25.

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Emma preparò la sua tenuta da combattimento, evitando un'armatura troppo scomoda.
Prese la spada di suo padre imbevuta di veleno e pregò di non usarla mai.
"Ho preso i nostri uomini migliori" affermò Killian.
"Dio il mio povero figliolo" commentò disperato.
"Lo riporterò a casa" affermò Emma.
"Non devi temere"
Killian la baciò con impeto, sfogando sulle sue labbra tutta la rabbia, la paura e il dolore.
"Dobbiamo andare" disse la bionda scostandolo.
Killian lasciò la sua mano, mentre Emma si recava a guidare le truppe.
Ivy tremava nella sua cella, a corto di linfa, pensando alla sua casa.
"Raccontami ancora di dove vivi" disse Antoinette preoccupata.
"Lo fai solo perché se... se mi addormentassi, morirei e non avreste modo di raggiungere... la mia casa" commentò Ivy a singhiozzi.
"Io non c'entro nulla con questa barbarie. Sono qui per aiutarti" disse Antoinette.
"Voglio solo tornare a casa mia..." sussurrò Ivy accasciandosi sempre più.
Antoinette le prese la mano, stringendogliela.
"Non sei sola" affermò dolcemente.
Ivy le sorrise debolmente e a quel contatto iniziò a sentirsi più in forze.
Emma entrò nella stanza portando l'infuso che servisse ad Ivy.
Antoinette lasciò la sua mano, scuotendo leggermente la testa, come se fosse stata abbagliata e non riuscisse a mettere a fuoco la stanza.
"Lentamente" affermò Emma, mentre Ivy iniziava a riacquisire forza.
"Come ti senti?" chiese.
Ivy annuì. "Meglio" ammise.
Emma aprì la cella, facendola uscire lentamente.
"Principessa, credo sia tempo che ritorniate nelle vostre stanze al sicuro" disse Emma.
Antoinette si inchinò, guardando per un'ultima volta Ivy.
"Buona fortuna vostra maestà"

Emma si avventurò nei meandri più oscuri della foresta, per poi ritrovare la parete di rovi che Cora aveva creato per proteggere il corpo della figlia defunta.
L'aveva visto appena era andata a cercarla, una barriera magica capace di non far passare nessuno.
Avrebbe tanto voluto visitare la sua tomba, almeno darle un ultimo saluto.
Immaginava il suo corpo in una bara di cristallo, nel suo abito migliore.
La sua anima però non era lì: era persa nei meandri dei suoi ricordi più felici, parte ormai della natura stessa.
Visitare la tomba dell'amata era il solo e unico motivo per il quale avrebbe voluto fare ritorno in quella terra.
Invece era lì con un esercito, per evitare una guerra che avrebbe distrutto tutto ciò che le era rimasto di caro.
"Va bene... ora strega apri la barriera" ordinò il capitano.
"Io non tradisco la mia gente facendo entrare un esercito, non erano questi i patti" disse Ivy.
"Obbedisci" gridò Killian minacciandola con il ferro.
"Killian. Fermo" disse Emma decisa per poi rivolgersi alla strega.
"Hey...Non ucciderò neanche una della tua gente, se loro non mi attaccheranno. E anche se lo faranno te lo giuro, farò in ogni modo per non togliere la vita. Voglio solo portare la pace, te lo giuro sul nome della persona che amavo di più." affermò Emma.
"Ho la tua parola?" disse Ivy.
"Si" rispose Emma.
"Rammenta principessa, se tu firmi un accordo con me, firmi un accordo con il signore oscuro." le ricordò la giovane strega.
"Hai la mia parola" ripeté Emma.
"Abbiamo un accordo" affermò la rossa, marchiando il suo braccio.
La sua parola era ormai impressa nelle pelle.
Ivy fece un gesto, prima di aprire un leggero varco nella barriera.
"Avete poco tempo. A mezzanotte il varco si chiuderà. Avrete il tempo di prendere il piccolo e parlare con la regina" spiegò poi.
"Grazie" disse Emma per poi entrare.
Killian raccolse i suoi uomini per poi fare lo stesso.
L'aria sembrava del tutto diversa dalla loro, il clima più caldo.
Gli spiriti della foresta erano inquietanti, ridevano in modo sinistro, mentre i soldati erano pietrificati dalla paura, nonostante mantenessero le loro posizioni.
Emma era sempre stata curiosa del mondo in cui vivesse la fidanzata, ma non era certo questo il modo in cui sperava di esplorarlo.
Dalle descrizioni di Regina sembrava un luogo pieno di magia, eppure ora tutta quella ricchezza e prosperità era celata da una tremenda ombra oscura.
Dei cani mostruosi iniziarono ad abbaiare rabbiosi contro di loro facendo largo alla loro padrona, strappando Emma dai suoi pensieri.
Cruella ancheggiando si avvicinò a loro, in qualità di guardiana.
"Gli umani sono sempre più sciocchi" commentò annoiata.
"Come diavolo avete fatto a passare?"
Il capitano strinse il braccio di Ivy, spingendola in avanti.
"Cruella sta tranquilla" disse Ivy.
"Veniamo in pace" disse Emma.
Cruella si soffermò ad osservare le spade piene di veleno e il ferro, poi la prigioniera, inarcando un sopracciglio.
"Con quello?" chiese sarcasticamente.
"Dobbiamo pur difenderci in caso di attacco. Anche voi avete le vostre armi"
"È il nostro territorio. Cosa volete?" chiese Cruella aggressiva.
"Parlare con la vostra regina, Cora. Voglio trovare un accordo, avevo mandato una missiva diverse settimane fa. Vogliamo restituire la vostra sorella in cambio del principe, ho firmato un accordo con il signore Oscuro."
Cruella vide il segno sul polso di Emma, per poi annuire.
"Cora non è più la regina" disse Cruella.
"E credimi se Cora è crudele, la nuova regina lo è molto più di lei, non ti ascolterà"
Emma si fece un taglio sulla mano lasciando che una goccia di sangue bagnasse il terreno.
"Hai la mia parola che non siamo in guerra. Voglio solo riavere mio figlio e parlare con la regina." affermò Emma.
Cruella annusò il sangue con un gemito quasi di piacere per poi leccare la sua mano.
"Sta bene" affermò.
"Che il tuo sangue sia macchiato se dici il falso. Che tu sia dannata se solo osi attaccare per prima." sancì per poi farli passare.
"Solo il cavaliere bianco. Quest'armata di sporchi umani resta qui. Ah e le armi grazie" disse sicura.
"Amore..." disse Killian allungando la mano verso di lei, mentre i cani iniziarono a ringhiare.
"Ci penso io." affermò Emma freddamente.
"Hai la mia parola che Liam sarà salvo. Ma devi aspettare qui"
Killian acconsentì annuendo.
"Per controllare che tutto vada per il meglio" disse Cruella consegnandogli una sfera.
"È una sfera magica. Vi mostrerà il vostro cavaliere, così da essere certi che non stia correndo alcun pericolo"
Emma lasciò tutte le armi, tranne una, prima di salire sulla carrozza di Cruella.
Tutta la tribù delle streghe si aprì per farle passare, stringendo i denti, pronte per un possibile attacco.
Emma si guardava intorno, osservando le meraviglie di cui Regina le aveva narrato per anni.
Zelena e le sue sorelle dalla pelle verde come quella della flora, con i loro capelli rossi e le gote di un rosa pallido, guardavano la loro sorella Ivy, in catene, nascoste tra gli alberi.
La madre era preoccupata e furiosa, era palpabile la sua sete di sangue e di vendetta.
Le fate dalle corna possenti e le ali di un'aquila scesero dalla montagna proibita, piena di nidi e di uova preziose, luogo di nascita del respiro dei draghi per vedere il passaggio dell'umana.
Le sirene nuotavano veloci e appena videro Emma passare accanto al loro territorio iniziarono ad emettere versi d'attacco, simile a quelli di un serpente. Una di loro catturò la sua attenzione: capelli corvini, pelle squamosa, occhi luminosi.
Emma aveva visto il suo viso in uno dei dipinti del palazzo: un mostro marino spietato, denti come rasoi, aveva fatto strage di umani per secoli.
Daenerys in tutta la sua superbia la guardava sulla sua nuvola, trasportata dai venti circostanti, curiosa e sulla difensiva.
Emma iniziò a tremare, sentendo la temperatura, dapprima così calda, abbassarsi rapidamente.
La strada era ricoperta di ghiaccio e neve.
Jadis, gelida e pungente, insieme ai suoi orsi polari con la slitta fatta di ghiaccio, con sua figlia Freya, fece loro spazio.
La temperatura lentamente iniziò ad alzarsi, man mano che si allontanavano da loro.
Era davvero una terra magica.
Aveva visto quasi ogni specie al suo passaggio in carrozza ed era evidente quanto fossero potenti e unite.
Cruella la fece scendere e nonostante il sentiero diretto al castello fosse deserto poteva sentire ancora lo sguardo della streghe su di sé.
Era il punto più oscuro e desolato del regno e pregava con tutta sé stessa che il Signore Oscuro non fosse lì ad attenderla.
Emma si avvicinò finalmente al portone del castello oscuro che aveva contemplato solo una volta, in una delle visioni che Regina le aveva regalato da bambina.
Appena ne varcò la soglia, sembrò di sentire di nuovo la sua amata con lei: il profumo della fidanzata che impregnava le lenzuola della stanza di Emma, i loro baci, le risate. Quel castello era il luogo in cui Regina aveva vissuto, come se la sua anima fosse intrappolata lì.
Riuscì a percepire le loro figure correre nel castello, come fantasmi dimenticate della gioventù ormai passata, intrappolate in un ricordo che non era mai esistito.
Eppure quel castello era anche pieno di odio, di rabbia e di oscurità.
Le splendide sculture all'ingresso di cui parlava Regina non c'erano più e la luce fiabesca non illuminava più il castello.
"Venite con me" affermò il genio.
Carnagione scura, occhi color nocciola, leggero sorriso sinistro.
Sembrava essere il capo della servitù.
Emma seguì il genio, fino alla sala del trono.
"Aspettate qui" disse, prima di entrare.
La strega sedeva sul suo trono con fare regale.
"Vostra maestà" disse il genio inchinandosi alla sovrana.
"Il cavaliere bianco è venuto per conto della re e della regina. Vuole conferire con voi" disse.
La regina fece un ghigno e un cenno di assenso, per poi alzarsi in tutta la sua arroganza.
Il genio aprì il portone, mentre Emma iniziò ad avanzare verso di lei.
L'aveva già vista, ricordava bene il suo viso.
"Il Salvatore che viene dalla regina cattiva per conferire. Oh cielo... chissà quale coraggio hai avuto per attraversare la foresta" disse portando indietro il suo vestito.
"Un altro uomo inutile che crede che il suo potere si misuri con la sua forza"
"In realtà io credo che il potere si misuri con l'astuzia e con la strategia, ma questa è solo una teoria" disse Emma avvicinandosi a lei.
La regina rivolse la sua attenzione verso di lei, un brivido le percorse la spina dorsale.
Era così impegnata al fare il suo discorso, che non l'aveva neanche guardata.
La voce era inconfondibile, ma la strega non poteva crederci.
"Buon Dio... sei una donna" Commentò Maleficent squadrandola.
"Gli umani hanno davvero mandato una donna? Cielo sembra si siano evoluti. Sei stata coraggiosa a venire fin qui." disse ad Emma.
"Ma questo non cambia nulla" precisò poi, sedendosi nuovamente con fare teatrale.
"Maestà, le mie truppe vengono in pace vogliamo contrattare dei termini per la pace e per riavere il bambino, che voi avete rapito."
"La pace?" disse la regina scoppiando a ridere.
"Mio caro Salvatore o meglio Salvatrice io non intendo accettare alcuna tregua. Il regno della tua regina sta cadendo e non sarà una tregua ad impedirlo. Il riscatto è semplice: la nostra sorella in cambio del bambino." disse lei.
"Vogliamo entrambe che questa guerra non scoppi. Per favore, non lasciate che il regno vada nel caos"
La regina si materializzò a pochi centimetri dal suo viso.
"Il tuo popolo ci ha perseguitate e ci ha imbottite di ferro" disse con voce demoniaca prendendole il viso tra le mani.
"Vuole prendersi il mio regno ed io ho solo risposto al fuoco con il fuoco. Questa guerra c'è da anni, salvatrice"
"Il regno ha bisogno di quattro sovrani, almeno di due. Con uno è destinato alla tirannia e alla morte."
"E quale sarebbe la vostra proposta? Far regnare me e la regina Snow White insieme? Ma per favore, non condividerei neanche la stessa aria con quella donna dopo quello che ha fatto al mio popolo, dopo quello che ha fatto al mio cucciolo"
"No. Voi e l'erede al trono, creare un ponte tra i nostri due regni, vivere in armonia. Non si sta parlando di matrimonio, solo di alleanza."
Maleficent scoppiò a ridere all'idea.
"Ho già sentito questa frase, cara, e resterà solo un'utopia. Appena gli umani scopriranno la nostra terra e vedranno le sue meraviglie vorranno per forza prenderla, è la loro natura distruggere tutto quello che toccano. Credimi, parli di cose che non conosci" disse Maleficent mentre il cuore si avvolse dal dolore.
"Non intendo accettare, rivoglio solo ciò che è mio, ciò che ci avete sottratto moltissimo tempo fa, dopo aver ucciso centinaia e centinaia di streghe."
"Coesistere è possibile, se solo ci deste un'occasione"
"Un'occasione? Ho acconsentito al ballo e avete ferito mia nipote e cercato di catturare le altre streghe. Avete una strana idea di coesistenza" disse Maleficent scuotendo la testa con un sorriso amaro.
"Non è dipeso da me. Non avrei mai permesso una cosa del genere" disse Emma.
"Maestà perché uccidere centinaia di persone innocenti? Non sono i contadini a prendere le decisioni, ma i sovrani" disse la bionda.
"È quello che mi sono chiesta anch'io quando uccidevate la mia gente. E quella gente innocente è stata quella che ci ha messo al bando con torce e forconi."
"Non posso pagare per gli errori dei padri."
La regina si alzò camminando verso di lei.
"Il regno è mio. Non accetto compromessi. La razza umana non esisterà più in questa terra. Ucciderò ogni singolo umano, ridurrò alla schiavitù i regnanti e l'erede al trono brucerà tra le fiamme del nostro focolaio"
Emma strinse i pugni, mentre la regina tentò di colpirla.
"Vado a vendicare il mio cucciolo" affermò con un sorriso maniacale.
Emma fece una piroetta, evitando il colpo, quando la regina prese il volo, ridendo malvagiamente.
I soldati, guardando la situazione dalla sfera di fronte a loro, erano pronti a combattere, puntando la lancia di ferro contro la gola di Ivy.
Emma sentì il dolore sul suo polso, sentendo stringere il marchio su di esso, che la portò a gemere.
"Fermi. Abbiamo un accordo" disse Emma.
"Ci penso io" affermò inseguendola nella foresta.

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