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Aveva gli occhi rossi iniettati di sangue, molto più rossi dei suoi. Aveva un aspetto minaccioso e delle ali più grandi, rendendo nel complesso il suo atteggiamento meno aggraziato del suo.
Lei spalancò gli occhi, quando iniziò a ringhiarle ferocemente.
Regina era tranquilla, non rispose alla provocazione, rimase ferma.
Non poteva comunque difendersi in quelle condizioni.
Le sue allucinazioni stavano decisamente peggiorando.
Possibile fosse arrivata al punto di lottare contro sé stessa?
L'essere aveva le piume ben tirate, pronto ad attaccarla al primo movimento.
Vedendo la sua quasi sottomissione, il demone smise di ringhiare, iniziando a volare più vicino a lei ed annusandola.
Sbuffò, per poi spostarsi disinteressato.
Aveva capito le sue intenzioni ed aveva notato fosse ferita.
Strana allucinazione.
Regina tuttavia lo seguì, a poche spanne di distanza, oltrepassando i cancelli della dimora come se fosse stata invitata dal suo guardiano.
C'era un vero e proprio palazzo oltre le nuvole, dove il demone atterrò.
"Non è possibile" commentò una volta ritrasformata.
La strana creatura tornò umana a sua volta, rivelandosi essere un uomo.
Non era decisamente un'allucinazione.
Lunghi capelli biondi, occhi magnetici, uno sguardo serio.
Regina spalancò gli occhi incredula, mentre si ritrasformava.
"Allora eri tu il richiamo che sentivo" ragionò Regina.
"Ed io che credevo di essere solo" commentò l'uomo con un piccolo sorriso, facendola ridere leggermente.
"Non vedevo una donna da secoli"
"Io non ho mai visto un uomo della mia specie prima d'ora" affermò sicura.
L'uomo la guardava curioso, incontrando gli sguardi di Regina, quando vide il suo braccio ferito.
La vista della strega era appannata, ancora preda degli effetti dell'infezione.
Regina stette per accasciarsi quando il demone la prese immediatamente in braccio.
Quasi non si accorse che l'avesse sollevata da terra.
"Ci penso io, aspetta" commentò, aiutandola.
Regina acconsentì gemendo, non riuscendo più a reggersi in piedi.
Poi all'improvviso tutto si fece buio.

Quando riaprì gli occhi si ritrovò in quello che doveva essere la dimora del suo insolito amico e salvatore.
La testa le girava ancora, ma adesso riusciva a vederlo chiaramente: quei capelli biondi erano così chiari da tendere all'argento, i suoi occhi erano penetranti e luminosi, come quelli di una lince, mentre il viso era segnato da un naso importante.
"Sei sveglia finalmente." commentò con un leggero sorriso, mentre preparava il suo unguento miracoloso.
"Ti sei ferita con le spine del rubus Noctis. Lo hanno messo per difendere il palazzo"
"Non credevo di trovare spine la prima volta" commentò Regina, quando il nuovo amico iniziò a curarla.
"Ti ringrazio davvero" affermò, ancora un po' stordita.
"Sei appena arrivata, non volevo perdere una della mia specie appena conosciuta" disse scherzosamente.
Regina ridacchiò debolmente.
"Stavo bene fino a poco fa. Mi ha colta di sorpresa" spiegò.
Il demone annuì, mentre impastava lo strano intruglio nella sua scodella in legno.
"Gli effetti non si vedono subito. Ancora qualche ora e te ne saresti accorta a terra"
Il demone si avvicinò con la mano alla sua ferita e, appena sfiorò la sua pelle, Regina sentì un dolce calore propagarsi.
"Inizia già a migliorare"
Regina fece un sorriso tirato: il suo cuore aveva iniziato a batterle forte, come quando aveva ritrovato la luce dopo il sacrificio di Emma.
Era come se quell'uomo avesse una parte di lei, che cercasse disperatamente di tornare.
"Adesso devo disinfettarla con questo" affermò, imbevendo il panno con la strana miscela.
"Brucerà un bel po'..." l'avvertì.
Regina annuì, per poi soffocare un gemito, stringendogli la mano istintivamente.
Era incredibile la sensazione che provò appena solo gli sfiorò la mano, così la ritirò immediatamente come se si fosse scottata.
"Tranquilla. È solo il legame, lo senti amplificato a causa del veleno, l'effetto svanirà tra poco." spiegò l'uomo.
