Capitolo 106 parte 2

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Il corridoio roccioso era particolare, una sola direzione illuminata da piccole feritoie lungo il soffitto che lasciavano filtrare sottili raggi di luce che brillavano come se fossero stelle, creando una sorta di firmamento su di loro dalla tonalità verde acqua.

Forse avrebbe badato di più ai dettagli se fosse stata una normale perlustrazione e non una corsa sfrenata all'interno della grotta. Raggiunsero la svolta a destra, una scalinata rocciosa che conduceva verso il fondo. Era da lì che giungevano le urla disperate di Lise e dei bambini e non perse altro tempo, cominciò a correre lungo la scala, ignorando che la superficie fosse scheggiata o umida e che le suole degli stivali non aderivano come voleva al suolo.

Una corsa priva di fiato, faticosa e condotta anche da Thor, dietro di lei. Il passaggio era stretto, il soffitto basso e il solo modo per passare, era di stare in fila. La scala era a chiocciola, gradini stretti e piccoli. Le urla dei ragazzi cominciarono a farsi più vicini e quando arrivò alla fine della scala, quasi urlò. Jon era trattenuto per le braccia da Lise e Annika, che cercavano d'impedire a un Nokken di trascinarlo in acqua mediante una catena di alghe attaccata alla caviglia «Bambini!» (1)

Il suo urlo portò non solo loro ma anche il mostro a voltarsi, le urlò contro allargando la bocca piena di denti aguzzi e puntandole contro due occhi gialli. Non si fece intimorire, conosceva bene quei mostri sebbene non ne vedesse uno da una vita.

Erano spiriti acquatici abbastanza comuni nei pressi dei laghi o dei fiumi e non era raro vederne bazzicare qualcuno anche nelle grotte. Muta forma, abili delle illusioni, potevano assumere le sembianze di un tenero cavallo bianco o di affascinanti ninfe che stregavano chiunque con il loro canto per poi uccidere i malcapitati nelle profonde acque in cui dimoravano. Le loro vittime preferite erano soprattutto i bambini.

Sfilò da sotto la protezione metallica del braccio, un piccolo pugnale e corse velocemente verso i tre ragazzini mentre l'ombra di Thor le volava sulla testa, circondata da fulmini derivanti da Mjolnir.

Gin approfittò della distrazione del Nokken per lanciare il suo pugnale contro la mano scheletrica che reggeva la catena di alghe, colpendola e causandogli un urlo di dolore che lo costrinse a lasciarla andare, pochi secondi prima che i fulmini si abbattessero sull'acqua azzurra e limpida, folgorando lo spirito maligno.

«Uscite, svelti» Incitò i bambini. Annika tirò via il fratello gemello, allontanandosi con lui verso la parte più distante della sottile striscia di sabbia rocciosa, mentre lei agguantò Lise per un braccio e la costrinse a fare lo stesso, stringendosela contro nell'osservare il Nokken sprofondare negli abissi mentre Thor atterrava davanti a loro con un tonfo.

«Mamma...»

Si voltò, la prese per le spalle e la costrinse a guardarla negli occhi, fissando le sue iridi azzurre e piene di lacrime e paura, rese lucide da un principio di lacrime dovuto senza alcun forse allo spavento «Perché sei entrata qui? Ti rendi conto che è pericoloso?»

«Avevamo sentito la musica. Volevamo sapere che cosa fosse.»

Singhiozzava, tremava come una foglia e Sigy non ci riuscì ad arrabbiarsi o a rimproverarla. Poté soltanto abbracciarla e lasciare che piangesse contro il suo petto, stringendosela contro per la terribile paura che le serrava le viscere.

«È stata colpa nostra» L'ammissione venne da Annika, che la guardava anche lei con le lacrime agli occhi mentre si stringeva a suo fratello «L'abbiamo costretta noi a seguirci».

Jon annuì.

Scosse la testa, fece per parlare, ma una mano si appoggiò sulla sua spalla e volse la sua attenzione a Thor, che guardava con preoccupazione la piscina natura davanti a loro, sul cui fondale si poteva vedere la luce che filtrava da qualche probabile cavità marina collegata al mare aperto «Dobbiamo andarcene, i Nokken sono duri a mollare le prede».

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora