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Regina stringeva la piccola a sé, tenendola al caldo.
Emma le accarezzò la testa, prima di armarsi per partire.
Era il momento di affrontare sua madre.
Da quando aveva fatto del male alla donna che amava tra di loro si era creato un confine insuperabile, una barriera, ma ora era arrivato il momento di romperla in un modo o nell'altro.
Emma fissò il viso finalmente rilassato dell'amata, mentre con un braccio cingeva il corpicino della figlioletta gelosamente.
Appena Emma le baciò la guancia, Regina si mosse.
"Dove vai?" chiese Regina con voce assonnata.
"Raggiungo le altre hanno bisogno di me. È tempo di andare i giorni sono preziosi e ne ho persi due, sono parecchi"
La strega aprì gli occhi con un leggero sorriso.
Regina cercò di alzarsi, per seguirla per poi ricadere indietro ancora debole.
"Non puoi" affermò la bionda categorica.
"Devi portare Nellie con te. Devi proteggerla" disse Emma.
Regina sospirò frustrata.
"Non voglio lasciarti" disse la strega.
"Sei troppo debole, ti farai ammazzare. Non riesci neanche a reggerti in piedi...." le fece notare.
"Mi sottovaluti" affermò Regina orgogliosa, mentre, seppur a fatica, si tirò su.
Emma sorrise accarezzandole il viso.
"Non potrei mai dubitare della tua determinazione, ma adesso devi pensare alle streghe che sono qui e alla piccola. Loro hanno più bisogno di te" affermò Emma sicura.
Regina si morse il labbro per poi capire che era la cosa giusta da fare, così la baciò dolcemente.
"Sta attenta, io ti raggiungerò presto" promise.
Emma annuì accarezzandole il viso.
"Ti amo" disse la principessa guardandola dolcemente negli occhi.
"Ti amo anch'io" rispose Regina, baciandola nuovamente.
Emma prese la sua spada pronta ad affrontare i nemici.
"Sta tranquilla. Chiuderò questa storia" giurò mentre le altre streghe l'aiutarono a trovare una via d'uscita.
Regina sospirò guardando Emma uscire e stringendo maggiormente a sé la figlioletta.
"La mamma torna presto tesoro" promise, accarezzandole la piccola testa.
Cora guardò le due amanti e per un attimo ripensò a quanto fosse bello quel calore che si provava nel cuore ad essere insieme alla persona che si ama.

VENTINOVE ANNI PRIMA

Cora guardava il principe Henry mentre chiacchierava allegro con diverse donne.
Era uno dei principi più giovani, quinto in linea di successione, ed era privo di responsabilità, o meglio ne aveva decisamente meno rispetto al fratello maggiore, il principe ereditario.
Per Henry era la cosa più bella: passava le sue giornate ad oziare e a godersi le sue ricchezze, amava la libertà.
Era affascinante, ma anche gentile e dolce.
La strega lo fissava incuriosita, ma non dimenticava la sua rabbia.
Quegli uomini avevano ucciso Prospero, l'amore della sua vita.
Occhi color del cielo cristallino, che brillavano come diamanti, mentre il resto del suo corpo era color dell'erba e della chioma degli alberi in primavera, i suoi capelli erano rossicci ed arricciati, che aveva ereditato la loro figlioletta, Zelena.
Aveva protetto il cucciolo da una delle trappole, che Eva aveva fatto posizionare nella foresta per la sua ossessione anni prima, e loro lo avevano ucciso senza pietà.
Era morto tra le sue braccia e non aveva potuto fare niente per impedirlo.
Ancor prima la principessa amata dalla madre, Eleanor, era stata uccisa, rendendola ancora più oscura e spietata.
Cora aveva toccato il fondo per compiacere la madre: grazie all'aiuto di Prospero, quando era ancora solo una bambina, era riuscita ad alterare una delle piante del giardino della sovrana, la regina Eva, rendendola mortale.
Nessuno avrebbe mai capito che fosse stata una semplice rosa rossa ad uccidere Eva: era un roseto pieno di rose esclusivamente bianche e la capricciosa sovrana era stata decisa a strappare l'unica rossa.
Appena le sue dita affusolate avevano toccato i petali, il veleno le aveva già penetrato il corpo e la donna aveva perso i sensi senza essere riuscita a strapparla.
Invece di complimentarsi per la sua astuzia, però, Politea si adirò perché sarebbe dovuta essere stata lei stessa a compiere la sua vendetta e le aveva urlato che le era stato portato via anche quello.
"In compenso ha sofferto molto" aveva poi concluso.
Il veleno era penetrato in profondità paralizzandola e a dire il vero c'era voluto parecchio tempo prima che la donna fosse davvero deceduta, nonostante il cuore apparentemente non battesse e il suo viso avesse assunto il pallore della morte.
Per ore era stata prigioniera del suo corpo, degli orribili ricordi di sua sorella e della consapevolezza che a breve sarebbe morta.
Prima di esalare l'ultimo respiro, tuttavia, pensò a Snow White, la figlia che aveva cresciuto come sua e che in fondo aveva amato con tutta sé stessa.
Dopo poco Cora aveva sposato il suo complice, l'audace Prospero, il guardiano dei giardini.
I suoi pensieri corsero al suo amato e al desiderio di vendicare ancora una volta un amore perduto, una maledizione ormai per la sua famiglia.
Henry si era appena allontanato dal gruppo silenziosamente e il resto degli altri ospiti si era spostato verso il gazebo.
Era l'occasione di colpire.
"Per te amore mio" sussurrò, baciando l'anello fatto di rami che portava ancora in suo onore.
Il principe si era avvicinato al laghetto pronto a spogliarsi quando sorrise.
"Puoi venire fuori" commentò facendo sobbalzare la donna.
"So che mi stai spiando"
Cora lo guardava nascosta, quando il principe si avvicinò cercandola.
"Vuoi fare un bagno con me forse?" chiese ridacchiando.
"Perché se vuoi posso accontentarti sai? Se almeno mi mostri il tuo volto"
Avvicinarlo e poi colpirlo a morte. Non sembrava un cattivo piano dopotutto.
Cora non sapeva che Henry non fosse il principe ereditario: assomigliava molto al fratello maggiore, che attualmente si stava occupando di affari di stato.
Strappare al re il suo prezioso primogenito era una vittoria assicurata.
La strega uscì fuori con uno sguardo innocente, mentre Henry rimase ipnotizzato da tanta bellezza.
Era sempre stato un ragazzo leggero, deliziandosi la vista con i corpi di molte splendide ragazze, ma Cora aveva qualcosa nei suoi profondi occhi color nocciola che lo lasciò senza fiato.
"Perdonatemi altezza" disse la strega inchinandosi.
Henry scosse la testa avvicinandosi. "Posso sapere il vostro nome?" chiese.
La strega sorrise. "Mi chiamo Cora" affermò.
Il principe si inchinò al suo cospetto baciandole la mano.
"Principe Henry al vostro servizio" disse platealmente.
Cora fu confusa da quello strano gesto per poi prendergli il viso tra le mani facendo scontrare i loro nasi.
Henry rimase sconvolto invece dal suo, pensando volesse intendere ben altro che un saluto.
Il principe la baciò immediatamente, stringendola forte a sé.
"Ma che fate?" commentò Cora allontanandosi.
Delle labbra umane avevano appena incontrato le sue, a pochi mesi dalla morte del marito.
Sua madre l'avrebbe uccisa.
"Perdonatemi io non sono riuscito a resistere. Ho interpretato male un vostro segnale"
Cora annuì indietreggiando. "Non andate via vi prego io volevo solo... conoscervi"
La strega lo guardò attentamente per poi poggiare la mano sul suo cuore, ma invece di strapparglielo come aveva programmato gli lesse l'anima.
Percepiva il miele sulla sua lingua, una fresca brezza sulla pelle e profumo di fieno.
Amava cavalcare, era uno spirito libero, generoso ed altruista. Neanche un accenno di malvagità o malizia, solo tanto tormento, paura di non essere all'altezza del padre.
Cora sorrise debolmente, lasciando scivolare la mano sul suo petto.
Non poteva uccidere un innocente.
Era convinta che il principe ereditario fosse avido come il re, Xavier, invece era un'anima buona.
"Mi sono sbagliata" disse solo, quando il principe le prese la mano.
"Vi prego aspettate" affermò.
"Cosa mi avete fatto?" chiese, sentendo quella strana sensazione nel petto.
Cora ridacchiò. "Vi ho letto l'anima" disse solo.
Henry la guardò confuso, mentre Cora prese la sua mano.
"Ogni volta che poso la mia mano su un cuore, posso leggerne la storia."
Henry la guardò incuriosito. "Avete trovato la mia storia noiosa?"
Cora scosse la testa. "Solo non siete la persona che mi aspettavo. Il che è un bene... per voi" precisò.
"Cosa vi aspettavate?" commentò il principe.
Cora alzò gli occhi al cielo, camminando a piedi nudi vicino al laghetto.
"Un principe viziato, superbo e narcisista" replicò la strega.
Henry sorrise divertito. "Sicché il mio animo è così puro come dite rispetto al ritratto che vi eravate fatta di me, credo che sia un bene conoscerci meglio" azzardò.
"Non sono una principessa" affermò sincera.
Henry scosse la testa. "Molto meglio così" disse sicuro.
"Non rovinatemi la reputazione con questo mio commento, ma io detesto le principesse"
Cora rise. "E cosa preferireste sentiamo?"
Henry alzò le spalle. "Una sfacciata ragazza che si nasconde nelle siepi per vedermi nuotare"
La strega accennò un sorrisetto.
"Dovrei tornare a nascondermi dietro le siepi allora?" propose.
Henry scosse la testa. "Potete guardarmi anche da qui se vi va"
Cora fece spallucce. "Temo non sia appropriato, vostra maestà"
Henry ridacchiò avvicinandosi nuovamente a lei.
"Vi piace cavalcare?" chiese.
Cora annuì. "Qualche volta mi capita di farlo" rispose.
Henry la fece avvicinare al suo splendido destriero, mentre Cora sobbalzò quando si alzò impennando e nitrendo contro di lei.
"Buono Altivo" commentò accarezzandolo.
Henry montò porgendole la mano.
"Non credo di piacergli molto" disse sicura.
"Significa che siete quella giusta" rise lui.
Cora accennò un sorriso per poi seguirlo.

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