Regina lo guardò confuso.
"Siamo della stessa specie. Il legame" ripeté con fare ovvio.
Regina non ci aveva mai riflettuto troppo. Aveva provato qualcosa di simile con Eleanor, ma il legame madre-figlia sovrastava quello della specie e non ci aveva fatto caso.
Aveva sperimentato senza volerlo il legame per la prima volta.
Non ne aveva mai sentito la mancanza, ma in quel momento si rese conto di quanto invece si stesse perdendo.
Il demone prese una goccia del suo sangue, facendola cadere sulla ferita, quasi a volerla richiudere.
"Ci siamo estinti vero?" chiese preoccupato.
Regina sospirò, annuendo delusa.
"Credevo di essere l'ultima fino a questa mattina"
L'uomo sbuffò furioso, avendolo intuito immediatamente, i suoi occhi si illuminarono leggermente.
"Sei l'ultimo anche tu?" chiese.
L'uomo annuì, stringendo i pugni.
"Gli umani mi hanno confinato qui con il loro dannato veleno e hanno sterminato la mia famiglia. La mia compagna, i miei cuccioli, tutto. Eravamo solo due famiglie, anche se l'altra aveva iniziato ad evolversi. Eravamo i guardiani e siamo stati noi a cadere per primi"
Regina gli strinse la mano con fare di conforto.
"Dev'essere stato devastante" commentò per poi fare una smorfia di dolore.
"Stai distesa ancora un po'... aiuta a rimarginarsi più in fretta"
Il demone fece apparire un altro panno con la magia per tamponare la ferita.
"Prima ce n'erano molte di più e di stirpe pura"
La strega annuì. "Mia madre fa parte della seconda stirpe. Sono nata così perché si è accoppiata con un umano... era una maledizione per gli altri"
L'uomo scosse la testa deciso. "È il destino che riporta le cose come dovrebbero essere"
Il demone la fissava, incantato dalla sua bellezza.
"Sei la figlia di Annabeth vero?" commentò notando la somiglianza.
Regina inarcò un sopracciglio confusa. "Non ho la minima idea di chi sia"
"Vieni dal sud?"
Regina scosse la testa. "È strano che tu non sappia chi sia... eravamo solo due famiglie"
"Sono la figlia di Cora, la nipote di Politea." affermò Regina.
"Come hai fatto a trovarmi?"
Regina si ricordò immediatamente il motivo della sua ricerca.
"Il talismano di Aaron." replicò.
Il demone la guardò preoccupato. "Perché mai dovresti volere quella tortura infernale?"
"È la mia unica occasione per salvare la famiglia. Sono successi degli incidenti e voglio evitarne altri. In realtà è una leggenda, ma speravo di trovarlo seguendo le..."
L'uomo la interruppe subito.
"Che diavolo vuol dire una leggenda?" commentò.
"È passato un bel po' di tempo..." gli fece notare Regina.
L'uomo realizzò immediatamente mettendosi le mani nei capelli.
"Aaron era il nostro sciamano" affermò solo.
Regina spalancò gli occhi.
"Maledizione, devono essere passati secoli" sbottò l'uomo furioso, capendo quanto tempo avesse passato in quella prigione.
"Mi dispiace infinitamente che tu abbia dovuto passare una simile tortura" commentò.
"Intrappolato nel tempo. Tutta colpa degli umani e della loro dannata caccia" sospirò sedendosi.
Regina gli strinse la mano con fare di conforto.
"Allora che genere di problemi potresti aver mai creato per volere quel talismano?" chiese, cambiando argomento.
"Credimi non vorresti davvero saperlo. Solo vorrei riuscire a mettere un freno ai miei istinti e cercare di essere... una strega normale"
Il demone capì al volo cosa volesse dire, ma scoppiò quasi a ridere.
"Non ti serve quel talismano, credimi. Non ha mai funzionato e mai funzionerà. L'ha usato mia moglie una volta"
Regina spalancò gli occhi. "E cosa..."
"Nessuna reazione. Perché nulla semplicemente sarebbe dovuto accadere" spiegò.
"Quello che ti serve è una guida. Uno come te, che sappia capirti e tirare il freno quando ne hai bisogno"
Regina sospirò ascoltandolo attenta.
"È orribile quando sei da sola. Sai, mi sono sempre sentita..."
