30.

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Henry guardò Cora preoccupato, mentre sua figlia era seduta sotto l'albero di mele, al limitare della foresta oscura. Aveva eretto una tomba per Emma con un cuore rosa a contornare il suo nome.
Era una tomba senza corpo e le faceva visita ogni giorno chiedendole perdono.
Non si sentiva degna neanche di farle visita, ma aveva bisogno almeno di salutarla prima del matrimonio.
Aveva riposto nella tomba che aveva seppellito il loro libro, un paio di lettere che aveva scritto per lei e i suoi fiori preferiti. Aveva tenuto con sé l'anello, non ce l'aveva fatto a seppellirlo insieme alle altre cose.
Lo portava sempre al dito, come una fede.
"Mi manchi così tanto" singhiozzò Regina accarezzando la lapide.
"Ti prego perdonami" gridò piangendo, accovacciata accanto a lei.
Henry la osservava dallo specchio: era in lacrime, abbracciava la lapide, distesa sul terreno molle a causa della pioggia che non aveva smesso per giorni dopo che Regina aveva saputo della morte di Emma.
"Regina è devastata." affermò il padre.
"Ha il cuore totalmente spezzato. Ha bisogno di sua madre" disse Henry.
"Non posso interferire" affermò Cora.
"Cora rischia di non riprendersi più... cerca di consolarla, di farle da madre" propose Henry.
"Ho seguito istruzioni, deve guarirsi da sola. Quando si è trasformata l'altro giorno ho conservato la sua rabbia in una fiala. Se seguirò la procedura correttamente dopo il matrimonio sarà libera del mostro che risiede in lei. Sarà libera" spiegò entusiasta.
Henry sbottò. "E se non funzionasse?" disse alzando la voce.
Cora lo guardò senza sapere cosa dire.
"Cercherò un altro modo" disse la strega.
"E se non esistesse? Cora sei stata così concentrata a trovare un modo per aiutarla, ma ti sei mai chiesta se questa sia semplicemente la sua natura?" esclamò Henry stringendo i pugni.
Cora scosse la testa. "Impossibile" affermò.
"Cora ti prego, prova almeno a darle un po' d'amore" disse Henry con gli occhi lucidi.
"Non sembra più neanche lei, è distrutta"
"Senza il mio cuore non posso e poi... io..."
"Tu hai paura di lei" affermò Henry sicura.
Cora abbassò lo sguardo.
"Mio Dio Cora, è tua figlia" disse il marito.
"È un mostro, Henry. Quando lo capirai?" disse Cora con gli occhi lucidi.
"Hai visto cosa ha fatto quando ha saputo di Emma... Henry lei non è mia figlia, lei ci distruggerà tutti se non la fermiamo. Mia figlia è lì dentro nascosta da questo mostro ed io devo tirarla fuori prima che la consumi"
"È disperata" commentò Henry con la voce rotta.
"Ha bisogno di te. Ti prego, smettila con questa ossessione" disse lui.
"Ormai è perduta" affermò Cora.
"Se è davvero Regina quella, non si può più fare nulla. La sofferenza le stringe il cuore come una morsa e non la lascerà più andare" disse certa Cora.

Era notte fonda. Cora guardava le statue delle divinità ancestrali, chiedendo risposte.
La notte di nozze della figlia doveva aver avuto inizio a giudicare dal colore e dalla pienezza della luna: l'Oscuro si stava prendendo la sua anima, un pezzo dopo l'altro e Cora era lì impotente, a guardare un mucchio di statue. Il suo più grande desiderio si era infine trasformato in un terribile incubo. La sua unica speranza ormai era la preghiera, la fede nelle divinità ancestrali.
Non sapeva però che la loro comparsa davanti ai suoi occhi, pochi secondi dopo averle implorate di ascoltarla disperatamente, non era questa volta una risposta alle sue preghiere.
La luce azzurra che aveva la forma di due mani, le porse il cuore.
"Perché volete restituirmi il cuore?" chiese Cora confusa.
"Hai stretto un accordo con il signore Oscuro ancora prima della tua preghiera, dobbiamo seguire le regole" affermarono in coro.
"Quella ragazza, l'umana... era lei a proteggerla non è vero?" disse Cora realizzando che la trasformazione di Regina fosse una conseguenza della sua scomparsa.
Le divinità ancestrali l'avevano mandata per esaudire la richiesta di Cora, ma era necessario separarle a causa dell'accordo con l'Oscuro Signore. Ormai era sua.
"No... non potete farlo..."
"Lo abbiamo già fatto. Regina è tornata ad essere il grande Male, lo hai visto tu stessa, e il suo destino si compirà, è destinata a scontrarsi con la prescelta, come la profezia enuncia" spiegarono.
"Ora sta all'Oscuro guidarla"
Cora guardò il suo cuore, mentre le divinità ancestrali sparirono.
Era così tanto tempo che era stato lontano dal suo corpo: non poteva permettere all'Oscuro di guidarla, di usare la sua rabbia per corrompere il suo spirito.
Appena il suo cuore tornò nel petto, l'amore finalmente si riaccese in lei come una fiamma ardente come ogni sua emozione.

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