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Regina detestava essere messa in un angolo. Lei era sempre stata una guerriera, una guida ed essere debole la stava facendo impazzire.
Certo, aveva sfiorato brutalmente la morte per la seconda volta e ne era uscita vincitrice, ma questo era decisamente un altro punto di vista che Regina non considerava in quel momento.
La strega per questo aveva passato le ore successive a rinforzarsi, mentre la bambina dormiva poco distante.
Richiamò la sua magia più volte, eppure non riusciva a mettersi in contatto.
"Non sei più solo oscurità ricordi?" commentò la madre facendola sobbalzare al suo ennesimo tentativo.
Regina sbuffò. "E come diavolo dovrei fare?"
"Sfruttare le emozioni buone, non la rabbia" propose la strega, per poi dare uno sguardo alla nipote.
Regina sospirò. "Non ci voleva adesso. É come se dovessi scoprirmi di nuovo, sono al punto di partenza" affermò sicura, per poi avvicinarsi alla figlioletta per controllarla.
La neo-mamma sorrise, accarezzandole la testa.
Non sembrava quasi vera, così piccola ed indifesa, mentre cercava protezione nell'abbraccio materno.
"Hai paura quasi di romperla vero?" commentò Cora sorridendo.
Regina sobbalzò leggermente a quel commento.
Era terrorizzata. Era il suo primo cucciolo e nonostante avesse visto diverse madri prendersi cura dei figli, non si sentiva sufficientemente preparata per una cosa del genere, soprattutto in tempo di guerra.
Ma ora era lì, era viva, doveva pensare a sua figlia ed essere la madre che quel piccolo fagotto d'amore meritava.
Le accarezzò il viso, per poi rivolgere lo sguardo alla madre.
"Che ci fai qui?"
"È il mio turno per controllarvi" rispose lei.
Regina annuì tornando a guardare il cucciolo, totalmente distratta da ciò che stesse facendo prima.
Sua figlia aveva aperto i suoi enormi occhioni e la fissava muovendo le mani.
"È talmente piccola" commentò, accarezzandole il viso.
"Avevo sempre paura all'inizio sai? Sia con Zelena che con te, non conta che sia il primo figlio o meno" spiegò Cora sicura.
La piccola mugolò, sentendo il contatto materno.
Regina sorrise, grattandole la pancia, mentre il cucciolo muoveva la gamba sinistra.
"La mia piccola Eleanor" disse dolcemente, non togliendole gli occhi di dosso e stendendosi accanto a lei.
Cora si avvicinò alle due, mentre Regina guardava la figlia protettiva.
"Sembra quasi una bambola di porcellana" sussurrò la madre, mentre Eleanor si strinse maggiormente a Regina sentendosi osservata.
"Va tutto bene shh" disse dolcemente.
"Vuole essere protetta da me" commentò innamorata, mentre il cucciolo cercava il suo seno girandosi verso di lei.
"È la cosa più bella vero? Sei il suo scudo" disse Cora, mentre Regina baciava ripetutamente la figlia.
"La amo davvero tanto" affermò stringendola forte.
Cora sorrise dolcemente, mentre la bambina si muoveva delicata giocando con i capelli della madre.
Regina annusò la testa della piccola e non poté mai dimenticare il suo odore: era simile a quello di Emma.
"Quando tu eri appena nata non volevo mai lasciarti. Non riuscivo proprio a staccarmi nemmeno per un momento, passavo le giornate a fissarti mentre dormivi" raccontò, mentre Regina la mise vicino al suo cuore facendole ascoltare il suo battito.
"Poi mi sono resa conto che non eri una bambola" precisò duramente.
"Che eri aggressiva spesso e che non riuscivi a controllare i tuoi istinti, nonostante la tua bellezza"
Regina la guardò inarcando un sopracciglio, per poi scuotere la testa.
"Non ti smentisci mai vero?" commentò cercando di tirarsi su.
"Voglio che tu stia lucida. Non lasciarti incantare dal suo aspetto, sai di cosa è capace" affermò Cora.
Regina sorrise alla bimba, mentre apriva gli occhi e la sollevava.
"Ma ciao" disse dolcemente facendo scontrare i loro nasi.
"È la mia bambina." affermò decisa poi rivolgendosi alla madre.
"Non ti azzardare a dire un'altra parola su di lei. È cresciuta dentro di me, so bene qual è la sua anima"
Cora scosse la testa. "Credimi. Non è quello che pensi"
Regina l'avvicinò a sé non prestando minimamente attenzione.
"Lei è la mia piccola. Non farebbe mai del male, specialmente alla sua famiglia. Ti sbagli"
La piccola iniziò ad agitarsi, mentre si sporgeva maggiormente verso il seno materno.
"Devo allattarla. Vorrei stare da sola" affermò fredda, facendo cenno alla madre si andarsene.
Cora annuì alla sua richiesta, mentre la figlia di trasformava e chiudeva il cucciolo sotto le ali per nutrirla.
Appena si allontanò, Cora iniziò a ripensare al passato e a cosa l'avesse portata ad essere così pessimista e diffidente nei confronti dei suoi cuccioli.

Between usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora