George nei guai.

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COLE
Presi dei cornetti e passai da John, Lili aveva dormito da Barbara e sia sua madre che Gregg erano usciti presto per andare a lavoro.
George scese a fare colazione per poi salire in camera sua mentre io e John parlammo della sua nuova fiamma, Mad.
"Andiamo in azienda?" chiese lavandosi le mani.
"Si, prima però vado in bagno" risposi salendo al piano di sopra.
Sentii involontariamente George parlare al telefono.
"Non posso tenerli io, se mia madre lo scoprirà succederà un casino" disse dall'altra parte della porta.
Cercai di spiare dalla serratura e lo vidi con dei soldi in mano.
"Non ti ho promesso nulla non dire cazzate" aggiunse.
Bussai alla porta e lui staccò la chiamata, capii che probabilmente si era messo in un guaio altrimenti non c'era motivo di nascondere la chiamata e i soldi sotto al letto.
"Con chi parlavi?" chiesi.
"Nessuno" rispose.
"Ah wow, sei così giovane e già stai incominciando a perdere punti?" chiesi.
"Non ti sto capendo" rispose.
Alzai il materasso per poi guardare George "o non vuoi capire?" chiesi mentre lui sgranò gli occhi.
"Mi hai spiato?" chiese.
"Chi ti ha dato tutti questi soldi? In che guaio ti sei cacciato George?" chiesi.
"Nessun guaio, è una colletta che abbiamo fatto tra di noi per fare il regalo ad un nostro amico" rispose.
"Non prendermi per il culo, sono nato prima di te. Ti conviene dire la verità prima che lo vada a dire a tua madre e a tua sorella" dissi.
"D'accordo" disse chiudendo la porta alle sue spalle "si chiama Gabriel il cognome non lo conosco ma so che quest'anno frequenterà l'anno dopo essere stato bocciato varie volte" aggiunse.
"Ha i capelli neri, gli occhi marroni e un neo sullo zigomo sinistro?" chiesi cercando di capire.
George annuì e mi fece vedere una sua foto su Instagram.
Per mia fortuna o sfortuna, conoscevo tutti in quella scuola.
"Ha dato quei soldi a me e ad un mio amico per farci lavorare per lui" disse.
"Lui sa tu dove abiti?" chiesi.
"No" rispose confuso.
"Non devi dargli il tuo indirizzo, nemmeno se insiste nel saperlo. Per il resto lascia fare a me" dissi prendendo i soldi, George mi diede una bustina e io li posizionai all'interno.
Andai in bagno e poi le scale di corsa mentre John era appoggiato alla porta.
"Oh finalmente, problemi di digestione?" chiese ridendo.
"Idiota, andiamo che ti spiego" sussurrai uscendo di casa.
Lo aggiornai e gli dissi di non dire nulla a Lili e alle altre ragazze, era una questione seria e il nostro intento era quello di far uscire George ed il suo amico dai guai.
"Buongiorno" disse Noah battendo il cinque.
"Buongiorno, cosa sono queste scatole?" chiese John indicandole.
"Le ragazze, all'interno ci sono alcuni addobbi  per la festa della scuola, ci sono altre scatole nella macchina di Charles" rispose per poi avvicinarsi al distributore.
"Io vado in ufficio, a dopo" dissi allontanandomi, prima bussai alla porta di Lili e quando ricevetti il consenso entrai.
"Come va?" chiese sorridendo.
"Bene e a te?" chiesi.
"Tutto bene" rispose.
"Sono solo passato a salutarti, buon lavoro" dissi per poi rubarle un bacio.
Andai nel mio ufficio e cercai di avere delle informazioni su Gabriel tramite un mio amico che frequentava ancora la scuola, mi raccontò di un tipo tosto, bocciato a causa del suo comportamento indisciplinato bei confronti del corpo docenti.
"Posso fornirti il suo indirizzo poiché ogni tanto organizzava delle feste, ci sono stato una volta e mi sono annoiato appena entrato ma ti avverto, se hai intenzione di andare da lui non farlo da solo, nel suo quartiere non c'è brava gente" disse.
"D'accordo. Scrivimi l'indirizzo su whatsapp, grazie bro" risposi per poi staccare.
Mandai un messaggio nel gruppo con i ragazzi dicendo che avevo bisogno di loro in sala riunioni. Dopo averli messo al corrente della situazione i ragazzi si mostrarono disponibili e in realtà non era una novità.
"Quando hai intenzione di andarci?" chiese Cas.
"Il più presto possibile" riposi mandando un messaggio a George dicendogli di recuperare anche i soldi dell'amico.
"D'accordo, tu avvisaci quando è tutto pronto e subito ci leviamo il pensiero" disse Max.
"Vorrei venire anch'io con voi" disse Cas.
I ragazzi restarono in silenzio a fissarlo.
"Cosa c'è?" chiese Cas fulminandoli con lo sguardo.
"Cas perché lo chiedi? Sei dei nostri, fai parte del gruppo" risposi.
Ritornammo tutti nei nostri uffici, ero talmente impegnato con il lavoro che mio fratello si trovò a passare avanti al mio studio e lasciò del cibo preso alla macchinetta.
Dopo aver finito di lavorare chiusi l'ufficio a chiave, presi una camomilla alla macchinetta, la calma prima della tempesta. Aspettai seduto sui divanetti Lili così da accompagnarla a casa.

"Ti fermi a cenare con noi?" chiese suonando il campanello.
"Certo che resta, deve per forza" rispose George aprendo il cancello "dobbiamo provare questo" aggiunse tirando fuori un videogioco dalla busta.
"È quello nuovo?" chiesi guardandolo.
"Si, sono stato da Alex e abbiamo fatto uno scambio di videogiochi, io gli ho dato quelli che non usavo più e lui ha fatto lo stesso" rispose mentre Lili aprì la porta.
Entrammo in casa e con la scusa di mostrarmi i nuovi videogiochi salimmo in camera, accese la tv e alzò il volume così da non sentire le nostre voci fuori la porta dopodiché prese un pezzo di carta, ci fece una pallina e la mise nel buco della serratura.
"Questi sono i soldi che Gabriel ha dato ad Alex" disse prendendoli da un sacchetto nella busta.
"Perché proprio voi?" chiesi.
"Suo fratello è in classe con noi, litigavamo spesso finché non lo raccontò a Gabriel e lui disse che se non facevamo ciò che ci ordinava ci avrebbe dato una lezione, lui e i suoi amici" rispose rimettendo i soldi nel sacchetto.
"Quali amici? Chi sono?" chiesi.
"Non so i nomi ma sembrano dei tipi tosti" rispose guardandomi "cos'hai intenzione di fare? Andrai da lui?" chiese.
Annuii.
"Posso venire con te?" chiese.
"Non ci pensare nemmeno, già ti sei messo nei guai. Andrò con i miei amici, comunque John sa tutto" risposi.
"Vorrei venire, vedere come vi comportate così se mi troverò un'altra volta nei casini so come uscirne" disse facendo spallucce.
"Sei uguale a me, io a scuola mi annoiavo di stare fermo e non sopportavo che i professori mi dicessero cosa fare, odiavo eseguire gli ordini. La presidenza era diventata la mia seconda casa e a scuola tutti mi stavano alla larga, e ti dirò...era bello per me perché io non mi sono fidato mai di nessuno se non della mia squadra" dissi ripensando al periodo scolastico.
"Anche Lili ti stava lontano?" chiese curioso.
"Il nostro rapporto non è iniziato nel migliore dei modi, ci sarà tempo per raccontarti questa storia. Ciò che voglio dire è che soprattutto in ambito scolastico, devi stare lontano dai guai, arriverà il momento di divertirsi, fare casino ma a scuola o meglio in classe non farlo mai, adesso starai pensando "da che pulpito", beh semplicemente perché a causa della tua voglia di litigare, prendere in giro gli altri, non studiare rischi di abbassare i tuoi voti. Devi pensare a crearti un futuro da ora, se i tuoi voti sono bassi cerca di alzarli, se i professori pensato che tu sia uno sfaticato dimostra che non è così. Non ti sto dicendo di essere il primo della classe ma non essere il peggiore solo perché vuoi passare il tempo facendo altro" dissi parlandogli come se fosse mio fratello.
Mi ci rivedevo molto in George, era un ragazzo sveglio che se si impegnava poteva davvero dare il massimo.

Dopo aver bussato alla porta scendemmo a mangiare, John era arrivato e io presi posto tra lui e Lili.
Conclusa la cena restai ancora un po' sul divano con Lili sotto una coperta di plaid grigia, lei con la testa appoggiata sul mio petto a guardare la tv. Si stava così bene, al calduccio mentre fuori c'era vento, prima di addormentarmi presi un sorso di caffè per essere lucido e decisi di andar via.
"Ti accompagno" disse Lili alzandosi.
"Ci penso io, devo aggiornarlo sulla mia situazione sentimentale" rispose John sorridendo.
Uscimmo e prima di aprire il cancello George lanciò qualcosa dalla finestra, riconobbi la busta contenente i soldi e lo salutai da lontano con la mano.

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