"Voglio stare con te"

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Facemmo colazione e partimmo, la macchina era piena di cose che avevamo comprato. Al ritorno ero seduta indietro mentre George avanti, mi addormentai subito dopo aver preso l'autostrada.

Una volta arrivati a casa i ragazzi erano dentro e aiutarono mio padre a portare le cose dalla macchina in casa.
Mio padre si trattenne un po' a parlare con Gregg, John e mamma mentre George andò a salutare Nicole, la sorella di Mila.
"Oggi pomeriggio volevo andare con i ragazzi nella nuova casa così mi aiutano a finire la mia stanza" disse John.
"Se mi aspettate vengo anch'io" risposi guardando le notifiche che mi arrivavano di continuo "sapete chi ha scritto quelle cose a Kevin?" chiesi guardando i ragazzi.
"No" risposero tutti contemporaneamente, era evidente che lo sapevano,
"D'accordo" dissi avvicinandomi a Cole.
Mia nonna urlò di avvicinarci al tavolo e mangiare qualcosa, i ragazzi uscirono mentre io e Cole restammo fuori.
Lo abbracciai per poi alzare la testa per guardarlo, le nostre labbra erano molto vicine.
"Non vedo l'ora che torni Derek così possiamo mettere in chiaro la situazione" disse guardandomi.
Appoggiai la testa sul suo petto senza dir nulla.
"Va tutto bene?" chiese.
"Ho un po' paura" risposi.
"Di cosa?" chiese accarezzandomi il viso dolcemente.
"Che tu mi faccia star male" risposi.
"Non ti farei mai del male, ho perso la testa per te, sto impazzendo ti giuro, voglio stare con te" sussurrò per poi baciarmi.
Sentimmo sussurrare alle spalle di Cole finché mia nonna urlò.
"Ehi! Non venite a mangiare? Che cosa state guardando? Ah ho capito, vi state godendo lo spettacolo" disse mia nonna.
"Sh" sentivamo mentre io mi affacciai e vidi le ragazze una sopra l'altra.
"Lili! Come stai? È stato stancate il viaggio?" chiese Mad alzandosi "dovresti riposare un po'...oh ciao Cole, ci sei anche tu non ti avevamo visto" aggiunse.
"Immagino" sussurrò Cole guardandomi.
"Adesso basta parlare, entrate a mangiare" urlò mia nonna andando via.
"Andiamo" disse Mila facendo cenno di seguirla.
Camminai per seguire le ragazze quando Cole si mise avanti a me, si voltò, mi diede un bacio a stampo e allungò il passo per poi avvicinarsi agli altri.

Più che un pranzo sembrava una festa.
"Stai vedendo quello che sto vedendo io?" chiese mio fratello.
Annuii guardando George.
Mio padre rideva e scherzava con Gregg, anche i miei nonni erano seduti con loro, mentre mia madre e Bethany sorridevano mente parlavano.
"Lili" urlò Mila indicando di uscire fuori.
Uscimmo e le ragazze mi dissero che era stato Max a scrivere quelle cose sul muro dopo che Charlotte in una discussione raccontò ciò che era successo.
Non sapevo che dire.
"Hanno aperto un gruppo su Facebook dove si stanno organizzando per altre cose, altre scritte intendo" disse Barbara.
"Kevin ha sbagliato ma onestamente non credo che sia il modo adatto per fargliela pagare" dissi guardando le ragazze.
"È quel che ho detto a Max" rispose Charlotte "cambiando argomento, c'è un'altra cosa che dovresti sapere" aggiunse guardando Mad, Mila e Barbara.
"I ragazzi ieri hanno aperto per la prima volta il locale e noi abbiamo aiuto per la sera...Lili, non ti mento se ti dico che non si è presentato nessuno, nemmeno per prendere una bottiglia d'acqua" disse Mad.
"Come mai?" chiesi.
"Secondo me perché non hanno fatto molta pubblicità, dai ragazze pensateci, ovunque andiamo ci sono volantini appesi riguardanti i vari locali che si trovano sulla spiaggia e in città, meglio ancora se questi locali fanno degli eventi. Se continuano a stare nell'ombra è logico che le persone non sapranno della loro esistenza" disse Mad.
"Ho un'idea! Facciamo anche noi dei volantini, li spargeremo in giro ma soprattutto domani alla festa del paese possiamo metterli fuori le bancarelle, verranno visti sicuramente" disse Charlotte.
"Si, un mio amico potrebbe aiutarci a farli in poco tempo, se volete ci andiamo" disse Barbara.
Eravamo tutte d'accordo, entrammo in casa per prendere le borse e ci allontanammo con la scusa di andare a scegliere il colore per le unghie prima della festa.
Usammo la macchina di Mila, una volta arrivati a destinazione, l'amico di Barbara ci portò in una stanza bianca e quasi vuota se non fosse per il tavolo di legno e le sedie nere.
Ci disse che era così per far spazio alle idee, così non c'era niente che ci possa distrarre.
Passò un'ora e un paio di minuti quando finalmente decidemmo come fare i volantini, cosa scrivere, i caratteri, i colori, ecc.
"D'accordo, mi metterò subito all'opera, ti manderò un messaggio appena finito così verrete a prenderli entro oggi" disse il ragazzo guardando Barbara.

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