Una giornata pesante

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"Sveglia! Tutti in piedi!" urlò il professor Mitchell sbattendo la mano pesantemente sulle porte.
Madelaine corse ad aprire la porta "basta bussare cazzo siamo sveglie" urlò per poi chiuderla.

Le ragazze iniziarono a farsi la doccia a turni.
"Ti aspetto per fare colazione?" chiese Mila.
"Non mi va" risposi per poi entrare in doccia.

Passammo tutta la mattinata a raccogliere la frutta dagli alberi per poi farci la marmellata mentre i ragazzi erano impegnati a fare il vino con l'uva.
Il pomeriggio andammo ad una specie di mercato biologico dove vendemmo ciò che avevamo fatto. Divertente e stancante, ecco come descrivere quest'esperienza.
Durante la pausa, Cas si sfogò con noi, era innamorato ma aveva paura di non essere ricambiato.
"Non siete ancora pronte per scoprire di chi sto parlando" disse per poi salutare un gruppo di ragazzi.
Il mio cellulare squillò.
"Ehi mamma" risposi.
"Ciao tesoro, come sta andando?" chiese.
"Bene, lì come va?" chiesi.
"Ehm, tesoro, John è accanto a te? Potresti mettermi in vivavoce? Devo comunicarvi una cosa" disse mia madre per poi fare un sospiro.
Mi avvicinai al gruppo di John, ci allontanammo un po' dagli altri e ci sedemmo su delle scale.
"Che succede?" chiese John.
Il signor Gregg era un poliziotto e stava lavorando da tempo ad un caso che ormai aveva preso a cuore, evidentemente era troppo vicino alla verità e qualcuno come avvertimento entrò in casa sua mettendola a soqquadro, non rubarono nulla ma quando il Signor Gregg tornò a casa dopo il lavoro, loro erano ancora dentro così gli spararono alla sua gamba. Aveva bisogno di cure, mia zia lo aiutò con gli esercizi dato che faceva la fisioterapista, il signor Gregg non chiamò John per non farlo preoccupare. Mia madre decise di farlo stare a casa nostra, lei e mia zia andarono a casa di John, riempirono delle scatole con tutti i loro vestiti e gli oggetti che si trovavano in casa, come ordinò il Signor Gregg poiché aveva un brutto presentimento.
La sera chiamarono il padre di John sul cellulare comunicando che qualcuno aveva dato fuoco alla casa.
Mia madre momentaneamente si prese una pausa per quanto riguardava il lavoro pomeridiano, ovvero lo studio in città. A casa arrivarono immediatamente i miei nonni materni, in modo da far compagnia al padre di John, poiché la mattina mia mamma doveva andare a lavoro, la preside non le concesse un paio di giorni, sosteneva che i ragazzi a scuola dovevano parlare con lei per sfogarsi.
"Grazie mille per l'aiuto, posso parlarci?" chiese John.
"Si aspetta salgo a svegliarlo" rispose mia madre.
"Nono, se sta dormento fa nulla chiamo dopo" rispose John.
"Ragazzi però fatevi sentire, non chiamate mai se non fosse per noi.." disse mia madre lamentandosi.
"Quando ritorneremo in hotel faremo la videochiamata" dissi John.
Mia madre salutò entrambi e staccò.
"Devo tornare a casa" disse John mettendosi le mani in faccia.
Spostai le sue mani per poi abbracciarlo "aspettiamo, dopo la videochiamata, se vedremo che non sta bene torneremo a casa insieme" risposi.
"Che figli di puttana" disse John cercando di trattenere le lacrime.
I ragazzi si avvicinarono chiedendo cosa fosse successo. Si riunirono tutti in un abbraccio mentre Mila pianse. Anche Madelaine si avvicinò per abbracciarlo.
La professoressa ci fece segno di continuare il nostro lavoro, dovevamo pulire il nostro spazio e non solo, anche ciò che avevamo sporcato.
Salimmo sul pullman e prima di tornare in hotel facemmo un giro in un parco, in lontananza si vedeva un laghetto ma non ci avvicinammo, eravamo troppo stanchi anche per camminare.

Bussarono alla porta, aprii e la fidanzata di Dylan entrò in stanza.
"Abbiamo una questione in sospeso" disse Barbara avvicinandosi a Madelaine.
Riguardava ovviamente il bacio con Dylan.
"Chiaritevi una volta per tutte" dissi per poi uscire dalla stanza.
Vidi una chiamata persa dal professor Collins, scesi giù, mi sedetti sulla sdraio accanto alla piscina e lo chiamai.
"Mi hanno licenziato" urlò senza salutarmi "qualcuno ha mandato le foto alla preside dove io e te ci stavamo baciando, la tua faccia è oscurata quindi non ha capito che sei tu ma la mia no e mi ha licenziato cazzo! Ho perso il lavoro per colpa tua, dovrò cambiare città prima si sparga la voce" aggiunse parlando velocemente "ascolta, sei una bella ragazza e provo davvero qualcosa per te ma durante il viaggio per arrivare lì, ho sentito un forte legame con Lopez e lei sicuramente è molto più matura di te. So di cosa ti stai preoccupando, tranquilla non ho fatto il tuo nome. Ho dovuto raccontare che è stata una ragazzata ma anche raccontando la verità a te non sarebbe successo nulla, mentre io avrei perso il lavoro lo stesso. Questa è una chiamata di addio, quando mi vedrai gira la faccia, cambia marciapiede, perché io farò di tutto per evitarti" concluse per poi agganciare.
Chiamai Mila e Cas, mi raggiunsero dopo un paio di minuti e lo aggiornai sulla conversazione avuta con Collins.
"Chi è stato?" chiese Cas.
Restai in silenzio per elaborare la scena.
"Kevin! Magari lui non è tornato dal gruppo quando il professore gli ha detto di farlo e ha ascoltato tutto" dissi.
"Non penso, se fosse stato Kevin avrebbe usato la prova per ricattarti" rispose Cas.
"E poi Kevin è tornato subito in mezzo al gruppo" disse Mila, dopo un paio di secondi sgranò gli occhi e guardò sia me che Cas "Cole, forse è stato lui" aggiunse.
"Cazzo si, quando Kevin si è avvicinato ci ha detto che Collins avrebbe chiamato tua madre, Cole si è allontanato subito dopo dicendo che doveva andare in bagno" disse Cas.
"Ragazze dobbiamo andare a cenare" urlò Madelaine dalla finestra.
"Va tutto bene?" chiese Shou.
"Io torno in camera, mi gira la testa" risposi.
Mila mi accompagnò.

Mi feci un bagno caldo, restai sotto l'acqua a pensare per più di mezz'ora. Mi sistemai e nel frattempo mi arrivò un messaggio.

Da John:
Vieni in camera mia? Così facciamo la videochiamata.

Mila entrò, mi portò un piatto prendendo un po' di tutto dal buffet "devi mangiare" disse per poi abbracciarmi.
Andammo entrambe nella stanza dei ragazzi e iniziammo la videochiamata. Il signor Gregg stava bene, mia madre, i miei nonni e George pure.
"Vi state divertendo?" chiese mia nonna.
"Il divertimento è l'unica cosa che non manca mai" risposi sorridendo.
John annuì sorridendo.
A termine della videochiamata mi avvicinai a Cole dicendogli che dovevamo parlare, scendemmo al piano di sotto dalla scala B ovvero dal lato della piscina.
"Si sono stato io" disse sedendosi sulla sdraio, senza nemmeno aspettare la mia domanda "vuoi chiedermi se sono stato io a mandare le foto alla preside, vero? Beh non lo nego" aggiunse facendo spallucce.
"Cole! È stato licenziato, ha perso il lavoro per quelle foto" dissi.
"Ho semplicemente portato alla luce una cosa che non andava bene, credi sia giusto stare con il prof?" chiese.
"Che cazzo te ne frega? Pensavo che almeno tra noi la situazione fosse.." non mi fece finire la frase.
"Ferma! Non farti film solo perché ti ho baciata, in quel momento mi sembrava la cosa più giusta da fare. Poi ciò che succede in gita, resta in gita" disse per poi andar via.
Entrai in hotel e mi recai nella stanza di Kevin, mi fece entrare, era da solo.
"Che sorpresa, come mai sei qui?" chiese.
Mi sdraiai sul suo letto "ero da sola in camera e cercavo compagnia" risposi sorridendo "non ci sono bustine di tè?" chiesi guardando sul tavolo.
"Lo vuoi? Ne vado a prendere una" disse guardandomi.
"Ne sarei felice, possibilmente alla vaniglia" risposi sorridendo.
Kevin uscì dalla stanza chiudendo la porta, cercai le telecamere e i microfoni e una volta presi, aprii la finestra e li buttai centrando la piscina.
Uscii dalla stanza mentre Kevin stava per entrare.
"Kevin cazzo mi ero dimenticata che stasera dobbiamo andare alla serata jazz, vado a prepararmi, ci vediamo dopo" dissi per poi correre per il corridoio.
John mi tirò nella sua stanza.
"Che cazzo hai fatto? Non abbiamo visto più nulla" disse.
"Grazie per l'aiuto ma è una cosa mia e la risolvo da sola" dissi per poi andare in camera mia.

La serata jazz si tenne in uno spazio abbastanza grande, era un evento pubblico e c'erano tante persone, la professoressa ci disse di tener d'occhio il cellulare per ricevere comunicazioni da lei.
Ci ritrovavamo sempre nel gruppo di John poiché Mila voleva stare sia con noi che con Charles. Entrammo in una parte vetrata dove potevamo sederci e bere cose analcoliche.
"Cole?" chiese una ragazza sorridendo.
"Rachel? Che ci fai qui?" chiese Cole alzandosi per salutarla.
"Sto con la scuola, alloggiamo in un hotel a mezz'ora da qui, tu?" chiese la ragazza.
"Lo stesso, il nostro hotel è qui vicino" rispose Cole sedendosi.
"Mi stai invitando?" chiese sedendosi sulle sue gambe. Disse qualcosa nell'orecchio di Cole e lo portò via.
"È una sua ex?" chiese Mila.
"Hanno provato a stare insieme, sono durati tipo due giorni, sono..." rispose Charles cercando le parole giuste.
"Amici di letto, non so se mi spiego" disse Noah.
"Vabbè andiamo in pista" disse Cas per poi tirarmi con sé.

Cercai di liberare la mente, mi divertii nonostante il mal di testa improvviso.

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