Il tramonto su quel pianeta ormai era vicino, i raggi rossastri del sole morente coloravano il cielo di tali striature che filtravano all'interno della sua tenda. Si puliva con cura le mani nell'acqua della bacinella di pietra, rimuovendo la terra da sotto le unghie e i graffi unti di sangue incrostato, non attendeva che il momento di tornare su Asgard per calarsi nella sua vasca e farsi un bagno rilassante tra gli oli profumati per cancellare dal suo corpo la fatica di quella battaglia che le appesantiva il corpo. Le procedure per l'evacuazione dei feriti erano quasi terminate, i morti legati a Niflungar erano stati bruciati su pire funebri mentre quelli che appartenevano ad Asgard e agli altri regni erano stati trasportati sulle navi per ricevere i rispettivi funerali una volta giunti nei pianeti d'origine in apposite capsule criogeniche.
La tenda fu aperta perché il suo interno fu inondato di luce e l'ombra di qualcuno comparve sulla soglia.
Si voltò per osservare, con sorpresa, Odino.
Suo marito entrò, si guardò attorno con curiosità e Frigga cercò di essere almeno presentabile, impossibile data la circostanza in cui si trovavano da diverse ore «Mi dispiace, non attendevo una tua visita».
Lui scosse la testa «Non importa».
Annuì.
Odino, si avvicinò alla brandina che era stata sistemata in un angolo della tenda, sufficientemente grande per una persona e prese tra le mani la sua spada da poco pulita e lucidata, scostata del sangue e della terra e non metteva in dubbio che l'avesse riconosciuta come appartenente a Farbauti. Lo notava da come ne accarezzasse l'elsa dalla debole risata che gli sfuggì dalla bocca «Ricordo questa spada, credevo che fosse andata smarrita molto tempo prima tra le sue cose».
«Non è così, come puoi vedere.»
Lui annuì, la posò sul letto per sedervisi a sua volta e prendere un profondo respiro. La guardava «Vi siete rivolti alle valchirie, che cosa avete promesso?»
«La reintegrazione nell'esercito di Asgard. Ho firmato io stessa il documento con il perdono reale. Come regina, ne avevo la piena facoltà e il diritto decisionale su qualcosa che ci serviva per condurre qui le truppe. Se ho sbagliato, sarò lieta di pagarne le conseguenze» Odino non avrebbe mai accettato di tornare a veder camminare liberamente le valchirie per il palazzo. Qualunque cosa fosse accaduta tra loro nel passato era convinta che difficilmente avrebbe permesso a suo marito di tollerare la loro reintegrazione ma ormai era stata fatta una promessa che Frigga teneva a mantenere e come regina di Asgard era sua libertà applicare firme o emanare editti che permettevano la convocazione o il perdono di chiunque lo meritasse. Se non fosse stato per quelle donne, non avrebbero avuto il consenso delle armate alleate e l'esito della battaglia che si era terminata lì, sarebbe stato notevolmente molto diverso da ciò che era stato. Avevano sconfitto le truppe nemiche solamente perché il numero aveva fatto le differenze e le valchirie dovevano essere riconosciute con ogni onore per ver sacrificato la vita di altre compagne che saranno adeguatamente commemorate con un rito funebre degno di loro.
Con sorpresa, però, lui scosse la testa. Si alzò dal letto per avvicinarsi a lei, prese la sua mano nella propria, stringendola e il suo sguardo era pieno di mortificazione, sembrava dispiaciuto «Non sono giunto qui per punire la mia famiglia, Frigga, o per condannare a morte qualcuno. Ero arrabbiato, certo, ma ero soprattutto preoccupato, Sigfrid è sempre stato una minaccia che credevo dimenticata e temevo che avrebbe fatto a voi quanto io feci alla sua famiglia e mi sono sbagliato. Non potevo lasciarvi a combattere da soli, era mio dovere essere al vostro fianco, per questo sono qui e ancora una volta, io chiedo il tuo perdono».
Era sincero questa volta. Non che non lo fosse stato le volte precedenti ma c'era sempre quell'aura distorta che le impediva di fidarsi di lui, che stavolta mancava. Per ciò gli sorrise, annuendo «Ti chiedo perdono anch'io, Odino. Non sono riuscita a fidarmi di te pienamente da quando...»
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Swan Ice- L'Anello del Nibelungo
FanfictionTre anni dopo la Battaglia di New York, tutto procede tranquillamente, questo fin quando Ailìs Swan, una ragazzina di dodici anni, non entra in possesso di un antico e pericoloso oggetto che spinge Thor a dover mettere da parte le divergenze con Lok...