2.

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"Corri" disse Regina prendendole la mano.
Un demone gigantesco, occhi vuoti neri come la morte, ali possenti e zanne affilate.
Emma ne aveva visto uno simile solo di sfuggita in uno dei libri di sua madre.
Correvano più veloci del vento, quando Regina urlò essendo stata sollevata in aria.
Emma spaventata si raggomitolò in una tana cercando di non piangere, mentre la paura la divorava. Doveva salvare la sua amica.
Era pietrificata dalla paura. Quegli occhi, quel demone era il male incarnato e lei pensava a Regina, a come salvarla.
Così fece per uscire quando qualcosa le cadde addosso.
Emma stette per gridare nel vederla, quando Regina si alzò di scatto.
"SHHH" disse tappandole la bocca.
"Sto bene" la rassicurò Regina.
"Ho paura" sussurrò Emma tremando.
"Va tutto bene" disse Regina accarezzandole il braccio.
"Voglio la mia mamma" sussurrò emettendo un piccolo singhiozzo, quando Regina si accoccolò a lei e l'abbracciò cercando di rassicurarla.
"Tra poco se ne andrà sta tranquilla" disse poi accarezzandole i capelli.
Emma le strinse la sua mano più forte che poté, mentre sentiva dei passi verso di loro.
"Tu sei coraggiosa" commentò Emma.
"Io per niente"
"Non è vero. Stavi uscendo fuori per venirmi a salvare." ribatté Regina.
Emma le sorrise respirando profondamente.
Il mostro le scoprì, facendo urlare Emma.
"BASTA! VATTENE VIA!" disse Regina lanciandogli contro tutto ciò che le capitasse a tiro.
Il mostro ruggì furioso contro di lei, mentre la bambina non sembrava avere minimamente paura e fronteggiava il suo sguardo.
"NON CI TORNO DA MAMMA, NON CI VOGLIO TORNARE DA LEI! NON IMPORTA COSA MI FARAI" gridò coraggiosa.
Emma la osservava ammirata, mentre il mostro era pronto ad attaccarla.
Emma scaltramente prese un bastone per poi colpirlo nel punto giusto.
"VIENI VIA!" urlò prendendola per mano e correndo veloce.
Regina la guardò stringendole forte la mano correndo per poi arrestarsi.
"Che fai? Perché ti fermi?!" esclamò Emma.
"Non lasciare la mia mano!"
"Ma..."
"Fidati di me" affermò Regina.
Emma annuì, mentre Regina chiuse gli occhi.

Emma li tenne aperti vedendo scioccata un vortice viola ipnotico davanti ai suoi occhi per poi ritrovarsi vicino ad un laghetto al sicuro.
"Stai bene?" chiese Regina.
"Come hai fatto?" chiese Emma spaventata indietreggiando, realizzando cosa fosse appena accaduto.
"Io... ecco io..."
"MIO DIO TU... TU SEI UNA STREGA!" esclamò Emma.
"SI ABBASSA LA VOCE, DIO QUANTO SEI RUMOROSA" gridò Regina battendo il piede sinistro infastidita e zittendola quando il terreno tremò leggermente.
Sorrise poi compiaciuta della sua fermezza.
Emma si calmò guardandola.
"Non dovresti essere non so..."
"Brutta e vecchia? No, esistiamo anche bambine... cresciamo anche noi sai?" disse lei sbuffando.
"Non voglio le rughe così presto" commentò poi.
"Sei la figlia del drago vero?" chiese Emma.
"No quella è Morgana" rispose Regina.
"Io non sono così famosa... diciamo che mia madre lo tiene nascosto, perché non vuole che anima viva lo sappia. Ma ora un'anima lo sa, quindi... diciamo che tutte le altre non devono saperlo" spiegò Regina.
"Anche lei è come te?" chiese Emma.
"Si... però non dovrà saperlo nessuno... lei è una principessa e le principesse non devono avere poteri" rispose Regina.
"Quindi anche tu lo sei" disse Emma entusiasta.
"Emma da dove è partito il discorso, idiota?"
"Giusto... scusa" disse lei ridacchiando.
"I plebei sono davvero stupidi" commentò Regina.
"Bé in realtà, io sono... la figlia di Snowhite e sono la princ..."
"LA FIGLIA DI SNOW WHITE?!" esclamò Regina indietreggiando.
"Non dovrei parlare con te" disse la moretta facendo per andarsene.
"PERCHÉ?" disse Emma dispiaciutissima.
"Perché sei la figlia della regina, se tua madre lo scoprisse io sarei condannata a morte" rispose Regina.
"Io voglio essere tua amica. Ti prego non dirò niente a nessuno" disse poi Emma dispiaciuta.
Regina sospirò.
"Te lo giuro, non svelerò mai a nessuno il tuo segreto" promise.
"Promesso?"
"Promesso" affermò Emma, facendo una croce sul cuore.
"E va bene..." acconsentì Regina.
"Tanto mi stai simpatica" ammise poi sorridendo.
"Che giochi ti piacciono?" chiese Regina.
"Io non gioco" rispose Emma.
"Non ho amici con cui farlo. Mi annoio da sola e poi ho troppi compiti da fare."
Regina si intristì per poi sorriderle.
"Vieni con me" affermò prendendole la mano.

Regina si tuffò nel lago insieme ad Emma iniziando a schizzarla.
"Giochiamo alle principesse" propose Emma dopo la nuotata.
"Siamo già principesse" le fece notare Regina ridendo.
"Puoi far apparire delle bambole?" chiese Emma.
Regina inarcò un sopracciglio non capendo.
"Non hai delle bambole tu?" chiese Emma.
"Certo che no. Solo... solo una persona nel mio regno le ha e credimi non è una buona idea. Davvero giochi con queste cose?" commentò Regina.
"Da quando ero piccola. La mia si chiama Cassandra" disse Emma.
"Un nome una maledizione. Dio sei matta!" esclamò Regina terrorizzata.
"Ma stiamo parlando delle stesse bambole? Tutte le bambine ne hanno una!" disse Emma ridendo.
Regina continuava a non capire.
"Se hai una chiara immagine in testa posso provare a portarla qui" propose infine.
Emma annuì sorridendo, mentre Regina le prese le mani.
"Chiudi gli occhi" affermò, mentre Emma eseguiva.
Dopo pochi secondi una bellissima bambola comparve tra le braccia di Emma.
"Mio Dio, ma sei tu. Giochi con te stessa" esclamò Regina scioccata indietreggiando.
"Il mio papà l'ha fatta fare apposta per me. Andiamo non devi essere spaventata" disse Emma.
"Guarda" disse poi.
"Ciao io sono Cassandra" disse con vocina dolce e muovendo il braccio della bambola.
Regina ridacchio accarezzando i capelli della bambola.
"Non sembra inquietante come credevo" disse Regina.
"Quindi tu non hai mai avuto una bambola?" chiese Emma.
Regina scosse la testa con un leggero sorriso.
"Nessuna di noi"
"È assurdo!" disse Emma ridacchiando, per poi pettinarla insieme a lei.
"Forse noi del nord abbiamo... usanze diverse" azzardò Regina per poi imparare da Emma come giocare.
"Voi che giochi avete?" chiese Emma dopo un po'.
"Non li capiresti" disse Regina sospirando.
Emma annuì sedendosi accanto a lei.
Dopo pochi secondi di silenzio si schiarì la voce.
"Prima quando stavamo scappando dal mostro hai detto che non volevi tornare da tua madre per nessuna ragione al mondo. Perché?" chiese a Emma curiosa.
Regina prese un respiro profondo, sospirando tristemente.
"Abbiamo litigato. Di brutto" iniziò a raccontare Regina.

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