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TERRA DELLE STREGHE

Emma accarezzava il braccio di Regina stringendola a sé, facendo dei lenti cerchi con le dita.
La stanza era illuminata dalla luce lunare e dal leggero fuoco delle candele e delle fiaccole.
Emma era immersa nei suoi pensieri, seppur ancora invasa dalle intense sensazioni provate attimi prima. Eppure non riusciva a fare a meno di pensare alle parole di Cora e alla visione che aveva avuto appena si era immersa nell'acqua sacra.
"Sei tesa" commentò Regina, sentendo il suo tocco incerto.
"Cosa c'è?" chiese guardandola negli occhi.
"Stavo pensando" disse Emma sospirando.
"Mh mh...A cosa?" chiese Regina con un sorriso girandosi su un fianco non smettendo di accarezzarle i capelli.
"A quella notte... in cui ci siamo separate" rispose Emma.
Regina le accarezzò il viso, cambiando espressione. "Perché pensare ad un avvenimento così disperato?" chiese Regina tristemente.
"Ho avuto una cicatrice da quella notte e l'altro giorno ha iniziato a darmi fastidio. Da quando sono qui la sento e poi... ho avuto una visione" rispose Emma, omettendo la conversazione con la madre dell'amata.
Regina si fece attenta. "Che genere di visione?"
"Quando mi hai immersa, per pochi secondi ho vissuto di nuovo quella notte. Ho un enorme vuoto di memoria dopo che tua madre mi ha stordita, ma improvvisamente è tornato tutto a galla. È stato strano" raccontò Emma.
Regina deglutì debolmente.
"Cosa hai visto?" chiese.
Emma si porto le mani nei capelli, portando una ciocca dietro l'orecchio.
"Due occhi rossi nel buio e... e urlavo...e... mio Dio è tutto così confuso. Dicevo solo ti prego, Regina. Ricordo questo." rispose riprendendo quasi fiato per l'agitazione.
"È stato troppo veloce ed improvviso per poter restarmi impresso altro. E poi è comparso quello strano simbolo sul mio polso..."
Regina annuì, per poi accarezzarle ritmicamente la mano.
"Fammi vedere la ferita" affermò Regina.
Emma tolse i capelli da dietro la schiena mostrandole la cicatrice.
Regina spalancò leggermente la bocca toccandola delicatamente, come se potesse ancora farle male.
Appena poggiò le dita sulla ferita, davanti a lei si palesò la scena di quella notte, facendola urlare.
Emma sobbalzò, mentre Regina tolse i polpastrelli dalla cicatrice.
"Sono stata io" affermò come in trance.
"Io ti ho fatto questo" commentò disperata.
Regina aveva detto la verità e sembrava davvero non ricordare nulla di quella notte.
"Dio Emma mi dispiace tanto. Ero stordita e... non volevo farti del male" affermò per poi cercare di guarirla.
"Regina andiamo non puoi essere stata tu..." disse Emma sicura, testando ciò che Cora le avesse detto.
"È un miracolo che tu sia sopravvissuta, neanche la mia magia riesce a guarirti" commentò poi preoccupata.
"Chiederò alla sciamana di controllarla, per sicurezza"
Emma sorrise debolmente baciandola.
"Potresti raccontarmi come... come hai fatto a ferirmi? Non ho alcun ricordo di quella notte" disse Emma, indagando.
Regina scosse la testa. "Fa troppo male" affermò con un fil di voce.
"Voglio saperlo" ribatté Emma, stringendole la mano.
Regina la guardò. "Ho perso il controllo e... non mi sono resa conto di... di averti morsa. Ricordi? Le streghe mangiano i cuori e... non ci ho visto più. Me ne vergogno, davvero, e ho avuto così paura di averti persa. Credevo di averti uccisa e non mi sono mai perdonata" raccontò.
Emma le fece posare la mano sul suo petto.
"Ma è già tuo questo"
Regina scosse la testa con un piccolo sorriso, baciandola intensamente mentre Emma strofinava dolcemente il naso sul suo viso, annusando il suo profumo.
"Ti amo" giurò Emma.
"Ti amo anch'io" rispose Regina.

Emma si preparò rilassata dopo la notte trascorsa con la sua amata.
Avevano parlato molto, confessato segreti tenuti al sicuro per troppo tempo. E poi si erano baciate, toccate, permesso al loro amore di elevarsi alla potenza rendendo un tutt'uno i loro corpi.
Avevano baciato ogni cicatrice, ogni segno, ogni parte del corpo dell'altra e avevano nutrito le loro anime dello splendido sentimento che condividevano.
Quella giornata era iniziata magnificamente, se non fosse stato per l'ombra oscura che fece la sua comparsa pochi secondi dopo che Emma si era lasciata ai ricordi della notte appena trascorsa.
"Potreste gentilmente smetterla di seguirmi?" commentò Emma spazientita.
Cora si sedette sul divanetto, come in attesa.
"Regina non è pericolosa. La conosco di certo meglio di voi, visto come l'avete trattata per tutta la sua vita. Avete la minima idea di quanto abbia sofferto? Quanto abbia pianto tra le mie braccia per il vostro ennesimo torto?" l'attaccò Emma.
"Ho dovuto farlo, lei non è quello che sembra. Guarda la sua piuma, Emma. È malvagia, è letale, non è la ragazza che ricordi, è cambiata" affermò Cora.
"Non vi credo e non lo farò mai." disse Emma.
"È sincera e... e buona" precisò la principessa.
"Avete eretto una barriera per non farci ritrovare e chissà cos'altro... è inspiegabile che siamo state separate per così tanti anni senza riuscire a ritrovarci. C'è uno zampino magico e non può essere che vostro" l'accusò Emma furiosa.
"Ti sbagli" replicò Cora freddamente.
"Noi due ci amiamo e le vostre parole non cambieranno nulla né metterà in dubbio la fiducia o i sentimenti che nutro per lei" spiegò per poi cercare di allontanarsi.
Cora apparve davanti a lei facendola sobbalzare.
"Hai idea del perché sparisca continuamente? Perché non ceni insieme a te?" chiese calma.
Emma tentennò abbassando lo sguardo.
"Regina mi aspetta"
Cora ridacchiò. "L'amore spesso ci rende ciechi" affermò sicura scuotendo la testa.
"Ho provato a salvarti, mia cara. Ti sei condannata da sola" l'avvertì Cora sparendo in una nuvola di fumo viola, lasciando Emma nuovamente in balia del dubbio.
Avrebbe chiarito però ogni cosa al più presto.

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