60.

202 12 1
                                    

Un anno fa

Regina sistemò la fasciatura sul fianco di Emma, stesa nel loro letto matrimoniale.
Aveva già medicato la gamba e il viso, le aveva fatto un infuso con il cuore di rana per abbassare la febbre, ma adesso era arrivata la parte più difficile.
Quella ferita l'aveva a causa sua. Aveva ferito l'amore della sua vita per la seconda volta e stava davvero per finire nel peggiore dei modi possibili.
Erano appena le prime luci dell'alba, il sole non penetrava ancora dalla finestra e il fuoco delle fiaccole fuori dalla loro camera da letto era ancora acceso.
Una volta tornata in sé Regina aveva fissato il re, che la guardava senza alcun rispetto, come un leone in una gabbia sul punto di fare la sua mossa, mentre Snow era troppo preoccupata per la figlia per degnarla di attenzione.
E poi c'era Eleanor, che appena si era svegliata ancora trasformata a causa dell'odore del veleno che aveva lasciato su Emma, Regina l'aveva addormentata con un infuso di fiori di papavero.
"Troppo stretto?" chiese attenta, mentre si dedicava con estrema cura ad Emma.
Il suo tono era distante, come quello di una premurosa infermiera, ma totalmente differente dal suo ruolo di moglie.
"No, sta tranquilla" replicò Emma con un debole sorriso.
La bionda sapeva cosa stesse passando in quel momento la donna che amava, così cercò la sua mano per potergliela stringere, in qualche modo rassicurarla.
Regina la tirò via come se si fosse scottata, allontanandosi da lei, per poi controllare Eleanor che dormiva, ancora sotto l'effetto della polvere.
Controllò il leggero livido violaceo che si era formato sul suo collo, per poi accarezzarle i capelli corvini distrattamente.
Non si sentiva degno di farlo, dopo quello che aveva fatto alla sua piccola.
Eppure l'istinto di madre era più forte, nonostante il mostro dalla quale avrebbe dovuto proteggerla quella notte era la stessa persona che avrebbe dovuto fare di tutto per tenerla al sicuro.
Emma aveva avuto ragione e se solo l'avesse ascoltata, se solo non si fosse imputata, forse sua moglie, quei bambini e la sua stessa figlia non ne avrebbero pagato il prezzo.
"Potresti porgermi dell'acqua?" chiese Emma assetata, interrompendo il suo circolo di pensieri distruttivi.
Regina si affrettò a tornare al suo posto, esaudendo la richiesta della moglie.
La strega era un'esperta nel torturarsi, nel cercare strade alternative al danno ormai fatto e punirsi per sempre per non aver agito diversamente, anche nelle sciocchezze, negli errori minimi.
"Piccoli sorsi" affermò, aiutandola a tirarsi leggermente su.
Emma aveva dolore persino a respirare, le costole le facevano male da morire e, nonostante l'acqua fu un sollievo, quel minimo movimento le costò un incredibile sforzo.
Regina l'aiutò a distendersi, mentre Emma colse immediatamente l'occasione.
Sua moglie doveva buttare tutto fuori subito, prima che la consumasse.
"Possiamo parlare di quello che..."
"Dovevo proteggerti." affermò solo Regina.
"Il mio istinto mi ha imposto di proteggerti" precisò poi.
Non toccò minimamente il fatto che era accaduto dopo, si concentrò solo sulla loro bambina, tutto pur di scappare da quella discussione.
Fronteggiare la sua vittima, guardarla negli occhi, la stessa donna che aveva giurato di amare e di proteggere sempre.
Emma guardò Regina dispiaciuta, mentre teneva lo sguardo basso, le braccia avvolge intorno al suo busto, stringendosi in un leggero abbraccio.
Era chiusa come un riccio.
"Tesoro..."
"Non so cosa mi sia preso dico sul serio. Non intendevo farle male." affermò parlandole sopra.
"Né a lei,né a te." precisò poi a bassa voce.
"Ne sono più che certa. Non devi giustificarti con me, ho solo voglia di parlarne" commentò Emma.
La bionda prese la mano di Regina, che si era abbassata sulle lenzuola.
"Stai tremando" commentò poi preoccupata.
Regina fece per rispondere, quando sentì una familiare vocina.
"Mamma" mormorò Eleanor.
Le due si voltarono verso la bambina, che si stava lentamente riprendendo.
L'effetto non era durato troppo, la cucciola era forte e la dose non era decisamente sufficiente per farla dormire più di poche ore.
La strega aveva controllato bene il dosaggio, specialmente dopo il trauma che aveva subito a causa sua.
Regina si sedette sul piccolo lettino, mentre Eleanor cercava di riprendersi.
"Che cos'ha la mamma?" chiese, con gli occhi socchiusi.
