Capitolo 49

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Titano Pazzo.

Thor, a metà scala, aveva udito quelle semplici e spaventose parole dalla bocca di Freya e si ritrovò a tremare, fissando un punto impreciso del vuoto con gli occhi spalancati dalla paura. Titano Pazzo. L'ombra che gravava sull'intero cosmo, l'appellativo che faceva da sostituto al nome che nessuno aveva il coraggio di pronunciare e sul quale aveva indagato per tre anni con i suoi viaggi alla ricerca di qualunque informazione sulle Gemme dell'Infinito e sulla creatura spaventosa che le cercava.

Aveva sentito mille storie, voci terribili da fare tremare anche il più impavido degli Asgardiani e tutti quanti sostenevano la stessa cosa, uno schiocco di dita sufficiente a spazzare via metà della vita nell'Universo. Per quale mostruosa creatura Loki si era ritrovato a prestare i propri servigi nel tempo cui lo aveva creduto morto, prima di ritrovarlo sulla Terra con l'armata dei Chitauri?

Da come ne aveva parlato, sembrava che provasse un certo e sinistro piacere per quello che sosteneva di aver fatto senza scendere nei particolari e Thor, bloccato su quella scala con le gambe che tremavano e il respiro pesante, si ritrovò corroso dai dubbi.

Doveva davvero credere che Loki avesse attaccato la Terra per prendere il Tesseract e contribuire allo sterminio di migliaia di persone senza neanche curarsi delle conseguenze che ciò poteva avere, sempre che tutto questo fosse vero?

Che i timori di Odino fossero davvero fondati ed esisteva un potere di quella portata per cui Padre Tutto si era subito posto in allerta?

«Thor.»

La voce di Freya lo portò a riscuotersi e alzò il viso per guardarla. La principessa Vanir scendeva le scale sollevandosi l'orlo dell'abito e Thor si sforzò di abbozzare un sorriso, scacciando i pensieri nefasti che la sua mente aveva formulato «Ciao».

«Va tutto bene? Sei pallido!»

«No, sto bene!» Volse lo sguardo verso il resto della ringhiera che circondava la parte superiore della sala, con il battito cardiaco del suo cuore che lentamente tornava regolare e con la testa andò a Loki «Stavi parlando con mio fratello, non volevo interrompere».

«Oh, ha fatto tutto da solo. Ho sbagliato io ad andargli dietro per parlare. Pensavo che gli avrebbe sollevato il morale, mi sbagliavo.»

Thor si limitò solo ad annuire, scendendo le scale insieme con lei, che gli aveva preso il braccio come accompagnamento «Loki non ama parlare, dovresti saperlo. L'unica che riusciva a strappargli più di due parole senza scatenare la sua ira era Sigyn. Non ho mai capito quale fosse il suo segreto, confesso di averla invidiata per molto tempo».

«Neanch'io a essere onesto» Si limitò a sorridere, perché ricordava bene come fosse suo fratello, prima che quella poverina fosse cacciata. Era sempre stato taciturno e poco amante delle feste ma era sempre in prima fila quando lei faceva il suo ingresso in una sala. Gli piaceva prenderlo in giro, deriderlo amichevolmente quando lei rifiutava di ballare con lui. Fu l'unica a non cedere alla sua elegantissima e insistente corte e a portarlo a cedere. Tutti si erano interrogati su come fosse stato possibile che il minore dei due figli di Odino, avesse perso la testa proprio per la principessina di Vanaheim quando Asgard era piena di dame molto più belle di lei.

Freya scese i gradini e la accompagnò fino alla soglia delle scale, così che lei potesse reggersi il lungo abito con la mano. Lo affiancò e Thor gettò uno sguardo veloce all'intera sala. Molti nobili sedevano ancora alle grandi tavolate, Freyr era a suo agio circondato dalle ragazze e le due regine erano insieme a parlare.

In tutto questo, non trovava Lise.

Si accigliò, preoccupandosi non poco. Era l'unica bambina presente alla festa e non passava certamente inosservata eppure non riusciva a scorgerla nel marasma di persone, sperò che non si fosse allontanata senza dire niente a qualcuno.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora