Tutti a lavoro

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Aprii gli occhi lentamente poiché sentii qualcosa muoversi sul mio letto.
Liebe appena mi vide sveglia venne accanto a me, notai che avevo dormito molto e quando scesi le scale corse con me.
"Hai riposato bene" disse John mettendosi le scarpe velocemente.
"Si, dove vai?" chiesi curiosa.
"Tra poco apriamo, le ragazze lo sanno?" chiese a sua volta.
"Se qualcuno di voi lo ha comunicato si" risposi.
"Lo diamo per scontato, nessuno lavora il giorno dopo la festa ma quello dopo ancora si" disse sistemandosi i capelli "vi aspettiamo" aggiunse salutando gli altri.
Chiamai le ragazze facendo la videochiamata di gruppo e mi risposero agitate, nemmeno loro lo sapevano ma si prepararono in poco tempo e io feci lo stesso.
Salutai tutti e uscii, Mila mi venne a prendere e in macchina c'era anche Barbara e Mad, Charlotte era partita con Max.
Quando arrivammo i ragazzi non avevano ancora aperto poiché aspettarono noi, entrammo nella porta sul retro, ci cambiammo, legammo i capelli e iniziammo.
"Accomodatevi, vi porto subito i tablet" dissi sorridendo mentre guardavo un gruppetto di quattro persone.
Chi accoglieva i clienti aveva il compito di spiegare sempre come funzionasse l'ordine tramite il tablet. Le ordinazioni venivano effettuate in quel modo, il cliente sceglieva ciò che desiderava mangiare e inseriva il numero segnato sul tavolo, il tutto era collegato alla cucina in modo tale che dall'altra parte subito appariva l'ordine per preparalo, ed era collegato anche alla cassa per il pagamento. Ai lati del tavolo c'era un supporto per il tablet in modo tale da non metterlo e toglierlo sempre, così il cliente poteva guardare il menù e tutte le varie categorie con calma e non solo, alla fine poteva esprimere il proprio parere sul menù scelto in base a una votazione che andava da 1 a 5 stelline.

