Politea si era presentata al castello oscuro dopo molto tempo.
Le risate che anni prima lo avevano invaso almeno una volta alla settimana, quella di Eleanor, quella della stessa strega e della moglie, ora erano state sostituite dal silenzio, lasciandolo disabitato per poco più di un anno.
Nonostante sua nipote fosse tornata, quelle risate si erano spente.
Per un attimo si fermò a guardare la figura di Emma sul divanetto, mentre si sistemava i capelli e le sembrò di vedere Eleanor che le sorrideva.
Quanto aveva amato il suo sorriso.
"Ho bisogno di parlare con Regina" affermò Politea con il libro in mano, concentrandosi sulla missione attirando la sua attenzione.
Emma sobbalzò, per poi assumere un'espressione rassicurata nel vederla, ma non ebbe il tempo di rispondere, seguita dalla figura di Regina in camicia da notte.
Lo strascico della vestaglia segnalò il suo arrivo, i suoi passi decisi.
"Non ho molto tempo per riceverti, passa più tardi"
Si sedette accanto alla bionda, accarezzandole i capelli.
Politea si avvicinò a grandi passi al centro del salone, battendo con forza il libro sul tavolo.
La mora aveva un fare capriccioso, ancora offesa per la sua poca attenzione del giorno prima, per le sue insinuazioni e frasi cariche di disprezzo.
Cora in molte litigate aveva detto a Regina : "Ringrazia la tua buona stella, piccola strega ingrata, che non ti sia capitata Politea come madre"
Non la definiva mai la nonna. La figura che alla piccola Regina sembrava quasi trascendente di sua madre, così bella e potente, la vedeva perdere sicurezza quando solo si nominava Politea.
Quando fu abbastanza grande, venne a conoscenza delle orribili parole che Politea le aveva riservato prima di nascere.
Cora diceva che non ci fosse mai stato amore nel suo cuore, se non in quel breve attimo in cui la vide sorridere per la sua Eleanor.
Era concentrata solo su sé stessa, non dimostrava alcun tipo di affetto per i suoi figli, tanto meno per lo sposo.
Solo Ivy, considerata la sua unica nipote specialmente dopo l'incidente, era stata da lei scelta come apprendista per essere in grado di prendere un giorno il suo posto.
Una nipote legittima, figlia di una figlia legittima, di una specie mite.
Regina, invece, era il frutto di un terribile atto di passione impura, di una vendetta mai portata a termine.
Assomigliava molto alla nonna, ma Politea disprezzava quel volto.
La verità, tuttavia, era che aveva paura di lei e di sua figlia che aveva il nome del suo grande amore.
Cora aveva cercato in ogni modo di proteggere la sua cucciola minore da lei, di non assomigliarle, perché la seguiva come un'ombra che portava solo insoddisfazione, delusione e odio verso sé stessa.
Le ricordava ogni giorno che avesse fallito.
Regina abbassò solo gli occhi con aria superba sul libro, mantengo la sua espressione disgustata.
"Non credo di averti dato il permesso di riceverti"
Politea non si curò del suo tono indisponente.
"Hai fatto un accordo con Rumplestiltskin?" chiese rivolgendosi alla nipote.
"Come?" chiese Regina divertita, inarcando un sopracciglio.
"Rispondimi" affermò seria.
La donna sembrò immediatamente ricordare le parole di sua madre di molti anni prima, sentendosi per un attimo la ragazza ingenua e innamorata che avrebbe fatto di tutto per inseguire il suo sogno d'amore.
Regina scosse la testa per poi rammentare la sua preghiera.Un anno fa
Eleanor si sentiva strana da tutta la sera, mentre Emma cercava di tirarla su.
Era distante, lo sguardo perso nel vuoto, cercava di allontanarsi dalla madre.
Emma cercava di ignorare il persistente dolore, per non far sentire entrambe in colpa, mentre Regina le guardava distrattamente dalla terrazza.
"Tutto bene tesoro?" chiese Emma vedendola pallida.
"Sono molto stanca" commentò Eleanor sbadigliando.
Aveva dormito fino a poche ore prima ed ora non riusciva a stare sveglia.
"Vieni con noi nel lettone" la invitò Emma stendendosi lentamente.
Regina aveva dormito fuori dalle sue stanze per due giorni o almeno così credette Emma non avendola vista. In realtà aveva dormito ben poco, troppo concentrata a gestire la situazione, e quel paio di giorni era volato. Poi ne passarono altri quattro.
I bracciali sembravano togliere le forze ad Eleanor, ma a parte questo non sembravano avere altri effetti e il pericolo pareva scongiurato.
Emma voleva che sua moglie potesse riavvicinarsi e con quella mossa non poteva decisamente scappare.
Non avrebbe mai rifiutato un invito della piccola, dopo quello che aveva passato.
Regina la prese in braccio, mettendola vicino ad Emma.
"Non ho molto sonno" commentò solo Regina, mentre Emma le prese il polso.
"Ti prego" sussurrò.
Eleanor la guardò, mentre la madre accennò un sorriso.
Non voleva che pensasse che volesse evitarla.
"Riposare ci farà bene. Sono stati giorni lunghi per tutti"
Eleanor annuì, mentre Regina entrava nel letto gattonando, per poi sistemarsi accanto alla bambina.
Emma provò a stringere la sua mano, ma Regina la evitò concentrandosi sulla piccola che stava già per crollare.
Le accarezzò i capelli, mentre provava a chiudere gli occhi illudendosi per un attimo che nulla fosse accaduto e che fosse a casa sua.
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Between us
FanfictionEmma è una principessa molto curiosa e vivace, con un destino già scritto ed una famiglia perfetta. Una vita perfetta. Le basterà però davvero superare il confine del suo regno per cambiarle la vita e compiere il suo destino? Cover by @_je_sss_ Iniz...