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"Vieni!" disse Regina ridacchiando e prendendole la mano.
Erano silenziose, come topolini, mentre nel cuore della notte correvano nei corridoi del castello.
Emma sorrise maliziosamente a Regina mentre la mora spalancava la porta con un gesto della mano.
La loro camera piena di piccole luci, le lenzuola rosse ricoperte da petali, il profumo inebriante rendeva tutto come doveva essere.
"Allora ti piace?" chiese.
"Da impazzire" affermò Emma sollevandola e stendendola sul letto.
"Mi sei mancata" commentò la mora mentre Emma si avvicinò per baciarla.
La bionda le accarezzò il viso, mentre Regina sorrideva innamorata lasciando scontrare i loro nasi.
"Quanto avrei voluto questo per noi" disse tenendole il viso tra le mani.
Il volto di Regina divenne pallido improvvisamente mentre fluido nero iniziò a bagnare le loro vesti.
La strega tossiva guardandola con gli occhi pieni di quel liquido, mentre soffocava.
"No! No no no! Torna da me! Ti prego... non mi lasciare" singhiozzò Emma scuotendola.
"REGINA!" gridò Emma piangendo mentre veniva riportata alla realtà.
Emma si svegliò dall'incubo di soprassalto, indossando la sua tenuta da equitazione.
Erano passati dieci anni da quando era venuta a conoscenza della morte della sua amata e quel tempo l'aveva solo resa più bella, seppur sempre più sofferente.
Si guardò allo specchio, notando le profonde occhiaie grigie.
Killian non c'era accanto nel suo letto, non era ancora tornato dalla spedizione navale.
Non che le dispiacesse di essere sola. Si sistemò velocemente per poi uscire dalla camera dove si era addormentata per andare a cavallo, l'aiutava a pensare di prima mattina, al sorgere del sole.
Passava le sue giornate ad allenarsi insieme al padre con la spada, sfogando tutta la sua rabbia.
Ogni giorno che passava si allontanava sempre più da quell'uomo che non amava e Killian man mano aveva sempre più missioni diplomatiche oltre oceano a cui partecipare. Sua madre era contrariata, ma ad Emma non importava quanto stesse lontano o addirittura se sarebbe mai tornato: si occupava del suo popolo giorno e notte, aveva  chiuso in un armadio i bei vestiti che indossava solo durante i ricevimenti, per dedicarsi alle armi, alla difesa del regno e alla protezione dei suoi sudditi.
Sapeva che suo marito aveva avuto diverse amanti, che passasse diverso tempo alla taverna, soprattutto quando si trattava di andare per mare e che beveva spesso. In fondo anche il giovane principe era cambiato dopo le diverse delusioni che le aveva dato Emma o forse aveva mostrato la sua vera natura, nascosta dalle promesse e discorsi ben scritti del più saggio eppure più falso fratello.
"Emma" la chiamò il padre, mentre spazzolava il suo amato cavallo.
"Padre" sorrise debolmente Emma, per poi notare la sua preoccupazione.
"Cosa succede?" chiese.
"Un intero villaggio è stato raso al suolo" rispose lui.
"Sono tutti morti" affermò.
Emma spalancò gli occhi. "Mio Dio"
"Urge una riunione immediatamente. È un messaggio ben chiaro" disse lui.
"Dove si trovava questo villaggio?" chiese Emma.
"Al confine est, vicino al lago di Nostoss" rispose il re.
Emma ricordava bene quel lago, eccome se lo ricordava.
"Hai idea di chi..."
"Le streghe non c'è dubbio. Sono giunte anche qui" affermò sicuro James.

Regina guardava nell'acchiappasogni il ricordo di lei ed Emma mentre giocavano e si baciavano, mentre erano felici.
"Un giorno io e te ci sposeremo. Non devi preoccuparti di niente io ci sarò sempre per te"
"Promesso?" chiese Regina.
"Promesso" rispose Emma, mentre Regina ripeté le sue parole nel presente.
Regina strinse forte a sé quel ricordo, baciando il suo anello con le lacrime agli occhi.
"Non preoccuparti amore mio, presto staremo insieme" sussurrò.
"Vostra maestà abbiamo bisogno di voi" disse la guardia.
Regina si asciugò le lacrime.
"Si arrivo subito" disse lei freddamente, camminando verso la sala grande.
Le esploratrici erano tornate vittoriose, tra cui il suo fedele primo ufficiale.
"Vostra maestà, abbiamo conquistato anche la foresta incantata est." affermò Maleficent, portando la testa del re e il cuore su un vassoio.
"Eccellente" commentò Regina con un sorriso soddisfatto, per poi posizionare la pedina sulla cartina.
"Ora manca solo il sud" disse poi.
"Mia signora, ma il sud..."
"Il sud sarà mio. Le streghe regneranno anche lì" affermò sicura.
"Nessuna strega sarà più un'emarginata. Voglio la testa della regina Snow White su un vassoio d'argento e il suo cuore nella mia preziosissima collezione" disse prendendo il cuore del re, leccandone il sangue rimasto sull'indice, per poi lasciare la sala del trono.
Si sentì solo il vestito strisciare sul pavimento.
Cercava in ogni conquista, in ogni cuore uno scopo, qualcosa che le permettesse di ridare un senso alla sua vita, eppure, finita la soddisfazione del momento, restava impressa nella sua mente la stessa scena: Emma che periva sul quel pavimento gelido a causa sua, i suoi occhi che vedevano il mostro che era in realtà.