Per essere il primo giorno di cambiamento e di apertura non fu male, il locale non si riempì del tutto ma c'era molta gente. Stava funzionando, rispetto all'inizio che era un deserto. Attiravano i colori, le canzoni, non mancava la curiosità nel vedere un nuovo locale, avevamo un menù anche fuori super moderno. All'interno c'era una tv enorme dove la sera i ragazzi mettevano la parità.
I ragazzi si stavano spezzando in quattro per cucinare e preparare i panini, i contorni e abbellire il piatto.
Mentre tornai all'entrata per accogliere gli altri clienti quando Barbara si avvicinò a me.
"Lili, in sala riunioni, ti sostituisco io" sussurrò.
Feci come mi disse, pensai che ci fosse un problema ma in realtà quando aprii la porta vidi Logan e Cole seduti al tavolo.
"Non vi tratterrò molto, solo non riesco a capire perché io mi fido di voi ma voi non vi fidate di me, perché non mi avete detto nulla?" chiese Logan.
"Saresti andato a dirglielo" rispose Cole.
"Cole sei mio cugino, per quando io voglia bene a Derek avremmo trovato una soluzione" rispose Logan guardando Cole "per quanto riguarda te, Lili, non mi va nemmeno di darti contro perché ti capisco. Ho detto più volte a Derek di non correre ma era talmente tanto preso che non mi ascoltava nemmeno. Capisco che ti sei sentita in difficoltà, comprendo entrambi, se vi amate è giusto che sia così. Solo mi urta il fatto che nessuno mi ha detto nulla" aggiunse.
"Hai ragione e ci dispiace" risposi.
"Tu come stai?" chiese Logan guardandomi.
"Sto bene...Derek come sta?" chiesi.
Cole sbuffò e prese il cellulare.
"Non voglio mentirti, non se la passa molto bene. Stamattina ho fatto di tutto per farlo uscire ma niente, non ha voluto. Non stiamo parlando molto" rispose
"Mi dispiace" sussurrai.
"Gli passerà" rispose.
"Io torno a lavoro" disse Cole salutando Logan.
Lo salutai anch'io e tornai al mio posto.
Fu una giornata stancante e pensare che dovevamo riaprire a cena.
Pulimmo e sistemammo per la sera, dopodiché andammo a fare la spesa al supermercato e facemmo un picnic al parco.
Proprio mentre eravamo tutti a toglierci lo stress della giornata passò Stella che stava facendo jogging con un leggings aderente, un top e i capelli legati, sicuramente ci aveva visto da lontano ed era passata di lì anche perché prima c'era una specie di incrocio e lei, guarda caso, ha preso proprio quella strada.
Stella ci salutò facendo finta di essere sorpresa nel vederci e improvvisamente ce la ritrovammo seduta con noi.
"Mi dispiace della tua rottura" disse spiazzandomi.
"E tu cosa ne sai?" chiesi.
"Ieri ho incontrato Derek per puro caso in piazza, era seduto da solo su una panchina e gli ho chiesto se stesse aspettando te ma poi mi ha raccontato che tra voi due è finita. Mi sono ricordata di lui perché ero presente alla festa e in lontananza vi ho visto baciarvi, non mi sono avvicinata per non disturbare" rispose.
Restai in silenzio ma non perché non avevo niente da dire, in quel momento cercai di trattenere la rabbia ed essere calma.
"E come mai non hai pensato la stessa cosa sedendoti qui?" chiese Mila.
"Disturbo?" chiese Stella voltandosi dai ragazzi.
"Se hai un problema anche solo con una di loro non puoi stare qui con noi" disse Charles.
"Io ci provo a sistemare le cose ma non è facile se dall'altra parte c'è un muro" rispose Stella facendo gli occhi dolci.
"Con chi hai un problema?" chiese Noah.
Stella mi guardò e io la fulminai con lo sguardo.
"D'accordo, ho capito che non sono la benvenuta, ci si vede in giro" disse per poi salutare tutti, si alzò e inciampò, guarda caso, proprio addosso a Cole.
"Oddio scusami" disse stando vicino alla sua faccia.
"Se stai cercando di far colpo su di me non è il modo giusto" rispose Cole ridendo.
"Adesso sono curiosa, continua la frase" disse.
"Facciamo che te lo dico quando ti sposti" rispose sorridendo.
"Hai ragione, scusami" disse rimettendosi al proprio posto.
"Hai detto che hai capito di non essere la benvenuta...come mai sei ancora qui?" chiesi.
"Tolgo il disturbo" disse alzandosi, prese la penna che John portò per annotarsi le cose da aggiungere al locale e strappò un piccolo pezzo di carta dal quadernino segnando il suo numero "non lasciarmi con la curiosità" aggiunse dandolo a Cole, salutò e di allontanò.
I ragazzi la guardarono andar via, tutti tranne Cole che cercava il mio sguardo.
"Cosa ti ha fatto di male per essere trattata così?" chiese Noah.
Raccontai tutto ai ragazzi e anche alle ragazze dato che solo Mila sapeva la situazione.
Capirono tutti la rabbia che provavo nel vedere Stella girarmi intorno.
"Perché non ce l'hai detto prima?" chiese Cas accarezzandomi dolcemente il braccio.
"Già, ti stai perdendo molte cose" rispose Mila.
"Cosa intendi?" chiese Cas.
"Stando sempre con loro non parli più con noi, prima eravamo tutti uniti e non dico di trascurare loro e passare più tempo con noi ma ci sono molte cose che non sai" rispose Mila.
"Sei gelosa del rapporto che si è creato con noi?" chiese Noah.
"Non si tratta di questo, è che ci manca parlare con lui" dissi per poi fare spallucce.
"Avete ragione, sono stato assente e vi chiedo scusa, rimedierò" rispose Cas sorridendo.
"Io vado, ci vediamo più tardi" dissi alzandomi.
"Non finisci di mangiare? C'è il dolce che ti piace" disse Mad.
"Sto bene così, grazie" risposi salutando tutti.
"Ti accompagno" disse Cole alzandosi.
"Non c'è bisogno" risposi allontanandomi.
Iniziai ad essere fredda perché sapevo com'era fatta Stella, era capace di fare il lavaggio del cervello a Cole e alla fine ero io a starci male. Uscii dal parco e dopo un paio di secondi mi ritrovai Cole avanti.
"Andiamo?" chiese.
"Vado da sola, mica mi rapiscono" risposi.
"Non si può mai sapere, almeno sto più tranquillo" disse camminando all'indietro.
"Non ci sarai per sempre" risposi guardando alla mia sinistra.
"Che fai, già mi dai per morto?" chiese ridendo.
"No, intendo, non puoi sempre venire a prendermi, ad accompagnarmi, avrai molti impegni soprattutto con il locale" dissi.
"Il resto può aspettare" rispose fermandosi.
Cercò di avvicinarsi ma capii la mia freddezza.
"Perché sei arrabbiata? Dovrei esserlo io poiché chiedi ancora di Derek e ti preoccupi per lui" disse facendo spallucce.
"Io non sono arrabbiata e comunque mi preoccupo non per chissà che cosa" risposi continuando a camminare.
"Invece sì, sei arrabbiata perché Stella mi è caduta addosso e mi ha lasciato il suo numero" disse correndomi dietro.
"Pensala come vuoi" risposi in modo nervoso.
Mi prese il braccio da dietro e mi bloccò tenendomi stretta a lui.
"Devi fidarti di me e comunque il numero l'ho buttato" disse accarezzandomi dolcemente la guancia.
"Interessante" risposi togliendo le sue mani, andai via senza voltarmi indietro.
Stella aveva capito che tra me e Cole c'era chimica ed era proprio a lui che puntava.
"Non ti corro più dietro se vai via" disse mettendosi di nuovo avanti a me.
Lo guardai per un secondo e continuai a camminare.
Arrivai in piazza e restai lì per un po', seduta su una panchina a guardare la gente.

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