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Eleanor giocava distrattamente con la sua bambola, mentre la madre bionda la osservava innamorata, godendosi il suo viso sereno dopo tanto tempo.
Regina guardava il castello tanto odiato allontanarsi, quando Eleanor le porse una tazza da tè.
"Vuoi giocare con me?" propose.
Regina le baciò la testa annuendo dolcemente, mentre la figlia passò una tazza identica ad Emma.
Trascorsero diverso tempo tutte e tre giocando, fino a quando Eleanor iniziò a fantasticare sul misterioso posto verso cui erano dirette.
"Potrò davvero dormire in un nido?" chiese curiosa per la centesima volta.
"Tesoro ci sei già stata. Appena arriveremo ti mostreremo la nostra casa" rispose Emma sorridendole.
Eleanor annuì accoccolandosi maggiormente alla madre bionda.
"Anche tu hai la magia?" chiese curiosa.
"Non più tesoro..."
Eleanor spalancò la bocca sconvolta. "Credevo non fosse possibile perdere i poteri" commentò.
"Non sono una strega di sangue come te o la mamma, piccola. Era un tipo diverso di magia, un dono e mi ha protetta quando è successa una cosa brutta... mi ha guarita. Sai, anche se non riesco a vederla, riesco a percepire ancora parte della sua energia"
Eleanor annuì capendo. "Non perderò mai la mia magia vero?" chiese preoccupata.
Regina scosse la testa. "Puoi stare più che tranquilla mio tesoro."
La piccola appoggiò la testa sulle gambe della madre bruna, mentre Regina accennò un sorriso.
"Scusami se ti ho modificato la memoria. Non volevo davvero" affermò Regina, accarezzandole i capelli.
"Cercavo solo di proteggerti"
Eleanor annuì. "È passato" replicò sicura.
Regina guardò Emma incerta sul da farsi, quando la bionda annuì intuendo la sua domanda.
La strega tuttavia non era ancora sicura che fosse tempo di restituire i ricordi alla figlia.
Il problema non era per nulla risolto e la sciamana sembrava l'unica soluzione possibile prima di agire: adesso le condizioni erano ottimali per ponderare bene la decisione.

Cinque anni prima

Regina ballava insieme ad Emma tra l'ovazione dei presenti. Si stava divertendo molto e per un attimo pensò di aver davvero esagerato con i pensieri drammatici.
Magari si sarebbe divertita a palazzo, essendo se stessa e circondata da persone che l'avrebbero capita, nonostante la diversità.
Il loro non era il solito valzer, ma era un ballo tipico che Regina aveva portato dal suo popolo e ballava a piedi scalzi, con la gonna tra le mani lasciando scoperte le gambe.
La sua famiglia le mancava parecchio, nonostante il vero matrimonio fosse ormai passato, ma ripetere i voti senza di loro era stato strano.
Era ancora presto tuttavia invitarli nel palazzo degli umani.
Il consiglio decisamente non aveva preso di buon occhio la strega, mentre volteggiava insieme alla sovrana, per poi baciarla di fronte a tutti.
Non riuscivano a cogliere la sua regalità e la sua spontaneità.
Le due amanti si goderono le ultime note, mentre Emma la fece volteggiare un'ultima volta.
Emma sorrise sulle sue labbra, stringendola forte ed aiutandola a sistemarsi.
"Ti amo da impazzire" affermò Emma, portandole una ciocca dietro l'orecchio.
"Andiamo?" propose Regina, baciandola ripetutamente con fare casto.
Decisamente una regina non si sarebbe comportata così in pubblico.
Dimostrazioni di affetto non richiesto e sorrisi sproporzionati erano più un comportamento da popolana.
Emma annuì, per poi fare cenno a suo padre, che diede l'ordine.
"Adesso la sovrana solleverà la regina in segno propiziatorio"
Regina trattene le risate. "Come?"
"Se riesco a sollevarti, significa che sono una regina forte."
"Emma non riuscirai mai a sollevarmi"
La bionda la prese alla sprovvista riuscendo a prenderla in braccio ricoperta di applausi.
"Posso scendere ora?" chiese in un sussurro.
"Ti porto così fino in camera nostra" affermò Emma affaticata, ma divertita.
"Sei folle. Non lamentarti se domani non riuscirai ad alzarti" commentò.
"Non ci scommetterei troppo su chi domani riuscirà ad alzarsi"
Gli occhi di Regina si illuminarono un istante di arancio, mentre Emma sfilava con lei tra le braccia.

Il corteo le aveva seguite fino alle loro stanze, quando il portone si chiuse.
La adagiò con fare scherzoso sul letto di nozze, facendola ridacchiare, mentre Emma troneggiava su di lei.
Regina la riempì di baci, dapprima più appassionati, poi più veloci e leggeri, facendo per spogliarsi quando notò delle persone ad osservarle a cui non aveva fatto caso.
"Ma che diavolo..."
Regina si coprì immediatamente i seni, guardando la moglie spaventata.
"Va tutto bene. Devono solo verificare che il matrimonio sia consumato"
"Sei matta?" commentò Regina, fissandoli disgustata, cambiando decisamente umore.
"Abbiamo una figlia maledizione. È ovvio che consumeremo se vi fa così piacere saperlo"
Emma le accarezzò la mano. "Tesoro adesso chiudo le tende"
"Sei folle? Non intendo fare l'amore con te in questo modo" affermò sicura, ricomponendosi.
Emma guardò i membri del consiglio a disagio.
"Potreste lasciarci da sole un momento?"
Il consiglio acconsentì, mentre Emma chiuse le tende.
Regina posò la testa sul cuscino arrabbiata.
"Hey... lo so che può sembrare una pratica barbara..."
"È un eufemismo. Quello che avviene in una coppia è privato. È sacrilego che qualcuno assista ai nostri momenti"
Emma le accarezzò il viso. "Regina, ho dormito in un nido, danzato a piedi nudi per la luna e sono stata sotto le tue ali da demone invece di dormire accoccolate in forma umana. Credo che adesso tocchi a te, non pensi?" propose calma.
"Ma è una cosa completamente diversa. Questo è disgustoso" affermò Regina sospirando.
"Neanche il nido era molto comodo per me sai?"
Regina sbuffò, mentre Emma giocava con le sue mani.
"È solo una formalità o il nostro matrimonio non sarà valido. Puoi farlo per me solo per questa volta? Non accadrà mai più, lo prometto"
Regina acconsentì abbassando lo sguardo.
"Immagino debba essere stato difficile per te la prima volta, specialmente con un uomo che non amavi"
Emma annuì pensando dolorosamente a quella notte.
Scosse poi la testa prendendole il viso tra le mani.
"Ci sei tu con me adesso"
Regina la baciò dolcemente attirandola su di sé, per poi accarezzarle la schiena, mentre Emma tirava le tende.

Between usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora