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20 anni prima

TERRA DELLE STREGHE

Cora sapeva di aver firmato un contratto quando Regina aveva appena pochi mesi, conosceva i rischi di trattare con un demone tanto potente.
Una volta scelta la piccola, l'Oscuro le porse il contratto: lesse e rilesse la pergamena più volte prima di firmare, nonostante fosse entusiasta che il suo sogno potesse avverarsi attraverso sua figlia.
Non era l'unico motivo però per il quale fosse contenta: con lui la sua cucciola sarebbe cresciuta e i suoi poteri tenuti sotto controllo e guidati.
La rassicurava e con quel pensiero prese la piuma d'oca firmando: lasciò sulla carta la scia d'inchiostro con mano leggera, mentre la sua firma si illuminò per segnalare che il contratto era ormai valido e vincolante.
Nonostante fosse una donna all'apparenza austera, Rumplestiltskin non poté fare a meno di notare la delicatezza nella sua firma, le lettere chiare, la grafia pulita.
Eppure i caratteri erano grandi, come il suo desiderio di non essere più un essere insignificante.
Il grande male sarebbe stato così tenuto sotto scacco e nessuno avrebbe più sofferto: Regina era la prescelta, nata il primo giorno del cuore dell'inverno, del mese più irregolare dell'anno, che avrebbe salvato le streghe dall'isolamento.
La preoccupazione però non aveva abbandonato Cora nel corso degli anni e dopo il primo grande incidente e la sua ansia e paura le avevano oscurato la mente, non provava altro se non terrore nei confronti della figlia minore, nonostante l'amasse più della sua stessa vita.
Sapeva quello che le succedeva quando perdeva il controllo: la sua natura era spietata e quel bell'involucro angelico non l'avrebbe nascosta per sempre.
L'unica cosa che sembrava consolarla era la certezza che Rumple l'avrebbe protetta e domato il suo potere come suo sposo, sarebbe stato per lei una guida e la sua salvezza.
Eppure dopo quel tremendo giorno al lago le sue speranze sembrarono iniziare a crollare.

Quando Zelena si era tuffata nel lago insieme alla sorella era nato tutto per gioco.
Amava sfidare la sorella di tanto in tanto, solo per punzecchiarla un po'.
Era sempre stata gelosa delle attenzioni che sua madre le riservava, sin da quando l'aveva portata in grembo. Nonostante ciò amava sua sorella con tutta sé stessa, voleva proteggerla da tutto e da tutti: spesso si svegliava durante la notte per controllare che non avesse incubi o che fosse al sicuro e quando era agitata le cantava una ninna nanna per farla addormentare, affermando di volerle bene.
Non aveva fatto a meno di notare che da un po' di tempo l'atteggiamento della madre era cambiato, era più fredda nei confronti della figlia minore.
"Scommetto che non riesci a trattenere il fiato per più tempo di me" affermò Zelena con un sorrisetto furbo.
"Oh io credo di sì" replicò Regina, con sguardo di sfida.
Una peperina, così la definiva Zelena mentalmente quando faceva quell'espressione.
"Proviamo allora" affermò.
Zelena prese fiato insieme alla sorella immergendosi: la maggiore li chiuse, a volte la spaventava un po' scoprire cosa ci fosse sotto la superficie cristallina delle pozze, invece Regina amava tenerli aperti per scoprire quali meraviglie riservasse. Passò meno di un minuto che Zelena sentì qualcosa gettarsi contro di lei: immediatamente aprì gli occhi vedendo un enorme mostro schiacciarla sotto di lui.
Non riusciva a vederlo bene, ma era decisamente chiaro che fosse in pericolo.
Iniziò a dimenarsi cercando di farsi lasciare andare, ma il mostro la spingeva sempre di più sul fondo del lago, le unghie nella sua carne.
I polmoni sembrava incendiarsi, l'aria le mancava sempre più. Voleva gridare ma non ci riusciva: il primo pensiero andò alla sorella, si maledisse per aver tenuto gli occhi chiusi e non aver visto dove fosse finita, che cosa quella bestia le avesse fatto.
Poi quasi in una luce angelica vide apparire sua madre: era una furia, i suoi occhi brillavano di rabbia e di determinazione.
Cora riuscì bene a vedere cosa stesse cercando di affogare la sua piccola dalla pelle verde: gli occhi di sua figlia erano inconfondibili, non contava in quale forma fosse. Zelena non si era accorta di nulla, pensava che Regina fosse affogata o finita sul fondo, invece era lì davanti a lei, causa della sua imminente morte, se sua madre non fosse corsa in suo aiuto. Era un demone.
Cora mise da parte ogni affetto, pensando solo a salvare sua figlia e colpì con forza il mostro, ferendolo con il pugnale magico che portava sempre con lei; tirò verso di lei un forte calcio per trascinarla il più possibile sul fondo.
Quella non è tua figlia, si ripeteva.
Nuotò verso Zelena, ormai prima di sensi, per poi riportarla in superficie.
"Mamma" mormorò Zelena.
"Regina... Regina ho perso Regina" ripeteva confusa tossendo.
"Va tutto bene" la rassicurò la madre.
"Dobbiamo trovarla" gemette la figlia spaventata.
Cora guardò l'acqua solo per un attimo: se fosse affogata forse sarebbe stato meglio così.
Eppure il suo cuore diceva un'altra cosa.


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