Le palpebre erano incredibilmente pesanti, quasi da farle male, sentiva ancora la forza della stretta decisa intorno al suo piccolo collo e quei semi le avevano confuso la mente.
"Perché non mi hai detto la verità?!" sbottò Regina delusa, senza alzare troppo la voce.
La piccola era esausta, sembrava preda dei deliri di una febbre altissima.
"Cosa?" chiese Eleanor confusa, per poi toccarsi la gola ferita.
"Perché non sono nella mia stanza?" commentò per poi notare il sangue sulle sue mani e sui suoi vestiti ancora sporchi.
Regina la guardò attenta non vedendo alcun cenno di bugia.
"Qual è il tuo ultimo ricordo?" chiese cambiando tono.
"Io... ero nella nostra casa insieme a te e stavo per addormentarmi... devo aver avuto un incubo" affermò Eleanor confusa.
"Ricordo solo tanta fame, tanto sangue e... e poi nient'altro" disse sincera.
Regina la guardò negli occhi credendole.
Non stava mentendo.
Emma si alzò a fatica, sedendosi accanto alla figlia.
"Fa piano" affermò Regina preoccupata che potesse infettarsi.
"Ho fatto del male a qualcuno mamma?" chiese Eleanor con le lacrime agli occhi.
La madre le aveva introdotto l'argomento con calma una domenica pomeriggio, poco tempo prima.
Quando l'aveva vista giocare, si era resa conto che il suo istinto di cacciatrice con il tempo si stava facendo presente ed era tempo che conoscesse quella parte di lei per saperla gestire.
Le aveva spiegato che non fossero delle cattive creature, ma che fosse necessario controllare i propri impulsi e rendersi conto delle proprie azioni.
Le aveva raccontato poi delle streghe spietate, che erano state bandite dal regno dalla sovrana prima di lei a causa della loro caccia senza limiti o regole, mettendo a rischio anche il popolo, quando gli umani erano ancora il nemico; le aveva persino introdotto, seppur in minima parte, di quando era salita al trono ed aveva aperto una caccia spietata, sintomo di vendetta per aver perso Emma.
"Mi sentivo un vero e proprio mostro tesoro. Odiavo me stessa e ho reagito in modi diversi; volevo crocifiggere il colpevole, certo, ma colei che incolpavo di più era me stessa. Volevo punirmi sporcandomi ancora di più, perché era l'unica cosa che credevo di meritare." aveva cercato di spiegarle.
Non andò troppo oltre, perché nonostante i cuccioli fossero più avanti per la loro età rispetto agli umani era comunque ancora una bambina.
Si era ripromessa che quando sarebbe cresciuta le avrebbe raccontato tutto, cosicché non commettesse i suoi stessi errori.
Eppure, a quanto sembrava, l'argomento sarebbe stato più vicino di quanto si aspettasse.
Regina l'abbracciò stringendola dolcemente, mentre Eleanor capì subito il perché lo stesse facendo.
La strega si era ripromessa che non avrebbe agito come sua madre aveva fatto con lei, che avrebbe fatto di tutto per starle vicino e non farla sentire sbagliata.
Invece l'aveva aggredita, la stava quasi per soffocare.
La madre dell'anno.
Eppure tentava di rimediare, di rassicurarla ed in quel momento per Eleanor era sufficiente.
La bambina scoppiò in lacrime tra le sue braccia, mentre Regina le accarezzava i capelli.
"Non è colpa tua. Non é colpa tua, shh" disse calma.
Regina guardò Emma preoccupata, mentre Eleanor singhiozzava sul suo petto.
"Mamma mi dispiace" ripeté disperata.
"Shh..." commentò, stringendola più forte.
"Chi sono?" chiese poi.
Regina la guardò per poi rispondere sinceramente.
"Tre bambini del villaggio e uno dei cuccioli di Natalia"
Eleanor la guardò inorridita, per poi spostare lo sguardo su Emma.
"Che cos'ha la mamma sul viso e sul fianco?"
"Non è niente Hey... un piccolo graffietto" disse Emma con fare rassicurante.
Eleanor iniziò a piangere più forte, affondando la testa nel petto di Regina sapendo di essere stata lei.
Emma si avvicinò alla figlia per consolarla, ma Eleanor la respinse.
Regina guardò la moglie scuotendo leggermente la testa, mentre le accarezzava i capelli.
In quel momento aveva bisogno di Regina, la madre che poteva capire ciò che stesse passando, quel senso di colpa.
Allontanarsi dalle vittime, anche Regina lo faceva sempre.
Eppure la piccola non ricordava che la madre l'avesse aggredita, ma Regina si.
Ricordava il suo corpicino tremante, il suo lamento supplichevole che non aveva ascoltato e questo evento l'avrebbe segnata per tutta la vita.
Sentiva che aveva bisogno di allontanarsi anche da lei.

Between usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora