Capitolo 82

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La corrente che filtrava all'interno della sala da bagno era eccessiva, troppo forte per i gusti di Lise, che osservava la traballante fiamma della candela posta sulla toletta di legno con il terrore che si spegnesse da un momento all'altro mentre Annika cercava di sganciarle dal polso una delle protezioni metalliche che ancora portava.

Orientarsi su Alfheim con l'orario della Terra era difficile, bene o male Asgard rispettava il ciclo solare cui era abituata perché Thor le aveva spiegato che gli Asgardiani avevano sempre preso spunto dai mortali per adattare molte delle loro abitudini, seppure con qualche modifica più avanzata.

Non avevano orologi lì, ma si orientavano con il vecchio sistema delle meridiane che non era poi tanto difficile da capire, anche se lei preferiva il caro orologio virtuale della sua sveglia già impostata. Ma Alfheim era diversa, lì doveva andare a intuito e non aveva idea di che ore fossero, eccetto che il tramonto era avvenuto da un bel po' di tempo e che tutti erano già a dormire e se la fortuna era dalla sua parte, probabilmente lo era anche Frigga.

Aveva promesso alla regina che non sarebbe andata a letto tardi quando le aveva chiesto se poteva restare con Annika nella stanza che usava durante il giorno, per parlare un po' e stare in sua compagnia, e glielo aveva accordato con la condizione che sarebbe andata da lei per dormire e non a orari troppo strani. Sperava soltanto che la sovrana non le facesse qualche brutta ramanzina quando l'avrebbe raggiunta, aveva sforato di una buona mezz'ora rispetto a quanto aveva concordato con lei.

«Quello che abbiamo visto poco prima nella tua scatola magica, quel... film, era bello. Davvero quegli alieni blu non sono veri?»

«La scatola magica è un computer, Annika, e sì, non sono veri.»

«E come sono fatti?»

«Con gli effetti speciali.»

Sganciò la prima protezione metallica, per poi concentrarsi sull'altra, armeggiando con i ganci nella parte inferiore per aprirli «All'inizio, avevo pensato che gli umani di quel film avessero veramente trasmigrato nel corpo di quegli esseri dalla pelle blu e che fossero stati ripresi veramente mentre lo facevano».

«Beh, diciamo che gli effetti speciali di Avatar sono molto realistici. Ha vinto qualche paio di Oscar» Era senza dubbio il suo film di fantascienza preferito sebbene non fosse poi un granché a livello di trama, ma gli andava riconosciuto che il regista si era messo d'impegno per creare davvero una storia tutto sommato molto carina e trovava piacevole che Annika lo avesse apprezzato.

Certo, aveva parlato per tutta la durata del film senza smetterla di farle domande continue sugli Avatar, come fosse possibile che gli umani facessero simili cose e se esistevano veramente e per di più su quali pianeti erano andati a recuperarli, e a tratti era stata colta dal bisogno istintivo di strozzarla, ma lei non era abituata a vedere simili cose e ci stava che chiedesse.

Quando anche l'ultima protezione fu rimossa dal polso, si girò per darle le spalle poiché i ganci che tenevano chiuso il corpetto metallico che indossava sulla tunica, si trovavano nella parte posteriore della schiena.

Era una fortuna che aveva lei a darle una mano, erano le ancelle che di solito la vestivano e non poteva certamente andare a chiamare. Annika era una fortuna sotto quel punto di vista, le risparmiava un lavoro faticoso e insopportabile.

Si sentì libera quando le fu rimossa dal corpo, come se si fosse liberata da un peso che le stringesse i polmoni e lo stomaco. Non aveva mai capito a pieno perché gli Asgardiani amassero indossare quelle armature sui vestiti, non erano poi utili a niente se non a dare un tocco di bellezza in più alle tuniche e agli abiti, tra l'altro erano anche scomode e dure da sopportare, ormai si era abituata ma c'erano certi corpetti che non riusciva a sopportare, forse perché erano troppo stretti.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora