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Snow White in persona entrò nel rifugio, seppur sicura che le streghe si fossero spostate.
C'era un silenzio tombale.
Era stata una mossa saggia da parte del re restare al castello, per proteggere la dimora da un possibile attacco a sorpresa, almeno così gli aveva suggerito Snow.
La verità era che era la sua personale battaglia, a lungo rimandata.
La regina si sentiva strana nel solcare un territorio di streghe: ne era sempre stata terrorizzata, a causa delle terribili storie che la madre le aveva raccontato.
Demoni incantatori, mostri muta forma, tentatori assassini, erano queste le parole che la regina Eva aveva usato quando la curiosa principessa le chiedeva che cosa ci fosse al di là della foresta oscura.
Dopo la sua morte, decisamente orribile, che aveva distrutto il padre, Snow aveva iniziato a nutrire un profondo odio nei confronti delle creature magiche.
Si era chiusa in sé stessa, una parte della spensierata bambina era morta con sua madre e non aveva mai più parlato a nessuno delle streghe, nemmeno a sua figlia, come se il solo nominarle portasse morte e distruzione sulla loro casa.
Finito il periodo di lutto tuttavia, Leopold era subito partito alla ricerca di una nuova moglie, possibilmente una ragazza giovane così da poter procreare e generare il maschio che desiderava tanto, per quanto amasse la dolce principessa che aveva gli occhi di Eleanor.
Tuttavia quel bambino non era mai arrivato e il re aveva ucciso una moglie dopo l'altra, fino a che anche lui non era ritornato alla terra per "cause sconosciute".
Snow sapeva che erano state le streghe ancora una volta: da allora scattò ancora di più in lei il desiderio di vendicare i suoi amati genitori, senza sapere mai della crudeltà ingiustificata del padre, del suo cuore colmo di perfidia nascosta e del suo ossessivo cercare una donna in ogni fanciulla cui chiedesse la mano.
Nessuna era come la sua Eleanor, diceva sempre.
Eppure Snow non si era mai accorta di nulla, usando l'immagine della sua perfetta famiglia come uno scudo.
"Sono andate via" affermò Killian con rabbia.
Snow tastò il terreno, vedendo lo strano fluido nero ancora fresco.
"È sangue credo" commentò.
"Sono andate via da poco" ragionò il principe.
"Ci deve essere un passaggio." affermò Snow dando ordine alle guardie di cercarlo.
"Bisogna colpire adesso, la loro magia è molto debole" disse sicura.
Killian guardava la sua fede: gli mancava terribilmente Emma, soprattutto adesso.
Aveva una speranza che la bionda potesse amarlo, in tutti quegli anni lo aveva respinto non per sua scelta, ma a causa della maledetta magia.
Non vedeva l'ora di conoscere la sua vera sposa, chi era davvero dietro la maschera di quell'incantesimo.
"Sta tranquillo, la riporteremo a casa" lo rassicurò Snow.
"Ruby" la chiamò Snow. "Fiuta le tracce" affermò guardando la luna piena.
La ragazza la guardò spaventata. "No. No ho paura di perdere il controllo" disse sicura.
"Non lo farai, fidati di me" affermò Snow, togliendole il mantello.
Ruby iniziò a sentire l'influenza della luna piena: aveva molta energia, i suoi sensi erano amplificati, la sua vista panoramica.
Odiava sé stessa eppure non poteva fare a meno di gioire di quella liberazione.
I suoi occhi divennero color oro sempre più acceso, mentre la sua voce si trasformò in latrato.
Nonostante fosse passato tanto tempo, il sangue del lupo scorreva nelle vene della timida fanciulla.
Finalmente Ruby tornò alla sua forma originaria, con un forte istinto di correre, ululare e tornare con i suoi simili, con la sua famiglia.
Tuttavia la regina aveva altri programmi. Le mise immediatamente il guinzaglio, stringendole leggermente la gola.
"Devi fiutare Emma" affermò al suo orecchio, minacciandola con il veleno.
"Trovala" disse sicura, per poi liberarla.

Emma sorrideva alla piccola, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso un solo minuto.
Si era trasformata due volte, ma per Emma non aveva fatto differenza: l'aveva tenuta in braccio, coccolandola esattamente come faceva da umana.
Regina dormiva da diverse ore ormai, mentre Emma stava insieme alla bambina.
"Sarà difficile andare via adesso" commentò sorridendo innamorata, mentre accarezzava la testa di Regina ancora addormentata.
"Eleanor mio tesoro. Si, sono la tua mamma" ripeteva con un dolce sorriso.
Cora guardava la piccola poco distante, poi la figlia con rabbia.
Era terribilmente debole e la cosa peggiore era che non si era più svegliata dopo che aveva nutrito Eleanor l'ultima volta.
"Domani partirò all'alba. Devo recuperare il giorno che ho perso" annunciò a Zelena, mentre guardava la sorella che dormiva sulle sue gambe.
"Da quanto tempo dorme?" chiese preoccupata.
"Un bel po' a dir la verità" rispose Emma, scostandole le ciocche ribelli dal viso.
"Era sfinita dopo il parto, immagino che dare alla luce uno di questi faccia questo effetto" commentò senza darci troppo peso.
"Tra un po' avrà di nuovo fame" le fece notare Cora, osservando il comportamento della piccola.
"Credimi sono molto voraci"
Emma scosse la testa baciando ripetutamente la piccola, quando una delle streghe iniziò ad accasciarsi, gemendo ripetutamente.
Ivy si avvicinò alla donna, stringendole la mano come a chiederle spiegazioni.
"Stanno morendo" sussurrò percependo il dolore di sua sorella.
"Sento il veleno" commentò, mentre Emma appoggiò la piccola nel nido avvicinandosi.
"Cosa vedi?" chiese.
"Le lance nella carne e tanta lotta. Stanno cercando la principessa" spiegò, quando il tormento giunse al termine.
Sua sorella era morta, ne era sicura, non percepiva più nulla.
"Devo allontanarmi dal rifugio o vi troveranno" affermò Emma.
Regina si agitò svegliandosi a fatica, mentre la bionda sorrise nel vederla riprendersi per salutarla.
"Tesoro..." sussurrò avvicinandosi alla strega, accarezzandole il viso per poi notare quanto fosse calda.
"Buon Dio" commentò preoccupata.
"Zelena, è bollente" affermò, mentre la sorella controllò.
"Dannazione, credo abbia la febbre alta" confermò Zelena.
Emma sbiancò terrorizzata. "Oddio" commentò.
"Chiama la sciamana subito" disse la bionda, mentre le stringeva la mano.
"Hey" la chiamò.
Regina mormorava solo qualche suono, ancora immersa nel sonno.
"Tesoro sono qui" affermò Emma, accarezzandole i capelli.
Regina tirò maggiormente la coperta infreddolita, mentre Emma la scoprì notando quanto sangue stesse perdendo.
Cora si avvicinò alla figlia, stringendole la mano.
"Regina guardami" disse preoccupata, mentre Regina si accoccolò ad Emma.
"Dammi la bambina, deve aver fame" commentò solo, cercando di mettere a fuoco l'ambiente circostante.
"Tesoro devi riposare, non puoi affaticarti. Stai perdendo sangue" disse Emma.
"Dannazione andava tutto bene" commentò preoccupatissima.
"Vedrai che starò meglio. Tu devi raggiungere le altre" mormorò Regina.
Emma scosse la testa. "Non ti lascio qui così" affermò sicura dolcemente, scostandole le ciocche dal viso imperlato di sudore.

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