci comunicò che essendo agli sgoccioli, non potevamo accedere alla palestra e nemmeno ai laboratori.

Prima di andar via Charles si avvicinò a Mila.
"Ti andrebbe di prendere un caffè insieme? Per ringraziarti" propose.
"Non posso, devo accompagnare..." non facemmo finire la frase a Mila.
"Tranquilla, tra poco passa il pullman" risposi.
"Si infatti, poi la fermata è qui fuori" aggiunse Cas.
Mila ci guardò con gli occhi spalancati, Charles sorrise quando vide che aveva via libera.
Io e Cas non abitavamo vicini e il pullman che prendeva lui non passava per casa mia, ci salutammo alla fermata.
"Il pullman è passato pochi secondi fa" disse una signora anziana seduta alla fermata.
La ringraziai e decisi di incamminarmi, era una bella giornata e il sole faceva la sua parte.
"Prosegui per questa strada?" chiese una voce alle mie spalle.
Annuii continuando a camminare, non mi voltai nemmeno per guardarlo, avevo riconosciuto la voce di John.
Proseguimmo il tragitto insieme, mi chiese che idea mi ero fatta della città e della scuola. John mi faceva ridere, raccontava delle battute squallide ma il tono che usava e le espressioni facciali rendevano il tutto molto divertente.
Era simpatico.
"È lontana casa tua?" chiesi.
"È questa" disse indicando la casa avanti a noi "ti accompagno a casa poi torno indietro" aggiunse.
"Non serve, abito a pochi passi, grazie" risposi sorridendo.
"Uh, finalmente sorridi" disse sorridendo anche lui.
Ci salutammo, si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia ed entrò in casa mentre io continuai a camminare.

Mia madre era già arrivata a casa, una ventina di minuti dopo arrivò anche mio fratello.
Mia madre aveva comprato la pizza, quel giorno sembrava serena, di solito era nervosa ma non lo mostrava.
Nonostante fosse ancora troppo presto, misi il pigiama, mi feci una coda alta e iniziai una nuova serie tv.
Improvvisamente mi arrivò una notifica su Instagram.

Jonatan Garcia aveva iniziato a seguirmi.

Rimasi sbalordita più del fatto che il suo nome non fosse John anziché della richiesta.
Aspettai un'ora prima di ricambiare.

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