La suola dei suoi stivali emetteva dei ticchettii sulle lastre di marmo, spezzando il silenzio della sala. I pallidi raggi del sole che sorgevano da oltre l'orizzonte filtravano mediante le alte e numerose vetrate, conferendo alla sala del trono una luminosità fredda, come il vento che soffiava contro le imposte e cupa come il suo umore mentre l'ologramma generato dall'altare di pietra mostrava la struttura dell'Yggdrasil e i Nove Regni che splendevano tra i suoi ami, soprattutto il limonoso Asaheim, che il solo guardare gli causava altro snervamento «Così, non abbiamo ancora nessuna notizia».
«Purtroppo è così, Maestà.»
La risposta gli causò un fremito di rabbia che lo portò a stringere le mani a pugno dietro la schiena, si fermò davanti a una delle vetrate a guardare la città che sorgeva ai piedi del castello, illuminata appena dalla tiepida luce e avvolta dalla nebbia e dal fumo bianco che si alzava dai tetti di pietra. Nessuna comunicazione, nessun messaggio e nessuna risposta, erano passati pochi giorni e Asgard si stava divertendo a ignorarlo nonostante la sua minaccia. Aveva tra le mani la ragazzina eppure Odino non si decideva a contattarlo, era così arrogante da non curarsi neanche della vita della sua stessa nipote?
Come doveva interpretare quel silenzio?
Che a Thor non importasse niente era da escludere.
Che volessero provocarlo?
Magari sfidarlo?
Scosse la testa perché ogni pensiero a riguardo era un'assurdità, non ci credeva che Asgard fosse insofferente al destino di quella bambina e che a Odino non importava niente di combatterlo, aveva attaccato la sua capitale e ucciso buona parte del suo prezioso popolo costringendolo a doversi piegare in ginocchio. Era vero, non aveva avuto l'anello ma almeno aveva vendicato chi era stato massacrato dalle armate di Asgard durante il loro precedente assedio e preso la bambina come ostaggio per costringerli a consegnargli l'anello come aveva richiesto.
No, c'era qualcosa che non andava.
Salì i gradini che portavano al suo trono e lì si sedette, osservandoli uno a uno dall'alto dello scranno. Non vendo possibilità alcuna di poter sapere che cosa Asgard aveva intenzione di fare con il suo messaggio, non aveva altra scelta che prendere delle precauzioni di certo spiacevoli e forse anche inutili, ma che in qualche modo doveva considerare necessarie se voleva mantenere in vita quel poco di popolo che ancora gli restava «Voglio che sia iniziata la procedura di evacuazione dell'intera città, il popolo deve essere portato immediatamente alla Cittadella. Che siano raccolte provviste necessarie e organizzate le fortificazioni del rifugio, portate navette di supporto con voi e generatori di scudi».
I generali si guardarono negli occhi ed erano stupiti, uno di loro avanzò di un passo «Maestà, per quale ragione?»
«Non voglio correre alcun rischio» Spiegò «Asgard non si fa sentire, temo che possano marciare su di noi e non possiamo rischiare di far massacrare il popolo. Anche se si rivelerà, essere una precauzione inutile, intendo prenderla ugualmente».
«Ma la Cittadella dista almeno due giorni, il passo tra le montagne sarà difficoltoso con anziani e bambini. Non possiamo usare neanche i cavalli».
«Allora utilizzate le navette.»
«Maestà...»
«Non ho intenzione alcuna di restare senza far nulla» Tuonò «Asgard non si fa sentire e potrebbero pianificare qualche azione improvvisa per distruggerci. Voglio proteggere il mio popolo e ciò che ne resta e per tale ragione voglio che la città sia evacuata immediatamente e la popolazione messa al sicuro alla Cittadella».
Non era così avventato da far portare via il popolo dalla città se non conoscesse i rischi che il lungo percorso avrebbe riservato. La Cittadella era una fortezza situata in una gola, tra le montagne, raggiungibile da un sentiero avverso che attraversava il deserto e le paludi, luoghi insidiosi e pericolosi e richiedevano diverse soste lungo il percorso per permettere alle persone di riposarsi quanto bastava per riprendere il viaggio e aveva salvato molte volte la vita alla capitale, eccetto quella.
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Swan Ice- L'Anello del Nibelungo
FanfictionTre anni dopo la Battaglia di New York, tutto procede tranquillamente, questo fin quando Ailìs Swan, una ragazzina di dodici anni, non entra in possesso di un antico e pericoloso oggetto che spinge Thor a dover mettere da parte le divergenze con Lok...