Relax...più o meno!

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Partimmo dopo aver fatto colazione, guardammo quel posto dai finestrini con un po' di nostalgia.
Nel bus non si parlava molto, forse perché stavamo tornando alla realtà, eravamo così giù che ci isolammo per un po'.
Char era alle prese con il suo quadernino, Barbara ascoltava la musica con le sue cuffiette, Charles e Bryce lo stesso mentre gli altri dormivano, anch'io chiusi gli occhi per riposarmi e quando li aprii eravamo già arrivati.
Nick ci fermò tutti in piazza e noi portammo le nostre cose giù. 
"Dopotutto è stata una bella esperienza, spero di rivederti" sussurrò Nick mentre io presi il mio zaino.
Noah salì in quel momento poiché aveva dimenticato la sua felpa e guardò sia me che Nick con uno sguardo sospettoso, non risposi e scesi dal bus.
Prima di andar via Noah si avvicinò e mi prese da parte.
"Cosa stava succedendo?" chiese.
Non volevo più nascondere nulla e prima che lui fraintendesse la situazione, gli dissi la verità.
"Che stronzo" rispose guardando Nick andar via con il bus.
"Di chi parlate?" chiese Cole abbracciandomi da dietro.
Noah mi guardò come se mi stesse chiedendo il permesso per dirlo a Cole e io annuì.
"Seriamente?" chiese staccandosi da me.
"Che succede?" chiese Char.
E come Cole, anche gli altri vennero a sapere tutto.
"A me ha lasciato il numero, mi ha detto di organizzarci qualche volta per una cena" disse Mad.
"A Barbara faceva l'occhiolino tantissime volte, l'ho visto" disse Mila.
"Come quando guardava te e si mordeva il labbro" rispose Mad.
"E perché a me niente?" chiese Char.
"Scusa? Ti dispiace?" chiese Max.
"No però sono curiosa di sapere perché mi ha esclusa" rispose Char facendo spallucce.
"Probabilmente per le tue condizioni, a Nick non piace prendersi le responsabilità" rispose Bryce.
"Perché non ci avete detto nulla?" chiese Dylan.
"Perché ci avreste litigato, siamo stati già per pochissimo tempo lì, se poi lo passavamo a farci la guerra allora cosa siamo andati a farci" disse Mila.
I ragazzi si scambiarono sguardi e parole incomprensibile, come se fosse un linguaggio in codice.
"Non capiamo" disse Mad.
"Aspetta che lo prendiamo e vedrete" rispose Charles con i pugni chiusi.
"No! Calmatevi!" disse Mila cercando di tranquillizzare tutti.
Cole non parlava, il suo sguardo era assente e se ne accorse anche Cas, tant'è che gli diede una pacca sulla spalla e lui ritornò tra noi.
"Oggi è un giorno di riposo, torniamo ognuno nella propria casa, un bel bagno caldo, una bella dormita e ci rilasseremo tutti" disse Char salutando tutti.
"Buon riposo" sussurrai avvicinandomi a Cole.
"Anche a te" rispose facendo un sorriso forzato.
"Che succede Cole? E non negare, ricordi la nostra promessa?" chiesi.
"È che mi da fastidio, Nick non ha imparato la lezione e spero per lui che non mi veda mai più" rispose.
"Mi prometti che non farsi casini?" chiesi cercando il suo sguardo.
"Almeno per oggi te lo prometto" rispose.
Ci preoccupammo davvero per i ragazzi, quando mi voltai per salutare tutti li vidi con delle espressioni paragonabili a delle mummie.

Io e John tornammo a casa, la nonna stava guardando un documentario sul divano con Liebe mentre George era fuori con un amico.
Nonna ci chiese della giornata passata fuori e noi le parlammo di quel posto così tranquillo e puro.
"Io allora andrei via così vi riposate, passo al supermercato e torno a casa, se avete bisogno di qualcosa chiamatemi" disse nonna.
Ringraziamo e lei ci salutò per poi andar via.
Salimmo nelle nostre camere, svuotai il mio zaino e sistemai i miei vestiti nell'armadio, dopo aver messo tutto in ordine feci un bagno caldo e poi mi sdraiai sul letto, restai a parlare con Cole poiché ero un po' preoccupata e quando mi assicurai che fosse tranquillo scesi giù per mangiare qualcosa.
John era già al piano di sotto, aprii il frigo, la credenza ma non mi ispirava niente.
George tornò a casa e salutò entrambi, quando si avvicinò notai qualcosa sul collo.
"È un succhiotto?" chiesi indicando.
George fece il vago mentre John rise.
"Cosa mangiamo?" chiese George.
"Chi te l'ha fatto?" chiesi curiosa.
"Perché non ordiniamo qualcosa?" chiese John per togliere George dall'imbarazzo.
"Io ho voglia di tacos" rispose George.
"Io sushi" disse John.
Si voltarono entrambi e mi guardarono in attesa di una risposta.
"Pizza! Ma perché non mi rispondi?" chiesi guardando prima John poi George.
Mentre i due mi evitarono, di nuovo, e ordinarono il cibo, il telefono di casa squillò.
"Ciao tesoro, come state?" chiese mia madre.
"Bene mamma, voi?" chiesi a mia volta.
"Qui va tutto bene, non vediamo l'ora di tornarci con voi! Ascoltami perché sto per finire il credito, volevamo avvisarvi che domani saremo di ritorno a casa" disse.
"D'accordo" risposi.
Ci salutammo e mentre lei stava per finire la frase cadde la linea.
"Tornano domani" dissi sedendomi sul divano.
Mentre aspettammo le consegne facemmo una specie di perquisizione della casa per vedere se c'era qualcosa fuori posto, approfittammo del sole per fare la lavatrice e togliere le cose nel cesto di panni da lavare. Li mettemmo nell'asciugatrice, io stirai i panni, John si occupò di pulire i mobili, tavoli, sedie, mentre George pulì per terra, le scale sia giù, nelle camere e sul terrazzo.

Non incontrammo gli altri altri poiché avevamo tanto da fare, come ad esempio comprare i fiori nuovi poiché quelli nel vaso erano appassiti dato che dimenticammo di cambiare l'acqua quando erano in vita. Uscimmo tutti e tre, John era alla guida e ci fermammo al supermercato per fare la spesa, passammo dal fioraio e restammo un po' fuori.
Al rientro sistemammo le ultime cose, soprattutto fuori e poi ci rilassammo.
Per la cena preparammo le alette di pollo con le patate al forno, in ciotole di porcellana mettemmo un po' di tutto, salsa bbq, maionese,  ketchup, senape.
"Scusate" disse George prendendo il telefono in tasca che squillava, si allontanò per rispondere e io lo osservai in lontananza.
"Secondo te si è fidanzato e non vuole dirmelo?" chiesi.
"Probabile" rispose John.
Spostai lo sguardo su di lui che rise continuando a mangiare.
In tv si parlava di politica e più o meno anche gli altri canali parlavano di quell'argomento, vedemmo anche la nostra città che si stava preparando per le elezioni mentre io non sapevo chi fossero i candidati.
"Se vincerà la signora Smith saremo rovinati" disse John guardando la tv.
"Perché? Chi è?" chiesi.
"Quella con la maglia rossa" disse indicando lo schermo in lontananza "è una pettegola, non riesce a stare in silenzio, è una pagina gossip vivente racconta i fatti di tutti! Poverina si sforza pure ma alla fine esplode, sempre" aggiunse per poi bere un bicchiere d'acqua.
In effetti la signora aveva un po' quell'aria curiosa, dava l'impressione di avere la lingua molto lunga, parlava senza fermarsi anche durante la sua presentazione in tv. Bisognava creare un tasto per metterla almeno in pausa.
"Wow fuori fa davvero freddo, ormai l'estate è finita" disse George sedendosi a tavola di nuovo.
Finimmo di mangiare e sistemammo quel poco casino che si era creato per la cena, salimmo ognuno nella propria stanza per metterci i pigiami e riascendemmo di nuovo al piano di sotto, aprimmo il letto a divano e ci mettemmo tutti e tre lì per poi addormentarci in pochissimo tempo, anzi tutti e quattro poiché ci raggiunse anche Liebe.

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