"Il mostro delle nuvole? Ti capisco" rise lui.
Regina accennò un sorriso, provando poi sollievo: la cura stava facendo effetto.
"Grazie, davvero" affermò, lisciandosi le pieghe del vestito.
"Mi chiamo Einar, comunque" si presentò.
"Regina" sorrise lei.
"Hai delle ali stupende sai?" commentò l'uomo, che si era davvero meravigliato quando le aveva viste la prima volta.
Le guance di Regina si colorarono leggermente di rosa, come faceva sempre ogni qualvolta qualcuno le facesse un complimento, per poi guardare i suoi occhi.
Erano rossi come il sangue, non il suo rosso, acceso quando le sue emozioni erano troppo forti, ma un rosso più scuro, come quello di un'iride comune.
Quelli di Regina erano molto più minacciosi quando provava forti emozioni, ma la cosa che la inquietò era che quello fosse il suo colore naturale.
Le iridi di Regina quando erano rilassate erano color nocciola, quelle dell'inaspettato amico erano ben diverse dalle sue.
Tutto ciò la affascinava, ma non era troppo rassicurante.
"A quanto pare ho molto da imparare da te." affermò sicura.
Einar annuì. "Sai non è complicato, è tutta una questione di equilibrio"
"Ho dei problemi a controllarmi ultimamente. Credevo... grazie agli insegnamenti dell'oscuro di riuscirci, ma non è stato così. A volte sono davvero ingestibile"
"L'Oscuro non sa assolutamente nulla su di noi. Sfrutta il nostro potere a suo piacimento per renderci i suoi galoppini... ciò che io ho imparato mi è stato insegnato dall'arte dei miei avi, un sapere tramandato da generazioni. Non fanno altro che cercare di nasconderlo tra le sabbie del tempo, ma noi non dobbiamo permettere che la nostra storia venga dimenticata " raccontò il demone.
Einar le strinse la mano. "Farò il possibile per aiutarti. Siamo gli ultimi della nostra specie, dobbiamo proteggerla"
Regina concordò attenta, per poi guardare le nuvole iniziare ad oscurarsi, così propose:
"Potresti spiegarmelo a casa mia. Intendo giù nella foresta incantata. Presto inizierà di nuovo a piovere e dovrò scendere"
Einar abbassò lo sguardo, incupendosi.
"Vorresti venire con me? La mia tribù sarebbe felice di accoglierti" propose con un sorriso.
Einar fece spallucce, per poi rimbalzare indietro a causa della barriera.
"Sono bloccato qui, ricordi?" commentò sbuffando.
"Ma tu riesci a passare come è possibile?" chiese.
"Sono la regina" replicò lei.
Solo in quel momento Einar capì con chi stesse parlando.
"Sei la sposa dell'Oscuro?" chiese poi spaventato.
"Lo ero. Ora sono la madre dell'Oscura" rispose Regina, guadagnandosi un suo sguardo confuso.
"È una lunga storia"
"È incredibile che tu sia sopravvissuta" commentò stupito.
"Zoso è spietato"
Regina scosse la testa. "Il mio Oscuro è Rumplestiltskin"
Einar sospirò sollevato. "Per fortuna i suoi anni sono finiti. Credimi era davvero un mostro"
Regina cercò di vedere le sue catene invisibili, che iniziò subito a percepire.
Gli occhi di Regina si fecero rossi, mentre con un solo colpo di piede le spezzò decisa. Aveva un fascino tutto istinto, che immediatamente fece illuminare anche gli occhi del suo simile.
"Sei forte" commentò Einar, accarezzandosi i polsi.
"Mi devi un favore" affermò scherzosamente.
"Intendo saldare subito. Sarà mia premura aiutarti, anche se, credimi, è più semplice di quanto pensi" promise.
"Avevi detto che mi avresti aiutata già prima, quindi tecnicamente dovrai saldare in altro modo" gli fece notare.
Einar fece un sorrisetto. "Sei furba. Ma giusta, quindi lo terrò a mente" affermò.
Regina ricambiò lo sguardo per poi avvicinarsi ai cancelli.
"Dobbiamo sbrigarci a scendere prima che..."
Il demone aprì immediatamente le ali, trasformandosi, in un modo che Regina non credeva nemmeno fosse possibile, per poi lanciarsi giù.
Regina fece un sorrisetto, per poi seguirlo a ruota.

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