28.

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Regina si sedette a tavola con il conte sedendosi accanto ad Emma.
La cena procedette tranquilla, tra chiacchiere leggere sui rispettivi regni e sui balli a corte.
"Avevo sentito della splendida regina del nord, ma le lodi non vi rendono giustizia" commentò il conte ad un tratto.
Regina si sporse verso di lui, accarezzandogli la mano.
Il conte la guardava bramoso, Regina poteva percepirlo nell'aria.
Emma guardò la donna che amava usare abilmente il gioco della seduzione e non sapeva quanto sarebbe riuscita a controllarsi ancora.
"E questo bocciolo di primavera" commentò poi.
"Non avevo mai sentito parlare di voi prima d'ora" disse rivolgendosi ad Emma.
"È una mia cara amica" disse Regina stringendole la mano.
Il conte la fissava leccandosi leggermente le labbra.
"Siete molto bella" commentò.
"Conte, così mi ingelosisco" disse Regina ridendo cercando di mantenere il controllo.
"Non volevo recarvi offesa maestà, ritengo solo che sia anch'essa una splendida donna. Mia moglie le assomigliava molto" disse il conte.
Regina guardò la sua sposa preoccupata, per poi avvicinarsi al conte, sedendosi sulle sue gambe.
"Forse la principessa preferisce ritirarsi nelle sue stanze" propose Regina.
"Affatto" affermò Emma avvicinandosi a lui.
"Non voglio"
Regina la guardò inarcando un sopracciglio.
"Emma sei molto stanca" affermò seria."Vai"
Emma ricordò la sua promessa e lasciò la stanza, congedandosi, per poi cercare di spiare per sapere cosa Regina volesse nascondere.
Regina accarezzò il viso del conte per poi strofinare il naso contro il suo.
Il conte la baciò, stringendola a sé, mentre Emma si irrigidì. Sapeva sarebbe successo, non poteva essere quello che Regina tentasse di nascondere.
Gli occhi di Regina erano rosso fuoco, mentre iniziò a scendere con le sue mani più in basso.
Il suo aspetto lentamente cominciò a cambiare eppure il conte non sembrò accorgersene.
Emma spalancò gli occhi ritrovandosi nelle stanze della regina.
Regina l'aveva percepita e l'aveva trasportata via.
Bastarono pochi secondi ad Emma per poter sentire le urla del conte fuori espandersi nel castello.
Emma corse fuori, cercando di ritrovare la strada per la stanza.
Ci mise almeno dieci minuti per trovarla, pregò che non fosse troppo tardi per vederci chiaro.
Spalancò la porta con forza: trovò Regina sul suo divanetto leccandosi le labbra, in totale estasi.
"Dov'è il conte?" chiese Emma preoccupata.
"Mh?" replicò Regina rivolgendo il suo sguardo verso di lei.
"Il conte" ripeté Emma. "Dov'è?"
Regina la guardava confusa, le pupille dilatate, scoppiando a riderle in faccia.
"Regina" disse la bionda preoccupata.
"Cos'è successo?" chiese nuovamente.
La mora si avvicinò ad Emma ancheggiando leggermente stordita.
Regina si fiondò sulle sue labbra, inchiodandola contro la parete.
"Regina hey..."
"Abbandonati a me" sussurrò mentre i suoi occhi tornarono a colorarsi di arancio.
Emma sentiva la sua voce, che riecheggiava nelle sue orecchie, le annebbiava la mente, come il canto di una sirena.
La bionda gemette solo a sentirla, totalmente dipendente e schiava.
"Sono tua" disse Regina baciandole il collo.
Emma le mise le mani tra i suoi capelli, lasciandosi invadere i sensi dal suo profumo.
"Toccami" sussurrò baciandole il collo.
"Ti prego toccami" disse gemendo Regina.
Era tutto così confuso, in pochi secondi Emma aveva perso la consapevolezza di dove si trovasse.
Emma incrociò il suo sguardo e le bastò quello per tornare in sé.
Emma le prese il viso tra le mani con decisione.
"Cosa è successo? Perché mi hai mandata via?" disse con tono pretenzioso di risposte.
Regina abbassò lo sguardo, la testa che le girava come una trottola.
"Guardami" affermò Emma.
"Cosa ti è successo prima?" chiese poi addolcendo il tono.
Regina scosse la testa, combattendo contro i suoi istinti per riprendere il controllo.
"Non lo so" mentì la strega sospirando, mentre l'atmosfera scomparve.
O meglio mentì in parte.
"Ho tanta sete" affermò stordita, socchiudendo gli occhi.
Emma prese il bicchiere sul tavolo riempiendolo d'acqua per poi porgerglielo.
Regina lo beve tutto d'un fiato, per poi sorridere debolmente.
"Sei sicura di stare bene?" chiese Emma.
"Si. Ho stretto un accordo con il conte, le sue truppe saranno dei nostri." spiegò Regina.
"Fammi stendere adesso..." sussurrò accasciandosi delicatamente, stanca.
"È andato via?" domandò Emma.
"Si... si è andato via" rispose Regina.
"Ho sentito gridare" commentò la bionda.
"Anche le grida fanno parte dell'accordo?" chiese Emma.
"Gridare?" chiese Regina inarcando un sopracciglio.
"Non è possibile" disse sicura scattando.
"Perché?" replicò Emma confusa.
Regina guardò Emma attentamente cercando una traccia, un segno sulla sua pelle.
"Regina che... cosa stai cercando?" chiese la bionda.
Regina smise di cercare per poi scuotere la testa. "Nulla... dopo il battesimo andrà tutto benissimo" affermò baciandola leggermente.
"Sei sicura che sia il caso che io lo faccia?" chiese Emma insicura.
"Ma certo. È la prova che tu sia dalla nostra parte" replicò Regina.
"Non vuoi?" chiese poi.
"Certo che voglio." rispose Emma con un debole sorriso.
Regina rispose al sorriso. "Non preoccuparti per il conte. È andato via, tornerà per la battaglia." la rassicurò.
"Scusami per averlo baciato, ti giuro che non è accaduto nulla di più" disse Regina baciandola dolcemente.
Emma annuì, a preoccuparla era ben altro.
"Ma quelle grida... Regina io ho sentito delle storie..."
"Tutte bugie" affermò la strega. "Ma..."
"Ti fidi di me?" chiese Regina, facendo incrociare i loro sguardi.
Emma la guardò negli occhi. "Incondizionatamente" replicò sicura.
"Allora non hai nulla di cui aver paura." rispose Regina accarezzandole la mano.
Emma rabbrividì: la mano della bruna era gelida, come la morte.
I dubbi la tormentavano, ma la sua fede in Regina era maggiore di qualsiasi altra supposizione.
L'amore però avvolte acceca e annebbia la mente.

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