Si sistemò i capelli, guardandosi allo specchio.
Il suo riflesso, sé stessa, le facevano solo rabbia.
Per un attimo il suo riflesso sembrò staccarsi da lei, ridendo malvagiamente mentre cambiava forma.
Regina strinse i pugni e spaccò lo specchio piangendo, guardando la sua immagine riflessa frammentata nei vetri sul pavimento, come il suo cuore spezzato dal dolore che nessuno sarebbe mai stato in grado di guarire. Eppure nessuno sembrava notare nei suoi occhi assetati di sangue la terribile sofferenza che stringeva forte il suo cuore in una morsa.
Solo suo marito poteva darle il sollievo che cercava e la buona notizia era che sarebbero stati lontani per un po' dalla Foresta Incantata per recarsi in missione altrove. Regina amava visitare posti nuovi, la faceva sentire di nuovo un'adolescente curiosa che non voleva stare rinchiusa nei confini del proprio luogo nativo.
"Discrezione" affermò Rumple, mentre Regina si guardava intorno estasiata, stringendosi al suo braccio.
"È bellissimo" commentò innamorata, mentre aveva un forte desiderio di ballare.
"Non distrarti, siamo qui per Hyde. Mostragli il tuo lato migliore, così poi possiamo divertirci bambolina" spiegò Rumple.
Regina sorrise maniacalmente, agitando il suo ventaglio.
"Ricevuto"
La strega si infiltrò tra la folla, ancheggiando, cercando di non mostrare quasi il suo volto.
"Scusatemi stavo cercando il dr. Jekyll. Per caso lo avete visto?" chiese sensualmente.
Hyde la squadrò notando il suo sguardo ammiccante.
"Oh io non l'ho visto, ma... posso essere io al vostro servizio, mia signora" disse baciandole la mano.
"Allora potete venire con me" chiese, mentre il violino iniziò a suonare tenendolo per mano elegantemente.
Lui la seguì fuori dalla porta, avvicinandosi maggiormente a lei e baciandola con foga.
"Ho la stanza al piano di sopra" affermò Regina sorridendo maliziosamente mentre Hyde le baciò il collo.
Regina aveva perfezionato le arti magiche, modellando il suo talento.
Era diventata sempre più bella, capace di sedurre qualunque uomo o donna, ma covava in sé rabbia ed oscurità, oltre che profondo dolore.
Rabbia nei confronti della razza umana, che non aveva fatto altro che perseguitare lei ed il suo popolo, rabbia nei confronti di chi aveva ucciso la sua sposa.
Aveva avuto un sacco di amanti, ma nessuno sembrava saziare la sua fame di amore, di passione, il suo desiderio.
Colmava quel vuoto con il sangue delle sue vittime, strappando e collezionando cuori dei suoi nemici.
Presenziava ai ricevimenti più importanti insieme al marito, faceva conquiste, condivideva il letto con i migliori partiti di ogni regno e Rumple la usava come un'arma, in cambio del potere e della catarsi della distruzione.
Regina aprì la porta mostrando Rumple seduto sulla poltrona a gambe incrociate.
"Signore Oscuro" disse Hyde inchinandosi.
Regina incrociò le braccia avvicinandosi al marito.
"Mr Hyde, posso presentarvi mia moglie, Regina" disse con fare plateale, mentre la donna fece un giro provocatoria.
"Incantato" commentò lui.
"Non pensavo fosse vostra moglie davvero" disse giustificandosi.
"Al contrario caro. È un dono per il tuo lavoro" disse Rumple sorridendo.
"Regina puoi mostrare ad Hyde la nostra riconoscenza?"
Regina sorrise maliziosamente prendendogli la mano.
"Non capita tutti i giorni di ricevere la visita di una così bella signora."
Regina sorrise provocante sedendosi sulle sue gambe ed accarezzandogli i capelli.
"Avete uno splendido viso" commentò.
"Credete?" chiese.
"Si. È un peccato doverlo rovinare" affermò poi cambiando tono e facendo per strozzarlo.
"Ferma!" esclamò terrorizzato.
Rumplestiltskin rise istericamente.
"Ultimo avvertimento Hyde. Finisci quel siero oppure mia moglie tornerà a farti visita e credimi non è tanto caritatevole" lo minacciò Rumple mentre Regina lo lasciò andare.
"Andiamo" disse Rumple.
"È così mh? Fai fare il tuo cane da guardia alla signora? Le dai un biscottino per caso dopo oppure preferisci ricompensarla in altro modo?" lo provocò Hyde.
Regina non ci lesse più, iniziando a rigare il suo viso con le sue unghie.
"Chiedimi scusa" disse mentre il sangue bagnava le vesti di Hyde.
"Credimi non prendo ordini da nessuno e se io decido di farti fuori, mio marito non può salvarti" affermò Regina ringhiando.
"Ferma!" gridò Hyde.
"Chiedimi scusa!" affermò severa, iniziando a toccargli l'occhio.
"Va bene. Va bene. Chiedo perdono vostra maestà" disse Hyde scusandosi.
"Visto? Non era troppo difficile mio caro" commentò Regina leccando il sangue che era rimasto sulle sue dita.
"Mai sottovalutare il suo bel faccino. Ricordalo la prossima volta" commentò Rumple ridendo.

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