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Killian Jones non era sempre stato un uomo privo di morale. In realtà, anni prima, era stato un bambino sensibile, fragile, che cercava in tutti i modi di assomigliare al fratello maggiore.
Persino l'amore per il mare era una delle proiezioni di Liam Jones, ben diverso da lui.
Aveva sempre seguito il suo esempio, i suoi consigli che ben presto divennero vere e proprie regole.
Tuttavia il ragazzo che aveva preso a modello non era un grande idolo da seguire.
Mentiva alla sua ciurma per ottenere quello che voleva, affermava di essere coraggioso ma mandava i suoi uomini avanti a fare il lavoro sporco per lui ed era terribilmente testardo ed ambizioso, deciso a scalare la vetta per ottenere ricchezze e prestigio.
La loro era una famiglia di marinai: il loro bisnonno aveva conquistato il trono quando il re era senza eredi maschi e aveva promesso la sua eredità a chiunque fosse stato in grado di portargli una sirena viva.
Non era stato facile per loro catturarla, ma erano come riusciti a pescarla e ad ottenere la giusta ricompensa.
Ora toccava al Killian fare la sua mossa per conquistare la loro cugina ed ottenere validi alleati per poter arricchire le casse del loro regno.
"È la principessa, Killian" affermò Liam.
"Non la vedo da anni ormai. E poi diciamo solo che non siamo mai stati molto uniti"
"Eravate bambini."
"Non credo che sposarmi sia una buona idea. Voglio vivere per mare insieme a te. Insomma belle donne, avventura, viaggi per terre sconfinate. È quello di cui mi hai sempre narrato. Non sono un uomo di terra, Liam" spiegò Killian.
"Hai sempre odiato il mare, Killian. Stavi sempre a bere la mia riserva di rum e a scommettere il nostro denaro" ribatté Liam.
Suo fratello aveva quello sguardo: voleva di più per il fratello e Killian sentiva di continuare a deluderlo.
"Forse hai ragione. Magari Emma è la scelta giusta per me" replicò, seppur incerto.
"Ma certo che lo è." affermò Liam, sorridendo entusiasta. "Ho sentito dire che è molto bella, avrete dei bambini bellissimi insieme"
Killian annuì fingendo di essere convinto della sua scelta.

Il principe aveva sposato la fanciulla dai capelli dorati un anno dopo.
Non la conosceva troppo bene, ma aveva tutte le qualità che un uomo potesse desiderare: bella, timida, silenziosa, rispettosa e pura.
Peccato per Killian non sapere che la vera Emma non era affatto silenziosa ed aggraziata, ma del tutto esuberante, sempre con un'arma tra le mani, e decisamente non era del tutto pura ed integra, visto che aveva donato la sua innocenza alla strega.
Killian però non aveva sposato Emma quando era felice: aveva preso in moglie quella distrutta dal dolore per la perdita del suo unico vero amore.
"Buongiorno Emma" disse dolcemente, scostandole le ciocche dal viso.
"Ieri è stato davvero bello." commentò, accarezzandola.
Emma annuì, evitando di guardarlo.
"Ti ho fatto male?" chiese preoccupato.
Emma scosse la testa, mentre Killian la baciò.
"Non potrei mai farti del male tesoro." disse abbracciandola, mentre Emma si sentiva terribilmente a disagio.
"Chi lo sa magari siamo già riusciti ad avere un bambino. Te lo immagini?"
Persino Emma in fondo ci aveva sperato; forse un bambino le avrebbe portato un po' di felicità.

Il figlio tanto desiderato non arrivò mai e questo non fece altro che peggiorare il loro rapporto.
Emma era sempre più distante da Killian, non degnandolo delle minime attenzioni.
"Dannazione Emma perché non parli con me? Sono tuo marito, eppure sembra che sia un estraneo per te" disse arrabbiato Killian, dopo che Emma lo respinse per l'ennesima volta.
Tuttavia non era decisamente la serata giusta: era l'anniversario della morte della sua amata ed Emma non era in vena di discussioni.
Killian non era della sua stessa opinione, visto che continuava a mettere alla prova la sua pazienza.
"Ti riempio di doni dai miei viaggi, cerco di starti sempre accanto, io non so più cosa fare"
"PERCHÉ NON C'È NULLA DA FARE" sbottò Emma, stanca.
Killian la guardò come se vedesse un'altra persona: aveva urlato come un'isterica e sul suo viso era comparso uno sguardo che lo aveva inquietato.
"Io non ti amo e non ti amerò mai. Provo ribrezzo quando mi tocchi, quando mi abbracci e quando non fai altro che parlarmi mentre sei nell'estasi, perché desidero solo che tu non sia qui con me" si sfogò stringendo i pugni.
Killian la guardò sconvolto e sentì il suo cuore spezzarsi.
Io non ti amo, lo ripeté più volte quella sera e quando fu troppo esausta per gridare lo lasciò da solo, ad affogare nel liquido ambrato che tanto gli piaceva bere.
Eppure Killian non provò il dolore che si aspettava, solo nell'orgoglio: sua moglie era sua, in fondo, e non rispettarlo era motivo di disonore, ma non era innamorato di lei.
Aveva abbracciato l'idea che il fratello gli aveva dipinto di lei e si era convinto che fosse quello che desiderava.
Aveva impresso quell'immagine nella sua mente, quella terribile idea che l'avrebbe accompagnato anche negli anni successivi, nonostante in cuor suo sapesse che quello che provava nei confronti di Emma non era decisamente amore.

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