Capitolo 7

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Quando Lise aprì gli occhi, si trovò investita dai raggi diretti del sole e a niente servì coprirsi il viso con la mano. Una cosa che odiava era la luce, di qualunque provenienza fosse. Era il motivo del perché preferiva dormire con serrande abbassate e tende rigorosamente tirate, ma probabilmente sua madre aveva deciso di aprire le imposte prima quella mattina ed era strano che non l'avesse sentita entrare, non aveva il dono del silenzio.

Era già pronta a rimproverarla, ma quando schiuse un occhio per farlo, cacciò un urlo che la portò a sollevarsi di scatto con le palpebre spalancate. Quella non era la sua stanza.

Entrò nel panico ma per pochi minuti, perché i ricordi della sera prima le tornarono tutti alla mente e capì, era ad Asgard.

Le venne un colpo. Non era abituata a dormire in posti diversi dalla sua stanza e non ricordava quale fu il momento preciso cui si era addormentata. Ricordò di essere scoppiata a piangere di nuovo sul letto e poi la testa le aveva iniziato a fare male. Si sedette sul materasso, accorgendosi di essere ancora vestita. In effetti, non aveva niente di suo, era partita in fretta e furia.

Poiché cominciò a sentire freddo, tirò via una coperta e si alzò dal letto per avvicinarsi alla finestra e la vista era da mozzare il fiato. Non era un sogno, era davvero nella Città Eterna e alla luce del sole poteva finalmente osservare la meraviglia delle costruzioni alte e imponenti, splendenti come l'oro, le catene montuose che costeggiavano l'orizzonte e poi il mare. Di un blu talmente acceso da sembrare uno zaffiro. Una vista stupenda che neanche i suoi sogni più fantasiosi potevano inventare.

Qualcuno bussò alle porte della stanza e si riscosse per rispondere «Avanti».

La porta si aprì e quattro ragazze fecero il loro ingresso. Lise le guardò dalla testa ai piedi. Erano giovani, molto belle e acconciate e vestite come delle dame. 

Fu sorpresa nel vederle «Chi siete?»

«Ci manda la regina» Rispose una delle ragazze.

Lise guardò ciò che portavano. Abiti accuratamente ripiegati e scrigni «E perché?»

«Per prepararvi. Siamo le vostre ancelle.»

«Ah...»

Non disse altro. Le ragazze sapevano già che cosa fare da sole e lei non dovette fare altro che farsi guidare dai loro ordini. Il trattamento fu da vera principessa, le avevano preparato un bagno nella sontuosa vasca in muratura e fu molto sorpresa per gli abiti che le misero dinanzi.

Prima che potesse chiedere, la spiegazione giunse dall'ancella «Sua Altezza ha ritenuto che fossero più adeguati per voi. È stato molto esplicito a riguardo».

Lise annuì e non poté fare a meno di sorridere e di ringraziare Thor mentalmente per essersi ricordato della sua avversione verso gli abiti in generale. In effetti, non ci si vedeva a girare per il palazzo conciata come loro.

Indossò un paio di pantaloni di pelle nera con intarsi dorati, stivali al ginocchio del medesimo colore e una tunica dalle tonalità sul blu cobalto e l'azzurro, semplice e leggera nonostante i vari strati di tessuto drappeggiato e ricamato di cui era fatta. Le furono applicate delle polsiere metalliche agli avambracci e una fascia metallica attorno alla vita. Anche l'acconciatura fu semplice, due treccioline unite dietro la nuca.

Guardandosi allo specchio, l'effetto complessivo era molto bello e toccando il tessuto plissettato della stoffa, sembrava che addosso non portasse niente di quanto era leggero.

Le ancelle sparirono velocemente, lasciando la stanza in ordine e i bauli e l'armadio pieni di abiti uguali a quelli che portava, qualche vestito più elegante, mantelli e scarpe. La specchiera era stata riempita di scrigni vari contenenti gioielli e accessori per capelli, pettini e spazzole.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora