Capitolo 147 parte 2

68 2 0
                                    

Cessò tutto dopo alcuni istanti, sollevò la testa per primo per osservare le grosse pietre che dal soffitto si erano abbattute contro il pavimento, urtando anche le colonne portanti o i mobili che abbellivano il corridoio ora in mille pezzi. La grossa crepa si era allargata per metri, i detriti dovevano aver colpito i corpi a terra. Non voleva sapere come fossero ridotto, ma era chiaro che quel posto non era sicuro.

Distrusse la barriera, trovandosi circondato da aria piena di fumo e polvere che gli riempì le narici e che lo portò a tossire, stessa cosa che accadde anche a lei. Il suo respiro era mozzato e gli occhi erano spalancati.

«Ragazzina...»

Non lo guardò, comprensibile spaventata com'era.

Non c'era altro tempo da perdere, si alzò da terra portando lei a fare altrettanto e anche Fenrir lo fece.

«Vieni!» La prese per una mano, cominciando a correre lungo il corridoio scivoloso e imbrattato, superando i corpi a terra pieni di polvere bianca e ricoperti da sassi e detriti, qualcuno di loro era stato colpito sulla testa e alcune maschere erano distrutte da pietre, c'era sangue. La tirò contro il suo fianco, le coprì il volto «Non guardare».

Lei annuì.

Seppur incespicando, superò quei corpi portandosi dietro lei, facendo attenzione perché lo seguisse senza perdere equilibrio e soprattutto assicurandosi che non osservasse lo scempio a terra, non sarebbe stato un bello spettacolo da osservare e forse ne stava vedendo anche fin troppa di devastazione.

Superato l'ostacolo, la lasciò andare, la afferrò per una mano e la costrinse a correre velocemente dietro di lui superando gli accessi sul resto degli appartamenti reali, accelerando soprattutto in prossimità delle vetrate che potevano infrangersi da un momento all'altro per com'erano ridotte e incespicando a ogni scossone che il palazzo subiva, causando grida attorno a loro e crolli.

Qualcosa cominciò a emettere un segnale.

Dovette fermarsi per guardare il suo polso su cui portava il trasmettitore, doveva essere una chiamata di Thor con certezza. La attivò, l'ologramma del suo viso comparve dal display virtuale «Che succede?»

«Dov'è Lise?»

«Qui con me ma è terrorizzata, e sono in una zona pericolosa. Fai in fretta perché devo trovare anche Sigyn e la mamma prima che questo posto salti in aria.»

«Temo che dovrai arrangiarti perché sembra che abbiamo un problema. Un esercito di Jotun e Muspell ha appena fatto incursione sul lato orientale della città, devono essere scesi dalle montagne, probabilmente da qualche portale, e l'esercito da solo non riesce a fermarli. Ci sono altre astronavi e le richieste di soccorso verso gli altri regni non sono possibili da spedire, devono aver creato qualche interferenza che ha messo fuori uso i sistemi di comunicazione esterni.»

Non imprecò soltanto perché non era il momento, ma era davvero tentato di farlo. Niente sistemi di comunicazione, niente scudi planetari e niente satelliti, significava che Asgard era scoperta e abbandonata a se stessa, a corto di navi, senza una flotta di supporto e con un esercito sparpagliato che non poteva coprire vaste zone o intere aree tra palazzo e città. Oltre al fatto che, se era vero quello che diceva riguardo quei mostri, qualcuno doveva aver sfruttato i portali di collegamento ai suddetti regni, portali che lui non aveva mai mostrato a nessuno e su cui erano impresse magie di un certo livello che solo uno stregone di un certo livello poteva infrangere.

Cioè l'Incantatrice.

Un colpo di cannone lo sfiorò appena causando il grido della bambina, sbattendo contro la parete, e si voltò per osservare altri di quegli alieni con le tute, la differenza stava che questi erano vestiti di giallo e una era una donna dalla pelle squamosa.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora