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Emma non aveva accennato al fatto che Regina fosse presente nel suo incubo. Le emozioni le avevano già travolte abbastanza, dovevano scaricare la tensione.
La sovrana dai capelli biondi mangiava una delle mele che si era portata, mentre Regina si godeva il rumore dell'acqua.
"È una giornata stupenda non trovi?"
Regina annuì avvicinandosi alla riva del laghetto.
Era davvero il caso di farlo? Si era chiesta.
Erano talmente vulnerabili, entrambe in quel periodo ed evasive quando si trattava di parlare di punti critici.
Le bastò guardare Emma per avere la risposta: sorrideva esattamente come tanti anni prima, la camicia sbottonata in due punti, i capelli leggermente spettinati.
Quella donna era sua moglie, il suo tesoro più prezioso e sarebbe stata l'unica che avrebbe potuto riportare la luce nella loro vita.
Così aveva seguito l'istinto e si era spogliata davanti ad Emma, mentre fissava il laghetto.
"Mi mangi con gli occhi adesso?" commentò Regina, sentendosi decisamente osservata.
"Impazzisco per te, lo sai" affermò Emma entusiasta.
Sua moglie aveva ripreso il suo fare malizioso e provocatorio, quella scintilla nei suoi occhi era tornata.
Regina si tuffò decisa, con ancora la sua sottoveste bianca addosso.
Il tessuto si attaccava alla sua pelle, rendendo più visibili le sue curve.
Il sole splendeva sulle loro teste, mentre Emma osservava la moglie.
"L'acqua è stupenda" commentò Regina, appoggiandosi alla riva.
Emma aveva appena sognato il più orribile dei suoi rapporti.
Aveva appena ricordato un abuso, una violenza, non era troppo dell' umore di fare l'amore con sua moglie.
Eppure era passato un bel po' di tempo che avessero un po' d' intimità o che sua moglie fosse così spontanea.
Poi capì che quello che volesse fare Regina era il modo che lei conosceva per affrontare qualcosa di brutto e che stesse provando ad aiutarla in quel modo, come se il suo amore potesse guarirla, che le sue mani amorevoli con le sue carezze potessero lenire le ferite che mani forti e maligne avevano fatto.
Emma sorrise e la seguì a ruota avvicinandosi velocemente a lei.
Potevano senza dubbio provare. Killian come non lo aveva fatto prima, non avrebbe di certo ora condizionato i rapporti futuri.
"Hai ancora i capelli asciutti" commentò Regina mettendole la testa sott'acqua, mentre Emma la prese per le gambe.
Regina scoppiò a ridere, mentre Emma tornava sù stringendola a sé.
"Lasciami nuotare" protestò Regina ridendo, mentre Emma scuoteva la testa, per poi far scontrare i loro nasi.
Erano ancora come due adolescenti, nonostante fossero sposate da ormai cinque anni.
Regina guardò le sue labbra piene, per poi divorarle con un solo e appassionato bacio.
Forse potevano davvero dimenticare tutto insieme.
A loro in fondo non erano mai servite le parole.
Emma lasciò che una mano sfiorasse il corpo che conosceva piuttosto bene, mentre Regina abbassava lo sguardo su quello di Emma.
Le sue dita sapevano esattamente dove toccare, le sue labbra sapevano dove baciare.
Emma la conosceva davvero, completamente.
Regina gemeva leggermente sulle sue labbra, mentre Emma accarezzava il suo corpo che fremeva al suo tocco.
Bastò poco per accendere l'interesse della strega.
Emma la spinse leggermente verso la riva del laghetto, volendola privare della sottoveste ancora attaccata al suo corpo e non smettendo di baciarla: il leggero rumore dell'acqua, dei loro baci, i loro corpi accaldati.
I loro vestiti erano decisamente di troppo.
Tutto sembrava tornare alla normalità, quando Regina sentì uno strano fruscio che la fece sobbalzare.
"Chi c'è?" chiese decisa, mentre Emma non ci fece troppa attenzione, presa solo da sua moglie.
"Sarà solo qualche animale selvatico. Rilassati" commentò riavvicinandosi a lei.
Regina scosse la testa, cercando di capire dove provenisse quel suono, quando Einar uscì fuori facendo sobbalzare anche Emma.
"Mio Dio" sbuffò, seppur leggermente spaventata.
Chi altri, se non l'uomo che le stava dando il tormento da giorni.
"Oh... Siete voi." realizzò.
"Perdonatemi, pensavo..."
"Va tutto bene"
Einar guardò Regina riuscendo ad intravedere la sua figura quasi completamente: era chiaro che se Emma si fosse spostata avrebbe potuto vedere in modo eccellente le sue curve, le sue vesti ormai attaccate al suo corpo.
"Ho interrotto qualcosa?" chiese divertito.
Emma si mise maggiormente davanti a lei, coprendola dal suo sguardo che aveva decisamente iniziato a detestare.
"In effetti si. Questo è il nostro posto e sei entrato nel... come lo chiami tu.... Nostro territorio ecco, in un momento privato"
"Emma" commentò Regina a bassa voce, vergognandosi del suo comportamento scortese.
"No, ha ragione. Mi scuso nuovamente" affermò Einar mettendosi una mano dietro la testa imbarazzato.
"È che stavo seguendo una pista, ma forse ho solo seguito le vostre tracce"
"Molto probabile, forse il tuo istinto non è così infallibile" commentò.
Regina alzò gli occhi al cielo per il suo comportamento infantile per poi rivolgere lo sguardo ad Einar.
Emma fece un sorriso tirato, come ad invitarlo ad andarsene.
"Allora ci..."
Einar sentì nuovamente quello strano rumore, quando anche Regina si voltò.
Questa volta non era stato Einar e nemmeno loro due.
Bastò loro uno sguardo per capirsi.
Regina uscì velocemente fuori dall'acqua, aiutandosi con le braccia, fortunatamente aveva ancora la sottoveste addosso.
Einar bloccò con una sola mano uno dei predatori che cercava di attaccare Regina.
Enormi esseri dagli occhi vuoti, una lunga coda, pelle squamosa, denti come rasoi.
La sovrana si trasformò velocemente mentre quei rettili giganteschi si facevano avanti.
Erano solo tre e fu facile per loro ucciderli uno per uno.
Emma uscì velocemente fuori dall'acqua, con ancora la camicia addosso e i pantaloni, seppur tutti bagnati.
"Che diavolo erano?" chiese.
"Predatori." commentò Einar sicuro.
"Non si erano mai spinti fuori dalla caverna" affermò Regina preoccupata, guardandosi intorno.
"Ne ho visto uno da vicino solo una volta da bambina, mentre giocavo con mia sorella vicino alla caverna"
Emma sapeva poco su quelle strane creature : vivevano al buio, nascoste sotto le caverne rocciose, oltre la caverna delle nascite.
Erano pericolosi anche per le streghe, creature magiche completamente incontrollabili, ma presenti solo in una zona precisa, divorando carcasse.
"E come mai si sono spinti fuori?"
"Non ne ho idea. Ma deve essere assolutamente risolto" affermò Regina, scostandosi le ciocche bagnate dal viso.
"È pericoloso per i cuccioli soprattutto. Dobbiamo avvertire immediatamente gli altri" propose Einar.
Regina cambiò Emma con un gesto della mano, dandole dei vestiti asciutti, così come sé stessa.
"Io porto Emma. Tu resta di pattuglia qui per poi spostarti verso il nord. Ci ritroviamo presso la dimora della sciamana" ordinò Regina.
Einar acconsentì, mentre Regina si trasformava.

Between usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora