Capitolo 3

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Dopo aver consumato l'hot dog passeggiando lungo i viali, trovarono riparo all'ombra di un albero e si sedettero sulla panchina proprio di fronte a un lago. Lise era impaziente mentre guardava Meredith frugare nella borsetta di perline e sfregava le mani sul tessuto della gonna per placare il prurito che le pizzicava la pelle. Non vedeva l'ora di sapere che regalo le aveva fatto e cominciava a fantasticarci su. La madre aveva una gioielleria, di conseguenza doveva per forza essere qualcosa che proveniva da lì come qualche collana o bracciale. Gli ultimi compleanni li aveva trascorsi praticamente in quel negozio, a scegliere qualunque cosa più le aggradasse e gratis, perché lei e Meredith si conoscevano dalla terza elementare e anche le loro madri erano ottime amiche.

L'attesa finì quando il rumore di un sacchettino le giunse alle orecchie e guardò. Era piccolo e con l'insegna di una qualche farmacia, poco convenzionale per un regalo.

Meredith glielo porse eccitata «Per te!»

Lise era tentata di chiedere spiegazioni ma si contenne senza dare il minimo accenno espressivo e aprì il sacchetto per trovarci dentro uno scrigno d'argento lavorato finemente.

«Questo è puro argento», spiegò la ragazzina dai capelli rossi, indicando il metallo, «mia madre ha trovato lo scrigno più bello che le avessero spedito. Questi se li fa pagare bene».

«Ci credo, guarda che roba» Era sbalordita mentre se lo girava tra le mani. Sembrava un diamante e pesava parecchio per essere così piccolo, le gravava sulla mano come se reggesse un sasso. Non aveva dubbi che il prezzo medio di un simile gingillo fosse alto, ne aveva visti alcuni esposti, ci voleva almeno mezzo stipendio per comprare uno di questi scrigni senza sconto.

«Non sarà fatto da una qualche creatura magica su commissione di Thor, ma ha il suo perché. Aprilo, resterai sorpresa.»

Lise annuì e sollevò il coperchio. Sul rivestimento di velluto argentato spiccava un anello argentato perfettamente liscio, senza decori o altro, dalla fascia spessa e lucida. Inarcò un sopracciglio mentre lo tirava fuori per guardarlo meglio. La luce del sole si rifletteva come uno specchio e la sua stessa immagine si poteva scorgere contro luce «È bellissimo».

«Sì, credo di sì» Lo disse con uno strano sospiro che tradiva il sorriso sulle sue labbra.

Lise corrugò la fronte per quell'aria così abbattuta, che poco prima non aveva. Pensò subito all'anello che già indossava e intuì quale fosse la ragione di questo suo atteggiamento fiacco. Probabilmente doveva vergognarsi del regalo che le aveva appena fatto. Sorrise e la portò a guardarla «Ehi, guarda che è vero».

«Sicura?».

Gli occhi verdi della ragazzina miravano l'altro regalo e a guardare quelle gemme incastonate sulla fascia intrecciata, le vennero quasi le lacrime agli occhi. Per lei era già scontato che fosse solo una scusa, quando non lo era perché Lise aveva detto il vero, le piaceva sul serio e per tanto annuì «Sicura!»

Per non essere malata di gioielli, doveva ammettere che ne stava ricevendo veramente parecchi quel giorno e le piaceva da morire. Di solito, i suoi erano tutti anelli o braccialetti acquistati in qualche bancarella durante le occasioni speciali, pochi spiccioli che non rendevano di certo dinanzi alla bellezza di tutto quel luccichio che si ritrovava a indossare quando Meredith la portava nella gioielleria di sua madre o Thor decideva di presentarsi con qualche diamante preso agli elfi. Persino sua madre, ogni tanto, riceveva qualche collana da parte del Tonante.

Meredith si sentì rassicurata e la incitò «Allora che aspetti? Provalo, dobbiamo vedere se ti sta».

Lise annuì di nuovo e infilò l'anello all'anulare dell'altra mano per rimirarlo. Sembrava brillare di luce propria, le piaceva «Direi che ci sta».

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora